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Autore: potterfanlalla17    23/09/2015    4 recensioni
Tommy è un bambino che fa domande. E Gaetano è un papà che cerca sempre di rispondere...nel limite del possibile.
Ma ci sono domande a cui proprio è difficile dare una risposta e papà Berardi se ne rende conto molto presto.
Una storia divertente (spero) e leggera.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Gaetano Berardi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Domande imbarazzanti

Il doppio bip proveniente dal polso del piccolo Berardi era un messaggio oramai diventato inequivocabile.

-Papà?- chiamò Tommy, già infilato sotto il pesante piumone blu da qualche minuto.

-Sì, lo so. Sono le 9.30, quindi nanna. Buona notte- rispose meccanicamente il padre, ma con un sorriso compiaciuto. Gli faceva piacere vedere che suo figlio aveva ereditato un po’ della sua disciplina…o forse era la rigidità svedese che lo rendeva così “svizzero”. Ad ogni modo, era orgoglioso di come suo figlio stesse crescendo, nonostante tutti gli errori commessi nei primi anni della vita di Tommy.

-Posso chiederti una cosa prima di dormire?

Gaetano, ormai già arrivato alla porta, sospirò prima di voltarsi verso il figlio: quella sera aveva già dovuto rispondere, o meglio evitare tutta una serie di domande imbarazzanti da parte di Tommy e sperava davvero che almeno per quella sera fosse riuscito a chiudere definitivamente ogni questione. Ma a quanto pare suo figlio era un osso duro: anche in questo caso non gli era perfettamente chiaro se la “colpa” di questo lato del carattere di Tommy fosse sua o di Eva…o forse la testardaggine era frutto dell’influenza di una certa prof.

-Dimmi- chiese titubante mentre si accomodava accanto al figlio guardandolo negli occhi.

-Quindi adesso Livietta avrà un bambino, giusto?

Gli occhioni di Tommy fecero subito intuire a Gaetano che questa volta non sarebbe stato facile sviare alle domande; per cui il vicequestore si mise l’animo in pace e si preparò a rispondere alle curiosità del figlio come meglio poteva. Anche se, e di questo era perfettamente certo, non gli avrebbe mai spiegato “come” Livietta aveva fatto a restare incinta.

-Sì, esatto. Livietta e George avranno un bambino. Non sei contento?

-Io sì. Ma non mi è sembrato che Camilla e zio Renzo fossero tanto contenti.

-In effetti, non molto.

Non molto? A Renzo era venuto un mezzo infarto e nemmeno Camilla sembrava averla presa proprio nel migliore dei modi, ma del resto poteva pure capirli: se Tommy fosse arrivato con una notizia del genere fra una decina d’anni anche a lui sarebbe venuto un colpo.

-Ma non è una cosa bella quando nasce un bambino?

-Certo. Certo che è una cosa bella, ma Livietta è ancora un po’ giovane, non credi?

Il bambino si limitò ad alzare le spalle: il concetto di giovinezza e vecchiaia per un bambino come Tommy era molto diverso. Per lui già i ragazzi delle medie erano un mondo alieno, un miraggio incredibile, un pianeta lontano. Figuriamoci una diciottenne: per Tommy era praticamente un’adulta tanto quanto suo padre.

-Ora a dormire, forza!- disse Gaetano sollevato che la questione si fosse finalmente risolta e senza domande imbarazzanti.

Che pia illusione! Per Tommy l’interrogatorio era solo agli inizi.

-Io sono contento- sentenziò il bambino con un cipiglio che gli ricordava un po’ lui da piccolo nei battibecchi con suo padre. –Posso dire ai miei amici a scuola che sto per avere un fratellino o una sorellina?

Gaetano sorrise per quel pensiero: per Tommy, lui, Camilla, Renzo e Livietta erano tutti una sola grande famiglia. E sotto molti aspetti questo era del tutto vero, ma era difficile spiegare ad un bimbo che Renzo non sarebbe stato affatto felice di sentire una simile affermazione uscire dalla bocca del figlio di Gaetano. Anzi, proprio dalla bocca del figlio di Gaetano.

-Sono sicuro che Livietta sarà contenta di sapere che tu farai un po’ come da fratello maggiore per il suo bambino, ma non puoi dire ai tuoi amici che avrai un fratellino o una sorellina, Tommy.

-Perché no?

-Beh- Gaetano cominciava a non saper più come rispondere a suo figlio. Non voleva deludere l’immagine che lui aveva di questa sorta di famiglia allargata, ma non era giusto nemmeno confondergli le idee. Doveva essergli chiaro quale era il ruolo della famiglia Berardi e quale quello della famiglia Ferrero – è un po’ come con te e lo zio Renzo. Lo chiami zio, ma sai che non lo è davvero. E così è per Livietta e il suo bambino.

-E per avere un fratellino allora cosa devo fare?

Le difficoltà respiratorie di Gaetano aumentarono esponenzialmente all’ultima domanda: istintivamente nella mente del commissario si presentò un’immagine molto nitida di Camilla incinta…chiaramente di suo figlio! Ma anche questa era una cosa che non avrebbe saputo bene come spiegare a Tommy.

-Beh, la mamma dovrebbe avere un altro bambino.

-Oppure tu, no?

Maledizione, perché Tommy non poteva semplicemente chiudere gli occhi e dormire?

-Sì, oppure io.

-Allora perché non fai un bambino con Camilla?

Eccola lì. Alla fine ci era arrivato. E adesso come glielo spiegava che era esattamente quello che stava cercando di fare anche lui da più di dieci anni senza riuscirci perché in mezzo c’era quel piccolo insignificante ostacolo chiamato “zio” Renzo?

-Beh, Tommy, Camilla è sposata con Renzo e io non posso…voglio dire, noi non…è complicato, Tommy.

-Ma anche Livietta non è sposata con George.

Da quando i bambini erano così maledettamente svegli? Doveva andare a parlare con le maestre di Tommy e dire loro di smetterla di crescere così bene suo figlio!

-Hai ragione, ma vedi…loro si volevano tanto bene e non hanno potuto aspettare. Ma adesso si sposeranno, hai sentito, no?

Tommy sembrò riflettere seriamente sulla questione e per esperienza Gaetano sapeva che questo non era affatto un buon segno.

-Ma anche tu vuoi tanto bene a Camilla, no? Quindi adesso fate un bambino e poi vi sposate, come Livietta e George.

Gaetano si massaggiò le tempie: doveva mettere assolutamente fine a quella conversazione prima che suo figlio gli estorcesse qualche confessione compromettente.

-Senti, Tommy, io voglio molto bene a Camilla e lei ne vuole a me, ma siamo solo amici- “sì, amici…..beato chi ci crede” –lei è sposata con Renzo e io non…

-Ma zio Renzo è stato cattivo con lei e adesso vive in un’altra casa.

-E’ vero, zio Renzo è stato cattivo- “uno stronzo per la precisione, come aveva detto Francesca, ma lasciamo perdere…” –ma anche se vive in un’altra casa è sempre sposato con Camilla.

Nuova pausa di silenzio di Tommy, ma Gaetano non si illuse. Forse aveva appena messo a segno un punto, ma Tommy era un osso durissimo.

-Però anche tu sei andato ad abitare in un’altra casa e adesso non sei più sposato con la mamma.

Merda! Doveva proprio fare due chiacchiere con le insegnanti di Tommy…troppo intelligente questo bambino.

-Quindi, se adesso zio Renzo lascia Camilla, la puoi sposare tu e fare un bambino?

“Ma magari!” fu il primo…secondo…terzo…quarto pensiero razionale di Gaetano.

All’uomo non rimase che arrendersi e ricorrere alla frase fatta che sfoderano tutti i bravi genitori in difficoltà: -Tommy, queste sono cose da grandi e tu sei piccolo, non puoi capire- “ottimo, è fatta. Game, set, partita!”

-Ok- disse semplicemente il bambino scrollando le spalle e rimettendosi comodo sotto le coperte.

Gaetano stava già esultando per aver finalmente chiuso la questione, quando di nuovo Tommy si mise a sedere sul letto con aria interrogativa.

-Però non capisco una cosa: se tu non puoi fare un bambino con Camilla perché lei è sposata con zio Renzo, perché invece zio Renzo ha fatto un bambino con Carmen?

Il vicequestore dovette alzare bandiera bianca. Sconfitta totale su tutta la linea. La logica di Tommy era schiacciante. Fece la sola cosa possibile: -Senti, perché non facciamo che domani vai dallo zio Renzo e non glielo chiedi di persona?

Tommy annuì soddisfatto: -Ok.

“E adesso voglio vedere come te ne tiri fuori tu, architetto Ferrero!” pensò Gaetano chiudendo finalmente la porta della camera di Tommy. L’interrogatorio era finito. Almeno per il momento.

 

   
 
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