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Autore: Leonelupo    20/09/2015    5 recensioni
Emma è un cavaliere, inviata insieme al cavaliere nero Killian ed al cacciatore Graham a proteggere il conte di Locksley e la sua sposa, Regina. Emma riuscirà a rimanere fedele all'incarico che salverà la sua famiglia e porrà fine ad una faida sanguinosa che costrinse i suoi genitori ad abbandonarla da giovane per poi ritrovarla...o ascoletrà i lamenti del suo cuore venendo meno ai suoi obblighi? Nel frattempo anche i suoi compagni troveranno ragioni per restare alla corte ed Henry sarà una guida ed un aiuto fondamentale nella loro battaglia contro il male.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Graham/Cacciatore, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Robin Hood
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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                                                                AMORE CORTESE
                                                         DUE CUORI ED UNA GUERRA
 
 
I villaggi che erano stati fondati lungo le vie che attraversavano la grande foresta di Sherwood, in quei giorni d'autunno, si domandavano con l'animo inquieto di chi fosse il grande esercito che marciava celermente sulle loro terre. Spiando i soldati cerulei ed il loro stemma con le fattezze di un leone rampante al fianco di un'immensa quercia dai lunghi rami. I più giovani correvano, al fianco dei soldati, nascondendosi fra il fogliame, rischiando il richiamo ansioso delle madri, per mirare il grande condottiero. Il comandante alla testa di quel grande esercito che stava guidando i suoi uomini chissà dove e per chissà quale missione.
Solo un ragazzo, di un piccolo villaggio adiacente al castello del conte di Locksley , avendo udito le notizie provenienti dagli altri villaggi,  si mise ad aspettare l'esercito di fronte alle porte del castello, per sbirciare chi fosse il leggendario cavaliere inviato da terre così lontane da  essere credute fantastiche. 
 
Alle porte,infatti,la marcia si arrestò e tre cavalli si pararono di fronte al ragazzo che bloccava il passaggio.
Uno era nero, come la notte più buia e così il suo cavaliere i cui indumenti erano di pelle nera come il carbone. Egli aveva i capelli corti ed anch'essi neri, un'accenno di barba sulle guance e sotto il mento, due occhi azzurri cerulei come gli stendardi della casata ed un uncino al posto della mano destra. Il cavallo al centro, invece, era bianco come il latte ed il suo cavaliere indossava un 'armatura di metallo brillante che ne copriva il viso lasciando intravvedere solo i magnifici occhi la cui sfumatura si rivelò un mistero per il ragazzo. Essi non erano né azzurri né verdi ma un misto chiaro dei due che si equilibravano perfettamente creando un gioco di luci che richiamava in quegli occhi l'immagine delle acque pure di un pallido lago. Infine il terzo cavallo era marrone focato, vicino al manto di una volpe, ed il suo cavaliere appariva in tutto e per tutto come un cacciatore. Indossava un cappotto tessuto con decine di pelli differenti e ne portava due al collo, probabilmente di lupo, come sciarpe. Dalla schiena sbucava il lungo arco e la grande faretra colma di frecce dalle piume bianche. Il suo volto era più luminoso di quello del primo cavaliere. I suoi occhi erano grigi come il piombo , i capelli castani rossicci erano corti ma ricci. Anche lui aveva la barba dello stesso colore dei capelli ed un po' più folta di quella del compagno. 
 
Dei tre fu l'unico a rivolgere un sorriso gentile al ragazzo che, con i suoi pochi stracci ed uno sguardo curioso, stava intralciando la marcia di quel maestoso seguito di uomini. Una leggera e dolce risata si udì nell'aria . Una risata di donna secondo il ragazzo ma essa sembrava provenire dal cavaliere nel centro ed il pensiero gli risultò impossibile. Fu, tuttavia, smentito dai fatti una volta che il cavaliere lucente si tolse l'elmo lasciando ricadere sulle spalle lunghi boccoli biondi come il sole ed il grano. Un sorriso gentile e puro adornava quel dolce viso dagli occhi limpidi e dalle labbra rosee come un bocciolo appena nato.
 
La donna scese agilmente da cavallo mostrandosi più alta di lui solo di una decina di centimetri. Indossava lunghi pantaloni blu scuro e sotto la leggera armatura di metallo si intravvedeva il bordo ricamato di una  camicia bianca. 
 
-sei per caso il custode del castello ragazzino?- si rivolse a lui con un sorriso gentile ed un poco scherzoso. Era lieta di quell'incontro , un piccolo momento di conversazione che non riguardasse guerre, sotterfugi ed armi. Ed un giovane ragazzo dagli occhi scuri , i capelli castano scuro quanto gli occhi e pochi stracci sul corpo magro per coprirlo dalle intemperie che gli stava bloccando la strada senza apparente motivo.
 
-n...no. Ero solo curioso di vedere- balbettò il ragazzo mantenendo il suo sguardo sulla giovane donna di fronte a lui.
 
-che cosa?- proruppe la voce autoritaria del primo cavaliere.
 
-l'esercito- rispose veloce il ragazzo alternando lo sguardo fra lui e la donna in armatura- nei villaggi si mormora da mesi del vostro passaggio ed anche i miei amici me ne hanno parlato. Ero curioso di vedere il mitico cavaliere alla testa dell'armata. Si dice che veniate da terre lontanissime
 
Un'altra risata, sempre giocosa, stavolta si udì provenire dal cacciatore che avvicinò di pochi passi il suo cavallo e parlò con voce calma al ragazzo. 
-beh allora l'hai trovato. Emma è il miglior cavaliere dell'intera foresta incantata-
 
E tu sei sempre il solito esagerato- lo riprese la donna rivolgendogli un sorriso- Dimmi ragazzino. Dove sono i tuoi genitori?-
 
-Morti nell'ultima guerra degli orchi. Mia madre era un'infermiera in un villaggio preso di mira...-
 
-E dove vivi allora?-lo incalzò la ragazza.
 
-Nelle stalle dei miei amici o nelle baracche dei contadini dopo aver lavorato la terra per loro-
 
-Un bracciante, dunque- trasse le conclusioni il cavaliere nero- e ad una così giovane età. Mi dispiace , davvero
 
-Non si dispiaccia. Non è così male. Tranne l'inverno , ovviamente...-
 
Il ragazzo aveva distolto lo sguardo dalla donna per rivolgerlo al cavaliere che si era rivolto a lui con un tono così compassionevole da risultare in contrasto con la sua figura e quando lo aveva riposto nuovamente sulla donna l'aveva trovata immersa nei propri pensieri con le mani appoggiate sulla vita e lo sguardo vacuo. 
 
-oh oh- esclamò il cacciatore abbassando lo sguardo verso Emma- so cosa significa quell'espressione-
 
Il cavaliere nero a sua volta rivolse a lei la sua attenzione e sbuffò appoggiandosi di più al cavallo- purtroppo anche io-
 
Il ragazzo alternava lo sguardo confuso tra i due e , solo per un attimo, ebbe paura. Non conosceva quelle persone, anzi, non aveva motivo di trovarsi lì ad intralciare loro il cammino. Eppure la curiosità lo aveva vinto e non vi era modo, ormai, di tirarsi indietro. Sperava, in cuor suo, che la donna non stesse decidendo se ucciderlo o meno perché in tal caso , con un'esercito contro, sarebbe stato spacciato. Ma gli sguardi gentili e compassionevoli che i tre gli avevano rivolto lo facevano dubitare che questo fosse il caso di darsela a gambe per evitare la morte. 
Nonostante ciò nessuno sapeva ancora cosa stesse pensando la giovane condottiera.
 
-Vieni con noi !- esclamò ella rompendo il silenzio. 
 
-Co...com..come?
 
-Unisciti a noi. Non c'è nulla che ti lega qui, giusto? E potresti servirci da guida in questa foresta. Noi non siamo di qui ma dovremmo rimanerci a lungo e soggiornare al castello. Se glielo dirò io ti faranno restare lì e poi deciderai se tornare con noi o rimanere qui come protetto del conte
 
-Lo fareste davvero?- chiese il ragazzo esterrefatto.
 
-So cosa significa essere orfani e rimanere soli a lungo. Se posso, farò tutto ciò che è in mio potere, per impedire che accada anche a te. Me lo permetterai?-
 
-Siete qui per aiutare le nostre terre?-
 
Emma e gli altri due annuirono.
 
-Allora sarò la vostra guida. Il mio nome è Henry -
 
-Io sono Emma e loro sono Killian e Graham- disse indicando prima il cavaliere nero e poi il cacciatore. Henry gli rivolse un cenno rispettoso del capo prima di percepire un peso sulle spalle. La donna era affianco a lui, un sorriso raggiante disegnato sul volto, ed un braccio serrato sulle sue spalle per tenerlo vicino a se. -Benvenuto in famiglia-
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I tre cavalieri varcarono la soglia della sala magna con Henry al seguito che, mente persa ad ammirare il castello, rischiava di sbattere dolorosamente contro ogni superficie che non fosse il pavimento. Emma rise del suo comportamento goffo un'ultima volta prima di dirigersi alla testa dei quattro verso i due troni sul fondo della sala. 
Seduti su di essi vi erano il conte e la contessa, le mani congiunte in un gesto abituale e gli sguardi lieti , persino felici , di vederli. 
Lui era giovane quanto loro, i capelli erano un biondo sporcato di terra, gli occhi delle foreste colme di vita e lo sguardo scaltro, non annoiato, al contrario di quello di molti regnanti.
La sua sposa, i cui occhi colpirono Emma all'istante, era eterea. 
 
I lineamenti gentili contrastavano i folti e lunghi capelli neri, che ricadevano lisci lungo la schiena. I suoi occhi erano oscuri, più dell'oblio e degli abissi ma colmi di luce riflessa. Le sue labbra, prive di rossetto, richiamavano il colore delle rose più rosse e del sangue più denso. Una piccola cicatrice le solcava la pelle sopra il labbro superiore scomparendo poi in esso mentre la sua carnagione era della stessa tonalità della tinta più chiara dell'ebano . 
 
Un'angelica visione agli occhi del marito e di chi la guardava , un pericolo , un nemico e una minaccia per il cuore del cavaliere i cui occhi si erano intrecciati con i suoi. 
 
-siete una donna-il tono della contessa era sorpreso e, leggermente, dubitante.
Ma seppur col dovere di rispondere, Emma non riuscì a proferir parola. Scossa, nel profondo, da una visione ancestrale che ancora non credeva reale. 
 
-sì anche io sono rimasto scioccato quando l'ho saputo- la voce di Henry riempì il vuoto, riscuotendo Emma dai suoi pensieri, ed evitando che si creasse una scena d'imbarazzo. 
I presenti si voltarono verso di lui ed anche i due sovrani, finalmente, lo notarono.
 
-Scusate. Non avrei dovuto int..ora sto zitto
 
-Chi è lui?- chiese incuriosito e divertito il conte.
 
-Un nuovo arrivato, per così dire. Comunque sì, vostra altezza, sono una donna. Per caso la cosa vi reca disturbo?
 
-Assolutamente no-rispose prontamente la sovrana- fin tanto che svolgiate il vostro compito-
 
-Mi stia a sentire razza di...
 
Graham si intromise ,portandosi di fronte ad Emma prima che commettesse un'errore di cui poi si sarebbe pentita e si rivolse direttamente al conte.
-Il re e la regina della foresta incantata hanno accettato il vostro accordo in quanto abbiamo un nemico in comune . L'esercito e noi tre siamo stati inviati per fornirvi assistenza per i prossimi mesi in previsione dello scontro in primavera. Inoltre siamo stati mandati per servirvi in quanto guardie personali e, ovviamente, rappresentanti del regno-
 
-Che premure!! Manderò subito una lettera di ringraziamento al mio vecchio amico James e vi aprirò volentieri le porte del mio palazzo. Siete miei cari ospiti ed amici-
 
-La ringraziamo umilmente signore. Per quanto riguarda i nostri compiti: Io e Graham saremo al suo servizio come meglio crede mentre Emma penserà a proteggere vostra moglie- Killian , che era rimasto in disparte fino a quel momento, si intromise per chiarire il motivo della sua presenza. Militarmente parlando, infatti, sarebbero stati necessari solo Graham ed Emma per guidare l'esercito e lasciarlo alle direttive del conte ma il loro compito non era solo quello. 
Loro dovevano svernare in quella foresta, condurre la battaglia e ,nel frattempo, anche proteggere il conte e la sua sposa. 
Per questo un'alleanza con i sovrani della foresta incantata era sempre agognata da molti. 
Perché loro aiutavano oltre il vincolo di alleanza e consideravano i loro protetti come persone di famiglia.
 
Tuttavia il primo cavaliere non sembrava affatto gradire l'idea di passare mesi e mesi sotto quel tetto in compagnia di un'essere angelico ma dalla lingua biforcuta. 
-Ma certo. Farò sistemare le vostre stanze accanto alla nostra così da facilitare il vostro compito-
 
Graham tirò una leggera gomitata nel fianco dell'amica-Vi siamo enormemente grati della vostra ospitalità- poi il suo sguardo si spostò su Henry, appoggiato ad una colonna lì affianco per non farsi vedere più del dovuto- e vorrei che aggiungeste un'altro letto nella mia stanza per il ragazzo
 
Ciò che seguì furono mere formalità e scambi di doni che Graham fu più che felice di svolgere al posto di Emma, colei che legittimamente avrebbe dovuto porli al signore che li ospitava. Ma egli non si mostrò rigido e tradizionalista e, con un sorriso, accettò i doni che il cacciatore gli porse. La contessa, così come Emma alla minima occasione, si scusò e si allontanò dalla sala. Henry intrattenne una conversazione con l'annoiato Killian che, per solidarietà, era rimasto ad assistere l'amico Graham ed anche per dovere dato che avrebbe dovuto proteggere il conte da quel giorno in poi per i prossimi mesi. 
 
Emma, invece, cercava un posto tranquillo nel castello. Uno in cui rimanere sola a riflettere. E così trovò una porta a finestre che conduceva su un magnifico giardino esterno. Il cielo blu della sera, appena lo vide, funse da chiave per liberare i suoi pensieri e la ragazza , sedendosi e mirandolo da un muretto di pietra, iniziò ad interrogarsi. 
 
La grande missione che i suoi genitori le avevano affidato avrebbe messo fine ad una lunghissima faida che nessuno,ormai, si ricordava nemmeno come fosse nata. Ma Emma ricordava bene e vividamente che essa era stata la causa della sua infanzia perduta e della sua solitudine. I suoi avevano dovuto abbandonarla per assicurarle una vita , solo non avevano pensato a quale tipo. Fu molto più tardi che Emma venne a sapere da un viandante che leggeva il sangue tramite la magia quale fosse il suo lignaggio. Una volta ritrovata, i due sovrani, che tanto l'avevano cercata una volta scampato il pericolo, promisero di non lasciarla più andare. Ma la giovane non poteva comunque essere riconosciuta come erede perché ritenuta morta e così Emma divenne il primo cavaliere del regno. Imparando l'arte della spada dal padre ed usufruendo delle sue conoscenze della dura sopravvivenza nei piccoli villaggi, ben presto, quel giovane cavaliere divenne leggenda. Ed ora, che la minaccia che una volta l'aveva allontanata da casa si era ripresentata, Emma non sarebbe fuggita ma avrebbe combattuto per salvare la sua famiglia, tenerla unita e proteggere il regno. 
 
-Sono stata dura...- esordì una voce al suo fianco. Due mani, Emma le vedeva con la coda dell'occhio, poggiavano delicatamente i polpastrelli sulla fredda pietra.-prima. Vi chiedo scusa
 
-Non siete la prima a dubitare milady. Ed anche io ho avuto un comportamento scorretto. Il viaggio è stato più lungo del previsto
 
-Quanto?- chiese in un fil di voce la contessa.
 
-Siamo partiti due mesi fa-
 
-Vi manca la vostra casa cavaliere?- Emma sorrise dentro di sé quando la donna pronunciò il suo grado sapendo, ne era certa, che le avrebbe fatto piacere. 
 
-Questa sarà casa mia per i prossimi mesi . Questo....è troppo importante per farmi prendere dalla nostalgia di casa
 
-Non siete qui solo per proteggerci, vero? C'è qualcosa di più personale. Che cos'è?-
 
Emma si irrigidì e ,deliberatamente, evitò gli occhi della dama, certa che le avrebbero estorto la verità se solo avesse voluto e si alzò , sfiorando con una spalla quella della contessa. 
-Come ho detto il viaggio è stato lungo. Farei meglio ad andare a riposare. Una sola curiosità, però-
 
-Dite pure- acconsentì la dama incuriosita.
 
-Sarò la vostra guardia del corpo per i prossimi mesi ma...non conosco nemmeno il vostro nome- disse Emma voltandosi e, maledicendosi, per aver fissato i suoi occhi in quelli dell'altra. 
-Regina- il suo nome era così dolce uscito da quelle labbra carnose. Emma rimase in contemplazione di quella che riteneva un'opera divina, non terrena, come successo prima e quasi non si accorse di come anche l'altra donna la stesse osservando. 
 
-Molto bene- disse ritrovando in sé un senso di cavalleria che non le era mai appartenuto- Buonanotte Regina- sussurrò a pochi centimetri dalla sua mano prima di lasciarvi un dolce bacio ed allontanarsi nel buio della sera. 
La dama la osservò svanire oltre l'entrata con sguardo interrogativo e così la sua mano su cui sentiva ancora il calore di quelle soffici labbra. Era così strana quella ragazza. Così dolce e bella ma allo stesso tempo forte e riservata. Un barlume , un lumino di curiosità ed interesse si accese nella contessa la cui vita era rimasta immutata per anni, da quando aveva scoperto di non poter dare un'erede al marito e lui, seppur continuando ad asserire di amarla, si era allontanato. 
Ed ora questa sconosciuta si presentava alla sua porta con un mantello di misteri addosso e lei, debole donna, si sentiva risucchiare in quegli occhi limpidi e gentili.
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N.A.
Salve a tutti. Sono Noemi ed è da davvero molto tempo che non scrivo. Spero di non risultare troppo pallosa o ripetitiva. Spero vivamente che la storia vi piaccia, vi appassioni e vi faccia provare emozioni soprattutto. Lo so che siamo solo al primo capitolo e , penso, di non poter pretendere molto ma se avete dubbi, questioni, domande o critiche e altro da dire....vi prego di commentare così che possa rispondervi. 
Non ho un piano di pubblicazione quindi i capitoli non usciranno secondo una scadenza precisa ma farò del mio meglio per non impiegarci una vita a scriverli. 
Buona giornata a tutti. N. 
 
   
 
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