Anime & Manga > Dragon Ball
Ricorda la storia  |      
Autore: Ale_LoveBS    14/09/2015    2 recensioni
Buona sera a tutti cari lettori,
Vi siete mai immaginati che lavoro e che vita avrebbe Goku se non fosse il campione di arti mondiali dalle incredibili doti di combattente, dal grande coraggio e cuore d'oro che ha salvato più volte il pianeta Terra?
Ecco cosa avviene durante una festa di Ben Tornato organizzata in suo onore da amici e parenti: il caos, lo stesso che gli scombinerà i piani su cui credeva si basasse la sua esistenza...
Spero che leggerete questa fan fiction.
Un bacio a tutti e un grazie anticipato a chiunque legga.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chichi, Goku, Un po' tutti | Coppie: Chichi/Goku
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
~~Uno un normale umano: pazzo ed avventuriero.
L’altra una principessa che ama la follia e la libertà.
Una miscela altamente pericolosa ed instabile, ma che non può fare a meno di crearsi, ecco come si può definire la loro storia.
***********
Era una giornata comune, di metà inverno, con il leggero vento che penetrando nelle ossa le congela, con le nuvole bianche che oscurano i pallidi raggi del sole, con quei soffici e leggiadri fiocchi di neve che danzando cadono sulle strade, sugli spogli rami degli alberi, sui tetti di case e grattacieli che altissimi sovrastano la città di Satan City.
Era fine pomeriggio quando una chioma corvina, arruffata e schiacciata da un berretto di lana, sfrecciava per le viuzze più recondite e nascoste della metropoli, nella speranza di non arrivare troppo tardi alla festa di ben tornato che parenti ed amici gli avevano organizzato in uno dei locali più rinomati: il Sayan Bar.
Era atterrato da poco più di 3 ore e le aveva sfruttate, non appena aver messo piede in casa propria, a dormire beatamente (forse per il forte fuso orario che pesava sulle spalle). Essendo uno degli studiosi ed esploratori più noti sulla faccia della Terra gli avevano affidato il prestigioso incarico di ritrovare un antico templio nelle foreste della polare isola dei vulcani: l’Islanda, dalla quale era partito dopo 2 anni abbondanti. Risvegliandosi in super ritardo aveva dovuto vestirsi in fretta e furia e rinunciare anche al suo immancabile spuntino per poi dover correre la maratona come fossero stati i 100 metri di velocità.
********
Nel locale intanto, seduti sugli alti sgabelli laccati in bianco, tutti conversavano animatamente e divertendosi mentre spezzavano l’attesa; erano un gruppo abbastanza numeroso, circa una dozzina, ma sorvolando sui vari sosia causati dalla stretta parentela, erano persone completamente differenti le une delle altre, sia in fatto di carattere che di stile; solo una cosa li accomunava, erano tutti magnifici, come quasi non venissero da questo stesso pianeta.
“Ma dove diavolo si è cacciato quello scellerato?! Possibile che negli anni non sia mai cambiato? Non 1 volta che arrivi  puntuale oppure crollasse l’universo!” sbottò una donna dai lineamenti fini, fisico snello e slanciato e dai particolari capelli turchesi.
“Tsz, figurati se Kakarot riesce ad essere in orario. Calmati donna, sai anche tu come è fatto.” La rimbeccò un uomo della capigliatura sparata verso l’alto, come se essa non soffrisse la gravità e dal carisma innato mentre la stringeva possessivamente.
“TestaDaSpillo, sta un po’ zitto che sei il primo ad innervosirti per un nonnulla, soprattutto se non sono in orario.” Controbatté piccata la fidanzata.
Prima che la discussione continuasse e degenerasse la porta si spalancò mostrando la figura del giovane di poco prima.
“Scusa… te… il… ritardo.” Annaspò faticosamente mentre per riprendere fiato si era chinato sulle proprie ginocchia.
“Alla buon’ora.” Lo rimproverò sorridente il fratello.
“Buona sera a tutti.” Continuò normalmente.
“Ehi, come è andato il viaggio cugino, bello stare al fresco?”
“Molto simpatico, vedo che il vizio delle battutine non lo hai perso Vegeta.”
“Sai com’è, il lupo perde il pelo ma non il vizio e non vale solo per me…” Ci scherzò su.
“Ditemi, come ve la siete passata in mia assenza, che novità ci sono?” domandò entusiasta.
“Beh, da cosa cominciare?...
Per prima cosa i tuoi consanguinei hanno trovato moglie, o meglio, fidanzata. Ti presento Bra, sorella della Mia Bulma che è perdutamente innamorata del pollo più piccolo. Ha compiuto il miracolo, non credi anche tu? Un dongiovanni come Goten che è stato stregato da una scricciolo  del genere, non è buffo?...-
“Guarda che mi offendi se mi descrivi così.” Sbuffò il diretto interessato, che si guadagnò un dolce bacio come calmante.
-Visto? Da quanto sono zuccherosi fanno venire la carie… Comunque anche Trunks ha incontrato Pan, la moretta dalla quale non si stacca…-
“Stai diventando un vecchio burbero lo sai amico?!” disse scocciato il lilla.
-A chi hai osato dare del vecchio?”
“A te, perché lo sei confronto a me e la mia adorabile bambolina.” Soffiò mentre mangiava con occhi a cuore la ragazza.
-Esigo rispetto, chiaro?!
E per concludere, Gohan ha chiesto la mano di Videl e abbiamo una new entry nella banda: Chichi.” Finì il compare
Goku era rimasto ‘lievemente’ sbigottito.. Aveva sentito bene… Chichi, la sua Chichi, era a pochi passi da lui.
“Lo so che può sembrare scioccante che mi sposi, ma la tua reazione mi sembra esagerata.”  Sibilò il fratello di mezzo.
Ma Goku non stava ascoltando, era troppo concentrato nei propri pensieri da non capire più nulla. Stava scrutando in ogni angolo con sguardo aquilino, quando le sue iridi brune si posarono sulla siluette che impersonava i suoi sogni ed incubi. Divenne raggiante.
  Seduta, con le gambe accavallate, fasciate da jeans neri attillati, con ai piedi delle decolté bordeaux impreziosite dal pizzo scuro sulla punta, sovrapposti da una blusa porpora imperlata di lustrini che infrangendo e riflettendo la luce delle lampade nella sala luccicavano incredibilmente; sulle spalle una giacca stretta e sagomata impeccabilmente; i capelli pece raccolti in una raffinata (e un poco romantica)  treccia laterale che lasciava la parte sinistra del collo scoperta mettendo in bella mostra il piccolo tatuaggio a forma di fiore d’ibisco dietro l'orecchio, già ‘addobbato’ con un lungo e luminescente orecchino a forma di piuma argentea.
“Ohi, ci sei fratello?” Chiese un po’ preoccupato il minore.
“Eh? Cosa?” Era più confuso di quanto avesse potuto immaginare, non riusciva a credere che quella dea fosse la stessa ragazzina di 3 anni prima, della quale si era follemente invaghito, con la quale aveva condiviso tanto, la stessa che ha abbandonato perché troppo per lui, la stessa per cui aveva patito come agli inferi ma che non aveva avuto nemmeno il coraggio di dimenticare, la sua salvezza e la sua disfatta, ecco chi era.
Fece un semplice cenno della testa per rispondergli, senza però osare staccare il contatto visivo con la Venere davanti a sé.
<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<<3<3<3
Era a quella cena di famiglia solo perché i suoi migliori amici, nonché compagni universitari, l’avevano pregata, ( aveva un buon rapporto con entrambe le casate, ma non poteva considerarsi parte di esse, e si sentiva a disagio quando era insieme a loro) ma per qualche ragione, senza sapere come o perché, era seduta al bancone a sorseggiare in solitaria quel delizioso cocktail.
Aveva ricevuto una telefonata quando il trambusto di schiamazzi e risa era scoppiato e non era riuscita a scorgere il personaggio che tutti attendavano con trepidazione anche nonostante il suo disinteresse.
Per qualche arcano motivo aveva voltato la testa annoiata, forse perché era stata chiamata in causa da quel impertinente di un Prince o perché si sentiva osservata, ma mai errore fu più fatale di quello. Di fronte a lei la persona che le sconquassò la vita, che le uccise il cuore ma che lo faceva vivere tutt’ora; il suo sguardo si fece terrorizzato.
Alla mente, come visioni, i ricordi dei momenti passati.
Il loro primo incontro, i quel giardino Zen nascosto nella città;
il loro primo bacio, scambiato fugacemente appena in tempo per non perdere il treno;
le loro serate romantiche che spaziavano dall’avventurarsi in equilibrio sulle balaustre dei ponti lasciando penzoloni le gambe mentre studiavano le stelle splendenti nella profonda notte, alla caccia al tesoro nella selvaggia città per il suo compleanno.
I loro propositi felici per il futuro…
Poi il loro addio dovuto alla sua confessione… Quella stupida verità che aveva conservato infondo alla propria anima, quel segreto che aveva giurato non avrebbe mai rivelato…
Aveva infranto una promessa per lui, ma l’ha ripagata allontanandola, giudicandola, ferendola…
Essi erano i pensieri che affollavano la sua mente causandole anche un lieve mancamento compensato dal cuore che con una continua accelerazione batteva nel petto forse con l’intento di romperlo..
<3<3<3<3<3<3<3
Un passo verso quel passato che non era riuscito a debellare neanche con tutto il suo impegno e la sua tenacia; un altro, verso un possibile futuro finalmente completo; la sua avanzata continuava, mancava poco più di un metro così da poterla sfiorare, da crederla reale e non solo una sua illusione frutto del proprio subconscio.
“Non avvicinarti.” Stridente, soffocata esce la voce della fanciulla.
“Chichi, ti prego…”
“No- questa volta il tono era deciso, perentorio.- Non un’altra volta, non  provare ad alzare un muscuolo.”
Si alzò e si avviò verso l’uscio, non la scalfirono le occhiate confuse della gente, non le interessava nulla se non fuggire.
“Chichi, non fare la…”
“La cosa, Goku? La principessa? Peccato che non possa non esserlo… e tu lo sai!!” Occhi che schizzavano lampi di collera e risentimento.
“Chichina, cosa sta succedendo?”  Domanda ingenuamente Goten.
“Nulla, non succede nulla. Scusatemi, meglio se vado a casa. A lunedì.”
“NO! Tu non svanirai di nuovo, chiaro?” Strepitò il moro.
“Perché, tanto mi hai chiesto tu di sparire, non ricordi?!” replicò.
“Ma mi hai accusato di averti tradito! Sai che non lo avrei mai fatto…  Ti ho anche cercato prima di partire per l’Islanda, ma ti eri come dissolta, al contrario di ciò che provo.”
“Cosa credi… Secondo te, avermi messo alle costole degli agenti federali, avermi ferito in maniera irreparabile, avermi accusata di essere un’ipocrita, obbligarmi ad essere schiava di una realtà impossibile da pensare figurarsi da vivere, non è doloroso?” il suo corpo era scosso da lievi sussulti, particolari che preannunciavano una crisi isterica o un pianto a dirotto.
“Ma ho fatto quello che tutti avrebbero fatto scoprendo che la donna che si ama ti ha usato.”
“Ma chi lo ha mai affermato… Chi ti ha impiantato nel cervello questa assurdità?”
“Un uomo che conosci bene: Giumao Del Toro…”
Attimi di raggelante ed opprimente nulla precedevano la bufera che presto si sarebbe scatenata.
“Nonostante quello che ti ho raccontato della mia vita, di come lui mi abbia distrutto l’esistenza, tu ha preferito dare ascolto a mio padre??!”  Gli occhi lucidi, pregni di sofferenza, specchio di quell’organo al centro del petto che non smetteva di sanguinare.
“Come potevo confidare in te dopo quell’imponente verità tralasciata? Credi che non mi sia pentito comunque nel giro di 1 millesimo?” rabbia repressa che sfocia come lame taglienti che squarciano qualunque cosa incontrino.
“Perché… Perché!!!??” il fisico cedette e per poco non impattò al suolo se non ci fossero state due possenti braccia a sostenerla.
“Perché non posso non amarti.” Il suo sospiro dolce, caramella balsamica che riesce ad alleviare l’amaro patito in quel periodo.
Le lacrime ormai scorrevano sulla pelle porcellanata della mora, pietre di ossidiana rinchiuse per non essere fissate. Mani su mani che si sorreggono a vicenda.
La quiete sembrava si stesse per ristabilire quando, per l’ennesima volta, la soglia di spalanca, e fa la sua apparizione ad effetto un uomo nerboruto e corpulento.
Brividi percorsero le schiene dei presenti, ma non per la folata che invisibile proveniva da fuori, ma dalla presenza reverenziale che hanno di fronte. Chi, a Satan City, non conosce Giumao Del Toro: potente re e impresario di successo. Anni fa aveva perso la moglie per un malore mentre camminava con la figlia, allora ancora infante, per i vialetti del parco nella loro villa ai margini della capitale, la sua morte aveva procurato un radicale cambiamento nel signore e da lì in poi non si seppe più alcunché della bimba.
“Ora verrai con me piccola. Questo mondo causa solo dispiaceri e te lo giuro, nel mio palazzo vivrai felice, (Dopo che avrai scontato la tua punizione per essere fuggita di casa 4 anni fa). Lascia questa gentaglia di infimo livello, torna da chi non ti abbandonerà mai, vieni dal tuo papino.” Per quanto erano smielate e velate di imbroglio quelle parole riuscirono nel loro intento, quello di allontanare i due amanti: Chichi era titubante, Goku era inerme davanti a lui.
“Papà, prima che venga con te, dimmi  solo una cosa: gli hai rivelato tu a Son la mia identità? Sei tu che mi hai fatto pedinare per tutti questi anni dalle guardie?”
“Prometti che qualunque risposta ti dia tu mi seguirai?” Chiese retorico.
“Certo. Voglio solo una conferma.”
“Si, ed ora andiamocene.” Calcolatamente pungente, tocca i punti giusti per far abbassare le barriere alla propria vittima.
Simile ad un cagnolino impaurito la giovane seguì il colosso, mentre con la bocca mimava un “Scusate” verso gli amici.
“Neko- era il suo soprannome affibbiatole nel tempo per via del suo carattere- ti scongiuro, resta” Bra si stringeva a Goten, (colui che aveva tentato quell’attacco verbale) mentre scie limpide scivolavano lungo le sue guance.
“Dimmi almeno che non sono colpa sua i lividi che avevi quando ti ho incontrato la prima volta.” Continuò l’offensiva il lilla, che nella mente come flash gli ripresentarono gli istanti della loro prima chiacchierata.
“Mi spiace, non posso “dispiaciuta con malinconica rassegnazione diede il suo responso.
Preso da un impulso impellente di rompere la faccia a qualcuno (un po’ per il voler fare qualcosa per quella piccola ed indifesa giovane alla quale dopo pochissimo si era affezionato senza saperne il motivo, e perché era da troppo che non scazzottava con qualcuno, o per la voglia di capirci qualcosa, o forse per l’orgoglio di essere stato messo in secondo piano) Vegeta si lanciò su una delle guardie che avevano seguito Del Toro nel bar. Accesa la miccia, anche gli altri si lanciarono in una mischia fatta di calci e pugni, alla quale nessuno rinunciò.
“Vedi, questi stolti pensano di battermi con la violenza…” sogghignò malvagio il capo mentre con una mano  si toccava il petto fieramente e con disinvoltura, incurante del dolore altrui che infliggeva con le sue azioni e con l’altra imprigionava il polso della figlia come incatenato a delle manette. Un bagliore sfuggente, che Chichi intravide  e riconobbe, una pistola nel gillette, sapeva che quell’uomo mescino sarebbe stato capace di fare una strage solo per raggiungere il suo obbiettivo (ovvero lei: riportarla nella sua prigione dorata e soffocante), così decise impulsivamente: scattò verso il gigante.
Poi diventò tutto confuso, uno sparo, la polizia a sirene spiegate, vermiglio…
Alcuni giorni dopo su tutti i giornali, riviste e programmi tv non si faceva che parlare dell’arresto del magnate Giumao Del Toro che aveva perseguitato la propria primogenita e ferita ad un arto inferiore con un proiettile a causa di un litigio e della colluttazione che ne era seguita. Tutti i beni e il prestigioso incarico erano stati ereditati della ragazza, che aveva declinato la fama e le ricchezze devolvendole a Onlus benefiche. Si diceva si fosse trasferita in un altro paese, o fosse sotto il programma dell’FBI  per la protezione dei testimoni dato che erano molti i collaboratori del malvivente, ma solo una era la verità.
*****
In un piacevolmente profumato e fiorito giardino pensile di una villa ai margini della periferia di Satan City, alcune coppie stavano festeggiando felicemente il matrimonio di Videl e Gohan Son.
Era stata una funzione intima, con i soliti cari a completare il momento idilliaco e romantico che caratterizza quelle cerimonie. I sorrisi, gli sguardi luccicanti e traboccanti di gioia, quei messaggi che solo loro captavano perché tutti collegati da profondi sentimenti.
La cena era stata organizzata all’ombra di una quercia che dominava il parco privato agghindata da candele sospese, palle di fiori dalle tonalità accese, dalle alte siepi intagliate, dal piccolo palco dove un dj suonava: un’atmosfera appositamente magica per una famiglia come la loro.
“Direi che è ora del gioco finale prima di  rinchiuderci tutti nelle rispettive camere” esultò un più che raggiante sposo.
“Ora vi spiegherò in cosa consiste- precisò il novello mentre coccolava la propria Mogliettina – le donzelle dovranno inoltrarsi nel labirinto ed avranno qualche minuto di vantaggio, poi, noi baldi cavalieri verremo a salvarvi se siete finite in delle piccole ed innocue trappole ideate da me. Se uno di noi gentiluomini dovesse incontrare un’altra dama che non è la propria dovrà lasciarla lì. Chi la troverà per primo (dopo averla condotta all’esterno) avrà l’occasione di usufruire per questa notte della piscina e sale relax che ci sono nella dependance; mentre all’ultima toccherà restare all’aperto. Tutto chiaro? Diamo il via a questa caccia. Che vinca il migliore!” Concluse con una luce febbrile ad incendiarlo.
Detto questo tutte le donne schizzarono nell’intricato garbuglio di corridoi naturali e man mano tutte si separarono dalle altre.
Chichi stava guardando gli alti muri erbosi ricoperti di rosse rose rampicanti quando inciampò cadendo in una buca ricolma d’acqua. Il suo abito, come i capelli, era zuppo e a causa della profondità non riusciva a risalire sulla terra ferma… ‘Deve essere uno di quei congegni che ha piazzato quello sciocco per divertirsi…’ pensò scocciata fuori ogni dire. A quel punto non le toccava che aspettare l’arrivo di Goku, proprio partner nella gara.
 Neanche a farlo apposta, una capigliatura super spettinata si affacciò al bordo di quello che si poteva definire un pozzo in acciaio, e con un risolino infantile con tanto di aureola in testa:
“Ma ciao mia damigella, ha per caso bisogno d’aiuto?”
“Non fare lo scemo zuccone, tirami fuori di qui piuttosto” sputò con acida irritazione ma con il sorriso.
“Io ero dell’idea invece di scambiarci qualche opinione… insomma, ci rincontriamo dopo tempo immemore e non saluti neanche, mi sono offeso…” Scherzò l’uomo.
‘va bene, se vuoi bruciarti col fuoco ti accontento.’
“Volevi che ti saltassi fra le braccia dopo avermi buttata come una cartaccia?”
“No, mi riferivo al dopo, quando tutto si è risolto. Da quando tuo padre è andato dietro le sbarre non ci siamo più visti… So che sei stata tu a impartire l’ordine di non ricevere visite, solo perché non vuoi affrontare l’argomento, ma ora va tutto a mio vantaggio, dunque… Cosa mi rispondi?”
“A quale domanda?”
“Era scontato che quando tu ho detto di amarti volessi una tua ribattuta.”
“La mia risposta è no.”
“Sbagliato.”
“Solo perché non vuoi accettare la realtà non significa che il menta.”
“Invece è così, questo è quello che direbbe il tuo senso razionale dopo la nostra separazione, ma io voglio conoscere cosa pensa il tuo cuore.”
“Nulla, il mio cuore è morto tempo addietro ed ora non parlerà mai più.”
“Chichi, perché non ti permetti di essere felice?”
“E secondo te la mia felicità risiede in te?”
“Ti prego, cancella il passato. Era tutto macchinato da tuo padre. Non sono mai riuscito a colmare il tuo vuoto e la prova è che sono qui, a pregarti.”
Occhi negli occhi. Luce di speranza contro tenebra di rassegnata disperazione. Coraggio di amare e pauroso timore.
“Se il problema è la fiducia, la riconquisteremo, insieme.” Insistette il moro.
Sporse la mano per permettere alla ragazza di afferrarla e poter uscire da quel liquido ormai aranciato tinto dei colori del tramonto; “Piacere, sono Son Goku.”  con braccio tremante e tentennante si aggrappò e con calma risalì.
Più fradicia di un pulcino Chichi si strinse nella spalle, fino a che un abbraccio caldo e rassicurante non la stritolò facendole aprire la bocca con in bella mostra la smagliante dentatura.
La prese in braccio, fregandosene altamente del possibile malanno, trattenendola al proprio petto.
“Grazie.”
Una semplice parola che aveva mille significati e che per loro valeva tutto. Quel grazie era per averla salvata anni fa; per averla soccorsa ora; per averle aperto gli occhi con quel discorso diretto e tagliente ma obbligatorio da affrontare.
‘Grazie per esistere e volermi ancora’ era un pensiero rivolto alle stelle, che sembrarono brillare di più in quell’attimo.
“Anche a te.” Rispose inconsciamente Goku mentre si avvicinarono alla tanto agognata meta.
“Posso chiederti un favore?” Domandò timidamente.
“Tutto per voi mia principessa.”
“Baciami.”
“Ad una condizione: dimmelo.”
“Va bene.- un profondo respiro; incastro tra pietre che erano i loro occhi e- Ti amo mio Principe azzurro.”
Con il cuore a mille, brucianti sguardi e menti relegate chi sa dove si avvicinarono: mani forti e protettive sui fianchi di lei; esili e fragili braccia sulle spalle di lui; bacini che piano si sfiorano; poi, finalmente, le loro labbra si assaggiano, si riscoprono, si appartengono, si amano, giocano…
Il tempo è solo una congettura dell’uomo, che a loro non interessa minimamente adesso;
Il luogo dove ci si trova non è fondamentale in certi casi, come quando le anime si incontrano… Il posto è astratto.
Da lì in poi nulla separerà mai un’unione come la loro, quella del re e della regina che vivono una favola, perché il fulcro di tutto è il cuore e quel piccolo e prezioso organo custodisce i sentimenti, le spezie che danno sapore alla vita, e i loro sono in sincronia perfetta…
Loro sono Chichi e Son Goku.


°°°°°°°°° Ciao a tutti, ringrazio chiunque sia arrivato fino a questo punto. Se volete recensire e darmi un parere su questo scritto ve ne sarei riconoscente. Un bacio a voi e spero  di sentirvi presto.  Ale
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Ale_LoveBS