Anime & Manga > Saint Seiya
Ricorda la storia  |      
Autore: GioTanner    19/09/2015    4 recensioni
Episodio 11 della Saga di Hades.
L'attimo immediatamente dopo alla morte di Athena al tredicesimo tempio: Le ultime fiamme stanno per spegnersi, i buoni sentimenti stanno per recidersi.
Scorpio ora sa e non c'è dolore che tenga. La colpevolezza sente vibrargli nel cuore... fino a quando Aquarius non prende parola...
- - - - - - - -
[...]«Bastava un cenno, un segno... avrei capito. Giuro Camus, avrei capito.»
Non rispose. Camus avrebbe potuto sostanzialmente sforzarsi di parlare, di cercare una scusante; questo avrebbe voluto Scorpio. Voleva che Camus non fosse stato così eroico, così senza macchia, voleva sentire che ci fosse anche in lui qualcosa per cui valeva la pena stringerlo fino a fargli mancare l'aria nei polmoni, non solo il risentimento che provava.
Non era così, perciò non urlava, ma piangeva.
Un cavaliere non dovrebbe mai piangere.
[...]
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aquarius Camus, Scorpion Milo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Perdono


Avrebbe voluto urlare, non piangere. Urlare tutto il suo dolore, come se fosse sabbia quella negli occhi e non lacrime amare.
La stretta intorno al collo del suo amico era forte, ma non mortale. Le dita premevano sull'armatura scura del ragazzo, premevano con ira, lasciandogli il tempo di sentire il dolore sulla pelle e l'aria affievolirsi lì nella gola. Voleva che egli soffrisse... quanto lui stesso stava soffrendo in quel momento. Ed era egoista, ed era senza senso... perché Camus, cavaliere dell'Acquario, aveva già sofferto fin troppo la sua nuova esistenza. Una labile e effimera esistenza.
Ma la tristezza che violentava il suo cuore, straziandolo, era solo un pretesto di quanto il cavaliere si sentisse veramente in colpa... Soffriva perché non era Aquarius il colpevole, ma lui. Perché Milo aveva dubitato. Milo non era uno stolto e aveva dubitato. E anche solo quel dubbio doveva divenire certezza appena l'avesse visto, eppure... così non era stato. Ed ora ne pagava le conseguenze: lui e anche il suo migliore amico.

Perché non aveva compreso l'intento? Il suo acume era venuto meno?
Guardare in faccia un amico che muore...
Come poteva?
Perciò stringeva il collo di Aquarius, quasi un istinto insensato che la morte non lo raggiungesse. Non te ne andare. Non ti lascerò scivolare dalle mie mani.
«Bastava un cenno, un segno... avrei capito. Giuro Camus, avrei capito.»
Non rispose. Camus avrebbe potuto sostanzialmente sforzarsi di parlare*, di cercare una scusante, questo avrebbe voluto Scorpio. Voleva che Camus non fosse stato così eroico, così senza macchia, voleva sentire che ci fosse anche in lui qualcosa per cui valeva la pena stringerlo fino a fargli mancare l'aria nei polmoni, non solo il risentimento che provava.
Non era così, perciò non urlava, ma piangeva.
Un cavaliere non dovrebbe mai piangere. Eppure Milo si sentiva solo così stanco... e cedette la presa; stanco di aver perso un amico, di averlo ritrovato e di star per perderlo di nuovo. Stanco della sua stupidità e della colpa che gli infangava lo spirito come inchiostro nel mare. Non aveva scuse.

«“Ti perdono il male che mi hai fatto. Ti perdono la mia vita spezzata, il mio onore perduto, il mio amore infangato e la salute della mia anima annegata per sempre nella disperazione.¹”»
Milo sbatté le palpebre un paio di volte e le lacrime gli bagnarono le guance ripetutamente: «Cosa? Io non ti ho chiesto perdono. Tu-...
Poi comprese. Le mani non giunsero più a stringere il collo, ma ad accarezzargli il capo.

La fiamma si spense piano sulla meridiana dello zodiaco.


- - - - - - - - - - - - - - - - - - - -


1= la frase che dice Camus è di Athos, dei tre moschettieri (di Dumas padre.) Ovvero: “Vi perdono il male che mi avete fatto. Vi perdono la mia vita spezzata, il mio onore perduto, il mio amore infangato e la salute della mia anima annegata per sempre nella disperazione.” La trovavo azzeccata... e in più francese. ♥

ps*: Sostanzialmente in Saint Seiya quando non si hanno i cinque sensi (Camus aveva solo un senso rimastogli: l'udito. Perciò ascoltava e Milo lo sapeva che poteva ascoltarlo) ci sono sempre i mezzi per farli comunicare in un modo o nell'altro. lol. Diciamo che qui Camus comunica via mente con Milo.

Buon pomeriggio! Nel frattempo che continuo la mia long su Shura, DeathMask e Marie ho preso... chiamiamola una 'pausa'. Ieri ho rivisto la puntata undici della saga di HADES... e mi ha frullato in testa questa cosa.
Milo si sente colpevole... è una tacita richiesta la sua, quella di essere perdonato per 'non aver compreso'. Un amico dovrebbe comprendere. Un legame forte come l'amicizia o l'amore dovrebbe andare oltre le apparenze. E Camus lo 'perdona', citando Athos che dice queste parole proprio alla persona che più ama. :') Penso anche che Milo abbia compreso che fosse una citazione di Dumas!
Spero vi piaccia e... se volete lasciarmi una recensione ve ne sarò grata!
Enjoy,
Giò.



   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: GioTanner