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Autore: Vanisher    18/09/2015    2 recensioni
(Dal capitolo 3)
- Dopotutto, è impossibile dimenticare una persona dall'oggi al domani. Sopratutto se quella persona è Tom Kaulitz -
Le sue parole sono maledettamente vere quanto dolorose.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CHE IL FEEL IT ALL TOUR ABBIA INIZIO!





- Sveglia, Madame Kaulitz, sveglia! -
La squillante voce di David Jost interrompe il mio sonno, e a fatica trattengo l'impulso di lanciargli il cuscino dritto in faccia e di zittirlo in modo poco fine. Infilo la testa sotto il cuscino, alla ricerca di buio e silenzio per continuare a dormire, ma David non si arrende e mi strappa il cuscino da sopra la testa, allontanandolo in modo che io non possa più riprenderlo.
- Lasciami dormire, David! - mormoro, tentando di rifugiarmi nel caldo tepore sotto le coperte, la voce impastata dal sonno. 
David parla attraverso un piccolo e mal funzionante megafono - Purtroppo non posso farlo, Madame : oggi è il grande giorno, si parte per il FIATour! -. L'uomo, dalle energie inesauribili e dall'umore contagioso, comincia a cantare il ritornello di Feel It All a squarciagola. Strappandomi anche le coperte da dosso e lasciandomi senza niente sotto al quale rifugiarmi, mi incita a cantare con lui.
- Into the sunrise, falling away now, falling away and we feel it all! Canta con me, Madame Kaulitz! - gracchia attraverso il megafono fischiante.
Sbadigliando, decido finalmente di alzarmi. David continua imperterrito nella sua performance mentre mi consegna felpa e maglia nera del tour, con la scritta bianca "STAFF" stampata a caratteri cubitali sulla schiena di entrambi gli indumenti.
- Ma io non faccio parte dello staff -
- E' per precauzione - David interrompe la sua esibizione - Gli uomini della sicurezza delle varie città potrebbero scambiarti per una semplice fan, quindi è meglio che li indossi durante i concerti e i vari eventi. Dopotutto, non tutti sanno chi è la ragazza di Tom Kaulitz -
David mi ammicca maliziosamente prima di riprendere a cantare a pieni polmoni, utilizzando il megafono rotto come microfono. Come manager dei Tokio Hotel svolge un lavoro impeccabile, ma come cantate lascia parecchio a desiderare.
- Ti voglio pronta tra cinque minuti! -
- E la colazione? - protesto, portandomi una mano allo stomaco brontolante.
- Se ti fossi svegliata prima, avresti avuto il tempo per farla -
- Sei stati tu a svegliarmi adesso! - gli ricordo, ma il manager esce dalla mia stanza chiudendosi la porta alle spalle per permettermi una maggiore privacy mentre mi cambio. Sento il suo concerto continuare anche al piano inferiore.
Ancora assonnata, indosso un paio di jeans e la maglietta e la felpa che mi sono state consegnate. Mi pettino i capelli e li raccolgo in una morbida coda di cavallo, abbastanza alta da lasciare il collo scoperto.
Con un sorriso ricordo qualche settimana prima, quando avevo letteralmente supplicato David in ginocchio per avere il permesso di venire in tour con i Tokio Hotel, non riuscendo a sopportare il pensiero di restare lontana dal mio ragazzo Tom per così tanto tempo. Il manager alla fine fu costretto ad acconsentire ed accontentarmi, ma solo dopo che Tom ebbe minacciato di abbandonare la band e di conseguenza non prendere parte al FIATour. E tutti sappiamo che perdere Tom equivale a perdere milioni di ragazzine urlanti che vengono ai concerti soltanto per vederlo suonare la chitarra. 
Tra uno sbadiglio e l'altro scendo al piano inferiore, trascinando il mio trolley e non preoccupandomi di alzarlo per le scale e quindi provocando abbastanza rumore da sovrastare il concerto ancora in corso di David.
- Boy better run, boy better run, run, run! Girl got a gun, girl got a gun, bang bang! - l'iperattivo manager conclude un'altra raccapricciante esibizione. Non ha proprio intenzione di abbandonare quel maledetto megafono.
- Ora che sono qui la smetti di cantare? - imploro sedendomi sul mio trolley ed osservando David che, in mezzo al soggiorno, ha finito un'altra esibizione mal riuscita. 
- Non la smetterà finché non ci saremo tutti - sospira Gustav, seduto sul divano davanti al televisore acceso su una televendita di gioielli. Sembra essere parecchio interessato al programma, perché non stacca nemmeno per un secondo gli occhi dallo schermo. Non sembra essere particolarmente infastidito dal proprio manager, beato lui.
- We are the kings and queens of suburbia! - David conferma quanto appena detto da Gustav - Somewhere in time, we don't know where we are, come on! We are who we are, come on! -
Esasperata, prego con tutta me stessa che le restanti tre stelle della musica si sbrighino a prepararsi, o potrei spaccare il megafono sulla testa dura del loro manager. Prospettiva allettante, ma devo trattenermi, o addio al tour.
Uno sbadigliante Georg fa il suo ingresso, portando la sua valigia con una mano sola senza fare il minimo sforzo. Mi sorride, avvicinandosi a me per salutarmi. Adoro Georg, siamo sempre sulla stessa lunghezza d'onda e la pensiamo allo stesso modo praticamente su tutto. Così dolce e sensibile, riesce sempre a trovare parole di conforto che possano risollevarmi il morale.
- Buongiorno, Rebecca - il bassista mi circonda le spalle col braccio libero in un abbraccio, posandomi un leggero bacio sulla fronte coperta dalla frangetta. 
- Buongiorno - ricambio l'abbraccio, contenta di poter condividere la mia esasperazione con qualcuno che non sia troppi impegnato col televisore. 
- Sono l'ultimo? - Georg abbandona la sua valigia accanto al mio trolley.
- No, sei il terzo - rispondo, mentre David attacca di nuovo col ritornello di King Of Suburbia, con un'energia pari a quella di un'intero esercito - A dire il vero pensavo di essere io l'ultima, dato che David non mi ha concesso nemmeno il tempo per fare colazione -
- Non l'ha concesso a nessuno, se la cosa ti può consolare -
- Dovrebbe essere contro la legge, impedire la colazione ad un essere umano -
- Sono pienamente d'accordo, si tratta di crudeltà pura -. Io e il mio amico scoppiamo a ridere per qualche istante, prima che Georg torni improvvisamente serio - Hai chiarito con Tom? -
Torno anche io seria, scuotendo ripetutamente il capo. Esito qualche istante, boccheggiando un paio di volte, insicura su cosa rispondere - Immagino non ci sia niente da chiarire, per lui -
Intarprendere una relazione con Tom Kaulitz è davvero faticoso. Quando lo conosci ti accorgi che, nonostante le apparenze e nonostante voglia dar l'impressione di essere un duro privo di sentimenti, è una delle persone più ragionevoli e fragili di questo pianeta. Ci ho messo parecchio tempo per abbattere le sue mura difensive e a vedere il ragazzo semplice e dolce che tiene ben nascosto dentro sé stesso e non libera mai con nessuno. Dopo aver abbattuto queste mura, ho cercato di far capire a Tom che io ero quella persona con cui lui poteva essere il ragazzo semplice e dolce che era davvero, senza paura di essere giudicato o abbandonato. 
Un anno e mezzo fa ci siamo messi insieme. Un giorno indimenticabile, il più bello della mia vita. Nella mia relazione con Tom ci sono sempre stati degli alti, molto alti, e bassi, molto bassi. Litighiamo la mattina, ci baciamo il pomeriggio, ci tiriamo piatti e posate la sera per poi far sesso di notte. Un rapporto controverso e particolare, ma estremamente vero, e per quanto mi riguarda appagante. 
Tre giorni fa abbiamo avuto l'ennesimo litigio, per una scemenza poi. Pensavo che le cose si sarebbero risolte come le altre volte, che dopo qualche ora avremmo ripreso a comportarci come se non fosse successo mai nulla. Invece non è stato così. Da tre giorni non ci parliamo, non ci baciamo, non facciamo sesso. 
- Ti deve una spiegazione, invece! - insiste Georg, trascinandomi nuovamente alla realtà. Si è seduto sulla propria valigia, e adesso siamo alla stessa altezza. La sua mano è posata sul ginocchio, lo stringe delicatamente, come per infondermi quella forza che mi manca e che mi permetterebbe di affrontare questa anomala situazione - Non può comportarsi così, è scorretto ... -
- Se devo essere sincero, Reb, mi chiedo perché tu continui a stare con uno come Tom - Gustav appare improvvisamente alle mie spalle, facendomi sobbalzare dallo spavento. Gli occhi chiari sono severi e duri, come quelli di un professore esigente costretto ad affrontare un'alunna particolarmente svogliata. In tutta risposta sospiro, e torno a dargli le spalle.
Già, perché sto con uno come Tom?
Georg alza un sopracciglio, squadrando l'amico batterista - Ora capisco perché non hai una ragazza, Gus -
In sottofondo, David continua a cantare, imperterrito - No I'll never let you down, down. No I'll never let you down, again! Headphones, headphones, stereo in my ear ... -
- PORCA TROIA, DAVID, DACCI UN TAGLIO! -
Tom impreca sonoramente prima di entrare in soggiorno. Trattengo il respiro, come sempre quando vedo Tom. E' una reazione del tutto involontaria, come se ogni volta il mio cuore non fosse pronto a vedere la ragione del proprio battito. 
Il mio ragazzo indossa il solito cappello da basket calato sulla fronte, e i pantaloni troppo larghi lasciano intravedere una notevole porzione di boxer. Distolgo lo sguardo da quel particolare, cercando di non soffermarmici troppo.
- Dimenticavo quanto potessi essere suscettibile appena sveglio, Tom - Gustav trattiene a fatica una risata, mentre il diretto interessato lo ignora ed attraversa il soggiorno trascinando il suo trolley e parcheggiandolo accanto al divano, dove si stravacca comodamente. Tom accende il televisore, storcendo il naso quando lo trova sintonizzato sul canale delle televendite.
- Dov'è Bill? - gli chiede David, allontanando per qualche istante il megafono dalle labbra.
Il chitarrista cambia canale - E io che ne so? -
- Molto bene, allora riprenderò a cantare - il manager si schiarisce la gola prima di riportare per l'ennesima volta il megafono alla bocca e tornare a cantare la sua versione di Never Let You Down. 
Tom sospira, e i suoi occhi incontrano i miei. Amo i suoi occhi. Così grandi da potertici perdere dentro, ma allo stesso tempo talmente impenetrabili da non riuscire mai a guardare troppo in profondità. Al contrario, sarebbero capaci di rivoltare la tua anima come un guanto.
Perché lo amo. Ecco perché.
Sono talmente presa da quel mare color gocciola che non mi accorgo che Georg mi sta scuotendo una spalla, lentamente. 
- Reb, stai bene? -
- Si, alla grande -
- Buongiorno a tutti! - Bill finalmente appare, vestito con un completo nero ed oro e con degli occhiali da sole talmente grandi da farlo sembrare una mosca. Adoro il lato stravagante di Bill, così come adoro Bill in sé. 
- Alleluia! - suo fratello alza gli occhi al cielo, ringraziando non so quale Dio.
- Ci siamo tutti adesso? - David smette finalmente di cantare, ha il fiatone per tutte le canzoni stonate cantate a squarciagola fino ad adesso. 
Mentre David cerca di riprendere fiato, Bill mi si avvicina e mi abbraccia, i suoi abbracci sono così simili a quelli di Tom. Con la differenza che Bill è molto affettuoso nei suoi abbracci, mentre il suo fratello gemello rimane sempre un po' distaccato.
- Come sta la mia cognatina preferita? - mi domanda premurosamente Bill. Ormai per lui sono "cognatina", così come per David sono diventata "Madame Kaulitz" nel momento stesso in cui mi sono messa con Tom. I soprannomi vanno di moda, ultimamente?
- Assonnata, a dirla tutta -
Bill scoppia a ridere - Come ti capisco, David ci ha buttati tutti giù dal letto con le sue doti di cantante mancato! -
- Avrei preferito essere svegliata in altro modo ... - confesso, con la coda dell'occhio riesco a cogliere Tom che mi guarda. Lo sento ghignare leggermente, evidentemente ha capito cosa intendo dire. 
- Va bene, gente, tutti qui! - David batte un paio di volte le mani per attirare l'attenzione di tutti noi, che ci riuniamo attorno a lui. Afferro il braccio di Georg mentre Bill si allontana per raggiungere suo fratello, e il mio migliore amico mi rivolge un sorriso incoraggiante. Aumento la presa sul suo braccio, posando il mento sulla sua spalla muscolosa. Ho bisogno del contatto di qualcuno a cui voglio terribilmente bene.
- Ci siamo, il grande momento è arrivato! - David sembra essere più elettrizzato di tutti noi messi insieme - Che il Feel It All Tour abbia inizio! -






Eccoci qui! Allora, premettendo che ho lavorato davvero tanto a questo primo capitolo, quindi ci terrei a sapere se è venuto bene.
La storia, come avrete capito, è ambientata durante il Feel It All Tour, ma le vicende narrate sono totalmente inventate da me, anche se alcune ho intenzione di prenderle dal Tour originale e dalla Tokio Hotel TV.
Mi dispiace che questo primo capitolo sia corto, ma diciamo che fa un po' da introduzione al tutto. Cosa ne pensate? Se pensate ci siano cose che devo migliorare o aggiungere, ditemelo.
Un bacio,
Lena
   
 
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