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Autore: Iraklion    16/09/2015    3 recensioni
'La mia coscienza si allontana, per alcuni minuti non ricordo nemmeno dove sono, e mi rifugio in un mondo tutto mio, immaginando che si tratti di una stanza illuminata dall’abbacinante luce del sole, un luogo felice'.
I pensieri di Jak durante la sua prigionia.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jak
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mia cella è fredda e pochi, tenui fasci di luce artificiale ne illuminano gli angoli. Ormai, è da un anno e mezzo che mi trovo qui. Lo so perché sono loro, il Comandante e il Barone, a tenermi aggiornato sullo scorrere del tempo. Ogni giorno, alla stessa ora, vengo prelevato e condotto nell’area centrale della prigione, in quella che viene chiamata ‘la stanza degli esperimenti’. Per me, invece, è la stanza delle torture in cui vengo regolarmente sottoposto ad iniezioni di eco oscuro, durante le quali sento i muscoli paralizzarsi e per un attimo è come se il cuore si fermasse per poi riprendere a battere più veloce di prima, come se stessi correndo perché inseguito da una minaccia invisibile. Violente scariche attraversano il mio corpo, e non riesco a restare sveglio per troppo tempo. La mia coscienza si allontana, per alcuni minuti non ricordo nemmeno dove sono, e mi rifugio in un mondo tutto mio, immaginando che si tratti di una stanza illuminata dall’abbacinante luce del sole, un luogo felice.

«Trova te stesso, Jak!» mi disse Samos, mentre fluttuavamo all’interno del portale dopo essere stati catapultati fuori dal congegno, distrutto da una scarica che lo aveva violentemente colpito.  Ripeto quelle parole nella mia mente, come un mantra. Sono le ultime parole amiche che ho sentito prima di essere trascinato qui.
In verità, le ultimissime, sono state quelle pronunciate da Daxter mentre imprecava lanciando sull’asfalto un tubo metallico una volta arrivati ad Haven City. Ma, sopraggiunti il Comandate Erol e le sue guardie Kremizi, Daxter si era limitato a scappare. Il Barone voleva solo me.
Non biasimo Daxter per quella scelta. Non avrebbe avuto nessuna possibilità contro i nostri nuovi nemici che comunque non erano interessati a lui. La sua, in fondo, è stata una decisione saggia.

Amico, sei riuscito a salvarti? Sei venuto a cercarmi? Io credo di si, ma probabilmente ti hanno sbarrato la strada. Entrare qui non è affatto facile. Forse è più semplice uscire che entrare in questo inferno.  Io ti capisco, Daxter, ma ti prego, ho bisogno di sapere che non mi hai dimenticato, come io non ho rimosso dalla mia memoria i bei momenti spensierati che abbiamo condiviso. Mi spiace di essere stato io la causa della tua trasformazione, di averti involontariamente gettato in quella pozza oscura. Per un attimo ho pensato che di te non fosse rimasto più nulla, che l’eco oscuro ti avesse portato via da questo mondo per sempre. E poi sei stato catapultato fuori ed eri diverso. Ricordo ancora le tue urla mentre battevi i pugni sul suolo. Però, Daxter, eri vivo. Sei sempre stato la mia spalla e da quel momento in poi sei stato sulla mia spalla. Forse questa, comunque, è una punizione. Ho segnato una svolta irreversibile al corso della tua vita, e adesso,  lo stesso eco oscuro dentro cui ti ho spinto sta invadendo il mio corpo ed io sento che sto cambiando. Lentamente, ma qualcosa dentro di me sta succedendo. Sento una rabbia profonda, antica.

Loro dicono che io sono speciale, e credo che abbiano ragione nonostante non ne abbia ancora dato prova. So che non sono come gli altri, e in un modo o nell’altro dovrò dimostrarlo se voglio continuare a vivere. Ma questa, è vita? Non riesco nemmeno a riconoscere me stesso quando mi guardo allo specchio: i capelli e la barba sono cresciuti, il mio viso è pallido e smagrito e non sono mai stato così magro. Indosso quasi sempre la stessa lercia tuta verde ed ho i piedi fasciati perché sono costretto a camminare scalzo.
Devo combattere, avendo le qualità, per il bene superiore, per la salvezza di questa città tenuta sotto scacco da qualcosa. Non so di cosa si tratti esattamente perché quando ne parlano non sono del tutto lucido e poche parole riescono a infrangere la barriera della mia coscienza. Erol e il Barone Praxis sono spaventati, e alle strette. Non so come abbiano fatto a sapere del mio arrivo così tempestivamente, ma in me hanno trovato la risposta alle loro preghiere. Sono disposti ad attendere per anni, il tempo che serve per completare le iniezioni di eco oscuro, pur di abbattere una volta per tutte la minaccia che incombe su questa città e a quanto pare, sarò io a rappresentare la disfatta di tale incombenza, qualunque essa sia.
Quando sono arrivato ho avuto poco tempo per guardarmi attorno. Adesso so che Haven City non è altro che il mondo che io ho conosciuto, ma adesso siamo nel futuro. In quei pochi istanti ho avuto la sensazione che si trattasse di una città molto triste e cupa, l’esatto contrario del Villaggio di Sandover. Che fine avrà fatto?
Ripensare al Villaggio in cui sono cresciuto mi da speranza. Mi aggrappo ai ricordi che ho di quel luogo e delle persone con cui ho vissuto. Rivedo il vecchio Samos,  mentre ci metteva  in guardia «Non andate sull’isola della Nebbia: è pericolosa» ci avvertiva, e noi dunque, facevamo di tutto pur di sgattaiolare e andare in quel luogo proibito. E’ li che Daxter, dopo la nostra piccola fuga, avrebbe subito la trasformazione. Samos aveva dannatamente ragione, e una volta tornati nella sua dimora ci aveva strigliati per bene. Rivedo Daxter, mentre con il suo sguardo da furbetto mi comunica le sue intenzioni : trasgredire i divieti imposti dal Saggio. E non possono non tornarmi in mente i bellissimi occhi verdi di Keira e i sorrisi mozzafiato che mi regalava.

Siete tutti vivi? State bene? Dove siete finiti?

A quel tempo ero muto, adesso l’eco mi ha dato una voce.
Parlo da solo in questa cella anonima. Parlo con tutti voi, con i vostri volti che si alternano davanti ai miei occhi. Ho tante cose da dirvi, adesso posso. Non sarebbe un’ingiustizia se lasciassi questo mondo senza avervi fatto sentire la voce che non credevo di poter udire? Non sarebbe orribile se restassi sepolto qui sotto per sempre senza che nessuno sappia quanto sono bravo ad urlare?
 
Daxter, dimmi che sei li fuori, dimmi che sei più vicino di quanto io creda.
Io, da solo, non riesco a trovare me stesso, Dax. Dillo a Samos che mi sono smarrito.
E ti prego…

Dimmi che stai venendo a salvarmi.
 
   
 
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