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Autore: _Mahel_    15/09/2015    0 recensioni
Ayla è una ragazza di 17 anni, pigra ma allo stesso tempo curiosa di sapere tutto quello che la circonda. Come in tutte le sue normali giornate, Alya va a scuola ma lungo il suo cammino troverà una piccola casa all'apparenza normale ma all'interno si nasconde un segreto. Pur essendo fifona non si lascia intimorire e seguirà i suggerimenti di una voce che la porterà a conoscenza di un qualcosa di straordinario.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Bondage
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 Un'altra noiosa giornata è passata, sempre le solite cose: Mi sveglio, vado a scuola, torno e dopo aver lanciato il mio zaino in un punto a caso della mia camera, mi metto a terra vicino alla finestra ad osservare il mal tempo fuori; un po' come ora. Gambe distese, schiena appoggiata al freddo muro e testa un poco piegata in avanti con gli occhi fissi sul cielo, come in cerca di qualcosa. Con la mia mano destra accarezzo la morbida testa pelosetta del mio cane; che in questo momento sta dormendo beata con il muso sopra le mie gambe e l'altra mano intenta a mandare quei ciuffi ribelli che mi ricadono sul viso mentre mi giro a vedere chi ha appena bussato alla mia porta. - E' pronta la cena, muoviti-  sento la tranquilla voce di mia mamma che mi chiama da fuori, - Andiamo?- domando alla mia cagnolina che scatta subito in piedi sulle quattro bianche zampe  scodinzolandomi, - Solo il cibo può farci smuovere- commento scherzosamente e dopo averle dato una pacca sulla testa mi dirigo verso la cucina. Come sempre la tavola è apparecchiata con la solita tovaglia bianca con dei girasoli disegnati sopra, mi accomodo sullo sgabello di legno e appoggio i gomiti sul tavolo sbuffando, - Avevi detto che era pronto- mi lamento guardando il piatto ancora vuoto, per poi posare il mio sguardo sulla schiena di mia madre ancora voltata verso i fornelli a cucinare. - Sempre a lamentarti- detto questo si gira con una pentola ripiena di roba verde e marrone, - Stasera passo-scruto subito il tavolo alla ricerca di pane, meglio quello che la sbobba verde/marrone, - Non mangi mai nulla di salutare! O questo o niente- mi rimprovera guardandomi seria. Non posso far altro che alzare gli occhi al cielo e cominciare a mangiare assolta dai miei pensieri. Torno nella mia camera e chiudo la porta, mi lancio sul letto a pancia in giù affondando il mio viso nel piumone invernale socchiudendo gli occhi. - Che barba- stranamente mi addormento quasi subito, calcolando che di solito crollo nel sonno ad un orario particolarmente esagerato, visto che il giorno dopo ho la scuola ma è  perché mi metto a leggere qualche libro o romanzo.

Ed ecco la stra maledettissima sveglia che mi viene a cercare nei sogni con quel suo suono fastidioso e continuo, - Ho capito, ho capito!- la spengo e mi rigiro dall'altra parte. Sento qualcosa sulla mia guancia.. qualcosa di caldo e... viscido! - Luna!- apro gli occhi e fisso il mio cane, comodamente sdraiato sul mio fianco intento a leccarmi - Peggio della sveglia- sposto la bestiola e mi alzo. Dopo essermi vestita di fretta e furia, afferro la mia cartella e parto spedita verso la porta per uscire - Hai fatto colazione?-  mi chiede una voce alle mie spalle - Sì- mento ed esco. Mentre mi incammino metto le cuffie alle orecchie e lascio che la musica mi faccia compagnia per tutto il tragitto fino ad arrivare a scuola; cammino tranquillamente per il lungo marciapiede guardando il cielo estremamente nuvoloso. Mi preparo già ad una improvvisa pioggia, quindi decido di passare per un'altra strada per riuscire ad arrivare prima, piuttosto che bagnarmi aspetto dentro qualche bar nelle vicinanze.

Cammino sopra ad un enorme ponte, volto il mio sguardo verso i grandi campi che si estendono fino ai piedi delle montagne in lontananza, prima di alcune autostrade che rovinano il magnifico paesaggio. Il mio sguardo cade però sotto l'immenso ponte, vedo una vecchia casetta, se devo essere più dettagliata sembra un piccolo casale, con porta e finestre di legno mentre tutto il resto è in mattoni. Tutto malandato, rimango ancora un po' a fissare delle piante che si intrecciano tra di loro lungo una parete fino a circondare l'unica finestra ancora intatta - Carino- commento tra me e me. Rimango ancora lì impalata per una buona manciata di secondi, fino a quando il forte rumore del motore di una macchina mi riporta alla realtà, scrollo le spalle e torno sul mio cammino.

Qualcosa colpisce la mia testa, alzo lo sguardo e niente. Ecco un altro colpetto, ma sopra di me niente. Eccolo di nuovo - Ma che cavolo!- mi metto la mano in testa sfregandomi i capelli e li sento umidi.

Acqua. Pioggia. Correre.

Aumento la mia andatura e cerco un riparo prima che la pioggia si abbatta su di me, svolto l'angolo e trovo riparo dentro ad un piccolo bar affolato da persone anziane. La pioggia ormai non ne sente proprio di non voler cessare; guardo fuori dalla porta di vetro i nuvoloni farsi sempre più neri. - Entrerò alla seconda ora- convincendomi della mia quasi affermazione del non entrare a scuola in tempo, decido di comprarmi una focaccina già che ero nel bar. Mi accomodo vicino all'entrata e mi godo la colazione. Mi chino per prendere i soldi dal mio zaino e l'invasione di capelli si abbatte sul mio faccione, - Uno di questi giorni mi raso- porto la mia chioma castana dentro la maglia e dopo aver pagato il barista torno a sedermi. Finalmente ha smesso, mi alzo lentamente ed esco chiudendomi la porta di vetro alle spalle che fa un forte rumore seguito da dei campanellini messi incima ad essa per far capire chi entra e chi esce.

Arrivo a scuola e salgo le ripide scale in marmo, mi aiuto appoggiando la mano alla ringhiera, cerco di darmi una sbrigata ma sono troppo pigra. Accidenti quanto vorrei essere nel mio letto a quest'ora! Arrivo al secondo piano e ad accogliermi c'è l'anziana bidella - Giorno- saluto cordialmente la donna che ricambia sorridendomi e mi avvio verso la classe. Forza e coraggio! Busso e riconosco subito la voce della professoressa di storia - Prego- come apro la scricchiolante porta ho tutti gli occhi dei miei compagni su di me, inclusi quelli della prof che si limita a fissarmi con il suo solito sguardo da pesce lesso prima che si rinvenga del mio nome - Ayla, siamo solo al secondo giorno e già fai ritardi?- mi parla con quella voce sgradevole all'udito di prima mattina, - Scusi- rispondo semplicemente abbassando gli occhi e andando verso il primo posto libero che mi capita sotto gli occhi. Non so nemmeno a chi accanto mi sia seduta, sono troppo imbarazzata per la bella figura appena fatta. Dopo ore suona la campanella che annuncia la fine delle lezioni, gioisco mentalmente e scappo letteralmente dalla classe per andarmene finalmente a casa. Tiro fuori le mie immancabili cuffie e faccio la strada al contrario passando nuovamente davanti al bar e passo per il ponte. Quel casale mi ha improvvisamente incuriosita, sarà che le cose antiche mi affascinano. Mi sporgo col viso fuori dal ponte, tenendo gli occhi verso il basso ed eccola lì. La casetta andata in rovina, peccato doveva essere bella una volta.    
                                                             

  "Vieni...."

 
Spalanco gli occhi e indietreggio. Premetto che non sono una scettica e credo fin troppo nel paranormale; quindi, ovviamente, sto pensando ad un fantasma. Ok Ayla tranquilla... Hai un immaginazione che va oltre ogni limite, è normale che ti immagini certe cose.
                                                           

 "Vieni...qui."

 
- Cosa?- mi scappa da dire, le mie gambe tremano, il cuore vuole farsi crescere le gambe e fuggire dal mio petto, sto sudando come un corridore che ha appena finito una gara uscendone vincitore. Tengo gli occhi fissi sull'entrata della porta, il cui l'interno della casa sembra avvolto dall'oscurità del buio seppur essendo giorno.
                                                         

"Qui"

 
No, non è immaginazione. Quella voce la sto sentendo realmente. E' una voce sottile, quasi aspirata come se si stesse sforzando di parlare ma al tempo stesso delicata e piacevole da ascoltare. - Dimmi- mi azzardo a domandare. Aspetto un po' ma niente, sembra scomparsa. Deve essere stata la scuola a darmi una simile allucinazione, torno sulla mia strada ma tiro un'ultima occhiata alla casetta prima di vederla sparire pian piano che mi allontano sempre più.

Torno a casa e la prima cosa che vedo è mia mamma che dorme sul nostro divano, raggomitolata tra le coperte di pile anch'esse raffiguranti girasoli - Deve essere un ossessione- trattengo una risata e ad accogliermi come si deve ecco la mia cagnolina che mi salta addosso - Ciao ciao ciao ciao- dico ripetutamente con una vocina strana che uso solo con lei. Dopo averla coccolata, vado verso la camera e getto lo zaino sotto il letto su cui mi fiondo sopra. Automaticamente sale pure il cane e si sdraia sulla mia pancia, comincio ad accarezzarle il morbido pelo e socchiudo gli occhi ripensando a quella voce. Tra quei pensieri mi addormento e la sogno, mi chiama, sembra che ha bisogno di me - Dove sei?- chiedo mentre mi giro e vedo che intorno a me regna solo il buio più totale - Qui- la stessa risposta che sentii oggi, comincio a correre in cerca di quella voce - Presto- rieccola, - Non riesco a vedere!- mi fermo e mi guardo intorno. Una luce. Piccola e verde luccica in lontanaza... - Qui-. 


Saaaalve! Questa è la mia prima storia siate buoni ^^ So già che ci saranno errori che sicuramente non avrò notato perché sono assolutamente rincoglionita, ma è per questo che ci siete voi (?) Se mai ci sarà qualcuno che leggerà questa piccola storia xD Comunque voglio ringraziare chiunque abbia perso un po' di tempo per leggere questa storia che mi passava per la mente già da un po' di volerla scrivere. Ah per gli errori siate pure liberi di farmeli notare, mi fareste un grande piacere così che io possa imparare la grammatica una volta per tutte :3 Detto ciò se vi è piaciuta fatemelo sapere eeeee niente vi saluto e alla prossima! <3 
   
 
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