Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
Segui la storia  |       
Autore: Lukeee    16/09/2015    1 recensioni
Se un fiore può crescere e sbocciare tra i sassi, può un amore sopravvivere a intrighi e guerre?
Dal testo:
“Sei pronta a seguirmi? Sarà una via oscura e…e molto difficile. Sei pronta a mettere in gioco tutta te stessa?”
Per un istante che durò millenni si fermò.
“Noi…noi danzeremo coi draghi”
Non sapeva se prenderla come un’affermazione o una domanda. Ma era sicura della scelta che aveva preso. E decise che era la seconda opzione.
Trovò la forza di parlare, mentre il cuore accelerava.
La notte era oramai scesa e le stelle assistevano a quello che forse sarebbe stato ricordato come il principio di una nuova era.
Lei gli sorrise sinceramente. E poi, lentamente, le sue labbra articolarono poche ma inequivocabili parole.
“Yes Trystane. We will dance with dragons”
- Myrcella Baratheon - Trystane Martell - Aegon VI Targaryen - Arianne Martell - Jon Snow - Cersei Lannister - Jaime Lannister - Tommen Baratheon - Howland Reed - Daenerys Targaryen - Mark Ramius (New) - Stone Temple/Jon Connington - Daario Naharis/Euron Greyjoy - Tyrion Lannister
Storia che rende giustizia a una delle tante inutili vittime del finale di stagione.
Ora e sempre, long live the lioness
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Myrcella Baratheon, Nuovo personaggio, Trystane Martell, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cap 14



Long live the lioness









“Don't look down
Up this high, we'll never hit the ground
Don't look down
See that sky?
We're gonna reach it now”

 

Don’t Look Down, Martin Garrix

 



 

Meereen

 

 

Sebbene non fosse nemmeno mezzogiorno, il sole batteva crudele, cocente e implacabile sui mattoni di mille colori della grande piazza. L’inferno sceso in terra. L’aria era talmente densa e spessa che si sarebbe potuta tagliare con un coltello.
Stringendo l’elsa di Blackfyre poteva percepire quanto il metallo si stesse scaldando sotto quei raggi roventi.

Almeno sarebbe stato un caldo addio.
Questo pensiero lo fece quasi sorridere. Era rassicurato e allo stesso tempo anche un po’ irrequieto per quell’incarico.
Ma non aveva potuto fare a meno di accettarlo quando lei gliel’aveva proposto. Si era fidata di lui. Non poteva deluderla. Doveva sostenerla in questo tragico…epilogo.
Sospirò. Sebbene avesse dormito poco e niente quella notte, non si sentiva stanco. Quella notte…
Dopo quello che aveva visto, non se lo aspettava. Il mercenario, o meglio, il re di ferro, aveva provato a spiegarsi, a giustificarsi, a fornire ragioni, motivazioni. E il suo potere dissuasivo era straordinario. Aveva fatto leva su ogni cosa, esaltato e gonfiato ogni vittoria, ogni aiuto, ogni gesto fedele verso quella che lui continuava a chiamare la sua regina.

E alla fine aveva anche ripiegato suo quello che Daenerys provava per lui.
Lei era rimasta in silenzio, impassibile, con lo sguardo perso, gli occhi vuoti.
Il suo volto era una maschera di gelido acciaio, imperturbabile e…costante in una leggerissima ma indistinguibile pennellata d’ira.
Alla fine la piovra aveva esaurito le parole e, con il suo usuale sorriso beffardo alterato solo leggermente da quell’incertezza, aveva mosso un paio di passi verso di lei.
L’espressione di Daenerys si era rilassata in un sorriso quasi compiaciuto per un istante. Gli occhi del mercenario erano brillati, astuti, crudeli, sicuri. Non aveva dubitato nemmeno per un attimo di poterla convincere, sedurre, ingannare ancora.
Ma la voce di lei era risuonata potente, furibonda, selvaggia per la sala. Ogni parola trasudava collera, era uno scorcio su ciò che si portava dentro. L’odio, il ribrezzo, il disprezzo che provava per quell’uomo…
Tu…tu hai…” la sua voce indugiò per un istante, mentre sul viso...quasi le si componeva una risata folle.

“Tutto quello che noi…hai…hai sempre e solo provato a portarmi via i miei figli”
Aveva scosso la testa, mandando giù a fatica.
“I don’t want to forgive you…I can’t forgive you…I will never forgive you”
Si era voltata, non volendo mai e mai più vederlo.
Aegon era rimasto impressionato da tanta sicurezza, determinazione, forza.

Ma in fondo non la conosceva così bene. E lei era sangue del drago, interamente, sangue del drago. Eppure…si aspettava che la sua indole cedesse.
E infatti , alla fine, era andata proprio così.
Era ormai notte fonda quando l’ancella era venuta a bussare alla sua porta.
Si era sentito quasi sorpreso ma anche un po’…soddisfatto. Se lo aspettava del resto.
La salita verso la cima della piramide gli era parsa lunghissima e dannatamente breve allo stesso tempo. Era curioso, sicuro, soddisfatto, ma anche dubbioso, diffidente e...un po’ impaurito
Daenerys l’aveva accolto nel suo letto, tra le sue lenzuola. Si era stretta a lui, con il volto schiacciato contro il suo petto e i capelli argentei che le coprivano la faccia. In quella notte tanto gelida per lei, aveva bisogno del calore che solo lui, che solo un altro drago poteva darle. In lui aveva cercato quel calore e...l’aveva trovato. Il suo respiro così lento, regolare, ritmico, forte, quasi familiare, la rassicurava.

Una parte di lei si sentiva gelare, dal capo fino ai piedi. Brividi le risalivano la pelle, a tratti perdeva le sensazioni agli arti, avvertiva il freddo penetrarle fin nelle ossa. Eppure un’altra parte di lei non desiderava altro che buttare via tutte quelle coperte e la leggerissima tunica che portava. L’unico calore di cui aveva bisogno era quello dell’altro drago che giaceva di fianco a lei.
Istintivamente Aegon l’aveva cinta con le braccia, portando le mani dietro la schiena di lei.
Non sapeva cosa dire…qualsiasi cosa che gli veniva in mente pareva così poco adatta, idiota, priva di ogni senso o conforto.
Ma alla fine si era, si erano, resi conto che quel silenzio bastava a entrambi.
Erano draghi. Senza saperlo, avevano così tanto in comune. Una vita passata lontani da casa, nascosti, in una continua e infinita lotta per rimanere al sicuro e soprattutto vivi. Tanti problemi, dilemmi, difficoltà superate stringendo i denti, tendendo duro, tutto al pensiero di quello che un giorno sarebbe accaduto.
Ma soprattutto erano stati soli, tremendamente, dannatamente soli. Aegon aveva sempre saputo di lei, ma per lui non era stata che un’immagine lontana, sfuocata, quasi irreale. Come l’occidente del resto…
E lei invece…non osava immaginare come si fosse sentita quando Viserys era stato ucciso. La sola idea lo atterriva, lo sconcertava, lo mandava a perdersi tra mille ragionamenti e supposizioni che non avevano né capo né coda. E poi…

No, no, no. Non poteva perdersi in tali assurdi pensieri lì, in quel momento.
Daenerys era stata forte per così tanto, si era portata una tale responsabilità sulle spalle, aveva combattuto quella solitudine. E insieme a quello aveva conquistato tre città, aveva liberato decine di migliaia di schiavi e si era lanciata nella folle impresa di portare e mantenere la pace in quella società follemente barbara, diseguale e incapace di trovare un nuovo ordine.

E insieme a tutto questo aveva anche provato ad allevare i suoi tre figli.
Ora era lui a dover essere forte, come lo era sempre stato del resto, e sostenerla in questo momento di caos, di confusione, di sconforto.
Di sicuro non era il primo per lei. Ma era la prima volta che c’era un altro drago lì con lei, su cui fare affidamento, di cui fidarsi.

Lui…si era mai sentito così? Perdere una persona a cui era tanto legato…
Beh, non era stata una vera perdita ma quando…quando Jon si era tolto il guanto e…
Dèi, non voleva ricordare come si era sentito. Quella pietra grigia voleva dire una sola cosa: morte…
Aveva già superato tanti traumi, problemi, scelte difficili…ma quello. Non aveva mai affrontato qualcosa di simile prima. Del resto, non aveva mai avuto nessuno…nessuno a cui legarsi, nessuno che fosse indispensabile, nessuno senza il quale la sua vita non sarebbe potuta più essere la stessa. Ma Jon…
Era stato l’unico che c’era sempre, sempre stato, l’unico modello, l’unica figura familiare e costante che aveva avuto.

Jon aveva sempre fatto di tutto per non sembrarlo, non aveva mai preteso di esserlo, non si era mai atteggiato come tale…
Ma era stata la cosa più vicina a un padre che avesse mai avuto…e una parte di lui, per molto, forse troppo tempo, l’aveva considerato davvero come tale.
Aveva superato quella fase da tanto quando lui aveva finalmente rivelato il terribile morbo che lo aveva colpito…ma Jon rimaneva comunque la persona che più di ogni altra gli era stata vicino, l’aveva sostenuto, l’aveva cresciuto, l’aveva preparato per il difficile e incerto futuro.
La sola idea di perderlo…non riusciva ad ammetterlo a sé stesso, non voleva ammetterlo a sé stesso, ma non poteva nemmeno concepire quell’idea…di non avere il vecchio cavaliere al suo fianco.
Ma per fortuna si era risolto tutto…più o meno, ma si era risolto. Quello che si diceva su quel guaritore di Braavos era vero. Era riuscito a salvargli la vita. Nulla sarebbe più stato come prima per Jon, ma al cavaliere andava bene così. E lui…beh, si era sentito enormemente sollevato per questo. Avrebbe avuto al suo fianco il suo più grande sostenitore fino alla fine.
Sospirò.
I ricordi di quella notte si avvicendavano nella sua mente, in una spirale senza fine. No. Quello che aveva provato quando Jon…non era paragonabile. Quello che stava distruggendo Daenerys era qualcosa di diverso. E lui non l’aveva mai…
Un pensiero che non avrebbe mai voluto avere, un ricordo che aveva sepolto in un angolo remoto della memoria gli balenò in testa.
No, no, no” si comandò, si ordinò, urlando mentalmente.
Alys era stata solo un errore…certo, il miglior errore che avesse mai fatto, ma era pur sempre un errore.
Non poté fare a meno di sorridere, con la solita malinconia. Aveva tanto voluto dimenticare, dimenticare così ostinatamente, che aveva persino scordato quanto fossero belli quei ricordi.

Sembravano passati secoli…beh, in effetti…aveva quanto all’epoca? Quattordici anni? Chissà dov’era ora lei…gli interminabili viaggi del padre l’avevano portata probabilmente dall’altro capo del mondo. L’avrebbe mai più rivista? E se…
No, no, no” si comandò ancora. Lui era il sangue del drago, il principe dei Sette Regni, l’eroe profetizzato, aveva delle responsabilità, dei doveri. Non poteva farsi trasportare, dominare, corrompere da quegli stupidi e inutili ricordi. Sognare ad occhi aperti non gli era più concesso. Non era più un ragazzino.
Aveva dei doveri. E in quel preciso momento, ne aveva uno verso Daenerys. Dopo sussurri infiniti, timidi e senza fine né scopo fine, lei gliel’aveva finalmente chiesto.

E lui non aveva potuto rifiutare.
Riportò a fuoco gli occhi.
Avevano portato il prigioniero, il vile, l’orrendo traditore davanti a suoi piedi. Il collo della piovra era già appoggiato sul ceppo.

Lo guardò un’ultima volta in faccia.
“Hai delle ultime parole, traditore?” gli chiese, con voce carica di distacco, repulsione e disprezzo. La sua mano andò meccanicamente a ripetere il gesto oramai istintivo. Con un fulmineo movimento Blackfyre volteggiò fendendo l’aria e creando mille e mille bagliori.
La voce di Euron risuonò nell’aria, sempre con quella nota beffarda e presuntuosa.
“What is dead may never die”
Aegon sorrise, quasi caparbiamente.
What is dead may never die” sussurrò divertito.
Lo ripetè quasi più per sé stesso.
“Che motto stupido” disse, scuotendo la testa.
Il sole era oramai allo zenit. Nella piazza regnava un silenzio surreale.
Blackfyre sibilò come un fulmine nell’aria densa e torrida.
E un attimo dopo ciò che è morto…era morto.

 

 

 

-        -        -        -        -        -

 

 

 

Perle di oro e bronzo fuso. Ecco cos’erano quei giganteschi occhi.
Un ondata di caldo lo investì. E un istante dopo arrivò il fragoroso, feroce, primordiale e terrificante ruggito.
Vedeva un bagliore accecante tra le fauci spalancate, tra le lunghissime e affilate zanne vermiglie di sangue. Fuoco. E lui era altrettanto.
Allungò una mano verso quel muso gigantesco.
La sua pelle sfregò contro le squame ruvide, rugose, ma soprattutto…roventi.
Un sibilo acuto e lugubre allo stesso tempo si levò, facendo vibrare l’aria.
Il sole era oramai morto quasi completamente dietro l’orizzonte, dentro al mare del tramonto. Il solo andava a casa, a occidente.
Mentre lui…no, non ci voleva pensare.
A poco a poco il drago aveva avvicinato il muso a lui, arrivando all’altezza delle sue spalle.
Quei movimenti gli vennero istintivamente. Non ordinò nulla alle sue gambe, eppure si mosse. Assisteva quasi da spettatore a quella scena, mentre il suo corpo agiva da solo. Tutto pareva andare alla velocità della luce e al rallentatore insieme.
Gli sembrava di sognare ad occhi aperti, di non essere veramente lì, in sé.

Ma invece lo era.
Una sensazione strana, nuova, forte lo attraversava. Gli mozzava il respiro…era qualcosa di fantasticamente, incredibilmente, follemente bello.
Improvvisamente si ritrovò a vedere il collo dell’animale…da sopra.
Parole che non aveva mai pronunciato né imparato uscirono dalla sue labbra.
Il drago reagì incarnando la schiena, sibilando e ruggendo assieme.
Dispiegò le ali bronzee nell’aria. Con un movimento lento e quasi solenne si levò dalla cima della grande piramide.
In una corsa a folle velocità sorvolarono a bassissima quota la città, lasciandosela presto alle spalle.
Ad Aegon pareva sempre di stare vivendo un sogno, si sentiva così estraniato, così…
Ma quella sensazione di prima si era fatta sempre più forte. E poco a poco tornò a percepire i sensi.
L’aria gli accarezzava il volto, fresca, leggera, scompigliandogli i capelli argentei. Le sue mani si stringevano sul dorso del drago, così ruvido eppure…quasi familiare, confortante. E quell’odore, quel misto di zolfo, carne e…e di sangue e fuoco era selvaggiamente e follemente inebriante.
Ma più di ogni altra cosa, più di ogni altra sensazione…quello che percepiva sotto di sé, tra le sue gambe, che cingeva coi polpacci e le cosce…
Aveva sentito tante volte dire che un drago era fuoco divenuto carne.

E in quel momento niente gli pareva più vero. Il calore che la bestia emanava…era qualcosa di spaventoso. Non gli faceva certo male, ma era impressionante, unico, inimitabile. Poteva terrorizzare, ma per lui non era così.
Quella sensazione…era straordinaria. E l’insieme di tutto quello che stava provando, ora, lì, pienamente cosciente era…
Non riusciva nemmeno a concretizzare cosa lo attraversava, era troppo forte, troppo bello per essere descritto.

Si chiedeva come avesse fatto a vivere fino ad allora senza fare quello…
Niente e nessuno avrebbe potuto togliergli in quel momento il sorriso dal volto, il sorriso più sincero, più vero che avesse mai avuto.
Agendo di istinto, come se l’avesse sempre saputo fare, si chinò in avanti, lungo il collo della bestia.
Dracarys” sussurrò al drago verde che portava il nome di suo padre.
I suoi occhi viola ossidiana brillarono riflettendo la luce della colossale nube di fuoco che l’animale aveva eruttato.
Soffiò fiamme nel cielo, volandoci poi attraverso. Le lingue di fuoco accarezzarono il volto del principe, solleticandolo appena.

Lui era il sangue del drago. Il fuoco era parte di lui, non poteva esserne bruciato.
Continuarono a volare, a salire, a lanciarsi in picchiata senza apparente meta né scopo. Aegon oramai si sentiva parte di Rhaegal, e Rhaegal era parte di lui.
Passarono ore, giorni, settimane. Il sole era sembra stato lì, oltre l’orizzonte, era sempre la stessa notte, o forse era sorto e tramontato decine e decine di volte. Il principe non avrebbe saputo dirlo.
All’improvviso si rese conto di dove erano arrivati.

Ma certo. Avevano seguito entrambi il loro istinto più recondito, più profondo, più selvaggio. E questo li aveva portati…
A casa.

Nubi di fumo aleggiavano sulle acque sotto di lui. Rovine scheletriche si erigevano precarie all’orizzonte, sempre immerse in quella nebbia surreale.
Anche l’aria aveva un sapore, una consistenza diversa.
Rhaegal sibilò, qualcosa che poteva essere paura. O felicità.
Whe are at home…” sussurrò al drago, mentre una nuova sensazione lo pervadeva.
Quella folle e magnifica cavalcata aveva fatto svanire ogni suo dubbio, ogni suo pensiero negativo, ogni problema. Tutto ora gli appariva limpido e chiaro. La testa gli scoppiava a Meereen, mentre qui…

Qualcosa gli diceva che era veramente a casa. E che lì avrebbe trovato le risposte alle domande che portava dentro di sé da tutta la vita, e a che non aveva mai avuto il coraggio di affrontare.
Sentiva nascere dentro di sé una nuova forza, una nuova carica, una nuova determinazione, che rinvigoriva la sua indole e sconfiggeva ogni dubbio.
Ma soprattutto sentiva nascere la consapevolezza di…
Guardò il drago, e guardò sé stesso.

Non sapeva come avesse potuto farne a meno fino ad allora, ma in futuro…
Sentiva che la sua vita era quello, quello e niente altro. Sentiva…

Sospirò, mentre una nuova nota di malinconia si faceva strada sul suo volto.
Sentiva, anzi sapeva, di essere nato per fare quello, quello e niente altro.

 

 

 

Note dell’autore:


here, i’m back.
Pardon un'altra volta il ritardo, ma tra studio, routine ripresa e l'azienda con cui collaboro in cui il lavoro va puramente a caso oramai mi rimane davvero poco pochissimo tempo per scrivere (maledetta Xiaomi).
No a parte questi scleri contro i mie pazzi “capi”, eccoci a un nuovo capitolo.
Come avevo preannunciato, Aegon-centrico. Ero partito dall’idea del suo primo volo, ma poi…
La parte sulle reazioni di Daenerys...l’ho fatta e cancellata, fatta e cancellata, non mi piaceva mai, non rendeva bene quello che volevo trasmettere. Spero di esserci riuscito in questa ultima stesura. Parlare  poi di un personaggio complicato e già caratterizzato in modo tutt’altro che approssimativo come Dany non è mai facile. "Giocare" con lei non è semplice, e qui la sto affrontando dagli occhi di qualcuno che le è estremamente simile ma al contempo estramente diverso ed estraneo. Fatemi sapere cosa ne pensate.
Per il resto...caraterizzare Aegon mi sta piacendo davvero tanto, qui ho cercato di approfondire il suo rapporto con Jon, Connighton ovviamente (che comunque vedremo meglio in futuro...) e poi...diciamo che l'accenno a questo nuovo personaggio, Alys...potrei chiarire, ma non lo faccio. Vedrò di continuare il discorso in futuro...

Il volo con Rhaegal è stato il nucleo originario del capitolo e...beh, lascio a voi commentare. Dato il tema, non mi sono potuto astenere da citare Don't Look Down...Martin Garrix è il migliore e...nada, spero che questa canzone possa piacere anche a voi.
Penso che abbiate capito dove ho fatto arrivare Aegon ma…non lo vedremo nel prossimo capitolo. Ripetendomi ancora, questo suo viaggio/esperienza avrà un impatto importante, ma la vedremo meglio poi.
Il prossimo capitolo...stavolta davvero anticipazioni zero.
È un nodo importante della storia e voglio davvero che il capitolo sia all’altezza di quello che accadrà, quindi ci potrebbe volere un po' più del solito.
Nel caso, mi scuso in anticipo.
Ancora grazie tantissime ai recensori, non smetterò mai di ripetere quanto il vostro feedback sia importante.
Quindi stay tuned e alla prossima.
E, ora come sempre, long live the lioness.

 

Luke

 

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones / Vai alla pagina dell'autore: Lukeee