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Autore: Merylol    15/09/2015    2 recensioni
Vi siete mai chiesti come sarebbero andate le cose se quella volta che scoppiò l’incendio a casa tazumi, non fosse davvero arrivato nessuno a salvare Morinaga? Come sarebbe andata quella volta se il mobile non lo avesse solo immobilizzato, ma anche colpito fortemente alla testa?
La storia di un amore nascente stroncato sul nascere, di una terribile perdita che soichi dovrà affrontare.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Tazumi Soichi era in università quando ricevette una chiamata.  Era un numero che non aveva mai visto prima ma quando rispose riconobbe subito la voce di kanako, notò subito dalla sua voce che era molto spaventata, << la casa sta bruciando! Ti prego fratellone vieni subito! >>
nonostante tutto quello che gli stava accadendo di recente, ovvero scherzi e aggressioni da parte di uno sconosciuto, non avrebbe mai potuto immaginare che potesse succedere una cosa del genere, ma quando sentì le parole di sua sorella al telefono non potè fare a meno di scontrarsi con la dura realtà. Le disse di non preoccuparsi e che sarebbe stato subito lì da lei, ma la prima persona che si stava preoccupando ero proprio e innegabilmente se stesso. Prese la sua cartella e uscii di corsa dall’università per poi fiondarsi subito in treno.
Mille preoccupazioni iniziarono a oscurargli la mente, kanako stava bene? Se la casa era in fiamme poi dove avrebbero vissuto? Tutti i ricordi di famiglia sarebbero stati perduti? ….e morinaga starà bene? Il solo pensiero che le uniche due persone a cui teneva potessero essere in pericolo gli faceva passare un brivido per la schiena.
Arrivò correndo e vede con sollievo che kanako era in fondo alla strada sana e salva. Appena la ragazzina vede il fratello corrergli in contro lei scoppiò in lacrime << fratellone! Non è ancora tornato! Morinaga non è ancora tornato! Era entrato di nuovo per prendermi delle cose che gli ho chiesto ma è passato molto tempo e ancora non torna!>>. A quelle parole soichi non potè che rabbrividire. Ordinò alla sorellina di rimanere lì e ,scansando la folla di persone che si era creata a guardare l’incendio, entrò.
Entrato nell’abitazione non vide altro che una immensa distesa di fiamme che ormai circondavano quasi completamente l’abitazione. Avanzò lentamente stando attento a passare nelle poche zone rimanenti dove il fuoco non era avanzato e finalmente raggiunse il suo compagno. Morinaga giaceva sotto un pesante mobile cadutogli addosso, senza dare segni di vita. Mentre soichi tentava di estrarre il ragazzo dalla morsa del pesante mobile, arrivarono 2 pompieri a dargli una mano.
Era passata circa un’ora e le fiamme erano state interamente placate, purtroppo non si poteva dire lo stesso della preoccupazione di soichi che aspettava con ansia fuori dall’ambulanza in cui era stato portato morinaga, dopo essere stato portato fuori dall’incendio, inerte
Un medico uscì dalla vettura e iniziò a fare un lungo discorso in cui spiegava cosa era successo al ragazzo. Due parlole però attirarono l’attenzione di soichi, facendolgi gelare il sangue nelle vene, e queste parole erano “forte urto in testa” e “morte”. In men che non si dica iniziò a tremare e una straziante sensazione che non aveva mai provato prima si impossessò completamente di lui, era come se le sue viscere si stessero contorcendo e un forte vuoto stesse crescendo  in lui…era panico, rabbia, paura ma soprattutto disperazione. Non riusciva, anzi non voleva accettare il fatto che il suo unico amico, la persona che stava imparando ad amare, fosse morta. “morte” questa parola gli balenò in mente, morinaga era morto, non lo avrebbe più visto ne incontrato, non avrebbero più passato insieme quei folli momenti di passione che seppur tentasse in tutti i modi di contrastare in fondo al suo cuore adorava.
Le sue gambe tremanti cedettero e si ritrovò in ginocchio, scoppiò in un pianto straziante e disperato, le lacrime gli rigavano il viso come non avevano mai fatto in tutta la sua vita. Lo aveva perso per sempre, non era come le altre volte dove per farlo ritornare bastava perdonarlo. ormai era completamente scomparso dalla sua vita, d’ora in poi sarebbe stato solo.
Gli diedero la possibilità di vedere il suo corpo per l’ultima volta. Ma lui rifiutò. Non poteva, non se la sentiva di vedere un morinaga che non sarebbe più stato capace di sorridergli, di abbracciarlo, di farlo sentire speciale e al sicuro.
Nei giorni successivi alla sepoltura del suo compagno, Soichi non potè far altro che tormentarsi con i sensi di colpa, non faceva altro che ripetersi perché gli aveva sempre opposto resistenza e non aveva mai provato a essere onesto con se stesso e ammettere che in fondo….lo amava, lo amava da morire. Sarebbe stato disposto a tutto pur di rivederlo per l’ultima volta, di farsi stringere per l’ultima volta da quelle forti braccia che lo avevano sostenuto per anni in silenzio senza pretese. Solo ora si era reso conto del sentimento fortissimo che Morinaga aveva provato nei suoi confronti ma che in passato aveva represso pur di restare al suo fianco. e nella sua lunga riflessione rivolta a se stesso capì che è vero che si comprende il valore di una cosa solo quando la si perde.
   
 
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