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Autore: lukeisworthit    16/09/2015    0 recensioni
L’apparenza inganna.
Ciò che agli occhi di qualcuno può sembrare una cosa, in realtà è un’altra.
Occhi.
Vi siete mai chiesti come sarebbe la vita di una persona che non può guardare negli occhi nessuno? Ma soprattutto, come potrebbe essere la vita di una persona con un grande problema, ma con un orgoglio tale, da fargliene negare l’esistenza?
Nessuno si salva da solo.
Luke Hemmings è una di quelle persone ultra corazzate, che al di fuori sono della stessa sostanza di un bunker, ma che all’interno, urlano, piangono, soffrono, senza nemmeno rendersene conto.
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Ommetafobia: Ne soffre chi ha paura degli occhi altrui. Fatto che rende insostenibile guardare qualcuno in faccia, influendo molto sulle relazioni sociali. Non a caso è appunto definita una fobia sociale.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Your Eyes

Prima di uscire dalla stanza, Luke si guarda allo specchio, per poi soffermarsi sul cappello e sui ray-ban appoggiati sul tavolo.
“Non ti servono più quelli, Lucy ti ha scoperto.” Dice tra sé e sé, più per cercare di farsi forza, che per altro.
Apre la porta della stanza ed esce. Camminando lungo i corridoi, un brivido di ansia lo percorre. Cammina sempre più veloce, per poi arrivare alla mensa, prendere un toast e avventurarsi nella stradina che lo porta al suo posto.
Una volta arrivato, si siede sugli scogli e addenta il panino.
“Sono l’unico australiano a cui fa schifo il Vegemite?” si domanda, con una smorfia di ribrezzo sulla faccia. Il Vegemite è una crema australiana color cacca a base di sale, che la gente mette nei toast con il burro o sopra le uova sode.
Rinunciando a mangiare il panino, Luke si accende la sua Marlboro e comincia ad osservare l’oceano, come al solito.
 
«Non lascerai il mozzicone sulla spiaggia, spero.» Luke si irrigidisce.
“Colpito e affondato, Hemmings.” Il biondo si gira lentamente verso Lucy, che è seduta dietro di lui.
Quando la ragazza lo vede, per poco non cade dallo scoglio. Ha sul viso un’espressione di completo stupore, misto ad incredulità. Non riesce a capacitarsi di chi sia davanti a lei in questo momento.
«Adesso ho anche le traveggole, di bene in meglio Lucy.» La ragazza dice ad alta voce.
«E che ottime traveggole.» Enfatizza Luke. L’ansia sta crescendo nel suo corpo. Gli occhi gli fanno male, non riesce a tirarli su. Dopo un breve combattimento con il suo sguardo, abbassa la vista e ricomincia a guardare per terra.
«Le mie allucinazioni parlano anche, adesso. E’ meglio che mi faccia vedere da uno bravo.» Risponde la ragazza, dandosi dei leggeri colpetti sul braccio, per cercare di capire se si trova in un sogno o meno.
«Come mai sei qui, Hempton?» chiede il biondo, mantenendo lo sguardo sui suoi piedi.
«Potrei farti la stessa domanda, Hemmings.» Lucy si mette più comoda, nonostante abbia uno scoglio più appuntito degli altri sotto il suo deretano.
«Comunque sono una volontaria.» Continua la ragazza.
Lucy comincia ad osservarlo. Il ragazzo davanti a lei, con i suoi immancabili skinny neri, sta osservando qualcosa per terra, come se quel qualcosa lo costringesse a farsi guardare. Sembra che Luke stia combattendo contro se stesso per alzare gli occhi, ma la cosa che sta fissando, non molla e tiene la sua vista ben salda su di sé.
Dopo un minuto, Lucy comincia a capire.
«Da quanto va avanti questa storia?» Chiede al biondo, riferendosi alla malattia.
«Non sono affari tuoi.» Risponde freddo Luke.
«Dal momento che sono una dipendente di questa clinica, e che sono responsabile della tua salute, direi che si, sono proprio affari miei.» Dice Lucy in tono di sfida.
«Sei la sguattera, Hempton.» Risponde il biondo, senza scomporsi di mezzo millimetro.
Lucy si ricorda improvvisamente della scenata della ragazza rossa a scuola. Luke stava impalato davanti a lei a fissarsi le scarpe. Poi le tornano alla mente mille altri ricordi, come quando andò a parlare con lui la prima volta. Il ragazzo non si era neanche girato, e per tutta la conversazione aveva tenuto gli occhi sul suo panino, come se avesse paura di guardarla. In fine, richiama alla mente quella frase che Luke le diceva sempre: “non sono come voi.”
«Luke, tu sei meglio di tutti noi messi insieme.» Lucy guarda il biondo con un’espressione di tristezza. Non si capacita di come abbia affrontato tutto quello da solo, e riesce a percepire il bisogno disperato di avere qualcuno, che Luke Hemmings deve aver provato e sta provando ancora adesso.
Sentendo quella frase, il ragazzo si alza di scatto e con il mozzicone ancora tra le mani, comincia a camminare velocemente verso la clinica.

Non riesce a capire cosa gli sia preso, ma al solo sentire quelle parole qualcosa in lui si è mosso. Non cerca qualcuno che lo compatisca, e quella Lucy è davvero una faccia tosta per presentarsi da lui e dirgli quella frase.
“Ci puoi giurare, Hempton. Io sono meglio di voi.” Prova a convincersi, ma con scarsi risultati. Che motivazioni deve aver avuto la ragazza, che neanche lo conosce, a dire una cosa del genere? Perché lei riesce a pensare che Luke sia meglio, quando neanche lui stesso ne è convinto?
 
Il ragazzo torna nella sua camera, dove si spoglia e si abbandona sul letto. Fissa il soffitto per qualche minuto, per poi tirare un pugno al materasso sotto di lui, emettendo un urlo. Luke è infastidito da quella ragazza così impicciona, che sembra voglia entrare nella sua vita a tutti i costi, nonostante la porta sia ben chiusa.
“Sta provando a forzarla con un ariete, quella porta.” Sbuffa.
Si sente oltraggiato, impotente e un perfetto imbecille. Non ha mai avuto nessuno, sin da quand’era bambino e giocava a ping-pong tirando, prima, la pallina da una parte del tavolo, poi, correndo subito dall’altra parte per riprenderla. Luke si è sempre bastato, è sempre stato bene da solo.
 
Lucy sta percorrendo i corridoi della clinica, e trasporta il carrello per le pulizie. C’è stato uno sbaglio nel programma di oggi: la ragazza avrebbe dovuto avere la giornata libera, e invece risulta che debba lavorare. A questo proposito, la mora si sta dirigendo verso la reception del dormitorio, per annunciare l’errore e andare a godersi l’estate australiana in piscina.
Pensando all’imminente Natale, Lucy cammina fischiettando, e salutando tutte le persone che le capitano a tiro. Una volta arrivata a destinazione, però, nota una chioma bionda, che sta litigando con la receptionist.
«No Hemmings! Te l’ho detto due giorni fa e te lo ripeto. Hai già avuto il tuo pacchetto questo mese.» La donna, che si sta immancabilmente limando le unghie, sbuffa in faccia a Luke.
«La prego, ho avuto due giorni pieni di stress. Ne ho davvero bisogno.» Il biondo le urla in faccia.
Lucy si avvicina.
«Mi dà un pacchetto di Marlboro rosse, per favore?» chiede la ragazza alla receptionist.
«Quindici dollari, prego.» risponde quest’ultima, porgendole le sigarette con indifferenza.

Luke, che nel frattempo si è allontanato, viene raggiunto dalla mora, che le porge gli pacchetto.
«Se l’hai fatto affinché io sia in debito con te, non aspettarti niente in cambio.» Dice Luke, guardando le sigarette con cupidigia.
«L’ho fatto perché sembravi uno che non mangia da secoli, mentre chiede di avere un briciolo di pane.» Risponde Lucy, indifferente.
«Cosa si dice in questi casi? Grazie?» Alza gli occhi, per poi abbassarli immediatamente.
«Di niente.» Prima di andarsene, la ragazza si rigira.
«Luke? Dovresti smetterla davvero con quella roba.» Dice, prima di andarsene definitivamente.
Il biondo la rincorre e cerca di accompagnare i suoi passi.
«Perché ti comporti così con me?» chiede a Lucy.
«Così come, Hemmings?» Lucy lo fissa per qualche secondo, immobile.
«Sembra che tu voglia entrare a tutti i costi nella mia vita.» Appura Luke, guardando per terra.
«Anche se fosse, sarebbe sbagliato?» azzarda la mora.
«Si.» Afferma il biondo.
«Quando capirai che non c’è niente di male nell’aver qualcuno, avrai consumato la tua vita preoccupandoti di non risultare debole agli occhi altrui. E sai cosa? A quel punto morirai nei rimpianti e nella solitudine.» Lucy comincia ad alterarsi. Non capisce il ragazzo.
«Chi ti dice che non è esattamente ciò che voglio per me?» risponde Luke.
«Nessuno si salva da solo.» I loro sguardi si incontrano per un nano secondo, ma poi gli occhi del ragazzo ricadono immediatamente sul suo amato pavimento. Lucy, che per la prima volta ha visto quei due pozzi azzurri, rimane ammaliata.
«E tutti abbiamo bisogno di essere salvati, Luke.» Detto questo, la ragazza se ne va.
 
Luke Hemmings è interdetto. Ciò che Lucy gli ha detto l’ha fatto riflettere sull’andamento della sua vita. Avete presente quando raccontavo degli alti e bassi del ragazzo? Si sente esattamente così ora. Capisce di aver toccato il fondo e sa di dover prendere una decisione immediata. Eppure qualcosa lo frena. Non sa quale sia la decisione giusta. Per la prima volta in tutta la sua vita, Luke Hemmings non sa quale sia la decisione giusta.
 
Lucy sta andando alla spiaggetta. Rivede nella sua testa la scena appena accaduta e si chiede se abbia scelto le parole più giuste. E’ affranta: gli occhi di Luke le hanno gridato aiuto, come se il subconscio del ragazzo necessiti al più presto qualcuno, ma il cervello reprima quegli impulsi, cercando di convincere il corpo che Luke non ha bisogno di nessuno.
“Vaffanculo.” Urla Lucy. Non usa le parolacce spesso, e quando le usa, significa che dentro di lei si sta aprendo la corrida di Siviglia, con il doppio dei tori abituali.
La ragazza sente di non poter ignorare una richiesta di aiuto di quel genere, ma si rende anche conto di non poter entrare nella vita di qualcuno con questo trambusto.
Inoltre, non parla con Liam da quando è arrivata e non ne sente neanche la mancanza. Sa bene che questo significa solo che i sentimenti verso quel ragazzo non sono abbastanza forti, ma chissà, forse è anche a causa di Luke.
Come quel pensiero le balena nella mente, Lucy lo scaccia immediatamente, guardandosi in torno per controllare quasi che nessuno abbia l’abbia sentito.
 
Una settimana è passata dall’ultimo dialogo fra i due ragazzi, che sono entrambi imbarazzati dell’accaduto.
Luke ha riflettuto molto su quello che gli è stato detto, e sta cominciando a vedere la sua vita un po’ come la vede Lucy.
Quest’ultima, invece, sta cominciando a pensare che Luke Hemmings non si salverà mai. A volte succede. Sebbene tutti abbiamo bisogno di essere salvati, ci sono alcune persone che nascono rotte e rotte muoiono. Sono un po’ come delle bombe, cerchi a tutti i costi di disinnescarle, ma non ci riesci, così quando finalmente capisci di non poter fare altro, ti allontani il più possibile, e rimani a guardare mentre tutto salta in aria.
Probabilmente Luke è una bomba che aspetta solo di scoppiare e Lucy non crede di essere in grado di disinnescarla.
“Al diavolo.” Sbotta la ragazza nei suoi pensieri.
“Tutti abbiamo il filo rosso e quello blu, bisogna solo cercare di capire quale tagliare.”
 
«Dimmi solo perché ti interessa così tanto aiutarmi.» Luke sta implorando la ragazza per farsi dare delle risposte.
«I tuoi occhi.» Risponde Lucy.
«Cosa centrano i miei occhi ora?» Il biondo è impaziente. Per essere andato dalla ragazza a farle quella domanda, ha infranto moltissime regole del suo codice di decenza.
«Chiedono aiuto.»
«Puttanate.» sbotta Luke.
«Se solo vedessi ciò che riesco a vedere io.» Cita Lucy.
«Cos’è, ora citi anche le stupide boyband commerciali?» Luke è irritato.
«No Luke, davvero. Se solo riuscissi a guardare dentro di te mettendo da parte ciò che dice il tuo cervello, ti renderesti conto di quanto i tuoi occhi e il tuo cuore abbiano bisogno di qualcuno.»
«Non ci riesco, Lucy.» La ragazza alza immediatamente lo sguardo. Luke si rende conto di ciò che ha detto e subito fa una smorfia.
«Ci sei appena riuscito.»


 

 


SPAZIO AUTRICE

Buongiorno a tutti!
Vi chiedo subito scusa, ma non potete neanche immaginare le intemperie tra cui ho scritto questo capitolo. Lunedì e Martedì sono stata via tutto il giorno, e ieri sera alle undici e mezza circa mi sono messa a finire il capitolo. Ad un certo punto si è chiuso tutto e il computer si è spento, dicendo che era passata una settimana dall’ultima volta che il sistema era stato arrestato.

Ma io dico, sei un fottuto computer, che bisogno hai di spegnerti una volta la settimana? Hai bisogno anche tu del tuo relax?
Alla fine tutto è andato per il meglio, dopo l’aggiornamento ho riacceso il computer e mi aveva salvato il capitolo.

In ogni caso, ho avuto una grandissima idea per il prossimo capitolo. Va beh, diciamo che quest’idea ce l’ho dall’inizio, ma ho deciso di metterla nel prossimo.
Comunque domani inizio la terza liceo scientifico, quindi vi chiedo già scusa se non riuscirò ad aggiornare con la stessa frequenza. Tra l’altro, inizio anche gli allenamenti di tennis, e quest’anno gioco in serie D, quindi non so quanto tempo avrò. Spero di riuscire ad aggiornare almeno una volta alla settimana.

Voglio ringraziarvi ancora una volta, incitarvi a scrivermi ciò che ne pensate e a lasciarmi le vostre ff da leggere e recensire.

Vorrei fare un ringraziamento speciale ad una ragazza dolcissima, che mi riempie di complimenti nonostante non ce ne sia bisogno.
Grazie Matilde, grazie, grazie, grazie.

Vi lascio ancora una volta i miei contatti sotto.
Twitter: @xehyguys
Wattpad: @luuukeeey
Un bacione a tutti!

  
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