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Autore: EvelynJaneWolfman    22/09/2015    3 recensioni
Diana continua a tormentare il nostro povero Martin. Colpa di un'insegnante assente, una partita di basket persa e di un lecca lecca...
(Scusate la trama oscena).
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Diana Lombard, Martin Mystère
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Hot Candies'
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Vi anticipo che i primi righi son dal punto di vista di Martin, poi la storia cambia ed è completamente dal punto di vista di Diana.

La campanella che segnava la fine dell’ora di trigonometria e l’inizio di quella di storia strillò prepotente, facendo sospirare di sollievo gli alunni meno portati per quella materia. Soprattutto Martin, che con i numeri non riusciva più a far pace dalle medie, in compenso se la cavava bene nelle altre materie ed era consapevole di poter avere voti più alti se solo si fosse impegnato di più. Ma la sua giornata non poteva essere dedicata solo allo studio, aveva riviste sul paranormale da leggere, film dell’orrore da guardare e le missioni del centro da svolgere, per non parlare delle ragazze da corteggiare! La sua giornata era piena di impegni, non come quella di Diana. Si voltò a fissare la compagna, che chiacchierava animatamente con Jenny.

La sua amica non aveva altri impegni al di fuori della scuola e del centro, un po’ si dispiaceva per lei, in fondo era una bella ragazza e poteva avere ai piedi qualunque ragazzo se si fosse decisa ad uscire dall’ombra di Jenny. La sua amica aveva tutto al posto giusto; due occhi color smeraldo, morbidi capelli color cioccolato, un fisico niente male, bella testa e, dopo la scena avvenuta qualche giorno prima in camera di lei, poteva confermare che Diana sapeva anche come far cadere un uomo ai suoi piedi, che ne fosse consapevole o meno. Anche solo ripensare a quella scena gli causava uno squilibrio emotivo e fisico visibile, molto visibile…

I suoi pensieri vennero interrotti dall’arrivo di una persona in classe, ma, per la felicità di Martin, non si trattava della signorina Scott, l’insegnante di storia. Infatti era stato Java ad aver varcato la soglia, e se ne stava all’inpiedi vicino alla cattedra.

“Signorina Scott oggi assente, classe può passare ora in cortile.” Riferì il cavernicolo, sorridendo a Diana prima di lasciare l’aula.

Che sfortuna!, pensò Diana. Proprio quel giorno la signorina Scott avrebbe dovuto comunicare i ruoli per la rievocazione della guerra d’indipendenza organizzata dal consiglio studentesco, di cui lei faceva da poco parte.

Martin scattò in piedi ululando felice, seguito dagli altri idioti seduti nelle ultime file. La ragazza scosse il capo rassegnata, mentre i compagni di classe iniziavano ad abbandonare l’aula per dirigersi in cortile.

“Che sfortuna!” Esclamò Jenny, riponendo quaderni ed altri oggetti personali sotto il banco. “Potevamo saltare trigonometria invece di storia.”

“Io avrei preferito non saltare alcuna lezione.” Borbottò lei, facendo ridacchiare la compagna.

“Sei sempre la solita.” La canzonò l’amica, sospirando in modo teatrale.

Era un crimine preferire lo studio all’aria aperta? Lei preferiva concentrarsi sul suo futuro prima di concedersi qualche svago, già le missioni del centro le portavano via un bel po’ di tempo, così si concentrava sul recuperare ed il tempo libero si dimezzava ancora di più.

Uscì dall’aula accompagnata dell’amica, ripetendosi che non doveva giustificare a nessuno il suo comportamento. C’era già Martin che la faceva sentire strana per il suo modo di fare o per il semplice fatto che preferisse un buon libro ad un videogame, a cui avrebbe sicuramente perso.

Il vociare alto dei suoi compagni di classe ed il leggero venticello autunnale la strapparono dai suoi pensieri, alzò lo sguardo dai suoi piedi, su cui si era incantata, e si accorse di essere già in cortile. Si guardò intorno e notò Martin giocare a basket sul campetto esterno della scuola, l’amico si era tolto la sua amatissima camicia rossa ed era rimasto solo con una leggera canotta bianca. Era sudato ed il tessuto gli s’incollava al petto come una seconda pelle, evidenziando il corpo muscoloso e ben allenato del biondo.

Diana deglutì a disagio e si costrinse a spostare lo sguardo altrove. Nelle ultime settimane non riusciva a non pensare a Martin in mille modi equivoci e per nulla consoni ad un’amica d’infanzia, aveva provato a concentrarsi su altro, immaginando di scomporre un atomo ma alla fine si era ritrovata a pensare di spogliare il biondo ed aveva rinunciato. Per vendicarsi dei pensieri imbarazzanti ed osceni con cui l’amico le invadeva la mente, l’aveva provocato con il gelato. Si ricordava perfettamente dell’episodio avvenuto solo qualche giorno prima in camera sua e, stranamente, non se ne vergognava affatto, anzi… le aveva fatto piacere notare lo stesso turbamento sul volto di Martin.

“Diana! Che ci fai ancora lì impalata?” Jenny, seduta su una delle panchine vicine al campo, agitava un braccio in aria chiamandola. Solo allora lei si rese conto che l’amica non era più accanto a lei.

Sbuffò contrariata con se stessa e raggiunse la bionda, che stava chiacchierando con altre due ragazze a lei sconosciute.

Il palleggiare del pallone contro il pavimento in cemento richiamò la sua attenzione verso la partita in corso e verso Martin, ovviamente. Le sembrò ancora più bello di cinque minuti prima e questo la fece infuriare, gli avrebbe volentieri infilato una busta di cartone in testa ed avrebbe coperto il suo corpo con una pesante busta nera, in modo che la sua vista non minasse più la sua salute mentale.

Il ragazzo spostò lo sguardo su di lei, facendole salire il sangue alle guance mentre il suo cuore iniziava a battere impazzito.

Doveva distrarsi e subito!

Si agitò irrequieta sulla panchina quando si ricordò del lecca lecca che Jenny le aveva offerto quella mattina, sicuramente quel dolcetto l’avrebbe distratta per un po’. Portò la mano ad una delle tasche dei pantaloni e tirò fuori il bastoncino caramelloso, strappò in fretta la carta dai colori vivaci in cui era avvolto e se lo portò alle labbra, leccando la sfera zuccherosa e sospirando compiaciuta quando un dolce sapore di fragola le invase le papille gustative.

Chiuse gli occhi e si gustò il lecca lecca, facendolo roteare sulla lingua e schioccare rumorosamente tra le labbra quando lo portava fuori.

Tutt’assorta dal suo dolcetto non si accorse dello scompiglio che stava avvenendo sul campo da gioco, fino a quando borbottii rabbiosi e grida attirarono la sua attenzione sul campo; Martin era circondato dai suoi tre compagni di squadra, che gli inveivano contro per una mancata ricezione di palla. Il biondo si grattava nervosamente la nuca, scusandosi con i tre ragazzi che alla fine sospirarono delusi e si allontanarono da lui, tornando a prendere posizione.

L’amico si voltò nella sua direzione, fulminando con gli occhi il bastoncino zuccheroso che aveva tra le labbra, prima di riportare la propria attenzione sulla palla.

La ragazza rimase per qualche secondo confusa dall’atteggiamento dell’amico, poi una piccola consapevolezza si fece strada nella sua mente e la fece sorridere maliziosamente.

Continuò a giocare con il lecca lecca, leccandolo e roteandolo tra le labbra, notando come l’amico diventasse sempre più irrequieto ogni volta che puntava lo sguardo su di lei.

Nell’arco di cinque minuti Martin perse tre volte il possesso di palla e mancò due volte il canestro, causando lo scontento dei suoi compagni. Diana sapeva che era tutta colpa sua, ma proprio non riusciva a sentirsi in colpa anzi, sapere quale effetto causava sul biondo le faceva provare una strana euforia.

Si leccò le labbra con fare innocente e continuò col suo malefico piano, pienamente consapevole degli sguardi dell’amico su di sé.

La partita terminò troppo in fretta e la squadra di Martin perse dodici a ventisei. Il biondo ricacciò sgarbato le accuse dei compagni e si allontanò in fretta, dimenticando la sua camicia su un cespuglio e borbottando quello che le era sembrato un insulto verso una strega.

“Chissà cosa sarà successo a Martin.” Disse perplessa Jenny, fissando ad occhi sgranati il punto in cui era scomparso il biondo.

“Già, chissà cosa.” Ripeté lei, non riuscendo a trattenere un sorrisino soddisfatto.

-NOTE DI EVELYN-

Okay, non sono molto soddisfatta di questa shot, ma non potevo lasciarla in archivio quindi lascio il parere a voi. Se ci sono errori o qualcosa non va ditemelo.

Ci “sentiamo” alla prossima shot!

Baci.

  
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