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Autore: Shizue Asahi    20/09/2015    1 recensioni
La storia partecipa all'evento del gruppo facebook We are out for prompt
Haku è nei suoi occhi, più che nei suoi ricordi o in quello che le è intorno. Ormai ne è assolutamente convinta. Lo vede perché è impresso lì, sul bordo dell’iride, indelebile e senza pietà. Lo sa che non è reale, non può esserlo, ma Chihiro sente, senza poterci fare assolutamente nulla, la sua mancanza
{Dedicata a Kuruccha
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chihiro, Haku
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Storia partecipante all’evento del gruppo facebook We are out for Prompt.
Il prompt era “Lo rivedrai nei posti più strani” di Kuruccha – a cui va tutto il mio amore.
 
Nei suoi occhi
 
La Città Incantata è solo un sogno si dice una volta a casa, mentre i suoi genitori disfano i bagagli e lei è costretta a obbligare le gambette magre a muoversi. Suo padre le passa il rametto di pesco che hanno portato con loro durante il viaggio e Chihiro riconosce le labbra di Haku nelle tinte tenui dei petali.
Non è successo niente, si sussurra allo specchio la mattina, mentre si prepara per la scuola. Si veste in fretta, si lava i denti e rimane ammaliata dalla propria immagine riflessa. Sulla testolina castana le ondeggia la coda di cavallo; i capelli stretti nell’elastico di Zeniba a ricordarle che è una pessima bugiarda.
Talvolta le capita di scorgere un’ombra familiare e improvvisamente lo stomaco le si chiude e il viso le si piega in un sorriso speranzoso. Con la coda dell’occhio segue l’ombra, ne delinea i contorni, ne studia i movimenti e rimane congelata sul posto, senza osare muovere un solo muscolo, temendo di rompere l’incantesimo. Quando, poi, l’ombra si rivela essere uno dei suoi compagni di scuola o un semplice passante, si dà un pizzicotto sulla pancia e fa finta che non sia successo nulla. Stupida.
 
All’alba dei suoi diciassette anni la Città Incantata non è che un pallido ricordo della sua infanzia, una produzione particolarmente elaborata del suo subconscio di bimba, e di Haku non ricorda neanche le fattezze – certo.
Non lo vede più in quello che la circonda, nelle ombre nelle strade, negli animaletti che si aggirano per il giardino o nelle lucciole che svolazzano d’estate fuori dalla sua finestra. Qualche volta si siede in veranda e punta gli occhi sui resti del parco divertimenti visitato coi genitori anni addietro, altre scruta il cielo sfidando se stessa a trovare una prova che quanto vissuto da bambina sia vero. Con un peso sullo stomaco non trova mai nessuna prova.
Un paio di volte le sembra di scorgere una sagoma filiforme sgusciare tra una nuvola e l’altra, come se stesse giocando a nascondino e volesse metterla alla prova, e Chihiro si incupisce pensando di avere un’immaginazione con davvero un pessimo senso dell’umorismo.
 
Haku è nei suoi occhi, più che nei suoi ricordi o in quello che le è intorno. Ormai ne è assolutamente convinta. Lo vede perché è impresso lì, sul bordo dell’iride, indelebile e senza pietà. Lo sa che non è reale, non può esserlo, ma Chihiro sente, senza poterci fare assolutamente nulla, la sua mancanza.
 
Quando si trasferisce per iniziare l’università i suoi genitori sono tutto un chiocciare eccitato e a suo padre scappa anche una lacrimuccia. Lei recupera le proprie cose, infila il necessario nella valigia e istruisce la madre riguardo cosa le debba spedire. La donna le dà un ultimo abbraccio e poi un bacio affettuoso su una guancia. Le fa le dovute raccomandazioni, premurandosi di ricordarle di comportarsi bene con i suoi nuovi coinquilini  - Chihiro vorrebbe chiederle di cosa stia parlando, ma sua madre non chiude bocca neanche per un secondo – e di chiamarli tutti i giorni.
- Sai com’è tuo padre – scherza, quando è sicura che il marito non possa sentirla.
 
Quando Chihiro apre la porta del nuovo appartamento è divisa tra un misto di eccitazione e paura. Non ha mai vissuto da sola – i suoi genitori non l’hanno neanche mai lasciata stare sola a casa per più di qualche giorno. Ha ancora la pessima abitudine di lasciare in giro i calzini sporchi e di mangiare l’ultimo biscotto del pacco o l’ultimo dolcetto della dispensa – non proprio una coinquilina modello.
Lo stomaco le si ingarbuglia e lo scatolone con le sue cose le cade di mano. Haku la sta aspettando seduto sul divano, i capelli arruffati e un sorrido che non riesce a nascondere la felicità di rivederla.
- Te lo avevo promesso – riesce a dire, prima che Chihiro gli sia addosso in un abbraccio tutto goffo e impacciato.
 
 
 
 
 
   
 
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