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Autore: Fede Seminara    23/09/2015    3 recensioni
Dean Winchester, un uomo forte, coraggioso, disposto a tutto per colui che amava più di qualsiasi altra cosa. lui, quell'uomo che non avrebbe mai abbandonato a costo di perdere tutto. Lui, il compagno di una vita ha deciso di andar via, di scappare dalla sua vita per averne un'altra. Sam non c'è più e Dean si sente a pezzi. dentro si sé porta un vuoto che non riesce più a riempire, nonostante l'amore di qualcuno pronto a salvarlo dal precipizio in cui stava cadendo. Sam era tutto ciò che contava, era suo fratello e il suo compito era quello di proteggerlo.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Capitolo 1
Il cielo era tremendamente scuro quel lunedì di Dicembre, minacciava pioggia e l’aria era gelida e pungente, tanto da riuscire a togliermi il fiato. Infreddolito, tirai su il finestrino della mia amata Impala, rabbrividendo di tanto in tanto. Non amavo per niente l’inverno, per me era solo una stagione inutile, dove il mondo, già morto di per sé, perde quel poco di armonia che gli é rimasta. La natura muore, la luce del sole lascia spazio alle tenebre e il freddo invade ogni cosa, anche i cuori della gente.
Quel lunedì, il freddo aveva raggiunto anche il mio di cuore, ormai distrutto a causa di tutti quei duri colpi che avevo dovuto inevitabilmente incassare.
Tristemente, voltai lo sguardo sul sedile del passeggero, vuoto anch’esso come la mia anima in quel momento. Sospirai debolmente, osservando il mio respiro gelarsi nell’aria.
- Mi dispiace Sammy!- esclamai carico di dolore, lasciandomi sfuggire una piccola lacrima.Mio fratello era tutto per me, era il motivo per cui mi alzavo felice la mattina e quello per cui sorridevo prima di addormentarmi la notte. Sam era la parte migliore di me, quella più vera, quella che ricordava a me stesso il significato della parola “famiglia”. Lui era la mia ancora di salvezza, sempre pronto a rialzarmi ogni qualvolta io cadessi, ma quel giorno … quel giorno lui non era lì con me. Tutto ciò che riuscivo ad udire in quel maledettissimo silenzio, era il battito straziato di ciò che restava del mio cuore.
Ogni notte, dal momento in cui Sam aveva deciso di allontanarsi da me, non facevo altro che rimpiangere il giorno in cui mio padre fece il patto con quel bastardo di un demone. Non era così che sarebbero dovute andare le cose!. Mio padre aveva dato la sua vita in cambio della mia e questo, a distanza di anni, ancora non riuscivo a perdonarmelo.
Prima di morire mi fece promettere che mi sarei per sempre preso cura di Sam, ed è quello che ho fatto ogni giorno. Ho lottato per il mio fratellino fino allo sfinimento, fino all’ultima goccia di sangue, per poi capire che non sarebbe mai bastato.  La verità è che io ero l’ultima persona in grado di proteggerne un’altra, specialmente Sam. Più provavo a tenerlo al sicuro, più lo spingevo  sull’orlo di un precipizio.
Spesso, durante molte delle nostre litigate, Sammy mi urlava di essere un casino, diceva che la colpa di tutti i nostri problemi  era lui stesso e che avrei fatto la cosa più giusta se lo avessi ucciso. In quelle occasioni cercavo di mostrarmi forte, rigido e si, anche bastardo e gli ripetevo che ciò che stava dicendo era pura follia. Ripetevo che tutto si sarebbe presto risolto, anche se in fondo al cuore sapevo di mentire.
Sam credeva in me fin da quando eravamo piccoli, dal giorno stesso in cui lo portai via dalle fiamme.  Ricordo ancora quel giorno come se fosse ieri, lo tenevo stretto tra le mie braccia, mentre l’odore del fumo invadeva i miei polmoni  e appannava la mia vista. Lui era lì, con la sua piccola testolina appoggiata al mio petto, mentre terrorizzato , mi facevo largo tra le fiamme.
Sorrisi a quel doloroso ricordo, mentre altre lacrime scorrevano incontrollate  lungo il mio viso.
- Idiota!- urlai a me stesso furioso, maledicendomi pesantemente.Ero un fallito, un uomo senza valore, incapace di proteggere le persone che amava.  Tutti coloro che mi stavano accanto, in un modo o in un altro morivano.
La solitudine era il mio passato, il mio presente e sarebbe stata anche il mio futuro. Io non ero un uomo come tutti gli altri e amare qualcuno significava metterlo in pericolo. 
Improvvisamente, il mio cellulare squillò riportandomi alla realtà. Mi affrettai a rispondere, sperando che fosse Sam, ma quando afferrai l’oggetto, lessi sul Display Bobby. Amareggiato, risposi.
- Dean, stupido idiota che cosa hai combinato?!- mi urlò infuriato.
-A cosa ti riferisci!?!- domandai stanco dei suoi continui rimproveri.
- Ho sentito Sam, era piuttosto arrabbiato!- rispose.
- Ti ha detto dove è andato!?!- chiesi preoccupato.
- No, speravo che me lo dicessi tu!- urlò spazientito.
- Se mi urli contro non risolvi nulla Bobby!- dissi irritato.
- Non risolvo!?! Appena ti vedo ti prendo a calci in culo Dean, puoi scommetterci!-
- Non sarai troppo gentile!?!- domandai.
- Come sempre. Dai, raggiungimi, dobbiamo parlare!-
-Arrivo!- dissi prima di attaccare.Preoccupato al pensiero di Sam solo e vulnerabile, lanciai con violenza il cellulare, facendolo rimbalzare all’interno della Baby.
- Maledizione Sam!- urlai colpendo violentemente il volante.Senza perdere altro tempo, pigiai forte il piede sull’acceleratore, ascoltando con gioia il rombo d’amore della mia piccola.
   
 
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