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Autore: NIKXart    17/09/2015    2 recensioni
Mancavano poche ore al mio matrimonio con Akane e questo mi rendeva estremamente nervoso, pronto a scattare come una corda di violino ben tesa.
Certo avevo i miei dubbi riguardo alla cerimonia; in primo luogo non sapevo come vestirmi e tanto meno come atteggiarmi, ma la cosa che mi preoccupava di più era la presenza di quell’idiota di Ryoga a farmi da testimone.
Cosa avrei fatto se fosse andato tutto a rotoli come l’ultima volta, come mi sarei dovuto comportare; non volevo che Akane soffrisse ancora a causa mia…
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: Lemon, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Entrò; appena si accorse che l’avevo riconosciuta, sapeva che il mio imbarazzo superava qualunque immaginazione, ma non diede peso alla cosa. Mentre tentavo di indietreggiare, scattò, come la molla che era. Si mosse così velocemente che quasi non me ne accorsi, un istante prima ero lì, fermo, ad osservarla, uno dopo mi ritrovavo a terra con la guancia pulsante; lo schiaffo che ricevetti non fu poi tanto doloroso, solo mi lasciò basito.

— PERCHE’… PERCHE’ NON ME LO HAI MAI DETTO PRIMA?!? — fu tremendo, nemmeno per un secondo mi sarei sognato che, di punto in bianco, si mettesse a strillare in piena notte, ma soprattutto fu una vera e propria pugnalata al petto date le circostanze.

Non ebbi, in realtà, il tempo di dire qualcosa poiché l’esile figura di prima, era ora sopra di me a cavalcioni, a ‘mo di rissa, imponente come non mai, mentre l’unica cosa che riuscii a domandarmi fu se effettivamente stavo sudando freddo o se quella che mi bagnava la fronte fosse semplicemente acqua.
La risposta mi arrivò subito alzando lo sguardo… stava piangendo e sembrava soffrire le pene dell’inferno, mentre un flebile sorriso di malinconia, sfumava dal suo volto.

— Io ti ho sempre amato e da tempo avrei voluto condividere con te tutto quanto mi era possibile, ma per colpa tua… per colpa tua quei momenti non torneranno mai più, lo capisci questo vero?!? — seguì una pausa di pochi secondi, che parve non finire mai, durante la quale prese fiato mentre, visibilmente sconvolta, mi teneva braccia e gambe bloccate al pavimento — Cosa dovevo fare per fartelo capire?!? ME LO SPIEGHI??? — 

Quest’ultima frase somigliò, però, più ad una disperata richiesta d’aiuto che ad uno dei sui normali ruggiti di collera, mentre, singhiozzante, mi dava dei leggeri colpetti sul petto.
Ancora in lacrime appoggiò il capo sul mio petto, che piano piano si intrise delle sue emozioni rimanendo immobile in quella scomoda posizione per un eternità prima che io riuscissi a proferire anche solo una parola; una sola, piccola, frase:
— Akane… mi dispiace —

A quelle parole sgranò gli occhi e, palesemente sorpresa, avvicinò lentamente la bocca alla mia sino a far sfiorare le sue labbra con le mie, forse il fatto averle chiesto scusa per la prima volta l’aveva destabilizzata, o più semplicemente voleva farlo da tempo e aveva trovato la scusa perfetta. Il contatto dapprima lieve, poi sempre più consistente e passionale, era qualcosa che nessuno dei due aveva mai provato, le lacrime si mischiavano alla saliva dandole un retrogusto agrodolce, mentre le lingue si facevano spazio nella bocca dell’altro. Iniziammo a farle roteare, strusciare, assaporare; continuando quella silenziosa danza senza un attimo di tregua; ogni istante era una sensazione nuova, radicalmente diversa da quella precedente e… lentamente… mi prese la mano e se la portò al seno. Ebbi un attimo d’esitazione, ma non riuscii a sostare oltre, perché Akane, la persona della quale pensavo di conoscere tutto e che pensavo non potesse offrirmi altro oltre a quello che già mi aveva dato giorno dopo giorno, protendendosi verso di me; fece scivolare la canottiera lasciando scoperto il seno nudo.
I capezzoli turgidi erano piccoli e di una forma particolare, non assomigliavano ai miei quando mi trasformavo in ragazza a contatto con l’acqua, anzi… erano… teneri.
Iniziai a spogliarmi anch’io, incurante del fatto che la porta fosse rimasta aperta per tutto il tempo, ed in breve ci ritrovammo lei con addosso un paio di slip stranamente seducenti ed io con i miei consueti boxer.
Il calore dei nostri corpi era l’unica cosa che ci offriva del tepore contro la fredda notte.
La mente mi si annebbiò, lasciandomi senza filtri, ma nonostante ciò seppi che il nostro amore era sincero, poiché non andammo oltre. Non eravamo legati ad alcuna mentalità trasmessaci dai nostri padri, semplicemente non desideravamo altro che conoscere l’altro nel modo in cui già lo stavamo facendo.
Fu bello, molto bello, tanto che ci addormentammo abbracciati, incuranti di tutto.


IL GIORNO SEGUENTE


Non ebbi alcuna reazione al mio risveglio, sentii gli altri urlare per casa, ma non provai nessun timore, l’unica cosa che riuscii a pensare fu che forse le parole che la sera prima avevo pronunciato non erano poi del tutto corrette; forse mi ero effettivamente sbagliato… quella non era una stata bella giornata di primavera… era un sogno di una notte di mezza estate.
   
 
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