Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Ricorda la storia  |       
Autore: Regina_di_picche    19/09/2015    1 recensioni
Precedentemente pubblicata come "Ice eyes" riscritta e ripubblicata, con le mie più sentite scuse per i lettori.
Yukiko è un'avventuriera, che ha dovuto lasciar congelare il proprio cuore per portare a termine la missione tramandatagli da quella famiglia che a quindici anni l'ha costretta a partire alla ricerca dello Shido.
Questa è la storia di come abbia riscoperto i valori dell'amicizia, della famiglia e dell'amore. Tutto grazie ad uno "stupido pirata ladro" e ad una ciurma di pirati incredibili.
Tutto raccontato con un mix di romanticismo, avventura e comicità, senza dimenticare i momenti drammatici.
(Spoiler degli avvenimenti di Marineford)
Dal 3° capitolo:
-Sono venuta per riprendermi la mappa che lui- disse indicando Ace -mi ha rubato!-
-Io non ti ho rubato proprio niente! Ti ho lasciato del denaro in cambio.-
-E in che modo ti era sembrato che io fossi d'accordo?-
-Non hai opposto resistenza- il sorriso strafottente che il moro aveva mostrato, si spense subito all'occhiata omicida che Yukiko gli aveva lanciato.
-Come avrei potuto? Mi hai gettato in mare!-
-Non è stata colpa mia! Sei inciampata!-
-Per liberarmi dalla tua stretta! E poi avresti potuto aiutarmi. Quale uomo non aiuterebbe una donna in difficoltà?!
Genere: Avventura, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Marco, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Satch
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“Salve, vi rubo davvero pochi attimi, per dare alcune rapide informazioni sulla storia.
Per prima cosa, come già specificato, ho già pubblicato la storia, ma dal momento che non mi soddisfaceva ho preferito cancellarla e riscriverla da capo, modificando alcuni elementi. Soprattutto, se alcuni di voi mi seguivano, sapranno che non aggiornavo da secoli. Il motivo è che avevo fatto prendere alla storia una piega che non mi piaceva, quindi ho preferito cambiare alcune cose e continuare a scrivere, anche per offrirvi una storia migliore.


Il secondo e ultimo punto, poi vi lascio alla lettura, è che la storia di per se è già finita.
Esatto, non credo servirà a farmi perdonare per il precedente ritmo di aggiornamento, fatto sta’ che per voi sarà  un sollievo sapere che ho già scritto tutta la storia e che per questo la pubblicazione sarà almeno una volta a settimana, se non di più.
La frequenza dipenderà esclusivamente dal tempo di revisione e dal trovare un attimo per postare il nuovo capitolo.
Buona lettura, la Regina di Picche.”

 
 
 
 
Il Diario delle favole e Lo stupido pirata ladro
 
 




Il sole di mezzogiorno stava lentamente cominciando la sua discesa nel cielo e la ragazza non aveva ancora trovato ciò per cui era sbarcata sull'isola.
Vagava da ore alla ricerca di una bettola sconosciuta, a quanto pareva, a tutti gli isolani e cominciava a perdere la speranza, quando infondo ad una stretta scalinata, fra due edifici, intravide l'insegna per cui aveva tanto penato.
Incredula si lanciò di corsa giù per le scale e, raggiunto un ingresso un tempo dipinto di rosso, tirò un sospiro di sollievo nel trovarlo aperto.
Il locale, piccolo e male illuminato, era pregno di un forte odore di birra e sudore, per il quale la ragazza non riuscì a reprimere del tutto una smorfia disgustata.
Dopo aver gettato un'occhiata veloce alla sala vuota, si concentrò sul banco opaco e dall'aria appiccicaticcia, dietro il quale un ometto minuto, con dei sottili capelli scuri appiccicati al cranio e un paio di occhietti furbi e scattanti della medesima tonalità, la stava fissando.
-Cosa cercate?-
Con calma la ragazza si avvicinò al bancone, posando su di esso una moneta lucida.
-Un tesoro. Mi è stato detto che qui potrò trovarlo.-
-Ti hanno detto bene.-
La ragazza osservò l'ometto spostare, contro ogni aspettativa, un mobile di legno e aprire una porticina, quasi invisibile che i due oltrepassarono subito dopo.
-Come puoi vedere qui puoi trovare moltissimi oggetti rari. Guarda pure!-
E mentre l'uomo si perdeva ad elogiare prima questo poi quell'altro tesoro, la ragazza si guardava intorno, osservando come, in quella piccola stanza rettangolare fossero tenuti ammassati oggetti di ogni tipo e valore. Da gioielli preziosissimi custoditi in forzieri pregiati, ad una serie di tele accatastate a ridosso di una parete.
-In realtà cerco un oggetto in particolare- disse la ragazza attirando l'attenzione dell'uomo.
 -Sto cercando il Diario di bordo del capitano Wood. Mi hanno detto che avrei potuto trovarlo qui.-
Nonostante la serietà nelle parole della giovane, il contrabbandiere scoppiò in una grossa risata.
-Ma che storia! L'isola di Wood è solo una favola per mocciosi, ancora attaccati alle poppe della madre!- La ragazza si era aspettata una reazione del genere, ma sapeva come far illuminare gli occhietti acquosi dell’uomo.
-E lo sarebbe ancora se avessi un'ottima merce di scambio?- chiese risoluta la giovane, fissando l'ometto, subito più serio.
-Chissà...-
-Questo vale quanto il diario?-
La ragazza tirò fuori dalla propria borsa un oggetto avvolto nella stoffa, che fece spalancare gli occhi al contrabbandiere.
-È una marinite azzurra adulta e.... pura! Come l'hai avuta?! Si trovano solo...-
-Viene direttamente dalle miniere marine dell'isola Kozan.-
Al volto sorpreso e sbalordito dell'uomo, la ragazza sorrise appena, prima di riprendersi quel piccolo tesoro, con un movimento rapido.
-Allora, il diario delle favole per questa. Ci stai?-
L'omino fece scorrere più volte lo sguardo dalla figura della ragazza all'oggetto che teneva in mano, prima di cedere con un segno d'assenso e dirigersi verso una parete. Dopo aver ruotato alcuni mattoni, questi si spostarono aprendo uno stretto spiraglio, in cui il contrabbandiere frugò per diversi attimi.
-Credo... mh, sì sembra proprio…eccolo.-
Ritiratosi dall'apertura con un blocco di fogli ingialliti, tenuti insieme da una copertina in pelle, dall'aria rovinata, fissò prima la ragazza, poi l'oggetto dei suoi desideri.
Così che, nell'istante in cui porse il diario alla ragazza, le strappò la pietra per contemplarla in silenziosa ammirazione.
La ragazza nel frattempo aveva aperto il libricino, sfogliandone alcune pagine piene di segni all'apparenza incomprensibili, confrontandoli con quelli presenti su un foglietto rovinato che si sfilò dalle tasche.
Infine lo richiuse sorridendo soddisfatta.
Mise l'oggetto nella tracolla e, dopo aver stretto la mano all'uomo per concludere la trattativa, si avviò raggiante verso il porto.
 

 
*  *  *

 
Marco gli aveva dato quattro ore di tempo per prendere il diario e poter girare la città, prima di salpare, cosi il moro si trovò quasi a correre per raggiungere la sua meta.
Aveva trascorso le precedenti tre ore ad abbuffarsi come imbucato ad un matrimonio e quando si era accorto del tempo trascorso, dopo essere stato cacciato dalla festa, aveva dovuto correre per le vie dell'isola.
Finalmente arrivò alla lunga scalinata che portava al porto, e sistemandosi il cappello saltò allegro i gradini, oltrepassando la porta cremisi ed entrando nel locale vuoto.
-Oi capo! Vedo che gli affari vanno a rilento.- esclamò guardandosi attorno.
-È troppo presto per i clienti- l'ometto al bancone rimasse impassibile facendo vagare gli occhietti neri sulla figura del giovane, che lo fissava sorridente e tranquillo.
-Che ti serve Ace?-
-Cerco un diario di bordo. Hai qualcosa?-
-Un diario di bordo? -L'ometto si incupì- Non sarà mica il diario di Wood?- gli occhietti acquosi cominciarono a spostarsi con rapidi scatti qua e là per il locale mentre il colorito scuro lo abbandonava.
-Si. Ero certo di trovarlo da te! Dai vallo a prendere- il giovane sorrise raggiante, ma davanti all'espressione cupa del contrabbandiere e al suo silenzio, il sorriso si spense.
-Non ce l'hai?-
-M-mi dispiace... l'ho venduta proprio poco fa.-
-Cazzo!- Se Marco avesse saputo che non aveva preso il diario di Wood per abbuffarsi, glie l'avrebbe fatta pagare cara.
-A chi l'hai venduto e dove è andato-.
-Una cliente con i capelli bianchi e vestita in modo strano. È scesa al porto!-
Il ragazzo si stava già precipitando giù per la scalinata mentre il contrabbandiere pregava di non subire nessuna conseguenza per l'accaduto. Non che c'entrasse niente, ma i pirati erano così imprevedibili.
 
Alla fine della scalinata Ace dovette fermarsi bruscamente per non travolgere un passante, da cui si prese un insulto, e cominciò ad osservare la folla di persone.
Issatosi su una cassa di legno scrutò la piazza per venti minuti, fermando, senza risultato tre donne anziane.
E, mentre si chiedeva cosa ci dovesse fare una vecchia con il diario di bordo di un antico pirata, vide poco distante da lui, una massa di capelli bianchi, svoltare in uno dei vicoli paralleli alla scalinata. Con un balzo si mise subito a correre su per la scalinata, voltando a sinistra ogni volta che gli era possibile, sperando di riuscire ad intercettarla.
Quando finalmente sbucò nel vicolo giusto, facendo molto rumore, notò il diario stretto fra un paio di mani, e, istintivamente, corse incontro alla figura dai capelli bianchi, la quale, sentendosi minacciata, cominciò a sua volta a correre.
Erano arrivati al molo, quando Ace riuscì ad afferrarle il braccio, facendola sbilanciare e finire con la schiena a terra, avendo modo di vederle per la prima volta il viso.
-Ma non sei una vecchia!-
L'esclamazione priva di senso del ragazzo fece comparire un'espressione perplessa e confusa sul volto della ragazza, mentre il moro, senza staccarle gli occhi di dosso, continuava a borbottare cose incomprensibili in cui si distinse solo un “Mi sembravi un po' troppo in forma per una nonnetta”.
Ripresasi dallo stupore, la ragazza afferrò il diario stringendolo al petto e fissando con ostilità, i propri occhi di ghiaccio in quelli scuri del ragazzo, che rimase colpito dall'intensità e dalla freddezza di quello sguardo.
Anche Ace si era ripreso dalla sorpresa e, non volendo ricorrere alla violenza contro una ragazza, si sistemò meglio il cappello e le si rivolse con il suo miglior sorriso ammaliante.
-Senti Yuki-Chan- a quell'appellativo la ragazza alzò un sopracciglio
-Mi serve quel diario. Non so per conto di chi l'hai preso, ma posso pagarlo bene. Che ne dici?- il moro allungò una mano ma la ragazza si rimise in piedi e subito si allontanò da lui.
-No.-
-Che vuol dire?-
-Sei scemo? Vuol dire che non ti darò il diario.-
-So cosa intendevi, volevo sapere il perché.-
-Allora avresti dovuto chiedere “perché no?”-
-Ah, smettila. Non ho tempo da perdere, posso darti quanto vuoi.-
-Non mi interessa. Serve a me.-
La ragazza si era avviata verso un pontile a cui erano attaccate solamente due barche, seguita dal moro.
-Dai Yuki-Chan... Che ci devi fare?-
-Non sono affari tuoi.-
La ragazza, irritata dai modi del giovane e dal soprannome che le aveva dato, gettò con forza la propria tracolla su una piccola imbarcazione, poi, tenendo il diario stretto al petto, con la mano destra cominciò a slegare una cima.
Nel frattempo Ace alternava lo sguardo tra la ragazza e il sole che stava calando troppo in fretta, fissandosi poi sulla figura minuta, ancora alle prese con la prima corda.
-Spero tu non stia cercando l'isola- disse all'improvviso.
-Ho detto che non sono affari tuoi. Vattene prima che sia costretta a cacciarti, ladro da quattro soldi-.
-Che coraggio, devo concedertelo. Comunque, primo: non sono un ladro ma un pirata-.
La ragazza si alzò e Ace le afferrò una spalla -Secondo: con questa bagnarola non arriverai nemmeno a largo della costa. Figuriamoci se--
Il moro non riuscì a terminare la frase, perché la ragazza, per liberarsi della sua presa sulla spalla, si era sbilanciata cadendo all'indietro.
Il moro, sorpreso dalla piega degli eventi, si sporse in avanti, tentando di aiutare la ragazza, riuscendo solamente ad afferrare il bordo del diario e a guardare impotente la sconosciuta cadere in acqua.
Preoccupato si sporse dal pontile, osservando l'acqua agitata e trattenendo il fiato finché un groviglio bianco, riemerse tossendo.
Con un sospiro di sollievo e dopo aver costatato che la ragazza sapeva nuotare, scoppiò a ridere godendosi i suoi insulti.
Sarebbe rimasto ancora in compagnia della sconosciuta, che con la sua rabbia lo stava facendo divertire, ma Marco lo avrebbe ucciso se non fosse tornato in tempo.
-Scusa Yuki-Chan, mi sto divertendo molto ma devo proprio andare... e mi prendo questo-. Sotto lo sguardo furente della ragazza, mostrò il libricino marrone.
-In cambio però ti lascio un bel po' di Berry, tranquilla- aggiunse facendo tintinnare il contenuto di un sacchetto che poggiò accanto alla borsa sulla barca.
Ignorando le ingiurie della ragazza, le rivolse un sorriso di scuse, tenendo una mano sullo strano cappello, e si avviò verso il centro della città. Riuscendo a sentire un’ultima offesa.
-Stupido pirata ladro!>
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Regina_di_picche