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Autore: _Joanna_    20/09/2015    3 recensioni
Fanfiction incentrata sulla Guerra di Conquista di Aegon Targaryen e delle sue sorelle/mogli. Ebbene sì, ancora Targaryen, ancora draghi, ancora Fuoco e Sangue
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{«Centoundici anni» [...] «Credi che si fossero accorti che in quel momento tutto il loro mondo stava crollando?»}
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{in quel preciso istante la conquista dei Sette Regni ebbe inizio}
Genere: Fantasy, Guerra, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incest
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- Questa storia fa parte della serie 'Westeros Warriors'
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Prologo- The Beginning 

Il cielo era carico di nubi, nere, pesanti, gonfie di pioggia, come se gli dèi si preparassero a piangere. “Agli dèi non importa degli uomini” pensò. Come poteva essere altrimenti? Sua sorella doveva avere di certo una visione molto più poetica della vita; si chiese che cosa stesse guardando, appollaiata sul grande doccione che si affacciava a strapiombo sul mare.
«Centoundici anni» gli disse lei a un tratto. Non si era neanche voltata, lo sguardo assorto in quel paesaggio grigio e desolato, assorbito in una bellezza che lui non riusciva a vedere.
«Credi che lo avessero capito?» continuò «Credi che si fossero accorti che in quel momento tutto il loro mondo stava crollando?»
Lui non aveva una risposta, infatti lei non l’attese e proseguì «Io penso di no. Ognuno avrà creduto che fosse giunta la propria ora, che fosse giunta per molti di loro, ma non per tutti. Nessuno avrebbe mai potuto immaginarlo, nessuno in quell’istante avrebbe mai potuto comprendere che la città più grande mai esistita stava per essere spazzata via dalla faccia della terra, trascinando giù con sé i propri abitanti e il proprio sapere»
Ancora una volta non trovò niente da dire; era una sensazione a cui ormai aveva fatto l’abitudine. Sua sorella sapeva essere gioiosa e vivace, ma era anche estremamente curiosa e profondamente legata alle proprie origini, perennemente protesa verso quel passato ancestrale che le sussurrava di cose perdute e dimenticate. Un aspetto di lei, questo, che amava, pur senza comprenderlo appieno.
Con un movimento improvviso la giovane scattò in piedi, mantenendosi in precario equilibrio sulla pietra ineguale. Gli occhi che tanto amava si piantarono nei suoi, quindi allargò le braccia e si lasciò cadere nel vuoto.
Le sue gambe, di colpo pietrificate, gli impedirono di muoversi, mentre la sua mente lottava per scattare in avanti, incapace di raggiungere, di afferrare la sorella che ora precipitava nel baratro, verso la roccia, attraverso le onde del mare. Un ruggito spezzò l’aria e subito dopo la incendiò. Un turbine di vento caldo risalì la voragine, accompagnato dalla risata divertita della ragazza, e in un istante drago e cavaliere, entrambi d’argento, lo raggiunsero. Avrebbe voluto odiarla per essersi presa gioco di lui, invece, senza nemmeno accorgersene, portò le dita alla bocca e fischiò; attese una manciata di secondi prima di scorgere l’ombra nera scendere in picchiata. Gli saltò in groppa al volo; uomo e animale pronti ad ingaggiare l’ennesima competizione di velocità con le rispettive sorelle.

      E anche adesso, a un anno da distanza da quel giorno, si ritrovarono entrambi su quel balcone, ad osservare, a pensare. Eppure da allora era cambiato tutto. Le preoccupanti notizie giunte da est, unite alle insistenti richieste di aiuto di Tyrosh, Pentos, Volantis, lo avevano portato lontano da casa. Al suo ritorno aveva appreso della morte del padre, e, insieme alle sorelle, aveva pianto quella della madre, avvenuta appena un mese prima. Adesso era tempo di agire, di combattere, di dominare qualcosa di più di un mucchio di scogli gettati in mezzo al mare.
«È pronto» annunciò l’altra sua sorella, affacciandosi anche lei al grande balcone di pietra. Era più austera, più matura e di certo la più bellicosa dei tre fratelli. Per questo motivo amava anche lei. Annuì, quindi la seguì all’interno del Tamburo di Pietra, la torre centrale della fortezza, percependo dietro di sé anche i passi della sorella minore.
Raggiunsero la stanza all’ultimo piano; non si trattava di un ambiente particolarmente grande, né ricco o sfarzoso. La sala circolare era circondata da pareti di nuda pietra, interrotte solo da quattro finestre che si aprivano sui quattro punti cardinali. Ma non era l’arredamento che rendeva speciale quel locale. Esattamente al centro era stato disposto un enorme tavolo di legno dipinto, dai bordi frastagliati, ineguali, e la superficie solcata da rilievi e gibbosità. Un’unica sedia, posta su di una pedana rialzata, era stata posizionata in corrispondenza di una marcata sporgenza del tavolo. Si avvicinò, prendendo posto. Sorrise soddisfatto. Esattamente da dove si trovava poteva dominare tutta la superficie del tavolo che rappresentava la dettagliata mappa di una vasta terra: il Continente Occidentale, come veniva chiamato, un territorio che la sua gente non aveva mai tentato di conquistare, sebbene fosse ricco e prospero. E deliziosamente frammentato. Sorrise di nuovo, scrutando ogni singola curvatura del legno, studiando le numerose città che erano sorte nei secoli.
«Molto bene» approvò infine, congedando gli scalpellini e facendo cenno alle sorelle di avvicinarsi; si disposero una alla sua destra e l‘altra alla sua sinistra. Vide nei loro occhi violetti il suo stesso luccichio ambizioso; era il momento. In quel preciso istante la conquista dei Sette Regni ebbe inizio.

Angolo Autrice

Salve gente! :)

Allora come avrete capito questo prologo segna l'inizio di un mio progetto molto noioso che riguarda, stranamente, i Targaryen. Ebbene si dopo anni di amore indiscusso per i Lannister, ho riscoprto le meraviglie dei Signori dei Draghi e la loro affascinante storia. Ovviamente questo è solo un brevissimo inizio (e menomale) dal momento che ancora devo capire quali eventi inserire e, soprattutto, cercare di dare un ordine, visto che le informazioni sono molte, ma spesso contraddittorie o confuse. 

Nel frattempo commenti, suggerimenti e preferenze sono più che graditi ;)

_Jo

  
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