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Autore: Valerydell95    23/09/2015    2 recensioni
*dedicata a Elfin Emrys e Achernar*
Dal primo capitolo
"Se c’era una cosa che Hannes detestava con tutto il cuore, quella era essere ignorato. E accadeva sempre più spesso che le altre Micronazioni lo ignorassero."
Ladonia ha un problema di cui non si rende conto: ha un ego decisamente troppo grande e non è mai soddisfatto delle attenzioni che riceve. In suo soccorso arriva nientemeno che Prussia, il quale prende Ladonia sotto la propria ala e decide di insegnargli come essere "un vero figo" acclamato e ammirato da tutti. Ma la strada per diventarlo non è semplice e il primo ostacolo che Ladonia si trova ad affrontare potrebbe essere anche l'ultimo...
(Oltre a Ladonia e Kugelmugel, sono presenti come personaggi secondari anche le altre Micronazioni)
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Austria/Roderich Edelstein, Kugelmugel, Ladonia, Prussia/Gilbert Beilschmidt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedicata a Elfin Emrys e Achernar,
perché questa me l’hanno appoggiata entrambe XD
 
 GLOSSARIO DEI NOMI
 
Ladonia = Hannes Läckberg
Kugelmugel = Heike Lusenberg
Wy = Kaelin White
Molossia = John C. Siegel
Hutt River = Howard Blackburn
Seborga = Flavio Vargas
Sealand = Peter Kirkland

 
 

Allora scusa, sei meglio tu!
 

1.
Un Magnifico maestro

 

Se c’era una cosa che Hannes detestava con tutto il cuore, quella era essere ignorato. E accadeva sempre più spesso che le altre Micronazioni lo ignorassero.
Com’era successo quella mattina, quando l’avevano piantato in asso mentre raccontava di quelle due ragazzine che si erano picchiate per lui. Be’, magari aveva leggermente ingrandito i fatti, magari raccontare che ad un certo punto era dovuta intervenire persino la polizia perché una delle due aveva tirato fuori un coltello e si era lanciata sulla rivale urlando: “Se Hannes non può essere mio, allora nessun’altra lo avrà!” era stato un pelino troppo, ma che diamine, essere mollato lì a metà discorso e ricevere epiteti come ‘bugiardo’, ‘mitomane’, ‘presuntuoso’, e ‘pallone gonfiato’  era stato un colpo troppo grande per il notevole ego di Ladonia.
“Me la pagheranno cara, lo prometto!”. Hannes borbottava minacce mentre spegneva il Nintendo 3DS. Era talmente nervoso che non aveva nemmeno voglia di fare una partita a Pokémon Y. Doveva assolutamente escogitare un modo per far ricredere quei miscredenti dei suoi amici e cancellare quel sorrisetto strafottente dalla faccia di Peter. In realtà quello tra loro che più lo faceva imbestialire non era Sealand con il suo ghigno, né Wy con il suo atteggiamento da donna adulta, no.
Chi lo urtava di più era Kugelmugel con la sua totale indifferenza. Se ne stava sempre in disparte con il blocco da disegno e la matita e per tirargli fuori una parola bisognava usare le tenaglie. Ogni volta che Ladonia lo chiamava, Kugelmugel non rispondeva e alzava la testa solo dopo tre o quattro tentativi, rivolgendogli uno sguardo che era sempre apatico e trasognato. Per Ladonia era insopportabile, perché era come se Kugelmugel lo guardasse senza vederlo davvero. Quello sguardo lo faceva sentire trasparente e lo faceva infuriare. Gli faceva venire un’insopportabile voglia di afferrare Kugelmugel per quelle spallette sottili e urlargli in faccia: ‘Guardami! Sono davanti a te, stupido idiota! Molla quei maledetti disegni e guardami!’.
Sì, l’indifferenza di Heike lo colpiva più delle battute di Peter e dei rimproveri di Kaelin. Fino a quel momento Hannes non aveva mai creduto al proverbio ‘La noncuranza è il miglior disprezzo’ , secondo lui una frecciata pungente al momento giusto –o un bel pugno in faccia, nei casi più estremi- era uno sfizio da togliersi, ma con Kugelmugel le battute non funzionavano perché lui non lo ascoltava. E qualcosa diceva a Hannes che nemmeno un pugno sarebbe stato utile. Certo, Kugelmugel avrebbe accusato il colpo e l’avrebbe sicuramente restituito, ma a Ladonia non interessava ingaggiare una rissa con lui. Dopo Heike l’avrebbe trattato con la stessa noncuranza di prima, forse anche peggio.
“Ehi, ragazzo! Cos’è quel muso lungo?”.
Ladonia alzò la testa pronto a dirne quattro al rompiscatole ma quando vide chi era sentì le parole mozzarsi in gola.
“P… P-p-p-p-p-p…”.
“Cosa, ragazzo?”.
“… Tu… Lei… Voi… Siete… Non… Io…”.
Prussia incrociò le braccia e sorrise. “Calmati, ragazzo, o ti verrà un attacco di panico.”.
Ladonia non poteva crederci. Prussia era davanti a lui. Il suo idolo, il suo modello, la sua fonte di ispirazione era in piedi davanti a lui. E gli stava parlando. E lui riusciva solo a balbettare come una ragazzina davanti al suo cantante preferito.
“E’… Che… Io… Voi…”.
Prussia si sedette accanto a lui e Ladonia inizò a credere di essere in preda ad un’allucinazione oppure di essersi addormentato sulla panchina e di star sognando. Non poteva credere che Prussia, il leggendario Prussia, fosse davvero seduto vicino a lui.
“Allora, ragazzo, quale è il problema? Perché hai quella faccia scura?”.
Hannes ingoiò a fatica il nodo che gli si era formato in gola e ignorò il fatto che si sentisse il cuore rimbalzargli in bocca. Ora che lo aveva davanti, si rese conto che i poster che aveva a casa non rendevano giustizia a Prussia. Prussia era… Figo. Dannatamente figo. Lo avrebbe affermato senza esitazione né vergogna davanti ad una platea da un milione di persone, lo avrebbe urlato a squarciagola fregandosene del fatto che avrebbero potuto pensare che fosse gay. Non che avesse qualcosa contro i gay, ma aveva una reputazione da sciupafemmine da difendere.
Sì, Prussia era figo, senza se e senza ma. Ladonia non riusciva a capire quale fosse esattamente il tratto che lo rendeva così… Cavolo, così incredibilmente affascinante. Non era lo sguardo, non era il sorriso, non erano la postura o i vestiti. Era piuttosto qualcosa che derivava dall’insieme di tutte quelle cose. Era come una radiazione.
“Allora?”.
“Ecco… Io… Ho un problema… con i miei amici…”.
“Cioè?”.
“… Mi ignorano! O mi ignorano o non mi credono quando racconto le cose! Peter mi prende in giro, Kaelin mi rimprovera come se avessi cinque anni e poi…”.
“E poi?”.
“E poi c’è Kugelmugel che mi ignora. Mi ignora! Mi tratta come se non esistessi, quanto mi dà fastidio! Sta sempre lì con quei cavoli di pastelli a disegnare roba e non mi si fila! Non lo sopporto, con quell’aria… quell’aria supponente da voi-non-valete-niente! E’ odioso, insopportabile, se potessi lo prenderei a schiaffi!”.
Prussia sorrise. “Sai, ragazzo, da come parli qualcuno potrebbe pensare che hai una cotta per lui.”.
Ladonia sentì il cuore fermarsi di botto. “Cosa?! No! A me non interessa quel fricchettone maniaco dell’arte! A me piacciono le ragazze, non i maschi!”.
“E allora perché ti fa così arrabbiare il fatto che ti ignori?”.
“Perché io odio essere ignorato, soprattutto da quello là! E’ arrogante e presuntuoso, ha la puzza sotto al naso!”.
Il sorriso di Prussia si ampliò. “Ho capito tutto.”. Si alzò. “Forza, ragazzo, vieni con me!”.
Ladonia non poté credere alle sue orecchie. “Cosa?!”.
“Ho detto: vieni con me! Dobbiamo risolvere questo spiacevole problema!”.
“Mi aiuterete?! Davvero?!”.
“Dammi del tu, ragazzo! E chiamami ‘maestro’!”.
 
La biblioteca di Prussia era la stanza più bella che Hannes avesse mai visto. C’erano migliaia di libri su decine e decine di scaffali e svariate scrivanie. Alcuni dei libri posati sui leggii erano talmente antichi da avere le pagine sottili come ragnatele, tanto che Ladonia aveva paura di toccarli.
West! Portaci il pranzo in biblioteca, oggi!”.
Nella stanza si affacciò Germania e Ladonia notò che somigliava ben poco al fratello. Era molto meno figo, in verità. Non che fosse brutto: Ladonia sapeva riconoscere la bellezza quando la vedeva e dire che Germania era brutto sarebbe stata una bugia. Però non aveva l’atteggiamento spavaldo e sicuro di Prussia, e questo lo faceva sembrare ai suoi occhi molto meno interessante.
“Perché parli al plurale, bruder? C’è un ospite?”.
“Esatto, West! Il piccolo Ladonia, che da oggi sarà mio allievo!”. Prussia poggiò una mano sulla spalla di Ladonia, che si sentì come se stesse toccando il cielo con un dito.
“… Ah.”. Germania non sembrava troppo convinto. “Vedete di non combinare danni.”.
“Tranquillo, tranquillo! Portaci il pranzo, per favore! Birra per me e succo di mela per il ragazzo! Ti piace il succo di mela, ragazzo?”.
“Tantissimo.”. In realtà Ladonia lo detestava, ma piuttosto che contraddire Prussia si sarebbe strappato la lingua a morsi.
“Va bene.”.
“E ricordati che a me la bistecca piace ben cotta, West!”.
“Sì, sì.”.
Dopo che Germania se ne fu andato Prussia fece accomodare Ladonia su un divano, mentre lui si sedette su una poltrona di fronte a lui.
“Molto bene, ragazzo. Mentre aspettiamo che arrivi il pranzo ti spiegherò cosa faremo. Ti insegnerò come diventare un vero figo.”.
“Come te?!”.
“Esatto, proprio come me! Fidati, ragazzo, dopo queste lezioni nessuno riuscirà più ad ignorarti, tutti penderanno dalle tue labbra e ti basterà schioccare le dita per ottenere tutto ciò che vorrai!”.
Ladonia sentì crescere l’esaltazione. Nessuno l’avrebbe più ignorato, nessuno, nemmeno quel saputello asociale di Kugelmugel! Finalmente avrebbe ottenuto la leadership delle Micronazioni, avrebbe tirato un bel calcio nel didietro a quel mocciosetto di Sealand e Wy non si sarebbe più permessa di trattarlo come un poppante! “Davvero, maestro?!”.
“Però!”. Prussia si fece di colpo serio. “Però devi impegnarti. Non c’è risultato senza applicazione, ricordati. Quindi devi dare tutto te stesso. Sei pronto?”.
“Prontissimo!”.
“Sicuro?”.
“Al cento per cento!”.
“Bravo ragazzo, così ti voglio! Orbene, la prima cosa da fare è…”.
La porta della biblioteca si aprì.
“… è pranzare. Birra calda e carne fredda sono una pessima combinazione, ragazzo, credi a me.”.

  
 
 
 
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Perché mi sono innamorata delle Micronazioni.
Sul serio, quel gruppo di disadattati mi ha rubato il cuore, soprattutto i quattro piccolini (Sealand, Wy, Kugelmugel e Ladonia). Metteteci in più che Ladonia è di fatto un ibrido tra Inghilterra e Prussia e otterrete questa fanfiction.
Non c’è molto da dire. Spero che leggendo questa storiella vi divertiate e che vi facciate quattro risate così come io mi sto divertendo a scriverla. Perché “A lifetime of adventure” è bella, voi che la leggete ve la godete, ma non potete immaginare quanto sia tosta da scrivere. E quindi una long così leggera e allegra è quello che ci vuole, anche a me. Come avete visto, all’inizio di questo capitolo c’è il glossario dei nomi che ho dato alle Micronazioni, quindi quando leggerete usate quello come riferimento.
Nient’altro da dire. A presto con il prossimo capitolo!

 
  
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