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Autore: SheilaUnison    15/09/2015    1 recensioni
Cappuccetto rosso e il lupo, in un altro universo, molto più cupo...ma chi sarà la vittima stavolta?
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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C’era una volta un piccolo e grazioso agnello, che, un giorno, sbucò fuori da un bosco di montagna e, per sua fortuna, si ritrovò nei pressi di un pascolo di mucche. Avvistatolo, il cane del pastore, che faceva la guardia, iniziò ad abbaiare, per segnalare la sua presenza. Allora, il pastore, incuriosito, si avvicinò al luogo da cui proveniva tutto quel fracasso e avvistò la piccola creatura. Immediatamente fece allontanare il cane e ringraziò il cielo di quella fortuna: un animale così avrebbe giovato al suo gregge. Si sarebbe unito alle poche pecore che possedeva e sarebbe di sicuro stato un guadagno. Si avvicinò con cautela all’animale, che lo osservava incuriosito da dietro la recinzione, scavalcò quella piccola barriera che impediva alle mucche di fuggire e lo prese con delicatezza in braccio, studiandolo con attenzione: il pelo morbido e chiaro sarebbe di sicuro stato redditizio e , inoltre, la bestiola sembrava in buona salute. Quale fortuna! Effettivamente, nel giro di qualche giorno, l’agnellino si adattò perfettamente al gregge. Seguiva gli ordini del cane e del padrona, non tentava di fuggire e sembrava godere della compagnia degli altri animali, specialmente delle poche pecore presenti. Ma, come spesso succede, la serenità non è eterna e tutto muta. Una notte, infatti, due occhi rossi illuminarono il bosco. La creatura a cui appartenevano venne fuori alla luce della luna: era un lupo, un particolarissimo lupo dotato di occhi rossi, che erano dotati di luce propria.  Si sa, i lupi colpiscono l’elemento più debole di un gregge e questi parametri rispecchiavano in pieno la figura dell’agnellino, che stava dormendo pacificamente ai confini della recinzione. Il predatore si avvicinò al recinto e lo scavalcò, tutto in assoluto silenzio. Controllò che il cane fosse effettivamente addormentato con una rapida occhiata e si preparò ad attaccare. “Hunter. Dopo tutto questo tempo.” Una voce bassa e spettrale era uscita dalla bocca dell’agnello, facendo fermare il lupo all’istante. Il pelo dell’agnello sembrò rigonfiarsi, crescendo sempre di più ad ogni battito del cuore. Sembrava che qualcosa lo gonfiasse dall’interno. Presto gli occhi uscirono dalle orbite e un grosso taglio comparve sul dorso deforme dell’animale. Tutte le viscere uscirono e da tutta quella massa di carne e sangue uscì una figura umana. Era una ragazza di non più di 18 anni. “Cappuccetto. Come mi hai trovato?” chiese il lupo. “E’ stato semplice. Ti conosco: scegli le prede più facili, proprio come quella Lucy con cui mi hai tradita. Mi è bastato trasformarmi in un docile agnello e aspettare.” Il lupo ringhiò. “Eri folle, sei folle. Non avrei mai dovuto stare con te, una strega…ma non mi farai del male, mi hai amato.” La strega ghignò. “Se ne eri e ne sei tanto sicuro, allora perché tramutarti in un lupo? Perché far perdere le tue tracce?” “Perché speravo che ti calmassi…prima o poi mi avresti perdonato…” Cappuccetto afferrò il pelo del dorso del lupo, sollevò la creatura e la guardò dritta negli occhi. “Perdonato?” Scavalcò la recinzione col lupo tra le braccia, che tentava invano di divincolarsi dalla stretta della strega. Quest’ultima li condusse dentro il bosco, in un punto preciso. “Ecco, ti ricordi? Qui mi hai tradita. Io, perdonarti? Tu mi hai divorato il cuore e ora io ti divorerò!” Lanciò un raggio verde dalle mani che colpì la creatura, ora sospesa in aria, sveglia, ma incapace di muoversi. Tra atroci sofferenze, Cappuccetto iniziò a mordere e a mordere ancora, a strappare via un lembo per volta, mentre il lupo, incapace perfino di ululare, poteva solo assistere inerme alla propria fine…finché non poté nemmeno fare più quello, perché la strega gli mangiò gli occhi. E così finisce questa storia, non c’è una morale, se non quella di non fare arrabbiare le streghe…anzi, se potete, cari bambini, state loro lontani!
  
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