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Autore: Claudiac91    18/09/2015    1 recensioni
Rose e Scorpius stanno insieme. Ma un'insistente richiesta del secondo, porta delle perplessità in lei e nella relazione. La questione sarà risolta? E, soprattutto, Scorpius verrà accontentato?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: What if? | Avvertimenti: Bondage | Contesto: Nuova generazione
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A volte il successo può dare alla testa. Era quello che Rose Weasley pensava ogni qual volta osservava suo fratello Hugo. Atteggiamento spavaldo, circondato da una folla di ragazzi desiderosi di essere suoi amici o di ragazzine con l’intenzione di catturare un minimo della sua attenzione. Essere il nipote del leggendario Harry Potter comportava ciò. Popolarità. E a persone come Hugo,James e qualcun altro, la cosa piaceva da matti. Non poteva dirsi lo stesso del resto della nuova generazione. Lei stessa, di tanto in tanto, non sopportava le attenzioni e le moine. Essere la nipote del ragazzo con la cicatrice a forma di saetta sulla fronte, portava delle conseguenze. A volte sentiva il bisogno di isolarsi da determinate circostanze. O semplicemente quando capitava che non era di buon umore appena desta. Quel giorno era uno di quelli “no”. Non si era svegliata col sorriso sul volto, quindi non era in vena di fingere allegria né sopportare le occhiate altrui. Anche se alcuni dei suoi coetanei erano ormai abituati alla presenza della famiglia Potter- Weasley, non poteva dirsi lo stesso delle matricole o degli studenti più piccoli. Dilatavano le pupille e arrossivano tutte le volte che lei o qualcun altro incrociavano per puro caso lo sguardo di uno di loro. Al pensiero sbuffò. Oltre all’intelligenza e al carattere autoritario di sua madre, aveva ereditato anche un altro aspetto. La volubilità. Suo padre Ron glielo ripeteva spesso. Rosie, come lui la chiamava affettuosamente, era tutta sua mamma. Probabilmente, aggiungeva di tanto in tanto scherzosamente, aveva solo qualcosa in più alla stimabile Hermione Jane Granger.
La particolare bellezza.
Certo, il parere di Ron Weasley apparteneva a quello di un padre totalmente innamorato e geloso di sua figlia. Ma la sua considerazione nettamente di parte, non era poi del tutto sbagliata. Questo perché la grifondoro in questione, appartenente ormai al sesto anno, attirava non solo per la fama del suo nome, ma anche per l’aspetto fisico. Occhi di un azzurro intenso, i lunghi capelli rossi con un biondo sfumato sulle punte e le gambe lunghe che si ritrovava, erano un attraente biglietto da visita. Per non parlare delle labbra rosse e carnose che, quando compievano un sorriso, mostravano dei denti perfetti, resi tali grazie all’aggeggio inficcatole in bocca da bambina dai suoi nonni babbani. Pelle bianca, ma liscia. Altra caratteristica che, secondo suo padre, aveva ereditato da sua madre.
D’altronde si sapeva che, stando al parere di Ron Weasley, Hermione Granger aveva una bella pelle.
Ma tornando alla questione “ giornata no”, se ne stava seduta, sotto un salice, con le gambe distese e coperte dal pantalone rosa della tuta, sul verde prato di primavera al di fuori della scuola. Pullulava di studenti quel mattino. C’era chi ciondolava, chi immergeva i piedi nel lago per rinfrescarli e chi nei paraggi partecipava al casino creato da suo fratello.
 
- Che combini da sola? –
 
Le parole improvvise di Albus la fecero sobbalzare per lo spavento. Si voltò di scatto, scontrandosi col sorriso gentile di suo cugino e i suoi intensi occhi verdi. Poi gli sorrise a sua volta.
 
- Osservo tuo cugino darsi alla pazza gioia – rispose con tono cinico, tornando a guardare Hugo intento a fare buffonate provocando le risa dei suoi compagni.
 
Albus fece una breve risata, accomodandosi al fianco di sua cugina e passandosi una mano tra i neri capelli, facendoli scompigliare più del dovuto.
 
- Lascialo divertire- commentò poi osservando la scenetta creata da suo cugino – Se ci intromettessimo, avremmo tutte le attenzioni per noi-
 
La smorfia sul viso delicato di Rose, provocò un’altra, ma fragorosa risata di Albus. Quest’ultimo sapeva che, quando sua cugina si svegliava con la luna storta, ci voleva pochissimo per provocarla. E la questione “ fama” era una di quelle poche cose.
 
- Oh andiamo Rosie – sbottò Albus dandole una leggera spallata – Cerca di guardare il lato positivo della cosa -
 
- Piuttosto – ribattè pronta la grifondoro – com’è andata ieri sera? –
 
Come spesso accadeva negli ultimi tempi, la streghetta passava da un argomento che le provocava fastidio, ad uno che le interessava maggiormente.
 
- Se intendi com’è andata quando sei tornato in Sala Comune e hai incontrato Scorpius- sbottò il ragazzo d’un fiato – ti dico che mi ha detto tutto –
 
Rose alzò gli occhi al cielo. Non poteva giocare sul ruolo di finta tonta che Albus arrivava subito al dunque. La conosceva bene. Forse fin troppo. Poteva captare i suoi pensieri e viceversa. D’altronde da bambini erano inseparabili. Non potevano passare ogni momento insieme a scuola, ma la loro intesa non svaniva mai. Non c’era niente che potesse separarli. Neanche il loro smistamento in case diverse aveva cambiato le cose. Questo perché, Albus Severus Potter, si era ritrovato a far parte della casata Serpeverde. Quante voci erano circolate su di lui. Il figlio maligno di Potter. Colui che avrebbe continuato la guerra di Voi Sapete Chi.
Bla Bla Bla.
Tutte frottole che si erano rivelate per quel che erano. Stupide ed insensate voci di corridoio. Come gli era stato riferito anni prima da suo padre, Albus aveva scelto la casa alla quale sarebbe stato smistato. Il suo secondo nome, Severus, apparteneva ad uno dei due presidi più coraggiosi che la scuola di magia avesse mai avuto. E lui ne andava fiero di questo. Andava fiero del fatto che, non era l’abito a fare il monaco. Voleva diventare quel ragazzo che andava contro le credenze di massa. Contro la tradizionalità. Contro i pareri. Col tempo, molti dovettero ricredersi a riguardo. Albus Potter tutto era, fuorché un essere spregevole, come la sua casa comporta. Tranquillo ed introverso, rispetto a James, si era dimostrato un ragazzo forse persino più umile di suo fratello, non montandosi la testa con la fama e la benevole posizione in cui si trovava. Destino volle, con grande rammarico di suo zio, che si ritrovasse nella stessa stanza con Scorpius Malfoy, primogenito dello storico nemico Draco Malfoy. Di conseguenza, tra i due, nacque una profonda amicizia. E fu proprio la loro intima conoscenza a spingere la bionda serpe tra le braccia del grifone rosso.
 
- E cosa pensi a riguardo?- chiese Rose, stringendo le gambe a sé e voltandosi per fissare con un’espressione seria e timorosa suo cugino.
 
Quest’ultimo fece spallucce, tornando ad osservare suo cugino in lontananza
- Non ha tutti i torti Rosie – disse – Non c’è niente di male -
 
La cugina alzò gli occhi al cielo sospirando forte e scuotendo il capo
 – Ovviamente sei dalla sua parte – commentò sarcastica.
 
Sul volto di Albus comparve un sorriso divertito
– No – ribattè – Sono dalla parte del giusto. Come sempre. –
 
Per un momento il silenzio si impose tra loro. Entrambi avevano gli occhi puntati su Hugo, che non aveva smesso un secondo di fare baldoria
 
- Certo che è curioso – cominciò improvvisamente Albus
 
La ragazza lo guardò interrogativa
- Solitamente – continuò l’altro – Sono le ragazze ad insistere tanto. Nel vostro caso è lui -
 
Sorridendo appena, Rose tornò a guardare nuovamente suo cugino che ricambiò il suo sguardo.
Egli alzò una mano per sistemarle una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
 
- Ma ti immagini mio padre?- sbottò d’un tratto la ragazza, lasciando spazio sul suo volto ad un’espressione quasi spaventata. Strinse maggiormente le gambe a sè – Andrebbe di matto se sapesse. E nonno Arthur? -
 
Albus rise immaginando per un momento il volto paonazzo di suo zio. Negli anni scene del genere in famiglia non erano mancate. Per non parlare di quando sua zia Hermione dava i numeri nel rimproverare marito e figli.
Come si faceva a prenderli sul serio? Una coppia così comica da far concorrenza ai nonni Arthur e Molly Weasley.
 
- Albus!- lo rimproverò Rose alzando di poco la voce e sgranando gli occhi dinanzi alla sua reazione – Me la sto facendo addosso e tu ridi? -
 
Un paio di studenti che passavano lì vicino,chiacchierando tra loro,si voltarono nella loro direzione, per poi tornare alle proprie cose e continuare il proprio percorso.
 
- Pardon – esclamò Albus alzando le mani in segno di resa – E’ solo che ho immaginato zio Ron e non ho potuto fare a meno -
 
- Certo- sbuffò la ragazza distendendo nuovamente le gambe – Ma dubito che riderai quando accadrà -
 
- Quando accadrà?- ripetè il cugino sorridendo con malizia – Quindi ti stai convincendo?-
 
Rose si grattò il capo mentre le sue guance si colorarono di poco. Il suo silenzio le procurò un’altra leggera spallata da parte del ragazzo.
 
La cugina si ricompose voltando di nuovo i suoi occhi verso di lui, cambiando totalmente espressione e assumendone un’altra. Quella da pettegola.
 
- Ma parliamo per un momento di te – cominciò sorridendo maliziosa e squadrandolo – Non devi dirmi niente?-
 
Albus spostò il suo sguardo verso il cielo limpido sorridendo di poco – A proposito di? – chiese come se non sapesse minimamente di cosa stessero parlando.
 
- Di qualche ragazza – affermò Rose non demordendo
 
- Hey Albus!- gridò in lontananza Hugo sventolando la mano – Vieni qui! -
 
Le persone che lo circondavano si voltarono incuriositi nella loro direzione. Qualcuno cominciò a gridare il suo nome, appoggiando la richiesta di Hugo.
 
- Mio cugino chiama – esclamò Albus alzandosi e salvandosi praticamente in calcio d’angolo
 
- Sfortuna sfacciata – commentò ironica Rose scuotendo il capo e non smettendo di sorridere.
 
Il cugino cominciò ad incamminarsi quando d’improvviso si voltò
- E comunque – disse – credo che dovresti parlare con una certa persona che in questo momento è nella Sala Grande –
E detto ciò si rivoltò completamente per raggiungere il cugino Hugo.
 
Rose sbattè più volte le palpebre perplessa osservando i due ragazzi circondati dalla massa di persone, prima di scattare all’ in piedi e procedere sulla via opposta. Man mano cominciò quasi a correre per raggiungere la Sala Grande. Diede una rapida occhiata all’orologio che batteva mezzogiorno sulla facciata della torre mentre attraversava il cortile. Salutando distrattamente qualche passante, procedeva svelta. Entrò nel castello, passò un paio di cortili e si fermò quando giunse dinanzi all’enorme sala dall’enormi porte in legno spalancate. Non era pienissima, tipica del sabato, dato che la maggior parte degli studenti preferiva approfittare del tempo libero al di fuori delle mura. A maggior ragione con una giornata come quella. Recuperando il fiato, il suo sguardo puntò verso il lungo tavolo dei Serpeverde, alla ricerca di una capigliatura dal colore biondo platino. Quando la notò il suo cuore ebbe un sussulto. Lentamente si avvicinò. Sentiva le gambe vittime di un formicolio. Strano. Perché si stava agitando tanto? Probabilmente, si rispose, era la classica azione nervosa dopo un brusco litigio. D’altronde non si erano parlati né visti dalla sera precedente. Alcune teste appartenenti alla casata delle serpi alzò lo sguardo su di lei distrattamente per poi tornare alle proprie cose. Si fermò poco distante dal suo interessato. I capelli tirati perfettamente all’indietro si chiudevano in una piccola coda che copriva a malapena la nuca. Le larghe spalle ricoperte da una camicia bianca, le cui maniche erano arrotolate sugli avambracci e le lunghe gambe coperte da un pantalone grigio scuro.Leggeva attentamente un articolo di Quidditch, lo sport che praticava da quando era al secondo anno,coprendo il ruolo di battitore. Al suo fianco, seduti poco distanti, due ragazzi,conoscenti tra l’altro del cugino Albus, chiacchieravano animamente tra loro. Uno si accorse di Rose alzando di poco lo sguardo e la salutò pronunciando il suo nome. Poi senza aspettare risposta, tornò a discutere con l’amico che annuiva come incantato da ciò che ascoltava. A sentire il nome di Rose, Scorpius alzò il capo interdetto. Poi si voltò, assumendo un’espressione dura nel rivederla. I suoi occhi grigi si scontrarono con quelli azzurri di lei. Nessuno dei due disse nulla. Quasi la ragazza si sentì a disagio nel suo pantalone della tuta e una semplice maglia nera di poco scollata. Scorpius osservava spesso i suoi modi di vestire quando non era costretta ad indossare l’uniforma. Era maledettamente geloso. Forse era questo suo, difetto o pregio che sia, ad insistere sulla questione di cui discutevano già da un po’. Ufficializzare la cosa anche con le famiglie sarebbe stato come marchiale in piena fronte che era di sua proprietà.
 
- Beh? -
 
La sua voce la fece sobbalzare. La osservava con un sopracciglio inarcato.
 
- Cosa?- ribattè lei, riacquistando poco alla volta il contegno.
 
- Ti sei data una calmata? – le chiese, portando una gamba dall’altra parte della panchina.
 
Rose sospirò alzando gli occhi al cielo ed incrociando le braccia al petto
 
- Albus mi ha detto che eri qui – rispose, non volendogli dare soddisfazione.
 
Scorpius fece una smorfia – Se non ci fosse lui a stimolarti – sussurrò scuotendo il capo come segno di disapprovazione.
 
La ragazza fece un altro sospiro. Più forte. Tanto da attirare l’attenzione dei due studenti poco distanti. Lievemente imbarazzata mormorò un “scusate”. I due le sorrisero e tornarono alle loro chiacchiere.
 
Scorpius si alzò afferrandole il braccio – Andiamo a parlare da un’altra parte –
 
Liberandosi dalla sua stretta con modi poco gentili, Rose allungò il passo, mentre l’altro la seguiva sbuffando silenziosamente. Sapeva essere molto scontrosa ed orgogliosa. Conosceva bene la sua persona. Fin dal primo anno era stato così. Solo il mattino successivo allo smistamento delle case, prima della lezione di Pozioni, le strinse la mano. Stava chiacchierando con Albus, il figlio del leggendario Harry Potter, tanto odiato in passato da suo padre, quando lei si avvicinò al loro banco. Salutò entusiasta il cugino schioccandogli un tenero bacio sulla guancia. Solo un momento dopo, Albus le presentò Scorpius e così tra i due nacque un’amicizia formale. La sua attrazione verso la ragazza cominciò al quarto anno. Esattamente dopo le vacanze natalizie. A distanza di poco più di un mese, la trovò diversa. Più donna. Probabilmente, stando secondo le opinioni della sua ragazza, era stato il “salto di qualità”che ogni donna nella vita deve aspettarsi, avvenuto proprio in quel periodo, a testimoniare il cambiamento che il suo corpo stava subendo. Un corpo che, con il susseguirsi degli eventi, non era più indifferente agli occhi del serpeverde. Aveva avuto delle ragazze. E non poche. Ma Rose divenne una fissazione. E dal fisico, fu vittima, poi, del suo cervello. Era intelligente, così tanto da superarlo in tutti i test.Cominciò a corteggiarla sfacciatamente, dopo aver ottenuto il consenso del suo migliore amico. La scortava fino al banco quando avevano lezioni in comune, interveniva quando parlava con un ragazzo. Per non parlare dei baci rubati e degli schiaffi ricevuti.Ci volle un po’. Ma alla fine lei aveva ceduto. A metà del quinto anno avevano cominciato a frequentarsi, finchè non divennero una coppia a tutti gli effetti. Tuttavia la loro separazione per le vacanze estive, in cui Scorpius riuscì a vederla a malapena, creò nella relazione dei disagi. Risolti con l’inizio del sesto anno. Ma anche quest’ultimo stava giungendo al termine e lui non avrebbe voluto un’altra estate lontano dalla sua ragazza. Per tale motivo, una settimana prima, le aveva proposto di presentarsi alle famiglie.
 
- Mi presenti i tuoi?-
 
Se n’era uscito con tale richiesta e da allora i litigi cominciarono ad essere frequenti.Egli ne aveva già parlato con suo padre che, a differenza del nonno, sembrò accettare la cosa. Certo, non faceva i salti di gioia, ma rispettava la scelta del figlio. Rose, invece, non aveva nemmeno provato a parlarne con sua madre. E la cosa lo aveva mandato su tutte le furie.  
Usciti dal castello, arrivarono in un punto piuttosto isolato sulle rive del lago. In lontananza potevano osservare gli studenti microscopici che ciondolavano sul prato. Di Hugo e Albus nemmeno l’ombra.
 
- Se continui a camminare arriveremo a Londra a piedi – commentò sarcastico Scorpius fermandosi e infilando le mani nelle tasche del pantalone.
 
Rose sbuffò e si voltò a guardarlo incrociando le braccia al petto. – Va bene qui allora – affermò.
 
- Cosa hai da dirmi? – la incalzò immediatamente il ragazzo osservandola serio.
 
La grinfondoro sospirò – Secondo Albus non hai tutti i torti – disse
 
Scorpius sorrise ironico – Lui si che ha cervello –
 
Ma lo sguardo di rimprovero di Rose gli fece togliere il sorriso dalla faccia.
 
- Parlando con lui ho ripensato alla cosa – continuò lei – Posso solo dirti che ci penserò su. -
 
Il serpeverde inarcò un sopracciglio – Quindi sei venuta fino in Sala Grande per dirmi che ci avresti pensato? – le chiese scettico.
 
Ancora una volta la grifondoro non demordeva. Ma quanto lavoro avrebbe dovuto ancora svolgere con lei? Era una sfida continua. E forse era proprio questo che lo teneva inchiodato. Il suo non essere così “ovvia”.
 
- Oh andiamo Scorpius!- esclamò Rose passandosi una mano tra i lunghi capelli rossi e mordendosi il labbro inferiore – Non puoi accontentarti di questo per ora? -
 
Scorpius sbuffò – No- ribattè netto
 
Rose incrociò nuovamente le braccia al petto guardandolo come un bambino che faceva i capricci
- Inaccontentabile – disse
 
Il ragazzo scosse il capo – Non mi accontenti mai – affermò.
 
La grinfondoro spalancò la bocca per lo stupore – Cosa? – esclamò alzando il tono della voce – Ma se non faccio che assecondarti! –
 
- Tipo quando? – chiese scettico Scorpius, liberando la mano sinistra dalla tasca per sistemarsi una ribella ciocca bionda dietro l’orecchio
 
- Quando ci siamo dati da fare in biblioteca – rispose soddisfatta Rose tirando su col naso con fare snob.
 
Il serpeverde si lasciò andare ad una breve risata – Le cose si fanno in due – ribattè – E poi parli come se mi avessi fatto un favore –
Si avvicinò accostando le sua labbra all’orecchio della ragazza, circondandole la vita col braccio sinistro per attirarla a sé – Se non ricordo male – le sussurrò – Ho dovuto tapparti la bocca con la mano per non farti urlare –
 
Le guance di Rose per poco non diventarono dello stesso colore dei suoi capelli. Gli diede uno spintone posando entrambe le mani sul suo petto gonfio, ma quello non si spostò di un millimetro, mentre si lasciava andare ad una fragorosa risata.
 
- Sta di fatto che è nato tutto per un tuo capriccio – esclamò quella cercando di ricomporsi dal forte imbarazzo. – E anche questa cosa delle presentazioni lo è -
 
Scorpius scosse il capo, tornando serio – Ti sbagli – ribattè.
 
Tra loro calò il silenzio. Per almeno qualche minuto si sentirono solo i rumori provenienti dal lago e qualche risata da parte di qualche studente distante di lì. Il sospiro di Rose spezzò il momento di pausa
 
- Senti ti prometto che ci penserò. Non me la sento di fare questo passo. Dammi almeno tempo per pensarci – disse osservandosi i piedi e tornando ad incrociare le braccia al petto.
 
Scorpius sbuffò – Rose l’anno sta per finire – esclamò leggermente nervoso – Quanto tempo credi di avere a disposizione? Non voglio passare un’altra estate come quella scorsa!-
 
Lei alzò lo sguardo, osservandolo infastidita – Ma credi che io voglia starti lontana? – sbottò rialzando la voce – Credi che sia facile per me parlare ai miei di questa relazione? Se mio padre la prima volta che ti vide mi consigliò calorosamente di non sposare un Purosangue!-
 
- Che cosa? – chiese il ragazzo totalmente sorpreso
 
Rose si portò una mano davanti alla bocca, spalancando gli occhi per ciò che aveva appena svelato.
Se solo avesse saputo che l’aveva incoraggiata anche a batterlo nei test…
 
- Che razza di storia è questa? – chiese ancora Scorpius guardandola allibito – Non puoi sposare un Purosangue? Ma nemmeno in casa mia si fanno più discorsi del genere! –
 
Che la famiglia Malfoy si fosse mentalmente evoluta? Probabilmente il vecchio e “caro” Malfoy aveva dato al figlio la legittima libertà di pensiero. Data la sua “non reazione” dinanzi alla frequentazione di Scorpius.
 
- Il punto è questo – continuò lei tentando di arrampicarsi sugli specchi e ricomponendosi – E’ un passo importante e dobbiamo andarci cauti -
 
- Il punto è che credo che tu possa benissimo sposare un Purosangue – esclamò Scorpius scuotendo il capo ed incrociando le braccia al petto – Ovviamente sto parlando di me -
 
Le guance di Rose si colorarono nuovamente. Sbuffò e gli diede le spalle allontanandosi, ponendosi più vicina alla riva, dritta, con lo sguardo rivolto al lago e infilando le mani nelle tasche della tuta. Scorpius sospirò, avvicinandosi ed abbracciandola da dietro.
 
- Perché tanta paura? – le chiese cauto, fissando un punto vuoto in direzione del lago.
 
- Perché si!- rispose stizzita lei
 
Dopo un altro sospiro, la fece voltare, osservandola poi bene negli occhi e accarezzandole una ciocca di capelli.
 
- Pensaci – le disse serio – Non ti metterò altra pressione -
 
Lentamente, le labbra di Rose si allungarono in un sorriso, mostrando i denti bianchi e dritti – Davvero? – gli chiese, circondandogli il collo con le braccia.
 
Scorpius annuì sorridendo appena – Davvero-
 
 Rose si alzò sulle punte e lo baciò, ricambiata subito dopo.
Quando il bacio si sciolse, sul volto di entrambi vi era stampato un sorriso
 
- Odio litigare – disse lei posando la testa sul suo petto e chiudendo gli occhi per respirare con intensità il profumo di lui – Stamattina dal nervoso non ho neanche fatto colazione -
 
Scorpius poggiò il mento sul suo capo – Che ne dici se andiamo a pranzo? -
 
La grinfondoro annuì. Sciolse l’abbraccio e lo prese per mano, mentre a passo lento cominciarono ad avviarsi verso il castello.
 
- Weasley?- la richiamò Scorpius.
 
Rose si voltò a guardarlo, mentre continuavano a camminare – Mh?-
 
- E se facessimo prima un salto in biblioteca?-
 
- SCORPIUS!-
 
 
** Fine**
 
 
 
Salve a tutti! E’ la prima volta che scrivo in ambito “potteriano”. Era da un po’ che ci pensavo e così, finalmente, mi sono lanciata per scrivere questa one- shot che spero sia stata di vostro gradimento. Probabilmente non rispecchierà la fantasia che alcuni di voi hanno, ma mi auguro che abbiate trovato un pizzico di piacere nel leggerla. Ho semplicemente voluto descrivere come mi immagino la vita della nuova generazione ed in particolar modo di una coppia che amo. Un bacio
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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