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Autore: Soleil Jones    18/09/2015    1 recensioni
[...] « È una questione di priorità. » spiegò con risolutezza la castana, ignorando bellamente il commento della scienziata. « Le prime due volte sono risultata Testurbante Tassorosso e Corvonero, le altre due una Tassorosso e l'altra Serpeverde. No, dico io, Serpeverde! La cosa non è ammissibile. Voglio dire: tu non vorresti essere sicura di qual è la Casa a cui appartieni? » le spiegò.
Ed era anche seria; per lei era inconcepibile vivere con un simile dubbio! [...]
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Missing Moment / Slice of Life assolutamente senza pretese che vede protagoniste Jane Foster e una delle tante conseguenze dell'avere a che fare con una Potterhead come Darcy Lewis, la sua stagista/assistente.
Essendo questa la prima volta che scrivo su questo fandom e che, quindi, tratto i personaggi sopracitati, spero di non aver combinato un macello.
Buona lettura,
Soleil
Genere: Comico, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Darcy Lewis, Jane Foster
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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AVVISO: Questa fanfiction non ha un'ambientazione precisa, ovvero non è collocata in nessun periodo particolare, rispetto ai film. Siate liberi di interpretarla come meglio credete. 
Spero vi piaccia e che, almeno, sia decente.

 
 

; ; Ɗarcy & ℐane ; ; 

 Questione di priorità 


 

« Darcy, credo di aver lasciato qui de– Che stai facendo? »
La scena che si presentò a Jane Foster fu la seguente: la cucina completamente sottosopra, più simile a un campo di battaglia che ad altro a causa di uno dei suoi sudati tentativi di affidare alla sua stagista un semplice compito quale cucinare qualcosa di commestibile e la suddetta seduta sul piano di lavoro con il suo nuovo cellulare in una mano e un cucchiaio di legno nell'altra, con il quale mescolava distrattamente il contenuto della pentola.

Cos'avrebbe dovuto essere, tra l'altro, pasta?
Tutto ciò che ottenne in risposta fu un accennato: « Sto cuocendo i maccheroni. Oh, aspetta, ho sbagliato: è riso, giusto! » , a riprova del fatto che no: non avrebbe potuto commettere sbaglio peggiore dell'affidare a Darcy il semplice compito di preparare il pranzo.
« Se lo mescoli così si attaccherà tutto al fondo della pentola, Darcy. »
« Non è meglio? Così non avremo bisogno dei piatti! E quindi meno roba da lavare dopo! » rispose con nochalance la castana, poggiando il cucchiaio su un piatto affianco a lei. Jane si domandò se scherzasse; la sua stagista era così... sé stessa, alle volte, che comprenderla da difficile che era diventava impossibile.
« E intanto mi registro su Pottermore. » aggiunse, dondolando le gambe snelle fasciate dai jeans, sporchi di... qualsiasi cosa fosse proveniva dalla dispensa.
« Ma non eri già registrata a quel sito? » domandò Jane, perplessa. Arrischiarsi in una conversazione seria – nei limiti del possibile – con Darcy non era sempre la scelta migliore, ma dopo tutto la Foster era una scienziata; peccava di curiosità, e forse era per questo che di tanto in tanto provava a entrare nell'ottica di quella che più che una forma di vita un po' stravagante considerava un piccolo alieno iperattivo pronto a distruggere tutto ciò che entrava nel suo raggio visivo.
Darcy la guardò come se la vedesse per la prima volta. « Jane, Jane, Jane... »
« Grazie per avermi ricordato come mi chiamo. »
« È una questione di priorità. » spiegò con risolutezza la castana, ignorando bellamente il commento della scienziata. « Le prime due volte sono risultata Testurbante Tassorosso e Corvonero, le altre due una Tassorosso e l'altra Serpeverde. No, dico io, Serpeverde! La cosa non è ammissibile. Voglio dire: tu non vorresti essere sicura di qual è la Casa a cui appartieni? » le spiegò.
Ed era anche seria; per lei era inconcepibile vivere con un simile dubbio!
Se si fosse trattato di una situazione come quella di Percy Jackson, il quale aveva solo da aspettare di essere riconosciuto dal proprio padre–barra–divinità–genitrice, non ci sarebbero stati problemi: sarebbe rimasta un'Indeterminata aspettando con eccitazione il momento propizio e avrebbe fantasticato e ipotizzato su chi fosse colui o colei che aveva contribuito a darle la vita.
Ma invece no, non dipendeva dai tempi decisionali di un Dio, ma da un server che si spacciava per Cappello Parlante Sputa Sentenze!
« Corvonero, dici? » bofonchiò attonita Jane, alzando un sopracciglio e immaginando quella calamità umana barra stagista intenta a bisticciare con il corvo posto all'ingresso del Dormitorio degli appartenenti alla Casa di Rowena e confrontando poi l'immagine con la persona che aveva davanti.
« Avevi bisogno di qualcosa? » domandò distrattamente Darcy. Al che Jane ricordò perché era accorsa in cucina: strano a dirsi, ma giacché il disordine era il suo concetto di ordine e organizzazione, si era accorta di aver lasciato delle provette in cucina.
« Hai visto delle provette? »
« Mh — mh. » mormorò con vigore la castana, alzando gli occhi chiari su di lei e chiedendole a bruciapelo: « Secondo te, se sentissi uno strano rumore proveniente da un vicolo cosa farei? Scapperei, andrei a controllare o cosa? »
« Useresti a sproposito il taser contro il primo malcapitato. » rispose prontamente Jane, frugando in ogni angolo di cucina. « Ah, cavoli! Ma dove sono?! »
« Ora ti aiuto a cercarle, le ho viste in giro. Un secondo e— Ehi, Jane! » Pimpante, la stagista saltò giù dal piano cottura e si sporse sulla pentola fumante. « Il riso sta venendo bene! Credo, sper– Oh, ma andiamo! »
« Cosa c'è? »
Darcy, indignata, tese il braccio destro e mostrò a Jane la schermata del suo telefono, la quale presentava il verdetto del suo Smistamento virtuale.
« Grifondoro. » commentò semplicemente la scienziata, per poi tornare a cercare le sue benedette provette. « Il riso fuma troppo, Darcy. » aggiunse, arricciando il naso.
« Lo dico anch'io: Grifondoro—?! Ma se me la sono quasi fatta sotto quando ho visto American Horror Story! » sbottò confusa la castana, spegnendo in un gesto secco il fornello e allungando una mano alla cieca, alla ricerca del sale.
Perché ci voleva il sale, giusto? — Non giudicate, eh, doveva laurearsi in scienze politiche, non in economia domestica!
Che poi di per sé Darcy sapesse cucinare, se non si distraeva, era un'altra storia.
Agguantò la prima cosa di vetro che sentì contro i suoi polpastrelli e, alzando lo sguardo su Jane « Non le hai trovate? » , la vide guardarla e sgranare gli occhi.
« DARCY, FERMATI! »
Nello stesso istante in cui l'ampolla di vetro che aveva creduto essere il contenitore del sale le sfuggì di mano per lo spavento, finendo in pentola, una grande esplosione atterrì ancor di più la giovane stagista, che cacciò un urlo e in un solo balzo quasi finì addosso all'amica.
Entrambe le giovani guardarono con la bocca spalancata e il viso impallidito il piano cottura cadere a pezzi mezzo carbonizzato, un fuocherello divampare su quel che ne rimaneva e l'acqua delle tubature del lavello schizzare per aria.
Almeno il muro di dietro e il resto del mobile erano solo un pelino bruciacchiati — c'era da dire.
Darcy boccheggiò qualcosa e, prima che una furia cieca le si avventasse addosso ponendo fine alla sua giovane vita, esordì: « Che ne dici di un Take Away? »
Se Jane fosse stata Albus Silente – si disse – non avrebbe mai e poi mai neanche preso in considerazione l'idea di permettere a una persona come Darcy Lewis di mettere piede a Hogwarts.
A meno che non avesse rivisto le sue priorità.

  
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