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Autore: Clockwise    22/09/2015    3 recensioni
Cara Judith,
è nonna Eveline che ti scrive.
Sì, Laura si è rifugiata da me, e mi ha raccontato come sono andate le cose.
Ora, io sono cresciuta negli anni sessanta, a pane, amore e John Lennon, credo in libertà e indipendenza, ovvero: avete ventidue anni per una, fate un po' quel che volete. Ma sono americana, sono impicciona, con manie di protagonismo: quindi, eccomi qui a tentare di far da paciere.

Gatti, nonne, fisica quantistica. Si salvi chi può.
Genere: Commedia, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
- Questa storia fa parte della serie 'La mela di Newton'
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I rimedi della nonna e il gatto di Schrödinger
 
 
 
«Chiedo asilo politico.»
E ti pareva. Se ne va a studiare lontano da casa perché vuole essere “libera e indipendente” e poi, non appena ha un problema, si accampa da me.
«Per l'aquila orba del vecchio Joe, tesoro mio. Che hai combinato stavolta?»
«Le ho dato della stronza senza cuore. E ho sbattuto la porta.»
Scuoto la testa, lasciandola entrare. Mia nipote è la più grande idiota del pianeta.
E lo dico con tutto l'affetto di una nonna.
 
«Brownies, gelato e tè nero. Il più vecchio rimedio contro i cuori spezzati.»
Laura sospira e fa per prendere il latte, ma le dò uno scappellotto sulla mano prima che si alzi.
«Niente latte nel tè in questa casa, inglese rammollita.»
Sorride e alza gli occhi al cielo, ma obbedisce. Gira il cucchiaino nel tè con fare distratto, senza degnare di un'occhiata i poveri brownies – niente paura, penso io a loro.
«E comunque non ho il cuore spezzato. Credo.»
«Ah-ha. E io sono Michelle Obama.»
Scuote la testa.
Diavolo; di solito ride alle mie battute da americana col pop corn nel cervello, dev'essere grave.
Le prendo una mano, tentando di fare la nonnina rassicurante che non sono mai stata.
«Tesoro. Inizia a raccontare e io sistemerò tutto, vedrai.»
Lei scuote di nuovo il capo.
«Non si sistemerà un bel niente, è troppo complicato...»
«E infatti non ho detto che ci penserà Babbo Natale; ho detto che ci penserò io
Aggrotta le sopracciglia, squadrandomi perplessa. Poi prende un brownie.
 
Tiro fuori carta e penna da un cassetto e metto su il caffè. Dov'è la mia tazza con Mr Bean? La uso soltanto perché me l'ha regalata Laura e perché la mia tazza con Bob Dylan è nella lavastoviglie, sia chiaro – non tradisco così la mia patria, io. Per Diana, ho lavorato alla NASA! Più patriottica di così.
Quella disgraziata è scappata a “studiare” e non ha lavato neanche un cucchiaino. E ha anche messo su quei piagnoni inglesi – com'è che li chiama? Coldplay? Giusto cielo, invecchio solo a sentirne il nome. E ha anche finito i brownies.
Oh, il caffè è pronto. Due cucchiaini di zucchero. Si comincia. Ah, se non ci fosse la nonna...
 
 
Cara Judith,
è nonna Eveline che ti scrive.
 
Sì, Laura si è rifugiata da me, e mi ha raccontato come sono andate le cose.
Ora, io sono cresciuta negli anni sessanta, a pane, amore e John Lennon, credo in libertà e indipendenza, ovvero: avete ventidue anni per una, fate un po' quel che volete. Ma sono americana, sono impicciona, con manie di protagonismo: quindi, eccomi qui a tentare di far da paciere.
Cerchiamo di fare il punto della situazione.
Tu e Laura siete amiche inseparabili da almeno dieci anni. Venivate il finesettimana da me e Ron nel Derbyshire, ricordi? Quanto era umido quel posto... E poi, quando Ron se n'è andato, e io sono tornata qui a Berkeley, e d'estate Laura è venuta a farmi compagnia, e tu con lei? Ormai, sei in metà delle foto di famiglia di Laura, e viceversa. Insomma, vi siete trasferite insieme dall'altra parte del mondo per il college! Laura l'ha fatto perché c'ero io e perché voleva stare lontana dai suoi, ma tu perché? Le fantasmagoriche università ammuffite della madrepatria non ti soddisfacevano? (Certo che no, Go California!) Insomma, anch'io ho dovuto lasciare delle carissime amiche quando sono venuta in Inghilterra, nel '69. E voi vi sareste potute benissimo tenere in contatto a distanza, fra telefonini e internet e che altro.
Ma questo non c'entra niente con il vero problema, non è così?
Già.
 
Hai mai sentito parlare del gatto di Schrödinger?
Uh, io lo adoro, ci ho fatto la tesi di laurea. Senti qua.
Mettiamo un gatto, un atomo radioattivo e una fiala di cianuro in una scatola. In un'ora di tempo, l'atomo può decadere o non decadere. Se decade – cioè, esplode –, libera il veleno e il gatto muore.
Ora, supponiamo che, dopo l'ora stabilita, io apra la scatola e trovi il gatto morto.
Dal punto di vista di un babbione “classico” come Newton, il gatto è stato del tutto vivo per una certa quantità di tempo, del tutto morto dopo l'esplosione – noioso!
Ma, se invece guardiamo dal punto di vista di noi superfighi della meccanica quantistica, troviamo che esistono due stati, “gatto morto” e “gatto vivo”, che coesistono fino al momento di apertura della scatola – infatti, finché non apriamo, c'è un 50% di possibilità che sia vero ciascun stato. Quindi, per tutta l'ora, il gatto è “morto a metà” e “vivo a metà”. Quando io apro la scatola, determino il suo stato definitivo.
Cosa c'entra tutto questo?
Tu e Laura siete il povero gatto di Schrödinger – siete a metà.
 
Negli anni, avete costruito un meraviglioso rapporto. È nato come amicizia, è cresciuto, si è rafforzato. Laura mi ha confessato: lei vorrebbe che sbocciasse in amore.
Mi dirai: chi ha detto che debba farlo?
Nessuno, ma sarebbe un peccato.
Basta guardarvi, Jude: basta accorgersi della luce che Laura ha negli occhi quando parla di te, nella tua quando siete insieme.
Mi dirai: io non sono lesbica.
Va benissimo. Nessuno vuole metterti un'etichetta addosso: non c'è bisogno di nomi per amare.
Vedi, io credo nell'Amore. Che sia fra madre e figlio, fra amanti, fra cane e gatto, fra due anime legate fra loro, io lo chiamo Amore.
Tu e Laura vi Amate.
Potrai dirmi, “io non voglio avere una relazione con Laura, non voglio baciarla e fare l'amore con lei”; io ti dirò, “benissimo”. Puoi anche psicoanalizzarti e trovarti l'etichetta che preferisci, se vuoi. La sostanza non cambia, quello che provi per Laura non cambia. Perché io so che provi qualcosa, non la fai in barba a me. Non è un sentimento romantico; non è un sentimento fisico. Va bene. Secondo me, va anche oltre – chiamala amicizia, il più puro degli amori. Tu e lei siete ormai legate. Non riuscirei mai a vedervi l'una senza l'altra! Sarebbe come rimanere senza una mano.
Invece, vi vedo a condividere lo stesso appartamento per sempre, prendervi un gatto, andare in vacanza in Perù e lanciarvi col paracadute. Vi vedo a passare la vita insieme, semplicemente questo, niente di più – siete due anime fatte l'una per l'altra.
 
Ti ho mai detto come ho conosciuto Ron? Non credo, l'ho raccontato solo a Laura.
Io facevo l'ultimo anno delle superiori, lui insegnava Inglese. Amava la poesia, l'arte, ne parlava come se stesse parlando di un'amante. Io sono sempre stata razionale e scientifica, in Inglese acchiappavo a malapena la sufficienza. Ma lui.
Mi ispirava. Mi stimolava a pensare, a riflettere, a discutere all'infinito sulle più piccole sfaccettature di significato in una parola a fine verso, si aprivano discorsi avvincenti a cui poi si univa tutta la classe... Ma noi non riuscivamo a staccare gli occhi l'uno dall'altra. E spesso avevamo opinioni completamente diverse. Ma ci credi che mi batteva il cuore come un matto, quando alzavo la mano e lui mi guardava pieno di orgoglio e aspettativa e sfida? E quando leggeva, avevo le farfalle nello stomaco.
Per un anno intero, ci siamo amati così, dietro il banco. Non ci passava nemmeno per l'anticamera del cervello di fare alcuna romanticheria (oltre al fatto che non potevamo, lui avrebbe perso il lavoro); io amavo il suo cervello, il suo spirito, la sua intelligenza, e lui lo stesso in me. Dopo il mio diploma abbiamo iniziato a uscire, ma ci siamo baciati per la prima volta qualcosa come tre mesi più tardi, quasi per caso – non era quella la priorità.
Capisci cosa voglio dire? L'amore non è fatto di baci, anelli e figli; quello, è solo un particolare tipo, una sfumatura. L'Amore è altro.
A Laura non interessano gli uomini, i figli, la famiglia; e, credo, nemmeno a te – i vostri fidanzatini alle superiori erano più “esperimenti”, che altro, Laura mi raccontava. Inoltre, non troveresti in nessun altro quello che hai con lei.
 
Per i baffi di Einstein, quanto chiacchiero. Perdonami per averti annoiato o infastidito, cara: è pur sempre la vostra vita, e io sono pur sempre soltanto una nonna.
Apri la scatola e fai in modo che quel gatto ne esca tutto intero.
 
Buona fortuna.
Con affetto,
 
Nonna Eve
 
PS: sentiti libera di venire a reclamare una teglia di biscotti alle gocce di cioccolato quando vuoi.
 
 
«Laura! Spegni quella musica e vieni ad aiutarmi con la cena!»
«Il mio cuore sta soffrendo indicibili pene d'amore non corrisposto, non posso venire!»
«Laura! Scendi immediatamente! E spegni quella musica, sto per liquefarmi dalla depressione!»
«Non ho fame!»
«LAURA! Oh, per gli stivali della mia mucca...»
 
 
PPS: Vedi di riprenderti Laura entro la fine della settimana, o la infilerò in una scatola insieme al gatto, l'atomo radioattivo e il cianuro – anzi, il gatto me lo tengo.
 
 
 
Sei mesi dopo.
Schrödinger mi fissa da sotto in su.
«Questo passa il convento, prendere o lasciare.»
Guarda la ciotolina con gli avanzi dell'arrosto che ha davanti. Guarda me. Miagola.
«Non so davvero di che ti lamenti: ti ho lasciato addirittura il ripieno e il mais.»
Miagola veemente e mi si struscia sulle caviglie, mentre cerco di andarmene in soggiorno.
«È inutile che ci provi, le lusinghe non funzionano con me. Prenditela con quelle due disgraziate di Laura e Judith: se ne vanno a fare bungee jumping in Colorado e mi lasciano qui, a badare a te. Manco fossi una vecchietta rimbambita.»
Miagola risentito quando lo scalcio – gentilmente, per carità! Se no chi le sente a quelle due – per liberarmene, mentre cerco gli occhiali e il mio National Geographic.
«E ora fila via, o ti chiudo in una scatola.»

 





In realtà, doveva essere una cosa completamente diversa. Solo che poi si è impicciata la fisica. 
(Judith la immagino come asessuale, per questo nelle coppie ho messo sia 'Nessuna' che 'FemSlash' – di fatto, è una relazione platonica. Spero di non aver urtato la sensibilità di nessuno.)
Se ci capite qualcosa di fisica o avete voglia di friggervi il cervello, questo è il famoso gatto.
Grazie se siete arrivati fin qui!
-Clock

  
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