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Autore: Light Clary    14/09/2015    2 recensioni
♬ Rossana credeva che la sua vita fosse perfetta. Era una semplice ragazzina di diciassette anni con una fama internazionale, fin quando un incontro inatteso non le ha rivelato di essere l'ultima discendente della stirpe degli Angeli Guardiani.
Tocca a lei e a Eric, intrepido ragazzo Demone, ad affrontare mille peripezie tra Vampiri, Streghe e Mostri, per salvare il fantastico mondo di IMPERIA. I due scopriranno presto di appartenere l'uno all'altro, ma potrà la loro unione sconfiggere la forza oscura che vuole impossessarsi dei loro cuori e annientare l'umanità? ♬
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Sana/Akito
Note: Lemon | Avvertimenti: Violenza
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Quando Rossana si svegliò, dopo tre ore di sonno come minimo, volle tastare che tutta la giornata precedente non fosse stata frutto di un’allucinazione. In quel caso avrebbe abbandonato definitamente la carriera di cantante, pensando che fossero i riflettori troppo intensi a causarle tali fantasie. Invece quando provò ad aprire il bocciolo di una Camelia Rosa , posto sul balcone, questo si schiuse rivelando i suoi petali bagnati dalla rugiada del mattino.
Rossana deglutì e indietreggiò fino a ricadere sul letto. Prese un cuscino e se lo premette sulla faccia.
“Che faccio adesso?”
Quella era l’unica domanda che le dominava la testa.
Guardò sul su cellulare. Erano le nove passate. Tra un po’ se non fosse scesa alla mensa dell’albergo, probabilmente James l’avrebbe tempestata di chiamate fino a sfondare la porta della sua camera.
Non aveva prestato molta attenzione ai discorsi dei diligenti per il concerto la serata prima, ma non si preoccupava di presentarsi di fronte agli intervistatori, impreparata. Anzi, il concerto era l’ultimo dei suoi pensieri. Continuava a rivedere con la mente il museo della notte prima, Rei svenuto, Eric che la punzecchiava. Ebbe un brivido a quest’ultimo ripensamento.
Provò a placare i nervi sotto una doccia fresca. Quando ne uscì avvolta in un accappatoio bordeaux, fece per prendere un olio idratante e profumato che le rendeva la pelle liscia e lucida, ma con delusione si accorse che la fialetta era del tutto vuota.
Sbuffò e con foga la buttò sul pavimento.
A questo punto avrebbe dovuto arrangiarsi con un po’ di olio d’avena già presente nella suite, prima del suo arrivo in città.
Stava per metterci le mani sopra quando una vaga idea la bloccò.
Voltò gli occhi verso il contenitore dell’olio accasciato a terra e aggrottò la fronte. La riprese delicatamente tra le mani.
Si affacciò un secondo fuori dal bagno come se pensasse che ci fosse qualcun altro oltre a lei. Chiuse la porta a chiave due volte e ansimò.
-Non posso credere che sto per farlo – disse prima di stringere forte la fialetta tra le mani e chiudere gli occhi.
Sentì un tremito percorrerla
Quando li riaprì, pochi istanti dopo, sobbalzò con un mezzo sorriso. La fialetta si era riempita del solito profumatissimo liquido giallo all’ aroma di vaniglia che si cospargeva tutte le volte sul corpo.
Si guardò le mani: - Grazie – sorrise soddisfatta.
 
Dopo essersi asciugata, vestita e rifatta il viso con un filo di fondotinta, uscì dalla stanza senza sentire più il peso della realtà sullo stomaco.
Senza accorgersene raggiunse la mensa e dal buffet prese una tazza di cappuccino e un plum-cake riscaldato.
Andò a sedersi al tavolo più vicino alla finestra e si godette pochi attimo di silenzio essendo la sola presente in sala oltre a due avvocati con cartucce in una mano e del caffè nell’altra.
Durò poco.
-Good Morning, My Dear! – disse la voce pimpante di James comparendole di fronte e prendendo posto.
-Ciao – replicò semplicemente lei.
-So, are you ready? Dobbiamo essere a Downtown fra mezz’ora.
-Penso di sì.
-Fai una buona colazione, allora! Ti voglio superba di fronte le telecamere.
-Farò del mio meglio – disse lei ingoiando la prima parte del cornetto.
Più tardi si ritrovò nella macchina di James a percorrere una strada piena di insegne di negozi con saldi e parchi che si animavano di atleti, cani e bambini.
Durante il tragitto alla ragazza venne in mente una cosa. Si assicurò che James fosse troppo occupato a muovere al testa al tempo della musica di 50 Cent alla radio per guardarla o parlarle.
Agitò il dito tracciando un cerchio in aria. Rimase immobile.
Improvvisamente del putrido sterco di piccione, macchiò il vetro della macchina e James lanciò un urlo da femminuccia.
-Oh, fuck! – imprecò azionando i tergi cristalli – Fucking Bird!
Rossana rise sottovoce.
-Devi stare attento – gli disse – infondo è New York – e approfittò della sua distrazione per cambiare alla svelta stazione radio e immergersi nella musica di Jhon Lennon.
-Very better – disse chiudendo gli occhi.
 
-Andiamo, non piantarmi in asso, così! – esclamò Rei inciampando nell’ennesimo sasso. Stava seguendo Eric come se fosse la sua ombra e non guardava dove metteva i piedi. Il ragazzo non si voltò a guardarlo nemmeno una volta.
Da quando avevano lasciato il Dicastero, era rimasto indignato perché il contratto fatto con il Consiglio, se non veniva valutato, prevedeva la morte di Rei. Gli aveva dato del “Cretino” .
Chi firma i contratti prima di leggerli?
-Veditela da solo – gli disse – Io ho fatto la tua parte.
-Ah, sì? Che parte? – disse l’uomo – Ho dovuto sbrigarmela da solo al Dicastero. Tu eri soltanto una vocetta nel nulla.
-Ti ricordo, mio caro,che se non fosse stato per me, né tu, né la ragazzina avreste ancora i piedi piantati in questo mondo.
-Oh – Rei deglutì. Si era dimenticato di quell’affermazione ovvia- Comunque, Eric, non puoi andartene. È stata tua l’idea di partire adesso alla Ricerca delle Perle.
-Ma sei stato tu a giurare di accompagnarla.
-Andiamo! Se non l’avessi fatto, pensi che quelli mi avrebbero dato il permesso? Ti scongiuro, c’è in gioco la mia testa!!
-Cosa vuoi che faccia?
-Mi devi aiutare. Non dicevo seriamente quando ho detto che me la sarei vista da solo insieme a lei. È una cosa troppo rischiosa. In due non riusciremo a varcare nemmeno il primo portale.
-Mi stai chiedendo di unirmi a voi.
-Sì … o se proprio non vuoi … di aiutarmi a trovare qualcun altro.
-Opto più per la seconda.
-Sul serio? Lo hai detto tu stesso è in balio la salvezza di tutti.
-L’ho detto, sì. Ma non ho mai detto che è una mia responsabilità. Ti ricordi per caso perché mi chiamano Demone di Serie B? Ebbene perché sono famoso per pensare soltanto a me stesso. Non che non voglia che il mondo intero scompaia, ma se mi stai chiedendo di prendere uno zaino e una torcia e partire all’avanscoperta con te e quella mezza rincitrullita di una ragazzina, hai sbagliato persona.
Rei serrò le labbra: - Sei davvero incredibile.
-Lo so. Modestamente – Eric riprese a camminare diretto chissà dove.
Rei all’inizio non lo seguì, poi però gli urlò dietro: - Beh, almeno dammi una mano a trovare qualcuno!
-E chi? Per tua informazione io non ho amici o qualcuno a cui vada a genio. Chiedi a qualcun altro.
-Aspetta! Forse conosco qualcuno che fa al caso mio. Ma tu sei essenziale per incontrarlo.
-Cosa?
-Mi serve uno degli Eclipsi.
Eric si irrigidì:- Oh, ma certo! Andiamo a fare visita a qualche bell’Eclipse. Sono sicuro che ci accoglieranno con coca e patatine.
-Infatti non mi riferivo a quelli superiori – aggrottò la fronte – Parlo di uno in particolare.
Eric fece il vago: - Di cosa stai …
-Non fare finta di niente. So tutto di quella vostra … famosa tregua dopo averti visto fare …
-Zitto! – strepitò lui rosso in faccia – Non me lo ricordare. Come cazzo lo hai saputo???
-Il tuo amichetto ha la lingua lunga.
-Non è mio amico – digrignò l’altro – E appena lo prendo lo …
-Se non vuoi che la notizia spopoli – lo ricattò Rei – Aiutami a convincerlo ad accompagnarci nell’impresa o potrei lasciarmi scappare qualche parola alla Rose Bud Tv!
-Non osare!
Rei rimase in silenzio, ghignante e aspettando una risposta.
Eric ringhiò ma alla fine cedette.
-D’accordo! Andiamo a trovare sto vampiro!

 
  
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