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Autore: _Whatever_    24/09/2015    2 recensioni
Questa storia è la continuazione di Crying Lightning, quindi, se non l'avete fatto, vi consiglio di leggere prima quella per capire meglio i personaggi di questa storia.
Dal primo capitolo: "Ogni tanto beveva un sorso del suo tè verde e la mattinata sembrava procedere tranquillamente, almeno fin quando non sentì quel nome.
Si guardò attorno sperando di riconoscere qualcosa, di vedere un particolare noto, ma poi sorrise, pensando a quanto risultasse patetico. Non poteva essere lei."
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alex Turner, Altri, Matt Helders, Miles Kane, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Don't Forget Whose Legs You're On'
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Nei due giorni successivi Adam non si fece sentire e nemmeno Margaret osó scrivergli un messaggio. Sapeva che suo fratello sarebbe stato a Londra qualche giorno e che quindi sarebbe stato impegnato con lui. In più non sapeva cosa pensare a proposito del loro appuntamento, soprattutto per come era finito e doveva ancora riprendersi.
Miles organizzò una serata fuori visto che era venerdì sera e Margaret poteva permettersi di stare fuori fino a quando voleva, così andarono a ballare al Koko, una discoteca londinese frequentata da giovani. Era un posto molto carino e Margaret ci era già stata, perché ogni tanto c'erano serate di musica dal vivo in collaborazione con l'nme.
La serata andò molto bene, i due amici ballarono un sacco e fecero molto tardi e Miles restò a dormire a casa della sua amica, cosa che succedeva spesso, come anche il contrario.
Il mattino successivo Margaret fu svegliata da una chiamata.
Non lesse il nome il nome della persona che la stava chiamando perché non le si aprivano ancora bene gli occhi.
"Pronto?"
"Buongiorno" disse Adam dall'altra parte del telefono.
"Chi sei?" Chiese Margaret ancora troppo tra le braccia di Morfeo per capire.
"Sono Adam, Margaret. Scusami, non volevo svegliarti, torna a dormire" si scusò Adam sentendosi un po' in colpa.
Margaret si riprese un pochino capendo che si trattava di Adam.
"No, dimmi, ci sono, scusami"
"Sono dalle parti di casa tua e mi chiedevo se fossi a casa per prendere un caffè insieme da Starbucks"
"Certo! Solo che sono ancora a letto quindi ci dovrei mettere un po' a prepararmi"
"Posso aspettare, non ho nulla da fare"
"Oppure potresti portarmi la colazione a casa" propose Margaret fiduciosa, visto che non aveva mezza voglia di prepararsi per uscire, anche se si sarebbe comunque dovuta sistemare per rendersi presentabile.
"Ammettilo, vorresti che te la portassi a letto" scherzó Adam intraprendente.
"Questo non l'ho mai detto"
"Va bene, va bene, tra poco sono a casa tua"
"Ti aspetto"
Chiusero la telefonata e lei si fiondò sotto la doccia per darsi una sciacquata veloce, mentre Miles continuava a dormire beatamente in camera di Laura dopo che la ragazza era uscita per andare a lavorare.
Il citofono dell'appartamento suonò dopo dieci minuti e Margaret si fiondò ad aprire, anche se non era ancora completamente vestita.
Miles si svegliò per il rumore del citofono e si alzò dal letto per recuperare un bicchiere d'acqua visto che la sera prima aveva bevuto un bel po' e la sete lo stava quasi essiccando.
Margaret pensava di riuscire a fare in tempo per andare ad aprire la porta, ma per la fretta si era infilata la maglietta al contrario, quindi fu bloccata in bagno qualche secondo in più, perché ovviamente quando si ha fretta, tutto va contro il previsto.
Adam suonò al campanello e Miles fece la cosa più naturale del mondo, cioè andò ad aprire la porta, ancora in pigiama e in uno stato catatonico.
Adam per un nano secondo pensó di aver sbagliato interno, ma il cartellino con i cognomi non poteva sbagliare.
"Sono Adam" disse allo sconosciuto davanti a lui.
"Adam chi?" chiese Miles ancora molto poco reattivo.
Anderson alzò le sopracciglia meravigliato dalla domanda e soprattutto confuso dalla figura che gliela aveva posta.
Margaret comparve in salotto trafelata.
"Ciao, perdonami, ero in bagno" disse rivolgendosi ad Adam.
"Ah, sei quell'Adam" disse Miles accorgendosi all'improvviso della figuraccia.
"E tu saresti?" Chiese quell'Adam.
"Sono Miles" rispose il cantante di Liverpool.
"Un mio amico" precisò Margaret per Adam.
"Si, mettiamo subito le cose in chiaro, visto che almeno questa volta non ho fatto niente di male" disse Miles mentre camminava verso la camera di Laura per vestirsi.
Adam invece entrò in casa su tacito invito di Margaret che intanto non osava guardarlo in faccia per via dell'ultimo commento di Miles.
Margaret sperò che Adam non avesse colto il reale significato di quella frase e si comportò facendo finta di nulla.
"Libero un secondo il tavolo e ci mettiamo a fare colazione, okay?" chiese sorridente.
"Certo" Adam era scuro in volto.
Miles ricomparve dalla camera di Laura, so era rivestito.
"Vado a casa, chiamami dopo" disse rivolto a Margaret prima di lasciarle un bacio sulla guancia.
"É stato un piacere conoscerti" disse rivolto ad Adam e stava per uscire, ma Adam parlò.
"Scusa, Miles?"
Il cantante di Liverpool si girò titubante.
"Non volevo svegliarti, mi dispice aver disturbato. Vuoi prendere qualcosa per la colazione?" chiese Adam, incuriosito da quel ragazzo: sembrava un amico di Margaret, ma alcune allusioni erano ambigue, quindi voleva indagare.
"No, ti ringrazio, potrei vomitare se mangiassi ora. E comunque, Alex 0- Adam 1 cara Margaret! Scuse accettate, ci si vede" detto questo si chiuse la porta di ingresso dietro le spalle.
"Quindi Miles Kane dorme a casa tua e fa allusioni a situazioni non bene determinate" affermò Adam accomodandosi al tavolo.
"Già" replicó Margaret che in quel momento avrebbe preferito essere sotterrata viva piuttosto che sentire il peso della curiosità negli occhi di Adam poggiato sulle sue spalle.
"Che incontro bizzarro e interessante"
"Mmm" fu l'unico suono che riuscì ad emettere la ragazza.
"Stai bene?"
"Potrei stare meglio"
"Perché?"
"Perché le sento le domande tacite che mi stai rivolgendo, ma non sono sicura di volerti rispondere"
Ed era vero, Adam stava cercando il modo di capire a cosa si riferisse Miles: aveva alluso al fatto che quella volta non era successo niente tra loro due e poi aveva tirato fuori un altro nome maschile.
"Mettiti nei miei panni : arrivo a casa tua e tutto m'aspetto al di fuori di incontrare un ragazzo. Soprattutto un ragazzo che ammette di essere stato a letto con te almeno una volta."
"Evidentemente non é un ragazzo, ma una rana dalla bocca larga"
"Stai evitando volontariamente il discorso"
"Cosa vuoi che ti dica? Si, una volta é successo, tanti tanti anni fa, ma da quell'unica volta mai più. È uno dei miei più grandi amici, quindi lo sentirai spesso nominare e non c'è niente che tu possa fare al riguardo. Chiaro?"
"Cristallino, anche se ci sono ancora due o tre cose che non mi sono chiare"
"E sei sicuro che queste due o tre cose ti riguardino?" Chiese Margaret spazientita.
Adam trasalì per questa affermazione, non si aspettava una reazione del genere.
"No, non ne sono sicuro"
"Ecco, infatti"
"Sono solo sicuro che la fiducia e la limpidezza siano importanti, tutto qui"
"Messaggio ricevuto. Ora mangiamo?" Chiese Margaret già esausta da una giornata che doveva ancora iniziare.
"Certo "
La colazione non era iniziata proprio bene ed entrambi provarono a salvarla attraverso la conversazione, ma in quei pochi minuti si erano allontanati di km. Adam diffidente e Margaret indisposta a parlare di certe cose li portarono a parlare di banalità atroci, fino a quando Adam non decise di porre fine alle loro sofferenze, annunciandole che doveva andare per un non precisato impegno.

Questa volta Adam non si avvicinó nemmeno per lasciarle un bacio sulla guancia: una generica promessa di sentirsi e un freddo saluto e poi se ne andò.
Margaret andó sul balcone a fumare una sigaretta non appena Adam uscì da casa sua.
Si era innervosita: quella che poteva essere una bella situazione con Adam , si era trasformata in un incubo.
E tutto ciò per colpa di Miles che probabilmente era ancora ubriaco dalla sera prima e aveva detto le prime cose che gli erano passate per la testa, senza considerare che così facendo avrebbe messo nei casini Margaret.
Lo odiava per aver lasciato intendere che una volta erano andati a letto insieme, per aver tirato fuori il nome di Alex, per aver fatto battute sulla diversità tra i due.
Odiava Adam per l'aria inquisitoria che aveva assunto e per la morale sulla fiducia e la limpidezza nei rapporti.
Forse era per questo che lei non aveva avuto molte relazioni: aveva sempre voluto celare tutta quella parte della sua vita dietro un muro impenetrabile. Nessuno dei ragazzi con cui era uscita sapeva qualcosa della sua storia più significativa per lei.
Sempre che di storia si possa parlare.
Non era una storia, però era la relazione che più l'aveva segnata e cambiata, quella per cui era stata più male, il rapporto più lungo che avesse avuto con una persona fino a quel momento, complice il fatto che lo conoscesse dalle superiori, nonostante la lontananza.
Adam le piaceva, le piaceva tanto e in modo sano e per un qualche strano motivo lei sembrava interessare a lui, almeno fino a quel mattino.
Ma se lui era interessato a lei, doveva anche sapere come lei fosse arrivata a diventare la ragazza a cui portare la colazione un sabato mattina a caso.
Adam doveva sapere qualcosa della Margaret del passato per capire la Margaret del presente e apprezzarla nella sua interezza.
Questa conclusione arrivò a fine sigaretta.
Lei rientró in casa e sistemò un po', poi si sedette sul divano e involontariamente si mise a riflettere su un ipotetico discorso da fare ad Adam senza rischiare il pericolo di bruciarsi le poche possibilità che le sembravano rimaste con lui.
Il telefono di Margaret squilló tanto in quei giorni e lei all'inizio sobbalzava, ma poi la consapevolezza che lui non si sarebbe fatto sentire presto prese posto e lei smise di farci caso.
Ci pensava ogni giorno, voleva sentirlo, ma non sapeva se sarebbe stato inopportuno da parte sua prendere in mano la situazione e chiamarlo.
Voleva parlargli, doveva parlargli, ma non lo voleva fare attraverso dei messaggi o con una chiamata. Voleva guardarlo negli occhi e provare a leggere quello che gli passava per la mente mentre lei gli rivelava una parte importante di se.
Dopo tre giorni di silenzio decise che era arrivato il momento di fare qualcosa.
Pensò mille volte al tipo di messaggio da inviare per iniziare una seppur breve conversazione prima di chiedergli se avesse del tempo per prendere un caffe.
Dopo mille tentativi, optò per una scelta radicale: lo chiamò.
Dopo soli due squilli, Adam rispose.
"Pronto?"
"Hei, ciao, ti disturbo?"
"Nono, sto andando da Theo, sono in macchina"
"Stavi controllando il telefono in attesa di una mia chiamata, ammettilo" provò a scherzare Margaret per allentare un po' il tono serio che Adam sembrava avere.
Dal canto suo Adam avrebbe voluto dire che si, stava aspettando un messaggio o una telefonata e che non gli era parso vero che lei lo stesse veramente chiamando. Aveva paura di aver esagerato il giorno della colazione a casa, aveva paura di essere apparso troppo duro e intransigente, anche se non c'era ancora nulla tra noi.
"può darsi. Oppure no"
"Mmm, va bene , va bene. Come stai?"
"Io bene e tu?"
"Tutto bene, per fortuna siamo già quasi a metà settimana"
"Io non ho più la concezione del tempo" ammise Adam.
"Beato te"
"Non so se sia un bene o un male"
La conversazione si era arenata dopo quella affermazione, Margaret non sapeva se avrebbe trovato il coraggio di chiedergli di vedersi, ma il tono tranquillo di Adam faceva ben sperare.
"Mi avevi chiamato per un motivo o stiamo per metterci a parlare del tempo?" Adam aveva colto un po' dell'esitazione e dell'agitazione di Margaret, quindi cercò di semplificarle il lavoro.
"Si, volevo chiederti se avessi tempo per un caffé nei prossimi giorni" rispose Margaret tutto d'un fiato.
"Credo di si, ma non sono sicuro sul quando. Torna in città il nostro manager, era fuori per altri artisti e credo che ci voglia vedere"
"Okay okay, tranquillo. I miei impegni sono sempre gli stessi, quindi fammi sapere tu quando puoi" disse Margaret sollevata.
Intanto Adam era arrivato e Margaret lo capí perché lo sentí parlare con il tassista.
"Ora ti lascio, buona serata" disse per salutarlo.
"No, aspetta, sono in anticipo, possiamo stare un altro po' al telefono" non voleva che quella conversazione si chiudesse troppo in fretta. Gli attraversò la mente anche l'idea di chiederle scusa per il suo comportamento di qualche giorno prima, ma il suo orgoglio lo fermò.
Margaret sorrise per quella proposta, non si aspettava un Adam così ben disposto.
"Che fate di bello stasera?"
"Andiamo a cena fuori con della gente, non li conosco io, sono amici di amici"
"Non mi sembra tu ne abbia troppa voglia"
"No, infatti. Sono amici del tipo della festa a cui ci siamo conosciuti. Ce li vuole presentare per introdurci un po' nell'ambiente, ma sinceramente mi sembra un po' presto visto che non siamo nessuno teoricamente ancora"
"Dai, sono certa che saranno persone interessanti. Cerca di fare colpo, é importante avere le conoscenze giuste in un ambiente simile"
"Per me sarebbe più importante avere successo per la musica, non per la simpatia, anche perché altrimenti sarei fregato"
Margaret rise di gusto.
"Non ti buttare giù cosí"
"Non hai negato, quindi vuol dire che non ho tutti i torti"
"Diciamo che fai fatica a essere tranquillo in queste situazioni, quindi non rendi al meglio"
"Ti sei salvata in corner"
"Sono molto brava in queste cose. In ogni caso hai ragione sul fatto di avere successo attraverso i meriti musicali piuttosto che attraverso le conoscenze, ma sai cosa dice mia mamma a proposito di queste situazioni? Se una donna é bella, ma anche intelligente, deve sfruttare la sua bellezza per attirare l'attenzione e poi deve mostrare che oltre alle ciglia lunghe e alle labbra rosse, c'è anche un cervello pensante"
"Interessante teoria"
"Quindi stasera esalta la tua parte interessante e simpatica e vedrai che ascolteranno la tua musica con maggior entusiasmo e una migliore disposizione d'animo"
"Quindi devo mettere via la mia parte mancuniana, é questo quello che mi stai dicendo?" Chiese Adam ironico.
"Se ce la fai..."
"Speriamo che il vino sia buono allora" disse Adam
Margaret rise di gusto.
"Ora devo proprio andare"
"Vai tranquillo. Buona serata"
"Anche a te, Margaret"
Le piaceva come pronunciava il suo nome, le piaceva quando la chiamava per nome, mostrava interesse perché era una sottolineatura del fatto che stesse parlando con lei e con lei soltanto.
Chiuse la telefonata sorridendo, sollevata per come era andata, nessun intoppo, nessun imbarazzo. Probabilmente lui aveva apprezzato che lei avesse preso l'iniziativa e gli avesse chiesto di uscire, altrimenti non l'avrebbe tenuta al telefono ancora.
Margaret passó la serata in casa con Laura, scelsero un film da guardare e cenarono davanti alla tv.
Erano molto stanche per le rispettive giornate, così la loro scelta cadde su un classico che entrambe sapevano a memoria: 'la verità è che non gli piaci abbastanza".
Erano apparsi i titoli di coda e Laura aveva già iniziato la sua critica sul fatto che quel film finisse fin troppo bene per avere un titolo del genere, quando il telefono di Margaret vibrò.
'Theo mi sta guardando strano da tutta la sera e mi sorride. Penso che sia sorpreso e felice, quindi direi che sono stato bravo. Buonanotte'
Margaret, che fino a qualche istante prima stava rischiando di addormentarsi sul divano, di colpo era sveglissima e sorrideva per il messaggio inaspettato.
"Ecco, poi la mia coinquilina si rimbambisce a leggere dei messaggi" disse Laura notando il sorriso sulla faccia di Margaret.
"Piantala di fare l'acida. Ho le mie ragioni per sorridere. É da tre giorni che non mi considera"
Laura si ammorbidí un po' e smise di fare la zitella acida per essere l'amica felice delle gioie di Margaret.






"Domani mattina il manager parte, quindi domenica pomeriggio ci sono. Per te é okay?" questa era l'anteprima sul display del cellulare di Margaret.
Sabato pomeriggio Margaret era in giro a fare shopping con sua cugina, era venuta a trovarla per il week end, sarebbe ripartita il giorno dopo.
"A che ora riparti domani?" Chiese Margaret, mentre Elizabeth era dentro il camerino a provarsi una camicetta.
"Quando mi cacci, perché?"
"Adam mi ha chiesto di vederci domani pomeriggio" disse Margaret.
"Dimmi tu quando vuoi, per me non c'è problema. Ci sono treni ad ogni ora per Manchester" rispose Elizabeth tranquilla.
"Non voglio rinunciare a stare con te, é il nostro week end insieme e chissà quando ci ricapita. Lui vive a Londra, quindi si adatta un pochino"

'Va bene domani pomeriggio, ma più verso orario di cena, se non é un problema' Margaret inviò il messaggio senza esitazione

"Gli ho detto che ci vediamo verso l'orario di cena"
"Ma no, stai tranquilla, io parto prima" disse Elizabeth.
"Ormai l'ho inviato, e poi preferisco così"

'Va benissimo, lo dicevo per te visto che non volevo farti fare tardi visto che lunedì suona la sveglia. Per te'
'Ah ah ah. Andiamo a mangiare sushi. Nessuna discussione'
'Agli ordini. A domani'

"Quindi, come mi sta?" Chiese Elizabeth uscendo dal camerino con indosso una camicetta gialla, a metà tra l'elegante e il tranquillo.
"Molto bene!"
"Dici che posso metterla stasera?"
Miles le avrebbe portate al Groucho, ma Elizabeth non conosceva i programmi per il week end quando aveva preparato la valigia per andare da Margaret, quindi doveva comprare qualcosa di adatto, visto che lei e sua cugina non avevano nemmeno la stessa fisicità.
"Secondo me stai bene, ma potresti trovare di meglio" ammise Margaret.
"Tipo un vestitino o una maglia un po' più provocante"
"Stai cercando di ammogliarmi per caso?"
"non parlerei proprio di matrimonio, mi basterebbe che ti divertissi per una notte almeno"
"Premuroso da parte tua, grazie" commentò sarcasticamente Elizabeth prima di infilarsi dentro il camerino e togliersi la maglia che aveva provato per andare a cercare qualcos'altro.
Riuscirono a trovare un top molto carino e che metteva ben in risalto le curve di Elizabeth, senza farla apparire volgare. Era azzurro chiaro, senza spalline e un po' largo sui fianchi, anche se era sfiancato. Sotto ci avrebbe messo dei pantaloni neri e delle décolleté nere.
Margaret invece aveva deciso di indossare un vestito lungo nero. Non c'erano decorazioni o riprese, a parte una sulla vita che le segnava i fianchi. Le spalline erano strette e la scollatura non molto ampia sul davanti, ma profonda dietro.
Miles le passò a prendere in taxi verso le dieci e andarono subito al Groucho. Avevano chiesto anche a Laura se le andasse di seguirli, ma lei aveva già un altro impegno.
Miles fu molto dispiaciuto nel scoprire dell'assenza di Laura. Nell'ultimo periodo avevano legato un sacco e gli faceva piacere passare un po' di tempo con lei.
Quando arrivarono, non c'era molta gente, la situazione era ancora tranquilla.
C'era un dj che selezionava musica adatta alla situazione e i tavoli erano occupati solo da persone composte, che bevevano qualcosa discorrendo tra loro.
Fray arrivò poco dopo di loro, prese un tavolo con dei suoi amici, poi andò a salutarli.
Margaret notò lo sguardo di approvazione che rivolse a Elizabeth e si sentì soddisfatta per quel tacito complimento.
Ce li vedeva bene insieme, lei non spariva di fianco ai quasi due metri del ragazzo, perché era abbastanza alta e non si sarebbe spezzata con solo con uno sguardo più intenso, al contrario della maggior parte delle ragazze presenti.
"Io vado a fare un giro, vado a vedere chi c'è" annunciò Miles mentre Liam parlava con Elizabeth, visto che non la vedeva da capodanno ormai e Margaret ne approfittò per lasciarli soli, così lo seguì.
"C'é Russell Brand" disse Miles dopo aver passato in rassegna i tavoli.
"Lo conosci personalmente?" Chiese Margaret speranzosa.
"No, e non ho intenzione di andare a presentarmi"
"ma con chi é? Non vedo bene quello seduto al tavolo con lui"
"Mi sembra Noel, ma non voglio farti rischiare l'infarto"
Margaret aguzzó la vista nella direzione di quel tavolo per constatare che si, Russel Brand erano a un tavolo a pochi metri da loro a bere una birra. C'era anche Sarah, era con un'amica.
"Che bella la compagna di Noel" affermò Margaret con aria sognante.
"Sí, é una bella donna, e poi é dolcissima. A volte mi chiedo come faccia a stare con lui, ma poi sento parlare lui con lei e capisco tutto"
"Cioé?"
"Hai presente com'è Noel?"
"Uno stronzo scorbutico?"
"Esattamente, ma é così solo con noi comuni mortali. Con lei é dolcissimo e premurosissimo"
"Sono splendidi"
"se li fissiamo un altro po', si accorgeranno di noi" concluse il discorso Miles.
In quel momento Paul Weller fece il suo ingresso nel locale e Miles aprì la bocca involontariamente.
"Weller" disse Margaret.
"Già. E andrà a sedersi con Noel, lo so già"
Puntualmente Paul, dopi aver salutato della gente seduta ad altri tavoli, raggiunse Noel e Russell.
"Ci sono proprio tutti stasera eh" commentò Margaret.
Il telefono le vibrò nella tasca.

'Stai molto bene con quel vestito'

Era un messaggio di Adam. Lei alzò lo sguardo immediatamente per capire dove fosse, ma non lo trovò tra la gente. In compenso vide che Elizabeth e Liam erano stati raggiunti da un uomo. Era Joe, il tipo che aveva organizzato la festa in cui Margaret aveva conosciuto Adam.
"C'é Joe, andiamo a salutare" Margaret prese Miles sotto braccio e lo costrinse a seguirla. Voleva trovare Adam, ma non voleva che Miles scoprisse subito che c'era.
Joe li salutò in maniera cordiale e calorosa, ma Margaret era troppo impegnata a guardarsi attorno con scarsi risultati.

'Non ti vedo. Dove sei?'

La risposta non si fece attendere.
'Non te lo dico, voglio godermi lo spettacolo ancora un po''
 
Margaret non rispose a questo messaggio e mise via il telefono, voleva adottare la tecnica dell'indifferenza. Se e quando avesse voluto farsi vivo, sarebbe andato lui da lei.
Elizabeth in tutto questo non si era accorta di nulla, troppo presa e sorpresa dalle attenzioni che Liam le aveva riservato prima dell'arrivo di Joe.
"Andiamo a fumare?" Propose alla cugina più piccola.
Margaret accettò di buon grado e seguì la ragazza.

'Theo mi ha chiesto chi fosse la ragazza con te'

 Margaret si stava innervosendo per questo tipo di atteggiamento da parte di Adam, ma non voleva dargli soddisfazione, così rispose tranquillamente al messaggio.

'Mia cugina' rispose semplicemente e poi mise via il telefono.

Margaret iniziò a chiedere a Elizabeth cosa le avesse chiesto Liam mentre lei e Miles si erano allontanati.
Dopo poco furono raggiunte dal cantante di Liverpool.
"Mi ha scritto Alexa. É a Londra anche lei e mi ha chiesto se fossi uscito. Le ho detto che sono qui, quindi tra un po' arriva" disse tutto d'un fiato. Aveva l'espressione mortificata e si aspettava che Margaret sclerasse da un momento all'altro.
"Beh, dai, dopo Adam, anche Alexa. Alex non viene?" disse Margaret a voce alta parlando più da sola che con gli altri.
"C'è Adam?" chiese Elizabeth sorpresa.
"A quanto pare sì. Mi ha scritto per dirmi che mi ha vista, ma non si è palesato ancora"
"Sembra un po' psicopatico" commentò Elizabeth.
"Probabilmente lo è. Io vado dentro a prendere da bere" annunciò Margaret prima di rientrare nel locale e lasciare Elizabeth e Miles fuori. Sapevano che si era innervosita e sapevano che non potevano farci nulla, quindi la lasciarono rientrare da sola.
Si avvicinò al bancone desiderosa di bere qualcosa, ma c'era un po' di gente prima di lei.
Sconsolata poggiò la testa sul palmo e si mise ad osservare tutti i superalcolici in ordine dietro il bancone.
"Ti stai annoiando?"
La familiare voce di Adam la sorprese alle spalle.
Le accarezzò la schiena con una mano prima di posizionarsi vicino a lei al bancone.
"Mi sto innervosendo" rispose Margaret senza degnarlo nemmeno di uno sguardo.
"E perchè mai?"
"Discorso lungo" concluse la parentesi Margaret.
"Non mi aspettavo di vederti qui" commentò il ragazzo di Manchester.
"Non mi hai chiesto cosa facessi staseri, non potevi sapere che ci sarei stata"
l'acidità di Margaret confondeva Adam, le era sembrata tranquilla negli ultimi giorni e non si aspettava un trattamento del genere.
"Sei sicura che vada tutto bene?"
"Circa" finalmente Margaret si girò verso di lui e tutto quello che Adam lesse nei suoi occhi era la pochissima voglia di essere lì in quel momento.
"Hai già ordinato?" chiese Adam.
"No, c'è gente prima di me"
"Andiamo via" propose Adam.
Margaret lo guardò sorpresa e tentata.
"Non posso. Sono venuta qui con mia cugina, è qui per il week end, non posso lasciarla qui da sola"
"Non è sola, Theo l'ha puntata prima"
"Si può sapere dov'eri? Non ti vedevo, ma tu vedevi me"
Adam indicò il soffitto e Margaret notò che c'era anche un primo piano  con un balconcino che dava direttamente su quella sala.
"Non avevo mai notato" disse Margaret.
"Allora? Andiamo via?"
"Mi piacerebbe tanto, ma non posso proprio"
Adam non disse nulla, ma le prese la mano e se la portò dietro. Raggiunsero Elizabeth che intanto era rientrata e stava parlando di nuovo con Liam.
"Ciao, io sono Adam, piacere" si presentò a Elizabeth.
La ragazza lo guardò confusa, poi vide sua cugina dietro di lui e sorrise.
"Piacere mio, io sono Elizabeth"
"Liam, posso rubartela un secondo?"
"Dipende per cosa" disse Liam sospettoso.
"Anche Theo vorrebbe conoscere Elizabeth" disse Adam tranquillamente.
"E allora può venire lui qui, non capisco perchè io debba lasciarla andare così facilmente" disse Liam sorridendo.
"State parlando di me come se io non ci fossi"
"Perdonami, hai ragione" disse Adam sincero.
"In questo momento non so dove sia il mio compare, ma se si presenta un ragazzo alto, magro, con chili di gel, sappi che è Theo."
Elizabeth lo guardò confusa.
"Io sono venuto solo a dirti che io e Margaret andiamo a fare un giro"
"No, no, no, non andiamo da nessuna parte" si intromise a quel punto Margaret che non voleva abbandonare sua cugina in giro con i suoi amici.
"Invece mi sembra un'ottima idea" disse Elizabeth.
"Ma, ma, ma" cercò di opporvisi Margaret, ma Adam stava già sorridendo.
"Detto sinceramente, non mi sembra il caso che tu resti qui. Sappiamo benissimo che non hai voglia di vedere certe persone e se puoi fare altro, vai a fare altro"
"E tu come torni a casa?"
"A lei ci pensiamo noi. Mi sembra di capire che ci sono almeno tre ragazzi disposti a non lasciarla sola" disse Liam.
"E il fatto che Miles Kane sia il più innocuo di tutti mi sembra preoccupante" ammise Margaret sinceramente.
"So badare a me stessa, vai e goditi la serata" disse Elizabeth.
"Grazie Elizabeth, ti devo un favore"
"Avvisa tu Miles" riuscì a dire Margaret prima di essere trascinata fuori dal locale da Adam che non le aveva ancora lasciato la mano.
Sul marciapiede Adam si guardò in giro: non sapeva effettivamente dove andare e stava considerando le ipotesi.
Guardò l'ora: non era ancora troppo tardi, qualche altro posto più tranquillo in centro l'avrebbero trovato lo stesso.
"Dove andiamo?" chiese Margaret dopo qualche secondo di silenzio.
"E' quello che sto cercando di capire anche io"
"Fai in fretta, perchè vorrei evitare della gente"
"Io ho fame" disse Adam.
"Vieni"
Senza lasciarle la mano, iniziò ad incamminarsi verso Trafalgar Square.
"Ma tu hai sempre fame?" chiese Margaret.
"Tutte le volte che ci siamo visti c'era sempre il cibo di mezzo"
"Si, mi capita spesso di avere fame, mi piace mangiare" disse Adam risoluto.
Lungo la via c'era un posto che faceva hamburger, fish and chips e altre specialità appropriate per una dieta sana ed equilibrata.
"Ecco cosa ci vuole!" Esclamò Adam entrando nel negozio.
"Questo odore ha fatto venire fame anche a me" disse Margaret con tono colpevole.
Ordinarono due porzioni di patatine al formaggio e un hamburger e mangiarono seduti a un tavolino.
Erano estremamente fuori luogo: eleganti e bellissimi, ma con del cibo spazzatura tra le grinfie.
"Posso chiederti chi non volessi incontrare che stava arrivando al Groucho prima?" Adam aveva sentito Margaret dire qualcosa del genere prima e per quanto ci avesse provato, non era riuscito a resistere dal chiederglielo, così quando ebbero finito di mangiare lo fece.
"Fa parte della storia che ti avrei raccontato domani, ma direi che ne possiamo approfittare ormai"
"Sei sicura?" Chiese Adam delicato.
"Si. Se vuoi conoscermi davvero, devi sapere anche determinate cose, perché se sono fatta così é anche per colpa o merito di quello che é successo"
"Non volevo fare il pesante l'altra mattina, davvero, e ti chiedo scusa"
"No Adam hai ragione"
"Okay allora"
"Usciamo però, ho voglia di camminare un po'"
"Certo"
Una volta fuori dal locale, Margaret si accese una sigaretta e poi prese la mano di Adam. Lui non si aspettava un gesto del genere, ma non disse nulla, perché gli faceva piacere che lei avesse preso dell'iniziativa.
"Allora... Non mi sembra il caso di raccontare ogni singolo particolare, perché altrimenti un'intera notte non basterebbe e perché sinceramente non me li ricordo nemmeno più"
"D'accordo"
"Prima di trasferirmi in Francia da mia mamma ho conosciuto un ragazzo alle superiori. All'inizio non andavamo molto d'accordo, ma col tempo ho iniziato ad apprezzarlo, mi piaceva, ma lui era indecifrabile. A volte sembrava interessato, altre volte sembrava indifferente. Io non ero abituata a essere snobbata e quindi questa cosa mi faceva andare fuori di testa. La sera prima di trasferirmi definitivamente glielo dissi. Gli dissi che mi piaceva e che allo stesso tempo che lo detestavi perché non lo capivo"
"E lui?"
"Lui non disse nulla"
"Notevole"
"Già. Sono tornata in Inghilterra per pochi giorni qualche mese dopo e lui si é fatto avanti. Mi ha detto che gli piacevo anche io, solo che non aveva avuto il coraggio di parlare mesi prima perché io me ne sarei dovuta andare via"
"Comprensibile, no?"
"Sisi, assolutamente. Avevamo o sedici o diciassette anni, non ci si poteva aspettare chissà che cosa. In ogni caso io sono tornata in Francia e non l'ho più visto né sentito per un anno forse. Uno dei suoi più grandi amici é il mio migliore amico e lo sentivo con regolarità, ma l'altro mai"
"Possiamo dare un nome a questo ragazzo?" Chiese Adam.
"Alex, il suo nome é Alex"
"Bene"
"l'ho rivisto a Londra, perché ero venuta a trovare gli amici e c'era anche lui. Con la sua ragazza. Fin qui nessun problema. Io non avanzavo pretese su di lui e lui, giustamente, era andato avanti. Solo che quella sera ha quasi fatto a botte con un altro ragazzo per me e si é ingelosito di Miles, perché pensava che avessi delle mire su di lui"
"E ce le avevi?"
"Si, ma non feci nulla perché non volevo creare altro scompiglio"
"okay" disse Adam per farle capire che stava seguendo il discorso.
"Dopo quell'episodio penso di non averlo sentito o visto per un anno e mezzo, fin quando non decisi di andare a Glasto con una mia amica. Anche lui era lí con i suoi amici. La mia amica fece colpo e ora stanno ancora insieme, dopo tre anni e mezzo" Margaret si prese una pausa perché anche lei non si era mai accorta di quanto tempo fosse passato in realtà.
"Finito?" Chiese Adam perplesso. A parte il pessimo gusto di questo Alex nel mettersi con una sua amica, non gli sembrava fosse successo niente di grave, anche perché i due non sembravano essere così amici o intimi perché questo potesse far nascere dei problemi gravi.
"No. Da qui é l'inizio della fine. Io sono andata a letto con il suo migliore amico, Miles, e lui si é incazzato come una bestia quando lo ha scoperto. Mi ha tolto il saluto e ci siamo persi di vista per altri mesi, fin quando non ha deciso che voleva vedermi"
"L'hai fatto per ripicca?" Chiese Adam curioso di capire come ragionava.
"No. Non lo so. Non credo" rispose Margaret incerta.
Adam intanto si era fermato alla fermata dell'autobus.
"Dove andiamo?" Chiese Margaret che non sapeva che Adam avesse scelto una meta per il loro vagabondare.
"Ora vediamo, quando vogliamo, scendiamo"
"D'accordo" disse Margaret tranquilla.
"Cosa é successo quando vi siete rivisti?" Chiese Adam per riprendere il filo del discorso.
"Siamo andati a letto insieme"
"Ah"
"Per la prima volta. Prima di allora c'era stato solo una bacio. Ci abbiamo messo circa quattro anni a farcela"
"Meglio tardi che mai" Adam era infastidito da un'ammissione del genere, anche se era consapevole di non essere minimamente legittimato a infastidirsi.
"Si, dai, anche se abbiamo scelto il momento peggiore da quando ci conosciamo. Il mattino dopo mi ha detto che voleva stare con me, che avrebbe lasciato la sua ragazza per me e cose del genere, ma io ho gentilmente rifiutato le sue offerte"
"Perché? Ti piaceva? Eri innamorata?"
"Mi piaceva, sí, molto, ma non potevo stare con lui. Non mi fidavo minimamente e il fatto che avesse tradito la sua ragazza con me non lo aiutava affatto, anche perché nessuno da fuori avrebbe potuto dire che tra loro c'era qualcosa che non andava. Io in quel periodo stavo ancora in Francia e lui non aveva una fissa dimora, era praticamente sempre in giro per il mondo. Non avrei resistito una settimana in una relazione del genere."
"Immagino che ci sia rimasto bene"
"Benissimo, non puoi nemmeno immaginare. É passato quasi un anno prima che lo rivedessi. E tra l'altro é stato un caso quella volta, perché eravamo a New York"
"E cosa ci facevate a New York?"
"Io ero in vacanza con il mio ragazzo e lui abitava lì. Forse ci abita ancora, non lo so, con la sua ragazza. Non ti sto a spiegare la teoria dei sei gradi di separazione, immagino tu la conosca già"
"Si"
"a New York abbiamo passato una splendida giornata insieme, ma poi siamo tornati dai rispettivi amori" disse Margaret mimando il segno delle virgolette sull'ultima parola.
"Non lo vedo da quel giorno. L'ho sentito qualche volta al telefono, ma pochissimo. A distanza sembriamo andare d'accordo, siamo educati abbastanza da tenere una conversazione civile"
L'autobus arrivò in quel momento.
" e di persona?" Chiese Adam dopo che ebbero preso posto.
"Di persona abbiamo spesso litigato. Ci diamo sui nervi a vicenda"
"Ma siete andati anche a letto insieme"
"Si"
"Ci pensi spesso a lui?"
"Non spesso e mai dal punto di vista della ragazza innamorata. Come ti ho detto i miei due più grandi amici sono anche amici suoi, quindi ogni tanto si fa qualche battuta, ma ormai credo sia acqua passata, anche se sei il primo ragazzo che mi piace a cui racconto questa storia. Di solito la tengo piuttosto nascosta, come se non esistesse"
"Come mai?"
"Perché di solito è il motivo per cui le mie relazioni non vanno avanti"
"E cosa cambia questa volta?" chiese Adam.
"Non voglio che finisca per colpa sua. Non voglio che questa cosa rovini tutto, voglio essere sincera. E poi sono molto cambiata per merito, o colpa, non lo so, di questa cosa. Tempo fa ero più stronza, più menefreghista, più egoista. Ora penso di più a chi mi sta di fronte rispetto a quanto facessi prima"
Adam aveva captato ogni frase del discorso della ragazza e alcune lo avevano piacevolmente colpito, ma non voleva adagiarsi sugli allori, voleva sviscerare il discorso prima di potersi tranquillizzare.
"Posso chiederti chi era la persona che volevi evitare prima? Era lui?"
"No. Non so dove sia lui, ma Miles mi aveva avvisato del fatto che stesse arrivando la sua ragazza, la mia amica con cui sta tutt'ora"
"Ti senti in colpa? É per questo che non la vuoi vedere?"
"Non immagini nemmeno quanto. Non si merita una persona del genere. Per molto tempo l'ho detestata, sono sincera, ma ora non la invidio per niente"
"Capisco"
"altre domande?" Chiese Margaret.
"Hai detto che si chiama Alex e che il suo migliore amico é Miles. Per lavoro é spesso fuori città in giro per il mondo e ha conosciuto la sua attuale ragazza a Glasto"
"Stiamo giocando a 'Indovina chi?', vero?"
"É Turner, vero?"
Prima che Adam finisse di pronunciare l'ultima parola il suo telefonò iniziò a squillare.
"Pronto?"
Margaret aveva letto sul display che si trattava di Theo.
Non lo avevano avvisato del fatto che sarebbero andati via dal locale e ora stavano discutendo perché Theo non aveva voglia di stare lí da solo. Adam provò a giustificarsi e a chiedere scusa, ma Theo continuava a rinfacciargli che avrebbe potuto almeno avvisare. Dopo cinque minuti di conversazione che non sembrava portare da nessuna parte, Margaret perse la pazienza e prese il telefono dalle mani di Adam.
"Theo?"
"Cosa c'è?" Chiese il cantante con tono più infastidito di quello che avrebbe voluto utilizzare.
"Prima di tutti ti calmi. E poi stai tranquillo, non sei un cucciolo abbandonato. Sei un uomo grande e vaccinato, lí c'è un sacco di gente con cui parlare e un sacco di belle ragazze"
"Si, ma non é questo..." Provó a rispondere Theo.
Margaret non lo fece finire.
"se posso consigliarti, quella con il top azzurro senza spalline é libera. Buona serata" detto questo, Margaret chiuse la conversazione e porse il telefono ad Adam, che intanto stava ridendo silenziosamente per il trattamento che la ragazza aveva riservato al suo collega.
"Stavamo dicendo?" Chiese Adam per riprendere il discorso.
"Non ricordo" Margaret provó a mentire per scampare definitivamente all'ultima domanda di Adam prima della telefonata.
"Dove stiamo andando?" Chiese prima che Adam potesse rispondere.
"Non lo so, quando ci va, scendiamo e facciamo una passeggiata"
"D'accordo, d'accordo"
"Theo si é incazzato perché non l'ho avvisato ed é arrivata un po' di gente con cui eravamo fuori l'altra sera e gli stavano chiedendo di me"
"ah bene! Vuol dire che si ricordano, non é una bella cosa?"
"Si, per ora si ricordano di me, tra un po' noteranno solo il cantante" ammise Adam.
"E non é una cosa brutta! Tu sarai di sicuro più libero sul palco"
"Molto più libero, infatti non mi dispiace affatto, ma lui si beccherà tutte le ragazze più belle!"
"E che problema c'è? Tu non avrai bisogno di groupie" disse Margaret scherzando.
"Chi lo sa, forse le voglio anche io" Adam sapeva che non era una battuta da fare, soprattutto dopo quello che gli aveva detto Margaret sul fatto che non si fidasse di quel ragazzo.
"Giusto. Dimmelo prima però in quel caso" rispose Margaret facendo finta di non notare il collegamento al discorso precedente.
Appoggió la testa sulla spalla di Adam ed entrambi si misero a guardare fuori dal finestrino. Non sentivano la necessità di parlare: Adam stava riflettendo su quello che le aveva raccontato Margaret e lei invece stava pensando a quali potessero essere i pensieri di Adam su quello che gli aveva raccontato, anche se era distratta dal profumo del ragazzo. Era buonissimo: acre, elegante e profondo, la combinazione perfetta per descrivere anche quello poco di Adam che aveva avuto la possibilità di conoscere.
Si stavano avvicinando a St. Paul e a Margaret venne un'inspiegata voglia di fare un giro sul Millenium Bridge.
"Scendiamo a St. Paul?" Chiese, sperando che Adam acconsentisse.
"Vuoi andare a messa?"
"No, cretino, voglio fare una passeggiata in quella zona"
"Pensavo ti volessi confessare!"
"io l'ho già fatto. Tu piuttosto non mi hai detto nulla!"
"Cosa vuoi sapere?" Chiese Adam con indifferenza.
"Qualche storia importante che ti abbia segnato o di cui ti porti ancora le cicatrici addosso?"
"Secondo te?"
"Secondo me si"
"E cosa te lo fa pensare?"
"Nulla in particolare. Lo penso e basta"
"Vuol dire che non ci sono segni visibili" disse Adam pensando di averla zittita.
"Hai appena ammesso che ci sono dei segni, anche se non visibili. Comunque, se non ne vuoi parlare, tranquillo"
"Non c'è molto da dire. I miei problemi di fiducia derivano da un tradimento subito dopo due anni di relazione"
"Merda"
"Giá. Ha deciso di tradirmi con un uomo più grande, più ricco, che potesse garantirle un futuro da mantenuta"
"Merda"
"Lui non sapeva nemmeno che lei fosse fidanzata. Lei ha avuto almeno la decenza di lasciarmi subito dopo esserci andata a letto"
"Non te la sei vista arrivare immagino"
"No, ma é stato meglio così. Non ci ho messo molto a farmene una ragione, forse anche grazie al fatto che io e Theo stessimo iniziando a ricevere dei consensi"
"Quindi i segni di cui parlavi erano delle corna?"
"Esattamente" entrambi risero.
Venne annunciata la fermata di St. Paul ed entrambi si alzarono per scendere dall'autobus.
"Da che parte andiamo?" chiese Adam una volta per strada.
"Vieni" Margaret gli prese la mano e si avviò verso il Millenium Bridge.
"Sai che si morirà di freddo sul ponte?" Chiese Adam premuroso.
"Fatti venire un po' di entusiasmo, Adam!"
"Pensavo che mi rispondessi che mi avresti scaldato tu"
"Non sono così banale"
"Dici?" Chiese Adam.
Margaret si voltò verso di lui con un'espressione sorpresa mista ad offesa.
"Non te la prendere, hai altre qualità" continuò Adam.
"Tipo?"
"Vai a letto con gli amici delle persone a cui interessi"
Adam stava ovviamente scherzando, stava provando a fare battute su quello che gli aveva raccontato Margaret e la ragazza decise di provocarlo.
"Infatti stai attento, perché vado a letto anche con gli altri componenti delle band in cui c'è il ragazzo a cui interesso"
"L'hai già fatto o lo vorresti fare?"
"Entrambe"
"Sei seria?" Chiese Adam insospettito.
"Rispetto a Theo no, ovviamente"
"Pensi di interessarmi?" Rispose immediatamente Adam.
"In effetti no, hai ragione, scusa" disse Margaret, non sapendo se aspettarsi una risposta banale o seria da Adam.
"Ma davvero sei andata con un altro della band?"
"Si"
"E lui lo sa?"
"Si"
"I miei problemi di fiducia iniziano a farsi sentire" affermó Adam.
"Rilassati, é successo prima che scoprissimo cosa gli passasse per la testa, eravamo al liceo"
"É quasi un record"
"Di cui non mi vanto però" Margaret era diventata seria.
Camminarono in silenzio sul ponte per qualche minuto.
"Scusami" disse Adam.
La ragazza non rispose, ma si avvicinò al parapetto per guardare il corso del Tamigi. Adam si mise di fianco a lei, ma di spalle al fiume, perché era più interessato a osservare lei. Voleva capire se avesse davvero oltrepassato il limite con le sue battute, ma l'espressione della ragazza sembrava tranquilla, rilassata.
"Qual é il tuo film preferito?" Chiese Adam all'improvviso.
Margaret lo guardò sorpresa, ma dall'espressione seria capí che non stava scherzando.
"Non lo so, ce ne sono tanti"
"Ce ne sarà uno che ti é venuto in mente appena ti ho fatto la domanda"
"Si, ma mi sento giudicata, ho come l'impressione che tu ti senta un critico cinematografico mancato. Perché vorresti sapere qual è il mio film preferito?"
"Perché ci stavo immaginando a casa mia sul divano a scegliere un film e mi stavo chiedendo se avessimo gli stessi gusti in materia"
"Vuoi andare a vedere un film ora?" Chiese la ragazza confusa.
"No, parlavo in generale, in un futuro, non lo so"
Margaret sorrise.
"Senti, dimentica quello che ho appena detto"
"Perché?"
"Non avrei dovuto" sussurró Adam. Si era esposto troppo, lo sentiva e sapeva anche che non c'era alcun tipo di certezza tra loro due, ma non sapeva come mai, ci si vedeva bene in una situazione del genere con lei. Gli piaceva come pensava, come rispondeva alle sue provocazioni e l'aveva colpito il fatto che lei gli avesse raccontato della sua storia, ben consapevole che ciò avrebbe potuto minare una loro ipotetica relazione.
Margaret intanto ai era allontanata dal parapetto e si era piazzata di fronte a lui.
"Sai che di solito sono le ragazze a spararsi i viaggi?" Margaret lo stava provocando, voleva che lui facesse una mossa e puntualmente non venne delusa.
La prese per i fianchi e l'avvicinó a sé, poi le mise una mano sulla nuca e fu il suo turno di avvicinarsi: la bació.
Nonostante l'impeto con cui affrontó il momento, l'incontro fra le loro labbra non fu disordinato e scomposto, ma preciso e morbido.
Margaret non gli buttó le braccia al collo, perché non aveva bisogno di sorreggersi o aggrapparsi, ma lo abbracció lungo i fianchi, perché voleva avvolgerlo, voleva sentirlo vicino e voleva poter far vagare le sue mani sulla schiena di Adam.
Nessuno dei due seppe quanto durò quel bacio: se pochi secondi o vari minuti. Si presero il tempo per provare a comunicare tutto quello che sentivano e si aspettavano in quel momento da quel gesto.
Quando le loro labbra si staccarono, Margaret non mutò posizione, ma rimase con le braccia allacciate al busto di Adam. Lui invece spostò le mani sul viso della ragazza e le accarezzò le guance sfiorandola con i pollici.
"Pensavo che non l'avresti più fatto" ammise Margaret a bassa voce.
"avevi fretta?"
"La definirei più che altro voglia"
"la pazienza é una qualità importante" disse Adam serio.
"Non sono la persona più paziente del mondo proprio"
"Male, male"
"Cosa vuol dire? Quanto dovrò aspettare perché la situazione evolva?"
"Chi lo sa"
"Adam" disse Margaret quasi rimproverandolo.
Adam scoppiò a ridere.
"Secondo te perché non ti ho baciata quando sei venuta a cena da me?" Era una domanda retorica.
"Saremmo finiti di sicuro a letto insieme" continuò Adam.
"E sarebbe stato un problema?"
"Si, perché non saremmo arrivati su questo ponte stanotte dopo aver parlato di cose fondamentali"
"Mmmh, va bene"
"Torniamo al Groucho?" Chiese Adam.
"Io vado a casa, non torno lá"
"Non vuoi vedere lei?" Continuò Adam.
"Già"
"Facciamo così, torniamo lí, ma tu non entri, aspetti a debita distanza, così recuperi Elizabeth e io vado da Theo"
"Chiamo Miles e chiedo se lei é in giro, oppure se riesco a evitarla facilmente"
"D'accordo"
La telefonata con Miles durò poco: Alexa era passata solo per salutare della gente e poi era andata chissà dove con chissà chi, quindi, sollevata, comunicò la notizia ad Adam.
"Andiamo?" Propose lui.
Margaret non resistette e si allungò per lasciargli un bacio a stampo sulle labbra prima di incamminarsi verso St. Paul per andare a prendere l'autobus.







Miles stava facendo due chiacchiere con Fray fuori dal locale, non c'era molto casino e quindi quando gli squilló il telefono, lo sentì subito. Era Alex.
"Scusa un secondo" disse rivolto a Liam prima di rispondere.
"Pronto!"
"Ciao, Miles!"
"Come stai?" Miles non si aspettava una telefonata da parte sua quindi era alquanto sorpreso.
"Bene bene. Senti, che fai domattina?"
"Nulla, perché?" rispose Miles, non capendo il senso di quella telefonata, visto che Alex doveva essere dall'altra parte del mondo.
"Andiamo a fare colazione insieme allora. Sono appena atterrato a Londra"
Questa frase giunse alle sue orecchie proprio mentre Margaret e Adam stavano arrivando, mano nella mano, al Groucho.

  
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