WE ARE OUT FOR PROMPT
– 19/20 SETTEMBRE 2015
Titolo:
La voce della brughiera
Personaggi: Heathcliff!centric
Prompt ©Hiromi Chan: Cime tempestose -
Male!Cat/Fem!Heat, sentiva
la sua voce ogni volta che voltava lo sguardo verso la brughiera.
Avvertimenti: Gender Bender, Angst (?), Drammatico,
Malinconico.
Note: Heathcliff è
diventato Heather, mentre non ho trovato un
equivalente maschile del nome Catherine, per cui l’ho
lasciato com’era. E con
la speranza di essere stata il più fedele possibile al
romanzo e i suoi
personaggi, non mi resta che augurarvi buona lettura!
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La voce
della brughiera
Heather… Heather…!
Al primo soffio di vento, debole
come il vagito di un bambino o il gemito di un moribondo, la donna
sollevò
bruscamente lo sguardo dal suo libro, puntando due ferventi occhi scuri
sul
vetro opaco della finestra. Dal suo punto privilegiato nello studio
dell’ala
est della magione, ella poteva rimirare
l’immensità della brughiera selvaggia
che si estendeva per miglia lungo la vallata, in un continuo movimento
alternato di colli ricoperti di eriche e brughi e aride rocce.
Il vento soffiò ancora, stavolta
più bruscamente, più basso, creando un rombo che
fece vibrare i vetri, e sul
volto stanco della donna si dipinse un sorriso che mai dovrebbe tingere
labbra
oneste.
«Oh sì, Cathy», mormorò,
alzandosi lentamente e raggiungendo la finestra. «Ti sento.
Sei solo, laggiù
nella tua tomba?»
Per tutta risposta, il vento
aumentò d’intensità. Allora Heather
spalancò bruscamente la finestra,
lasciandolo entrare, e rise quando le tende vennero sbattute contro le
pareti e
i fogli che ricoprivano il tavolo piovvero per terra, accompagnati da
piume e
ogni singolo oggetto leggero che vi si trovava. Incurante del gelo e
della corrente
che le sciolse i capelli, annodandoli e offrendole un aspetto fin
troppo
selvaggio per una donna della sua età, Heather
posò le mani sul telaio della
finestra e si affacciò fuori, continuando a ridere come una
folle e invocare il
vento con il nome di un uomo perduto da tempo.
«Ah sì, sì, arrabbiati come sai
fare tu, tormentami!» Urlò, ignorando le lacrime
che le si gelavano sulle gote.
«Non darmi pace fino a che non sarò anche io nella
terra gelida, al tuo fianco!»
I cespugli e le fronde secche degli
alberi si agitavano come impazziti, ondeggiando all’ululato
terribile della
tormenta e terrorizzando i cani e i cavalli nelle stalle. Lunghi rami
arcuati
come artigli sbattevano sui muri e i vetri della casa, e persino le
imposte
delle finestre abbandonarono i loro ganci per sbatacchiare con furia
contro le
pareti.
Non nutriva alcun dubbio,
Heather, riguardo l’identità dello spirito che
possedeva quella terra. Sapeva
che apparteneva al suo amato e odiato Cathy – non era forse
vero che i morti
tormentavano i loro assassini? – che ogni gemito della
brughiera non era che la
sua voce, e che ogni alito di vento non era che quello del suo sospiro.
Se
stringeva gli occhi verso l’orizzonte, laddove la strada si
curvava su se
stessa prima di sparire dietro una brusca discesa del colle –
là, al crocevia,
ove il vecchio ippocastano segnava la congiunzione tra più
sentieri e l’erica
cresceva ridondante – ecco, poteva quasi distinguere
un’ombra. Alta, scura come
la notte e solida come la roccia, pareva volgere lo sguardo verso Cime
Tempestose e puntarlo sulla donna disperata affacciata alla finestra, e
sollevare poi un braccio verso di lei, e ripetere... Heather…
Heather!
Rimase là a lungo, la vista resa
sfuocata dalle lacrime che le inondavano gli occhi neri e i lunghi e
folti
capelli corvini, striati d’argento, sparsi disordinatamente
sulle spalle – in
un aspetto che ricordava più la bimba indesiderata che era
stata un tempo che
non la donna autorevole e intimidatoria che era diventata –
ad osservare
quell’apparizione, lasciandosi piangere, lasciandosi
impazzire.
«Non manca molto, Cathy»,
mormorò alle ombre della brughiera.
Il vento allora parve
acquietarsi, e un soffio d’aria fredda le
accarezzò amorevole il volto.
Heather… Heather…
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Drabble:
549 parole.