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Autore: ImmaEFP    22/09/2015    3 recensioni
Un ultimo tentativo disperato. Gaetano crede di doversi rassegnare quando,davanti ad una bottiglia di vermouth si rende conto di aver tentato il tutto per tutto e che forse,anche se impossibile,deve dimenticarsi di Camilla.
Ma cosa succede se proprio nel momento in cui comincia a distruggersi lostomaco con l'alcool il destino bussa alla sua porta?
Nota:
Ho partorito questa idea qualche tempo fa,prima che cominciasse la sesta serie e quindi prima di ricevere tutte le notizione,quindi alcune cose saranno contrastanti,come ad esempio l'appartamento dove si trasferisce Gaetano. Inizialmente era solo una piccola bozza estesa fino a 20 righe,poi,per ingannare l'attesa ne è uscita fuori una One shot tutta per voi. Non ha riguardanti con le prime puntate della serie,ne collegamenti,soltanto frutto della mia immaginazione,apparte il gesto folle e traumatico di Renzo.
Spero possa essere di vostro gradimento.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Camilla Baudino, Gaetano Berardi
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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Restare a guardare la vita oltre la finestra di casa e accorgersi che il mondo va avanti anche senza di lei,cosa che,aggiunta al tradimento di suo marito e a tutto il dolore che stava provando,non serviva certo a migliorare la situazione,anzi si sentiva sempre peggio. Un fallimento. Questa volta si sentiva sconfitta,non era più la donna forte e coraggiosa che cercava di essere, quella in grado di trovare una soluzione,di darsi una possibilità,stavolta non era così semplice,non c'erano soluzioni,se non quello di aspettare che scomparisse assieme al suo rimorso,quello di essersi presa il colpo con le sue stesse mani. Certo perchè se avesse evitato di perdonarlo qualche anno prima,probabilmente si sarebbe risparmiata il colpo all'altezza del cuore. Ma davvero credeva nel patto di solidarietà amorosa? Se l'era cercata,ma come poteva credere che l'uomo che l'aveva tradita potesse rimediare ai sui sbagli senza commetterne altri? Ma a tutte queste domande non c'erano risposte. A pensare che in quel momento chi si ostinava a farle credere che lei non era per niente una perdente,era proprio il commissario,le suonava strano ma si sentiva pericolosamente bene. Lui non si era spinto oltre,le aveva lasciato spazio e tempo,tanto la cosa che gli interessava era starle accanto,farla riprendere. Certo doveva proprio amarla alla follia se era in grado persino di assistere alle sue scene raccapriccianti,tra il pianto disperato e un viso coperto di chiazze nere,ma aveva avuto la conferma proprio da lui,che anche ridotta in quelle condizioni,o peggio,lui non l'avrebbe mollata un istante. Forse doveva ricredersi,forse c'era ancora qualcuno che effettivamente aveva bisogno di lei,in qualsiasi stato,in qualunque posto. Gaetano non si era dimenticato di lei,non l'aveva abbandonata,anzi forse mai come in quel momento avrebbe voluto starle accanto,ma come poteva lasciare la 'sua' donna morire di sofferenza? Non avrebbe mai permesso una cosa del genere,ne a nessuno,ne tantomeno a se stesso.Un sentimento che non poteva scomparire solo perchè quella donna stava perdendo tutto. E Camilla ora lo sapeva,ora che stava ripensando a qualche mese prima... **Flashback** Rannicchiata ancora sul divano,stringendo un fazzoletto sporco tra le mani,aveva ascoltato le parole di Gaetano che si era limitato ad accovacciarsi sulle gambe e a sfiorarle una ciocca di capelli. -Scusami Gaetano,scusami,non so perchè sto a parlarne con te,avrai mille cose da fare e io ti sto soltanto facendo perdere tempo.- una voce sottile e spezzata mentre cercava di gettare gli ultimi residui di quel pianto fastidioso che l'aveva stravolta. -No,Camilla non devi scusarti,non devi nulla,io non ti lascio sola,tu hai bisogno di me.- Le uniche parole che l'avevano,per un istante,fatta sentire bene,i suoi occhi azzurri l'avevano accecata completamente e con le poche forze che l'erano rimaste si era sollevata,e con fatica aveva provato a piegare le sue labbra in un sorriso,forse il primo sorriso vero,dopo tutti quelli stonati. Una scossa elettrica l'aveva colpita quando il tocco dell'uomo le aveva raggiunto il viso,prendendole lo sguardo e puntandolo nei suoi occhi. Quella era la prima volta che poteva vederli così bene,erano profondi,era difficile scollarsi e ancor di più quando a quello sguardo si erano aggiunte le mani piazzate sulla sua faccia,delicate e sicure,quelle mani non avrebbero potuto mai farle del male. -Io ti voglio bene più di quanto tu ne voglia a me,non riesco ad avercela con te per troppo tempo.- le parole erano sempre più rassicuranti,le sentiva risuonare dentro di se,come quando riparte il replay di una canzone. Lui gliel'aveva detto e in parte era anche sollevato,certo avrebbe voluto tacere tutto con un bacio,ma non si era spinto oltre,sarebbe stato un passo falso e forse neppure voluto o desiderato realmente da lei,si era limitato a stamparle un bacio sulla fronte e poi si era staccato. -Io ti sto aspettando Camilla,ma sono consapevole che se devo essere solo un rimpiazzo o il momento di debolezza,mi faccio da parte e preferisco farti da spalla su cui piangere.- Aveva dichiarato quando,ancora assorto dal tentativo di consolazione e dal desiderio di baciarla,lei si era avvicinata annullando le distanze e facendogli sentire per un breve secondo il sapore delle sue labbra amare che allo stesso tempo però gli avevano provocato una scarica di adrenalina,la più forte fino a quel momento,l'aveva travolto in pieno. Il secondo più bello della sua vita. Era restato a guardarla anche se si era alzato e aveva raggiunto l'isola della cucina per sorseggiare il suo bicchiere di acqua fresca,non poteva crederci neanche lui a quello che le aveva appena detto,in fondo baciarla era quello che aveva sempre desiderato,ma si ripetè nella testa che non poteva fare altrimenti,neanche lui aveva tanta voglia di star male,di continuare a rubarle baci finti,togliendo l'amore cosa restava? Nulla. L'acqua dal suo bicchiere sembrava non terminare,forse perchè era stata la scusa più assurda per osservarla nella sua tuta strafatta e sbigottita e permettersi di resistere,perchè ne era sicuro,così vicino come era qualche minuto prima,il suo rifiuto sarebbe durato pochissimo. Era davvero pessima,doveva ammetterlo,ma era tremendamente la donna più bella. Non aveva mai potuto provare sensazione più bella di quando Camilla,in preda a due occhi gocciolanti,gli aveva confessato del tradimento di Renzo,sapeva di avere campo libero,di poterci provare e magari senza essere respinto ma la realtà era troppo diversa, e lui l'aveva capito solo quando aveva potuto notare negli occhi di Camilla lo strazio,la delusione,il fallimento,e quando aveva indubbiamente intuito che si sentiva abbandonata e inutile. I vestiti di Camilla gli stavano stretti,pesanti e a lui non piaceva affatto immaginarsi al posto della donna,la strada era ancora lunga. Lo strazio quindi aveva raggiunto anche lui e d'impulso l'aveva stretta in un abbraccio fino a sentire i suoi muscoli contrarsi. Poteva ritrovarsela di notte,nei suoi sogni,come quelli in commissariato,una sala,luci soffuse e un tango tremendamente sensuale... ** A lui ora mancava Camilla,non solo come persona,mancava quella sua innata passione per i gialli,mancava osservarla dalla finestra,mancava quella voglia di collaborazione,mancavano i vermouth,ormai Camilla era sempre più distante dall'uomo,quasi si era estrainata dal mondo,non gli rispondeva al cellulare,non usciva di casa,per lui era insopportabile,neanche i tentativi insistenti di bussare alla porta erano serviti. Aveva persino adottato la mossa strategica di trasferirsi al pianerottolo inferiore al suo ma nulla,erano giorni che Camilla sembrava essere scomparsa. Ricorda quella scena come se fosse successo un momento prima,ma Gaetano stava reggendo la situazione da mesi,da quella volta che l'aveva sopportata e supportata giorno e notte,non voleva continuare a stancarlo con i suoi problemi,con le sue lamentele,i singhiozzi inarrestabili quasi da far venire mal di testa. Come poteva quell'uomo reggerla ancora? Lei aveva deciso che Gaetano non si meritava di ascoltare i suoi tormenti per un'altro uomo,soprattutto perchè era consapevole di quello che appunto nutriva per lei. Stavolta c'era qualcosa in lei che stava cambiando. Stava raggiungendo il portone della sua scala,era così sfinito che non aveva neppure la forza di salire a piedi,ma come al solito quel maledetto ascensore era fuori servizio,avrebbe tirato molto facilmente un pugno alla porta ma non voleva peggiorare la situazione,così era stato costretto a salire le scale,cercando di trattenersi e respirare profondamente. Forse doveva ringraziare l'ascensore e il portiere che non aveva provveduto alla riparazione immediata,doveva benedire il cartello "Fuori servizio" se davanti a lui c'era Camilla con il suo orribile maglione da funerale e un paio di pantaloni neri oversize,per non parlare di quegli occhiali neri che le nascondevano due occhi fantastici,ma ne era sicuro,circondati da due occhiaie. Aveva rallentato il passo tirandosi indietro quando aveva incrociato gli occhi e lo sguardo perso e sorpreso di Gaetano e si era piazzata di fronte a lui come una statua. Stava uscendo indubbiamente,ma ne era certo,non stava correndo da lui,e quello che non poteva evitare di chiedersi era il motivo per il quale lei non si era fatta viva in quei giorni nonostante la sua immancabile presenza nei primi tempi.Non le stava dando colpe,voleva risparmiarle altre batoste,ci mancasse soltanto la sua incazzatura e un' ennesima pugnalata, lui era l'unico a non averla mai lasciata sola. Non gli importava il silenzio di quei giorni, in quel preciso momento contava averla vista. Il gioco del destino,dicono. -Camilla cosa ci fai qui?- aveva sparato un'assurdità nazionale,era praticamente disorientato. -Ci abito Gaetano.-gli aveva risposto in maniera del tutto naturale ma assorta da un senso di estraneità della cosa,era parecchio evidente che l'uomo non volesse esattamente farle quella domanda. -Si,cioè voglio dire,perchè sei conciata in quel modo? Dove stai andando?- Si sentiva l'uomo più stupido sulla faccia della terra,gli ricordava tanto suo padre quando trattava allo stesso modo Francesca,sua sorella,perchè ovviamente troppo geloso e protettivo. Ma Camilla era tremendamente bella anche con aria da funerale. -Sto andando a suicidarmi.- Di tutta risposta Gaetano aveva sentito una fitta al petto,era sembrata talmente convincente che era impallidito e sudava ovunque,come le sue mani anche il cuore e le gambe tremavano. -Oddio Camilla ma sei..- almeno la risata che un attimo dopo era apparsa sul volto di Camilla gli aveva risparmiato un infarto. Lei l'aveva letto chiaramente in viso che l'uomo era completamente agitato e anche confuso. Si era fermato a proferir parola quando imrpovvisamente Camilla si stava dimenando su se stessa per cercare di trattenere quella risata folle e anche un po da presa in giro,aveva notato persino il modo in cui le lacrime si divertivano a scendere sulle sue guance un attimo dopo che lei aveva rimosso gli occhiali. Non sapeva se essere sollevato,se continuare a sentire le vene pulsare all'impazzita o se ridere con lei. Si era portato una mano sul cuore per non mancarsi nessun battito,ma continuava a restare impalato a fissarla,sembrava ubriaca ma era perfettamente lucida. -Non puoi..capire..che faccia..hai fatto!- Minuti,quella frase era durata minuti,ogni sillaba era interrotta da un suono quasi fastidioso,la sua risata aumentava di volume. -Tu sei pazza Camilla,mi hai fatto prendere un colpo!- Era sollevato ma comunque il colpo se l'era preso lo stesso,e come se in un attimo tutto intorno a lui si fosse fermato,i pensieri,la città,il suo cuore. Non poteva immaginarsi una vita senza di lei. Un attimo di silenzio,di esitazione, e una risata era esplosa anche dalla sua bocca ridendo in sintonia con Camilla,aveva salito gli ultimi gradini avvicinandosi a lei e fermarsi a guardarla mentre la sua risata diventava un sorriso e poi una linea incompresa e astratta,tutto perchè aveva incontrato i suoi occhi che anche circondati da quelle terribili occhiaie,gli ultimi residui di mascara,il volto sciupato e fragile e i capelli spettinati era bellissima. Non riusciva a dire nulla ricevendo in vambio uno sguardo preoccupante e perplesso di Camilla. -Gaetano lo so che faccio schifo in questo momento e che sembro uscita da un film dell'orrore,ma non fissarmi in quel modo.- Il suo tono di voce era diventato serio e sicuramente sapeva di essere uscita di casa in condizioni tremende ed era piuttosto impresentabile. -No,è che tu sei bellissima anche così.- Non poteva crederci,gliel'aveva detto davvero,e perdipiù se non bastasse già il suo tono smielato,c'era la sua mano iperattiva a complicare le cose,spostandole quella ciocca di capelli ricci che le copriva l'occhio. -Stai scherzando vero? Persino Mortisia riderebbe di me.- aveva ribattuto tra il divertito e lo stupore. -Io non scherzo mai sulle cose serie professoressa.- Bene,era ancora più stupito di se stesso,maledetta la sua bocca e maledetto lui che non riusciva a controllare i suoi sentimenti. Ok,forse non gli fregava se quella era stata una mossa azzardata o strategica,se stava facendo una cavolata e se si sarebbe beccato l'ennesimo rifiuto,uno schiaffo morale,ma doveva dirglielo,stavolta era davvero il momento giusto,non poteva resistere più,non voleva mentire più ne a se stesso ne a lei. Menomale che lui era il polizitto e doveva fare la parte dell'uomo coerente e sincero,e questo rendeva le cose meno complicate,almeno in parte. Forse stavolta si era limitato a quelle parole,voleva aspettare che a fare il primo passo,anche piccolo,fosse Camilla. -Gaetano io...- e il suo sguardo era caduto ai piedi,con le mani a torturarsi di star tranquille. Ma no,non voleva sentire scuse,giustificazioni,altre bugie,non voleva costringerla a pensarci subito o a una risposta afrettata e magari anche azzardata,senza prima capire realmente i suoi sentimenti,non voleva imbarazzarla,ne metterla in difficoltà,così inconsapevole agli occhi di Camilla,le aveva posato un dito sulle labbra,riuscendo quindi anche a vedersi nuovamente osservato in volto dalla donna. -Non devi dirmi nulla Camilla,è solo la verità,sei bellissima comunque anche quando piangi. Io voglio solo te Camilla,voglio le tue labbra,il tuo collo,ma voglio che sia lo stesso anche per te,voglio che sia voluto e desiderato anche da te,voglio che tu sia sicura e senza ripensamenti. Ma se devo rischiare di perderti preferisco non averti Camilla. Non potrò più spiarti dalla finestra perchè ho addirittura creduto di poterti star vicino trasferendomi a due passi da te,ma uscirò da quella porta con la speranza di incontrarti sulle scale. E' dura far finta di niente quando sei accanto a me,ti giuro che non ho mai desiderato nessuna donna per così tanto tempo,mai! Tu sei la donna che ho sempre voluto e che non ho mai potuto avere,la donna che nonostante i suoi rifiuti ho continuato a volere,e che dopo dieci anni voglio ancora. Ho cercato di rifarmi un'altra vita ma non ci sono riuscito,perchè io voglio te,io voglio te! Voglio te per sempre,ma tu non dire niente,non voglio che tu faccia niente ora,non devono condizionarti queste parole.- Ancora una volta quell'uomo l'aveva spiazzata,poteva starle bene la dichiarazione sul divano di casa di Gaetano o anche quello in preda ad un delirio,ma non quella sulle scale del suo palazzo,era stata una confessione forte e toccante che ovviamente l'aveva lasciata senza parole,con un nodo non digeribile alla gola. Nessuno le aveva mai detto certe cose,nessuno ci aveva tentato e sperato più volte,nessuno l'aveva continuato a ripeterlo insistentemente. Di lei tutti prima o poi si sarebbero dimenticati,se rifiutava qualcuno,quel qualcuno spariva dopo un po di tempo. Anzi c'era pure qualcuno che si era dimenticato di lei nonostante ci avesse costruito qualcosa di importante,forse si era sempliemente stancato della stessa donna. E allora perchè Gaetano non si stancava di lei? Perchè continuava a volerla se lei non aveva potuto dargli nulla? Se era diventata poco e niente,un fallimento? Lei non era bella come le altre veneri del botticelli,ma magari c'era qualche motivo valido e profondo se tutto questo stava realmente accadendo. L'attrazione stava follemente aumentando,e lei lo percepiva anche se quella non era mai mancata a nessuno dei due. Lo sapeva,doveva dirgli qualcosa stavolta,ma il suo corpo era stato sorpassato da quello di Gaetano che aveva raggiunto la porta senza darle il tempo di voltarsi e fermarlo per rispondere,addentrandosi nel suo appartamento come se avesse fretta. Camilla era pietrificata,anche quel muro bianco di fronte a se era diventato interessante,cosa avrebbe dovuto fare non lo sapeva neppure lei,sbattere la mani contro la porta e dirgli una volta per tutte quello che sentiva o doveva sparire? Certo,avrebbe battuto per la prima ma non sapeva come e perchè era finita nel cortile raggiungendo il taxi che aveva chiamato prima di scendere. Ma probabilmente la scelta sulla seconda stava letteralemnte uccidendo Gaetano,sperava fosse quella da scartatre indubbiamente,a prescindere,che aveva desiderato sino all'ultimo secondo di trovarsi Camilla a implorarlo di aprire quella porta,e la sua saliva era impastata nella bocca e sentiva lo stomaco in subuglio. Non voleva pretese,non voleva che lei gli saltasse addosso o che gli dicesse di essere innamorata di lui,ma voleva una volta per tutte capire i sentimenti della donna,se provava lo stesso o se era il contrario,almeno avrebbe saputo come comportarsi,avrebbe preso la giusta decisione,dimenticandola,forse anche impossibile,o amarla senza più dover soffrire. In un attimo le erano apparsi tutti quei momenti trascorsi assieme a Gaetano,tutti quei tentativi di seduzione,le sue parole toccanti e vere che di certo non le erano state indifferenti,al suo modo codardo e vigliacco di respingerlo,a quel bacio,a quei respiri così pericolosamente vicini. C'era qualcosa che puntualmente la bloccava,ma avrebbe voluto praticamente la stessa cosa,e lei lo sapeva,almeno si stava ricredendo. Perchè quell'uomo sapeva capirla,quell'uomo le aveva dimostrato il suo amore in ogni momento,con una sola parola,con un gesto,con la sua protezione. Gaetano si era scolato un intera bottiglia di vermouth,ma lui l'alcool lo reggeva benissimo,era perfettamente sobrio e seduto sul suo divano fissava la parete davanti a se,mordendosi le labbra dalla terribile sensazione che lo stava invadendo,una fitta straziante al petto che l'aveva costretto a rassegnarsi,Camilla non sarebbe tornata indietro,se n'era così convinto da scoppiare in lacrime che ormai stavando invadendo anche il suo collo. E incredibimente il mal di testa e la sensazione di nausea provocato da quel vermouth che gli stava bruciando lo stomaco era sicuramento meno soffocante delle sue lacrime,era disteso a peso morto sul divano,in pessimo stato,non voleva ubriacarsi,avrebbe soltanto peggiorato le cose,voleva assicurarsi di restare lucido per non dimenticarsi lo sguardo di Camilla. Stava male,malissimo,e quella casa era diventata fredda e vuota,forse avrebbe tanto desiderato un abbraccio di Tommy. Si era stancato,non di lei,non di amarla così follemente o di aspettarla,ma di se stesso,perchè non era l'uomo che Camilla voleva. Non era più cosciente,non riusciva più a relazionizzare la realtà intorno a se,neanche da accorgersi dei rumori frenetici provenire dal cortile. Stavolta odiava persino il rumore del suo campanello suonare insistentemente,aveva per un attimo creduto fosse Camilla ma era un po stonato con i suoi pensieri,così la'veva lasciato bussare,chiunque fosse. Troppe volte,troppi minuti. Voleva essere lasciato in pace,così in un colpo sferrato aveva sollevato la maniglia della porta e aveva aperto al disturbatore seriale,si aspettava tutto ma questo no. La donna imprevedibile era proprio davanti a se,con addosso di nuovo quegli orribili occhiali,forse era stato l'alcool,un'allucinazione che lo stava costringendo a strofinarsi gli occhi. Non poteva crederci,anche se avrebbe voluto sin da subito. Il suo viso era quasi imbarazzato e intimidito,ma alla fine se era lì non era di certo per chiedergli lo zucchero. Uno sguardo esitante di silenzio e occhi che non smettevano di fissarsi neanche per un secondo. -Camilla...- non sapeva dire altro. -Allora che fai? Mi lasci qui fuori dopo che ho fatto impazzire il tassista e dopo aver mandato al diavolo Renzo e il suo avvocato?- Erano scoppiati entrambi in una risata,le aveva concesso di entrare in casa. Camilla si era sbarazzata della sua borsa sul mobile in corridoio ma poi era ritornata a guardarlo negli occhi. Non sapevano cosa dirsi,sembravano due stupidi,in piedi,uno di fronte all'altro proprio dietro la porta di ingresso. Doveva dirgli tutto quello che provava per lui e che inutile dirlo,era chiarissimo. -Hai parlato così tanto prima che ora non dici nulla? Vuoi che richiami il taxi? Magari ora vuoi restare da solo,avrai altre cose a cui pensare...O forse ho sbagliato a venire..o forse..- Gaetano aveva tentato di fermarla ma nn sapeva se ridere per il modo veloce e trepidante in cui lei aveva parlato o se per il fatto che continuasse a tormentarsi i capelli. -Camilla,Camilla!- nulla,tutto inutile. -Forse tu...- Ma stavolta Gaetano aveva usato la strategia del bloccarle le spalle con le sue mani strattonandola e cercando di farla tornare in se. L'agitazione nel muovere anche il viso in una direzione e poi nell'altra era sparita fermandosi nello sguardo dell'uomo e guardandolo con aria interrogativa. -Stai parlando troppo,ora ascoltami.- finalmente Camilla si era appaciata con i pensieri confusi e disperati più di lei,che poi si era aggiunto anche il sorriso di Gaetano a provocarle una scossa,ma vabbè storia a parte. -Quando sono rientrato ho sperato con il cuore in gola che tu potessi fermarmi,e venirmi a dire che quello che sentivo io era esatamente quello che volevi tu,che anche tu come me,non riuscivi più a trattenerti. Ho sperato che tu potessi farlo perchè avevi capito che ti eri innamorata di me e la cosa più assurda è che stavo per convincermene pure,e invene no Camilla,sono stato ad aspettare tutto il tempo,quei secondi che ti avrebbero permessa di bussare alla mia porta erano diventati minuti e poi ore e tu non sei più arrivata,così mi sono affacciato alla finestra,volevo sperare di essermi sbagliato,che non saresti scappata ancora una volta e cercare di trovare una giustificazione al tempo che passava così in fretta e quando invece ti ho vista salire in quell'auto,mi sono sentito futile. Temevo di averti persa per sempre.Ma poi sei ritornata Camilla,ora sei qui davanti a me e io non so cosa aggiungere,non so cosa dirti,o forse lo so pure,ma non mi sembra il caso,non il giusto caso.Commenti inopportuni.- I suoi pensieri perversi e quasi infuocati gli stavano invadendo la testa,era quasi paralizzato di fronte a quella scena che non credeva stesse accadendo sul serio.Un altro sogno? -Ma io lo voglio sapere Gaetano,voglio saperlo anche se dovesse sconvoglermi l'esistenza,anche se dovesse essere la cosa più bizzarra che abbia mai sentito,ma voglio saperlo perchè ne sono certa,è esattamente quello che voglio io.- L'aveva intuito così bene che non aveva sparato a caso quella frase,lei sapeva perfettamente a cosa Gaetano stava pensando ed era indubbiamente il pensiero più terribile ma estremamente eccitante. -Non sai quello che dici,ora probabilmente vorrai solo attenuare il tuo dolore accontentandoti del primo uomo,tu non lo vuoi davvero.- Dov'era finita la sua ossessione per quella donna? Aveva sempre provocato Camilla,ogni occasione era buona,e ora? Ora stava respingendo la donna,anche se non voleva.Ora era diventato qualcun'altro. -No Gaetano,non sei un rimpiazzo se intendi questo,non lo faccio per vendicarmi di Renzo o perchè ho bisogno di riempire l'attesa prima che torni da me,ma perchè sono terribilmente attratta da te,perchè non resisto più Perchè non sei più una tentazione,forse non lo sei mai stato,ma sei tutto ciò che voglio,che ho sempre voluto.- Ok,doveva ricredersi,non aveva mai visto occhi così profondi come quelli di Camilla,sinceri,pieni di sentimento,passione e un pizzico di follia,quella che stavano per commettere,e non importava se fosse rimasta solo una follia,relativamente no,ma dovevano farla e basta. Gli era servito un attimo per realizzare il tutto,sollevarla dal pavimento e con una risata stratosferica catapultandola nella dimenzione di un giro su se stesso,i suoi ormoni stavano impazzendo,ma doveva controllarsi e così l'aveva lasciata tornare con i piedi per terra. -Ora vuoi dirmelo?- Era provocante il modo in cui lei si stava mordendo il suo labbro al lato destro e stringenva un pezzo della sua caravatta tra le mani. -Voglio te Camilla,voglio fare l'amore con te.- Gli occhiali che erano spariti subito dopo averle aperto la porta e che erano ancora nella mano di lei erano finiti di getto sul parquet. Gaetano non stava per fare un passo falso,avvicinarsi a lei era sicuramente nei piani,così come rientrava nella stessa categoria portarle le mani su quel collo ormai diventato il suo punto debole,l'aveva sfiorato sentendo i muscoli sottostanti contrarsi e in un istante,quella che era stato fin'ora un sentimento represso e nitido,il tormento di doversi scordare di lei,di essere respinto era spazzato via insieme a tutti i pensieri negativi,ora c'era lui,c'era lei,i loro respiri che si stavano avvicinando,i loro sguardi che si alternavano tra occhi e labbra,poi il silenzio. Un silenzio durato qualche secondo,forse anche di più. Un silezio talmente imbarazzante e fastidioso che lui aveva deciso di tacere con un bacio,non uno di quelli leggeri,casti e insipidi,ma uno di quelli sensuali,attraenti e irresistibili,fuocosi e chi ne ha più ne metta. Sembrava si stessero baciando come due amanti,ma in realtà quello era desiderio,passione,rimorso e repressione. Tutto insieme. Le labbra si erano incastrate perfettamente,le loro lingue si erano cercate e trovate tra il sapore della loro saliva sempre meno amara e più dolce,si assaporavano,e quella scossa che li aveva colpiti entrambi nello stesso momento di eccitazione aveva permesso a Camilla di avvinghiarsi al suo collo trattenendolo in una stretta di mani,mentre Gaetano,per la prima volta si sentiva desiderato e voluto in tutti i sensi. Quel bacio non era finto,non era uno di quelli che le aveva sempre rubato,era un bacio dal quale l'amore non si poteva togliere. Quelle sue curve liscie e sottili delle mani erano arrivate dritte nei capelli dell'uomo che aveva stretto forte e,ancora più tentato dalla situazione,aveva tirato sul suo bacino la donna e l'aveva stretta a sè comprimendo il suo petto contro quello di Camilla. Le parole in quel momento erano morte,non erano necessarie,anzi era proibito parlare. I muscoli sembravano uscirgli dal petto,contrarsi e sentiva un dolore atroce,non si era mai sentito così,ma non opponevano resistenza.I movimenti che erano passati a compiere ora erano terribilmente eccitanti,proprio come ciò che era accaduto qualche annp prima nell'armadio,quando i loro corpi involontariamente si strofinavano. Un gioco lento e delicato,Gaetano seza scuse e senza avvertimenti poteva leccarle ogni singolo angolo del suo collo,tutti i vertici,i lati e mettiamoci anche le lunghezze e le ampiezze. Destra e poi sinistra,movimenti circolari all'indietro tenendo tra le mani un lembo della camicia dell'uomo e stringendolo forte per non sentirsi avvampare al primo preliminare. Camilla era rigida come una mummia,era sempre stata leggera ma stavolta dentro di sè i muscoli stavano facendo a botte per rincorrere freneticamente la fase successiva. Erano passati dal corridoio al salone,troppo vicino alla camera da letto,si erano fermati a un passo dalla porta,ancora troppo distanti dal muro maedettamente provocante,le labbra si erano staccate,almeno quelle di Gaetano che però,guardandola ancora negli occhi,aveva cercato di dirgli qualcosa. -Camilla,sei sicura?- L'unica cosa di cui non era sicura era quella di dover essere messa giù proprio ora che stavano per compiere l'atto estremo della loro ossessione,del loro volersi ed evitarsi,del suo scappare e riscappare. -Mai stata così sicura in vita mia Gaetano,neanche quando ho sposato Renzo.- Una fitta forte provocata da quelle parole che gli avevano ripagato quegli anni di sofferenza,di rassegnazione,la frase che aveva potuto colmare quel vuoto che l'accomoagnava da dieci anni,aveva riempito tutte le mancanze.La frase che aveva sempre voluto sentirsi dire,irrimediabilmente si appartenevano. Certo,che poi in quel momento il solo pensiero di lei a far l'amore con Renzo,poteva rischiare di farlo vomitare,ma non era mai stato il caso di attaccarsi su questo argomento,non ne aveva nessun diritto,ma ora,ora che stava per diventare sua,poteva avvertirla che anche quel corpo,quella pelle,tutto di lei,era solo di lui. Così,con i pensieri contorti ma liberatori nella sua testa,finalmente,aveva potuto incollarsi di nuovo alla sua bocca sorridendo a malapena per continuare il gioco della seduzione,trascinandola davanti alla porta ancora legata al bacino dell'uomo. Un piccolo grido dopo che involontariamente il corpo di Camilla era finito contro lo stipite della porta ma un dolore indefinito e banale,un livido? Un indolenzimento? Non importava. Un calcio alla porta finalmente aperta e i due irrimediabilmente erano finiti in quella stanza,illuminata soltanto da una piccola luce soffusa e poi un secondo per ribaltarla contro la parete accanto alla porta. Mai eccitanti come prima,la situazione stava precipitando,qui c'era bisogno di toglersi i vestiti. Brividi lungo la schiena,baci di qua e di là,partendo dal viso e arrivando sul collo,provocando alla donna un irrefrenabile voglia di ansimare con la bocca socchiusa,segni indecenti e morsi sul collo,una vera guerra. Ma la cosa che la stava scaldando ancora di più era il morso sul labbro inferiore lasciandole un picclo indolenzimento ma che si era poi assorbito con un bacio socchiuso e rapido. Un attimo per riprendere fiato,per guardarsi ancora in quegli occhi pieni di loro,respiri affaticati ma ancora carichi per riprendere il controllo e lasciarsi trasportare dalla passione. Pericolosamente la mano di Gaetano era finita sotto la sua maglietta di cui non vedeva l'ora di sbarazzarsene. Un tocco legero ma che naturalmente era servito a farla rabbrividire. Le mani di Camilla,indi,erano fuggite dalla chioma morbida di Gaetano raggiungendo a peso morto il vuoto,ma questro non aumentava il desiderio,così,l'uomo,aveva ribaltato la situazione,tirandole le braccia verso l'alto e premerle forte contro il muro facendole sentire un dolore fortissimo ma resistibile. Le stava provocando piacere. Ora quei vestiti erano davvero diventati ingombranti. Faceva caldo,faceva freddo? Non importava più. Ora Camilla si era lasciata coinvolgere dal calore del corpo cui continuava a premere forte contro di lei,e che nonostante fosse un corpo vestito,anche troppo,l'attraeva. Per non parlare dei bottoni della camicia azzurra che erano tirati giù e questo non poteva che farla aumentare il desiderio. Ma sentiva stridere i suoi polsi,quasi infuocati,aveva avvertito con un movimento Gaetano che si era precipitato a rimuovere le sue mani ma quelle,insistentemente erano finite dietro la schiena ancora coperta del suo vicequestore e le trascinava proprio nello stesso verso in cui qualche tempo prima,Gaetano in uno dei sogni più belli,aveva esattamente prodotto. Un gemito,una sensazione piacevole e travolgente,entrambi si stavano svestendo,prima toccava alla maglia di lei volare su uno degli oggetti della stanza,e vederla a petto quasi nudo,l'aveva mandato in tilt,così dal collo,il suo punto debole era diventato il petto. Stavolta era lei a gestire le regole,camicia tirata via come uno straccio del quale poco ti importa se si rovina o no e a slacciarsi i pantaloni prima di essere accinghiata al bacino dell'uomo. Baci,lingue intrecciate,morsi ma tutto delicato e passionale. Tra quel mucchio di vestiti si erano lasciati cadere sul letto,dove lei,ancora dolorante,era finita sotto il corpo muscoloso e liscio dell'uomo che toccava con mano per rendere tutto più reale e per contribuire all'atto sessuale. Le distanze le aveva annullate lui,marcando i lineamenti del corpo di Camilla con le dita e con le labbra aveva lasciato parte del suo sapore sulle sue curve perfette,ma ormai lei era diventata insostenibile,nessuno poteva trattenerla. Così,seccata,aveva deciso di tirargli via i pantaloni svolazzati un attimo dopo sul pavimento ritrovandosi Gaetano in boxer. -Camilla quanto sei bella, quanto ti ho desiderata.- QUalcosa almeno l'aveva detto,qualcosa che però stava rompendo l'equilibrio. -Stai zitto e continua.- Era immantenibile,irrequieta. Divaricato sul corpo della donna aveva continuato a tracciarle segni incompresi e astratti su tutto il corpo provocando nella donna una reazione insolita,ritirandosi indietro il capo aveva emesso un piccolo sussulto. Erano nella loro dimenzione. Anche gli ultimi indumenti erano spariti,si stavano studiando in ogni punto del corpo,muscoli a parte,quelli ormai erano andati,mani ficcate nella schiena di Gaetano,mentre si sentiva sempre più instabile e insaziabile. -Gaetano!- grida,sussulti,gemiti,erano diventati questo e niente più,quando ormai rapiti dal piacere erano diventati una sola cosa,si erano comletati. Dei movimenti leggeri e delicati,neanche il dolore poteva farli smettere,neanche i muscoli contratti,i nervi tesi e lo sfinimento aveva potuto ridurre il brivido e la scossa che li stava invadendo,tremanti e ansimanti insieme,stavano raggiungendo la soglia dell'atto,ripagato con un bacio intenso sulle labbra di Camilla. Gemere insieme,completarsi,sentirsi legati alle rispettive vite,ripagarsi la passione repressa fin dall'inizio,baciarsi e stringersi,l'unico uomo che avrebbe potuto 'scoprirla' a partire da quella notte era solo lui,il vicequestore Berardi. -Ti amo Gaetano.- -Ti amo Camilla.- Così si era concluso quell'atto estremo,prima ancora di addormentarsi l'uno nelle braccia dell'altro.
   
 
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