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Autore: la luna nera    21/09/2015    4 recensioni
Quando il passato ritorna non può che creare casini. Alessia non pensava di rivedere Cosimo dopo anni ed anni. E soprattutto non pensava che rivederlo fosse così destabilizzante! A complicare le cose c'erano pure una figlia piccola e naturalmente la sua compagna con la quale condivide la sua vita in modo apparentemente tranquillo.
Questo inaspettato riavvicinamento è denso di paure, scheletri nell'armadio e situazioni più o meno ambigue. Che farà Cosimo, papà innamorato perso della figlia, sospeso fra due donne così diverse?
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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ALESSIA
 
Mancano pochi minuti alle 18:00, il tempo non ne vuole proprio sapere di scorrere. Cosimo è in tribunale con l’avvocato Bresciani, oggi è il giorno X ed ogni minuto che passa per me equivale ad un’eternità.  Ho trascorso praticamente tutta la giornata con Ludovica, dividendoci fra passeggiate senza meta e disegni più o meno logici.
Stiamo terminando di pitturare quel famoso piatto che preparai appositamente per lei tanti mesi fa, quando ancora non sapevo che Cosimo si sarebbe innamorato di me.
La piccola è tranquilla, io sono un generatore elettrico.
Lei mi sorride serenamente, io in modo forzato.
Il suo cuore innocente batte regolare, il mio rasenta la soglia dell’infarto.
Lei non sa che oggi si deciderà il suo destino, io si e la cosa mi toglie il sonno e il senno.
Sento infilare la chiave nella porta, i battiti del mio cuore aumentano vertiginosamente. La chiave fa scattare la serratura, la maniglia si piega e la porta lentamente si apre. Cosimo compare davanti a me, sembra un fantasma, è sudato, ha la faccia distrutta.
Dio solo sa quanta tensione ha accumulato negli ultimi tempi e di quanto dura sia stata per lui questa giornata.
Mi alzo a fatica, le mie gambe tremano, sembrano fatte di marmellata, lui fa qualche passo verso di me, mi raggiunge, mi gettale braccia al collo, poggia la testa sulla mia spalla e scoppia a piangere.
“Cazzo…. Non dirmi che….” Ho una paura matta di sentirmi dire quello che non voglio sentire.
“Amore mio….. Abbiamo vinto….” Piange come un bambino. “Il nostro cucciolo resta con noi.”
*_* T_T Scoppio a piangere anch’io  come una fontana abbracciandolo stretto.
 
: D   Non mi sembra vero!
X D E’ la fine di un incubo!
>: D Quella stronza presuntuosa ha avuto quel che si meritava!
 
Le lacrime non smettono di bagnare i nostri volti l’aria è satura di singhiozzi, ci accasciamo a terra tentando di far funzionare di nuovo tutti i muscoli dei nostri corpi che oggi tanto sono stati messi alla prova. Dei nervi poi non ne parliamo. La tensione che abbiamo accumulato giorno dopo giorno ci impedisce di saltare per la gioia e sorridere per l’esito positivo della vicenda. Giuro, non avrei avuto più pace se avesse vinto quella vipera e in un certo qual modo mi sarei sentita complice della cosa.
 
“Papà! Papà perché piangi?” Cosimo solleva la testa dalla mia spalla, si asciuga l’ennesima lacrima e guarda il faccino della sua creatura che lo osserva con aria interrogativa.
“Perché piango, tesoro mio?” Si passa di nuovo le mani sugli occhi. “Perché ti voglio bene….”
“Anch’io ti voglio bene, ma non piango mica così!”
Questa sua uscita strappa sia a me che a lui un sorriso. “Hai ragione, vedi… ci sono delle cose un po’ difficili da capire.” L’accarezza, ho l’impressione che voglia toccare con mano che lei è qui e ci resterà. “Te lo spiegherò quando sarai grande.”
“Papà! Io sono grande! Ho già cinque anni!” Pare piuttosto indispettita! “Te lo sei dimenticato?!”
“Certo che no. Ricordo benissimo la stupenda festa che abbiamo organizzato.” La prende in braccio e si alza. “Che ne dici se ne organizziamo un’altra?”
“Per me?!” Non appena annuisce, viene travolto dalle braccia entusiaste della bambina.
Ed io non riesco a smettere di piangere, oggi ho dovuto sopportare tante di quelle emozioni da bastarmi per il resto dei miei giorni.
Un giorno, quando Ludovica sarà grande sul serio, saprà tutto. Saprà che sua madre non ha fatto i salti di gioia quando ha saputo del suo arrivo, saprà che ha vissuto come un pupazzo sballottato qua e là. Le diremo che il suo papà ha lottato come un leone perché fosse felice, che io non sono la sua vera mamma ma la adoro come se lo fossi… Beh, queste ultime cose credo già le sappia perché il cuore non mente mai e tutto quello che facciamo viene dal cuore.
 
 
 
Ho appena terminato di rassettare la cucina, abbiamo deciso di comune accordo di restare a casa stasera e di prenderci tutto il relax che ci serve. Avremmo potuto cenare fuori, magari con una mega pizza-triplo-strato-di-mozzarella come piace a me, ma l’idea di trascorrere la serata in un locale affollato di gente che vocia e strepita proprio non ci entusiasmava, perciò siamo rimasti fra le care silenziose mura domestiche.
“Ecco qua, una bella tisana rilassante a base di melissa e camomilla.” Porgo a Cosimo la sua tazza, ne verso anche nella mia e mi siedo accanto a lui sul divano. “Ludovica dorme come un angioletto con il pupazzo di Peppa Pig.”
“Almeno lei non ha sofferto lo stress di questa giornata del cazzo….” Beve un sorso e se ne esce con una smorfia. “Bleah… Ma che c’hai messo?!”
“Te l’ho detto: melissa e camomilla più tre cucchiaini di zucchero.”
“Tre?! A me piacciono le cose amare!”
Mi mordo il labbro, me n’ero completamente dimenticata! “Scusa amore… Ti preparo un caffé.”
“No, lascia stare.” Mi trascina fra le sue braccia, adoro stare a stretto contatto con lui e sentire il battito del suo cuore, ora finalmente regolare, che unendosi al mio produce una musica celestiale. “So che hai passato delle settimane terribili anche tu…. Scusa, è tutta colpa mia.”
Lo fisso negli occhi, in quegli occhi che mi hanno fatto innamorare tanti anni fa e che mi fanno lo stesso effetto anche adesso. “Se dici di nuovo una cosa del genere…. Ti lascio!”
Piega l’angolo della bocca. “Sparane un’altra, so che non ne saresti mai capace.”
Ha perfettamente ragione. “Allora ti sfinisco dal solletico!” Gli salto letteralmente addosso mentre lui tenta di dimenarsi fra le mie dita che si infiltrano ovunque.
“Non hai idea di come mi senta felice adesso, amore mio….”
Mi serra fra le braccia, è tutto meravigliosamente magnifico.
Poi decide di raccontarmi quello che è accaduto.
“All’uscita del tribunale Monica aveva un diavolo per capello.”
“Mhm, immagino che neanche la piastra della migliore marca sarebbe riuscita a lisciarle la criniera.” >: D Cattiva sono!
Sorride. “Già, era sicura di vincere, sosteneva sempre che quelli con un gruzzolo consistente detengono il potere e la facoltà di fare a modo loro. Però la legge privilegia e tutela la serenità dei bambini e tutte le relazioni dei periti, psicologi e di tutta quella schiera di gente che ha lavorato per noi ha evidenziato in modo incontestabile che la madre era perennemente assente nella vita della figlia. Hanno visionato i disegni fatti all’asilo, hanno avuto colloqui con le insegnanti oltre che con te e con molte persone con cui abbiamo avuto a che fare. Il filo conduttore che ne è uscito è uno solo: madre assente. Per questo hanno deciso di collocarla presso di me anche se con l’affido condiviso.”
“Vittoria quasi su tutta la linea quindi.”
“Si e per di più deve versarci un assegno mensile per la bambina. Se sei d’accordo metterei tutto in un libretto di risparmio di cui potrà disporre da grande.”
“Mi sembra la soluzione migliore.
”Non ti ho ancora detto tutto.” Poggia la testa sul cuscino  del divano. “Sai perché voleva Ludovica?”
“Fammi indovinare: per far soldi?”
“Brava! Il suo amante è quel tipo che possiede una grande industria di abbigliamento per bambini, uno pieno di grana ma senza figli. Lei tentava di lanciare Ludovica come modella junior e puntava a farle intestare delle quote societarie. Era inkazzata nera, mi sputava ripetutamente in faccia che avevo fatto perdere alla bambina un’occasione irripetibile e altre cose piuttosto pesanti che evito di ripetere.”
Mi scappa da ridere. “Così invece di guadagnarci su, deve pagare!”
“Già.” Si fa scappare uno sbadiglio, evidentemente la tisana sta facendo effetto. “Andiamo a farci due coccole sotto le lenzuola?”
Accetto di buon grado la sua proposta, spengiamo tutto e ci ritiriamo in camera da letto.
Tempo pochi attimi e la mia testa su culla nell’incavo del suo collo, ho l’impressione di essere tornata indietro fino a quella sera in cui uscimmo insieme per la prima volta, quando la bimba era stata portata a Parigi dalla madre e lui in preda alla disperazione si era ubriacato. La posizione è la stessa, ma il contesto diametralmente opposto.
Semplicemente meraviglioso. <3
 
Immaginerete bene cosa mi aspetto da queste ore fra le sue braccia, visti i numerosi rimandi per le cause che ben sapete e comprenderete bene la mia…. ehm… delusione quando mi rendo conto che si è addormentato.
Ma che posso imputargli? E’ distrutto anche se felice e forse con una sana e rigenerante dormita sarà in gran forma domani sera. Almeno spero!
 
 
Abbiamo dormito tutta la notte abbracciati e forse questo benedetto riposo ha giovato anche a me. Afferro il cellulare, sono le 7:30 e Cosimo non è al mio fianco. Mi metto seduta sul letto e nella penombra vedo qualcosa di piacevolmente anomalo nella nostra camera.
C’è una enorme mazzo di rose rosse sulla sedia e sul comò troneggia una bottiglia di spumante. Passano alcuni secondi e la porta si apre: Cosimo appare come un miraggio, ha in mando due bicchieri ed una ciotola di fragole.
°o° Sono senza parole.
“Buongiorno.” Si siede accanto a me salutandomi con un bacio. “Volevo farti una sorpresa ma ti sei svegliata prima che tutto fosse pronto. Peccato.”
“Pensi di non esserci riuscito?” Lo spettino con la mano.
Mi sembra di vivere uno di quei sogni che facevo da adolescente quando sognavo la mia prima volta.
Apre la bottiglia e riempie i bicchieri porgendomene uno. “A noi. E al nostro futuro.”
Sento di avere gli occhi umidi mentre brindiamo e sorseggiamo quella bevanda che trovo sublime. Mangio qualche fragola mentre mi lascio trascinare dall’avvolgente profumo delle rose. Poi lui mi abbraccia forte fin quasi a togliermi il fiato e nel giro di mezzo minuto ci ritroviamo distesi l’uno sull’altra sul letto. Ci specchiamo nei nostri occhi, il momento che tanto sognavamo è arrivato perché adesso non ci sono più ostacoli né di tipo fisico né psicologico: dopo mille tribolazioni ci possiamo amare.
C’è solo una maglia grigia ad impedire ai miei occhi di bearsi del suo fisico, faccio scivolare quindi le mie mani sotto quel sottile strato di stoffa ed inizio a solleticarlo un po’ prima di afferrare i lembi e sfilargli via quell’insopportabile barriera. “Mhm, qualcuno ha appetito di primo mattino?”
“Lo sai che quando bevo un bicchierino di troppo perdo lucidità.” Sono quasi del tutto astemia, anche una misera flute mi annebbia il cervello!
Prende ad accarezzarmi le gambe, indosso un paio i pantaloncini corti del pigiama….. pardon, indossavo. Me li ha sfilati con una rapidità da guinness dei primati mentre le nostre labbra si assaggiano a vicenda, si mordicchiano, si accarezzano. Fra sorrisi, baci e carezze ben presto tutti i nostri abiti (quei pochi che ancora coprivano i nostri corpi intendo) finiscono sul pavimento e ci lasciamo avvolgere dal fresco lenzuolo che come un velo ci divide dal mondo permettendoci di vivere appieno questo momento tutto nostro.
E’ la nostra prima volta e sento dentro di me un’emozione che fatico ad esprimere con le parole. Non faccio l’amore da un bel po’ di tempo, per la precisione da quando fui piantata dal mio ex perché non ero quella che credeva. Sono in astinenza da mesi ormai e se mi avessero detto che il prossimo sarebbe stato Cosimo avrei faticato a crederci. Si, perché è tutto troppo meraviglioso con lui che amo da una vita, perché il calore che sprigiona il suo corpo mentre mi tiene stretta mi dà tranquillità e mi infonde sicurezza; perché baciare la sua pelle ha un sapore indescrivibile; perché farmi sfiorare dalle sue mani mi fa sentire donna centimetro dopo centimetro; perché sussurrarci ti amo ad un soffio di labbra è quanto di più dolce si possa immaginare. Le mie mani che vanno su e giù per la sua schiena unite alla scia di baci che gli sto lasciando sul collo lo stanno facendo eccitare tantissimo. Lui mi sfiora i seni, mi solletica la pancia con le labbra facendomi quasi morire e finisce per baciarmi in quella che lui chiama la zona proibita. Sono, anzi, siamo eccitatissimi e l’aria delicatamente illuminata dall’abat-jour è densa del nostro profumo d’amore.
“L’ultima cosa che mi passa per la testa è farti male, amore mio. Se dovesse accadere ti chiedo scusa fin d’ora.”
“Farmi male tu?!” Sorrido con una punta di commozione e per tutta risposta lo bacio con voracità, apro il più possibile le gambe per invitarlo ed accoglierlo dentro di me.
E finalmente ci riusciamo <3  *_*  <3  : )  : D
Vi chiedo scusa se non sono capace di descrivere tutto quello che proviamo in quei momenti, vi basti solo pensare che i nostri occhi sono lucidi e pieni di stelle allo stesso tempo, che i nostri corpi sono un tutt’uno, che quel piccolissimo doloretto che ho avvertito quando è entrato dentro di me ha assunto il significato di liberazione dal passato, dai tabù e dagli ostacoli che la vita ci ha messo davanti.
Ma è stato semplicemente bellissimo elevato all’ennesima potenza.
Cos’altro potrei dirvi?
 
 
Beh, qualcosa in verità si.
 
Sono passati sei anni da quella nostra meravigliosa prima volta.
Ludovica ha quasi terminato la scuola elementare, è bravissima! Ha ottenuto voti che suo padre si sognava quando stava sui banchi. XD
Le cose fra di noi funzionano perfettamente e proprio come volevamo, siamo riusciti a resistere agli attacchi velenosi delle pettegole.
L’unica cosa che davvero ci manca è quel figlio che tanto vorremmo ma che il mio corpo ancora non riesce a darci. Anche Ludovica ogni tanto ci chiede un fratellino o una sorellina perché tutte le sue amiche ce l’hanno. Sapevo che sarebbe stato difficile per me concepire, sto seguendo delle terapie ormonali per stimolare l’ovulazione e nonostante tutto l’impegno che Cosimo ci mette, fino ad oggi il destino non ci ha sorriso.
Ma da due settimane mi sento strana e per di più ho un ritardo anomalo.
Vuoi vedere che proprio quando avevo perso la speranza si è compiuto il miracolo?
Ho comprato il test di gravidanza ed ho una paura matta di farlo.
Ho atteso che Cosimo rientrasse dal lavoro, voglio averlo vicino nel momento in cui quell’aggeggio ci comunicherà il suo responso.
Ho paura di dargli l’ennesimo delusione, si sente impotente in certi momenti perché nonostante tutto il suo impegno non ci siamo ancora riusciti.
Coraggio Alessia! Fa’ quello che devi fare e togliti il dubbio.
Questi minuti che dobbiamo attendere sono un’eternità, la mia mano trema e quella di Cosimo non smette di accarezzarmi nel tentativo di farmi stare calma.
Poi il miracolo.
Ci guardiamo negli occhi, entrambi al limite dell’incredulità.
Afferro di nuovo la confezione del test cercando le istruzioni e leggendole per l’ennesima volta.
Legge anche lui, poi mi toglie dalle mani quella roba e mi abbraccia.
Sento una lacrima sul mio viso; è mia? E’ sua?
Non lo so.
So solo che la cicogna si è finalmente decisa a mettersi in volo verso casa nostra.
 
 
 


 
Bene, my dear friends,
siamo giunti al termine della storia di Alessia che ha impiegato la bellezza di quindici anni per arrivare al cuore del suo amato Cosimo.
Se potessi, ringrazierei personalmente tutti voi che avete seguito la storia, in particolare chi ha recensito. Vi sono davvero grata per il sostegno dimostrato. <3<3<3<3<3 E vi sarei ancora più grata se lasciaste un commento generale sulla storia… Please!
 
Un’ultima cosa: se per caso qualcuno volesse continuare a seguirmi, sto pubblicando una nuova storia sospesa a metà fra il fantasy e soprannaturale ovviamente con buona dose di sentimento. Si intitola “107” e parla di una ragazza che riceve dalla vecchia prozia una strana eredità che dovrà guadagnarsi interpretando correttamente il significato dei numeri. Accanto a lei c’è lo zio e un affascinate giovane…. E poi compariranno esseri sconosciuti…. Forse angeli?
Vi lascio il link del prologo.
 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3197921&i=1
 
Un abbraccio
La Luna Nera

 
  
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