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Autore: AnimeAly    21/09/2015    1 recensioni
Quando la follia ti inghiottisce dopo un momento buio, solo una luce può aiutarti, la luce della speranza... Il circo ti aspetta!
Genere: Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maka Albarn, Soul Eater Evans | Coppie: Soul/Maka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CIRCUS OF MADNESS...

Guardo i miei "compagni", loro guardano me, si chiedono come mai non mi alleno, eppure lo sanno che faccio io, che contributo do io, infondo, sono l'attrazione principale... mi torturo una ciocca tra le dita e osservo come quei felini bastardi mi osservano anche loro. Volto lo sguardo e "gli uomini dal naso rosso" trattengono le risate.

I pagliacci ti ridono dietro... non ti senti uno schifo?

Quella voce, perchè mi segue sempre...? E' da quando è successo quella disgrazia che mi perseguita. Cosa vuoi da me...?

La ricordi ancora? Sai... io ne sono felice, mi piace essere parte di te da quando mi hanno liberato... ma guarda! I tuoi occhi sono spenti, quasi innaturali... come sono belli...

Lasciami stare,  lasciami marcire nel mio essere...  mi alzo dalla sedia e mi reco dietro il tendone, nell'oscurità che mi segue, perchè non mi lascia stare pure lei? Tutto ciò è opprimente... guardo le mie unghie colorate di smalto nero, sotto le unghie si può benissimo vedere il sangue incrostato. Abbasso lo sguardo e mi perdo nei suoi discorsi

Guardati: sei sola...

Lo so... e me ne rendo conto tutti i giorni. Mi alzo e passo una mano partendo dalla clavicola fino al ginocchio, lisciando il mio vestito stropicciato. Mi dirigo verso il baule con dentro tutti gli oggetti che ci servono per lo spettacolo. Di fianco ad esso c'è la mia unica compagnia. Passo una mano sulla lama lucente e un dito sulla parte non tagliente della falce, sentendo la sua forma curva. I colori di essa sono quelli che vedo sempre, rosso e nero. Rosso, come la paura, il sangue... nero, come le tenebre, l'oscurità... Sospiro e giro lo sgaurdo verso il baule e, incurosita, lo apro. Dentro ci sono gli oggetti di scena dei pagliacci, le funi, i coltelli del "dell'uomo che lancia i coltelli", la frusta della domatrice di leoni... mi soffermo su essa e la prendo in mano e la imito, imito quella ragazza che ogni volta "gioca" con i leoni. La frusto contro il vuoto e contro il terreno, emette un rimore di sonagli ogni volta che la si muove, credo abbia dei sonaglietti al suo interno, forse per concentrare l'attenzione dei leoni di di lei...

Vedo che ti diverti. Chi ti credi di essere? La domatrice di leoni?... No, semmai tu sei il leone e io sono il domatore.

Ogni volta che parla ragiono sulle sue parole e realizzo che quelle parole, tanto cattive e dissuadenti, sono la pura realtà. Metto giù la fusta e chiudo il baule sedendoci sopra, mettendomi le mani sul volto, e decido di andare a truccarmi. A breve ci sarebbe stato un'altro spettacolo e io dovevo mettermi l'"uniforme". Entro nella mia cabina rossa, con le finestre tutte chiuse e coperte dalle tende rosse, il letto è tutto nero, l'unica cosa che stona qui dentro, è il comodino verde dove tengo la mia roba sopra. C'è puzza qua dentro, di chiuso, di disperazione, di terrore. Il rossetto rosso fuoco mi regala un'effetto tetro, il mascara allunga, e infoltisce, le mie ciglia  quanto basta per coprire i miei occhi luminosi, con una maschera buia. La finta cicatrice che dovrebbe trapassarmi l'occhio sinitro è fatta di fondotinta e una matita del colore leggermete più scuro della mia pelle, per renderla come reale.

Ma come sei bella... sembri poprio una psicopatica... adorabile.

Siamo in fila per entrare in scena e tengo stretta la mia falce, unica compagna in questa congricola di sconosciuti. La voce del direttore rimbomba nella sala, chiamandomi
-... Squarciatrice!!!- dice e il pubblico appaude. Entro in scena saltando intorno al cerchio e facendo acribazie con la falce, loro ridono e si divertono, credono che sia tutto studiato, finto. Non è così, e tento di non piangere ogni volta che vedo un bambino in prima fila a vedermi manovrare quest'arma... Oggi non svolgo solo il mio solito ruolo, infatti faccio anche da aiutante al lanciatore di coltelli, fortunatamente ha una bella mira e non mi colpirebbe mai di proprosito, lui è l'unico con cui parlo qualche volta. Lancia il primo coltello e arriva vicino alla mia mano, il secondo, il terzo... tutti perfetti. Al quarto lancio mi ritrovo circondata da coltelli affilati e luminosi, ne aveva lanciati tre alla volta, precisamente uno sulla testa, uno vicino al mio fianco, e uno vicino al piede. In lontananza vedo che ne rimane solo uno, ne sono felice, ma al lancio mi colpisce leggermente la coscia, facendomi venire un leggero taglio. Il pubblico non lo ha notato, o credono che sia finto, e applaudono. Finito il numero lui mi chiede scusa e, dopo avergli detto che non era niente, rifiuto le cure, lasciando che il sangue coli sulla coscia, per fermarsi sulle srcarpe

Come ci si sente ad essere la preda? Ammettilo, stavi morendo di paura legata a quel pezzo di legno, pensavi che ti avrebbe trafitto e ucciso... che scena deprimente. Abbandonati a me, lascia che ti guidi nel tragitto della tua vita, ti donerò la forza!!

Cerca di farmi cadere in oscuri tranelli, architettati con astuzia, capaci di dissuaderti e prenderti senza più liberarti. Eccomi lì al centro dell'attenzione di tutti. Come di copione i pagliacci mi laciano in aria dei maglialini, e li colpisco tutti in aria, il loro sangue cola come la pioggia, creando delle pozzanghere. "Tutta scena" pensa il pubblico, e il direttore sa che sta rischiando tanto con le mie performance. Un salto con capriola, mi appendo al filo, salto sulla rete... per ora tutto okay, ma ecco il peggio: il "condannato a morte". Si tratta del mio ultimo "bersaglio", quello più umano. Si tratta di un prigioniero condannato a morte o una persona suicida, ma anche un malato terminale... mi mandato tutte le persone collegate alla morte. Chi la desidera, chi la deve incontrare... lei è sempre lì e mi sorride. Trafiggo quella carne morbida come niente, e ringrazio che il povero disgraziato sia imbavagliato, così non si possono udire le sue urla di dolore... dal taglio escono litri di sangue scarlatto, che si sparge su di me e sul terreno, finito il tutto faccio un inchino e mi dileguo disgustata, quel liquido mi è finito anche sulla bocca

Rosso... le tue mani sono rosse. Sei stata ancora tu? Lo neghi? Vergognati... la tua bocca dice il contrario. Quella tonalità di rosso ti dona.

Scappo sotto una quercia vecchia e sbatto la testa fino a farla sanguinare, poi, vendeno quelle goccioline scendere, faccio scivolare la testa contro la quercia e mi rannicchio piangendo. Il trucco mi è colato tutto, e so già che mi sgrideranno perchè sono scappata via in quel modo. Penso a cosa è successo pochi minuti fà, ma ciò che faccio non lo faccio con piacere, è come un obbligo, un ordine da eseguire, senza ciò nessuno mi darrebbe nè cibo nè acqua, lo faccio per scappare da lei... ma sinceramente, stò pensando che sia meglio morire, piuttosto che sopportare tutto ciò.

Attenta... il direttore stà per venirti incontro...

Sento dei passi avvicinarsi, e come previsto dalla voce dentro di me, che mi mangia ogni giorno, il direttore si china davanti a me e mi guarda serio. Si sarà stufato di questa scena, sarà stufo di continuare ad incoraggiarmi, sarà stufo di averi tra i piedi, ma mi tiene qui per compassione e per i soldi. In fondo... sono l'attrazione principale. Mi porge la mano e mi aggrappo, mi conduce verso l'uscita e mi chiede se voglio andarmene, dicendo che è stufo di vedere i pagliacci che mi deridono, è stufo di vedermi piangere ogni volta che finisco uno spettacolo, è stufo di vedermi in queste condizioni. Gli rispondo che non voglio andarmene e mi dileguo in un posto solitario, che mi sta chiamando, tanto uno vale l altro, no?

Che ne dici di unirti alle gemelle siamesi nel prossimo numero...? Potresti essere il loro tappeto! O forse i pesi dell'uomo forzuto... ti stritolerebbe in un secondo...!

Quanto si diverte a prendermi in giro... ormai è abitudine. Ormai è arrivata la sera, mi dileguo nel mio letto senza toccare cibo, la depressione mi riempe già lo stomaco... allora, buonanotte eh...

No, no buonanotte, abbandonati a questo mal'essere, sei solo una marionetta nelle mie mani... abbandonati a me!

La luce del sole, che non vedo, mi dice che è ora di svegliarmi. Mi vesto e mangio qualche cereale e latte, per mantenermi qualche forza nella giornata. Vedo che oggi tutti fanno i bagagli, è il giorno di spostamento per noi, nuovo paese, nuove persone. Metto dentro i vestiti e cosmetici, attaccano la mia stanzetta all'elefante, e tutti pronti al viaggio, ammetto che da qualche tempo... sento il bisogno di uccidere...!!

Che emozione...

Sono passati due giorni e lo spettacolo sta per inziare. Mi preparo psicologicamente, gli occhi sono tutti puntatati su di me; ancora i maialini, le persone che mi appaudono, e, in tutte quelle persone, un ragazzo mi colpisce, è diverso, tra tutte quelle persone lui è diverso.

Guardi quella persona, guardi i suoi occhi dello stesso colore del tuo rossetto, delle tue mani... guarda, stà aspettando solo che continui il tuo numero... perchè non lo continuiamo insieme?

Lo fisso e continuo il mio "lavoro" senza che la mia testa sia attaccata al collo, lei ormai è altrove, ma il mio corpo ormai ragiona da solo, come se fossero delle azioni mecaniche. Mentre faccio l'inchino finale e lo guardo ancora e quando sto per uscire di scena, lui mi sorride e arrossisco lievemente. Nessuno mi ha mai sorriso così...

Vedo che stai cercando di aggrapparti alla mano del pubblico... poveri illusi. Loro ridono alla tua performance, anche se non sanno chi sei, cosa sei, come ti senti...

Vero, altamente vero, loro non sanno chi sono, che cosa sono, come mi sento. Io sono una malata, si, una malata che non sopporta più ciò che accade ogni giorno, che non sopporta più nessuno, che non si fida... ma lui, lui sembrava... sento il bisogno di uccidere... che stò pensando?!! Mi metto le mani in testa e mi tiro i capelli

Cosa sembrava? Buono? Gentile? Interessato? Non diciamo scemenze .E' stato bello il numero di oggi... ti sei ritirata nel tuo minuscolo camerino e ti stai levando i vestiti... come mai? Sono sporchi? Si, lo sono... puzzano di quell'odore che ti penestra nelle narici e non ne esce più? Si, esatto. Perchè non accetti la realtà... oh, bussano... che aspetti? Apri la porta, mostrami chi ha voluto chiamare il diavolo...

Rimango in regiseno e shorts e mi avvicino alla porta. Prima di farla scricchiolare mi guardo riflessa nello specchio alla mia sinistra, ho le braccia, le gambe e la faccia sporche di quel liquido cremesi. I miei capelli sfumano dal biondo al rosso, perchè tutte le volte?... Mi decido ad aprire la porta e il direttore mi dice che una persona mi voleva vedere. Chiunque sia, deve essere priprio ingenua questa persona, e il direttore non ha neanche provato ad evitare l'incontro, ripone troppa fiducia in me... Ingenuo. Fa passare un ragazzo interessante, molto singolare. E' il ragazzo di prima. Quei capelli bianchi fanno male hai miei occhi, sono candidi, puri... E' alto, ammetto a me stessa che è bello, vestito con jeans, giubbotto di pelle nero, scarpe da ginnastica e maglietta, senza dimenticare il cerchietto. Dopo averlo analizzato li guardo. Gli occhi, quelle sfere lucenti... mi ricordano troppo la mia vita, quel colore che devo vedere tutti i giorni...

Non lo vorresti squartare? Potresti proporli il bis...

-Sei tu "Maka la squarciatrice"?- mi chiede mostrandomi un manifesto con su me e una falce, entrambe imbrattate di sangue e una testa nella mia mano... inorridisco al solo sguardo, ma annuisco con la testa. Lui mi guarda, mi osserva -vorrei che venissi con me, sono un'arma ed ho bisogno di un maestro e vedo che tu sei prorpio ideale. Quindi, vieni con me...- mi dice. Sgrano gli occhi e guardo il direttore, che mi accenna un si col viso. Addio al circo, penso, addio a tutto questo...!!

Certe volte le persone non sanno ciò che fanno, sognano e tentano di relizzare quelle immagini che il cervello aveva prodotto durante la notte. Potresti anche farmi tacere, ma non mi ucciderai mai...

Inghiottisco innervosita e tento di non gettarmi nelle fauci sbagliate, ne esistono tante nella vita e non vorrei rifare lo stesso errore -che ci guardagno?...- chiedo tetra, lui sorride e mi prende la mano, gelida, e la scalda tra le sue
-La vita!- mi dice, e dopo di che, faccio le valige e mi aggrappo a questa nuova oppurtunità, a questa nuova esistenza, muttandomi nelle sue iridi rosso sangue...

PAZZI DA LEGARE!!!
Si, questa è proprio una storia di merda!!! XD la pazzia mi ha assalito una sera e non ho resistito, il bello è che l'ho ritrovata tra documenti e documenti!! Spero che qualche anima buona lasci un commento, anche negativo perchè concordo in pieno XD
-Vedete con chi ho a che fare?-
Kiss, kiss

   
 
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