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Autore: fra_eater    24/09/2015    6 recensioni
per chi passa la vita solcando le onde non può non amare il mare, eppure tutti sanno che, oltre che amato, esso può essere molto odiata, specialmente se inghiotte persone e le riporta alla riva private i qualcosa.
Eccomi con una long su ZoroXTashigi, con accenni a Franky XRobin e RufyXNami
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Roronoa Zoro, Tashiji, Z
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La pioggia cadeva velocemente e rendeva impossibile vedere qualsiasi cosa. Le onde si gonfiavano sempre di più, sommergendo il ponte e facendo rollare la nave e provocando conati di vomito a uomini ormai veterani delle più lunghe traversate, amanti del mare che in quel momento odiavano il giorno in cui avevano deciso di arruolarsi in marina per perseguire  i loro ideali.
“Ammainate le vele!” la voce dell’unica donna presente sul ponte si ergeva tra il boato del vento “Mettete al riparo la povere da sparo! Tu, al timone!” urlava i suoi ordini a destra e a manca, non sapeva a chi dava istruzioni, con o senza occhiali la sua vista era comunque annebbiata dall’acqua che cadeva sul ponte e rendeva difficile anche solo stare in piedi.
“Tashigi!” la voce forte di un uomo che cercava di muoversi fuori dalla cambusa richiamò l’attenzione della giovane che corse da lui “Viceammiraglio, comandi!”
Intorno ai due, i marinai correvano per impedire che la nave subisse danni. Un onda anomala investì la nave in pieno e Tashigi si ritrovò tra le braccia forti del suo superiore.
La ragazza sollevò lo sguardo per ringraziarlo, ma notò che l’uomo non aveva una bella cera, nonostante la tempra delle tante battaglie e del suo carattere, Smoker non poteva fare niente contro gli effetti collaterali del suo frutto del diavolo e l’acqua salata che lo aveva investito insieme al suo braccio destro, era bastato per affaticarlo.
“Signore, è tutto sotto controllo!” cercò di dire la ragazza “Si rifugi sottocoperta”
“Non se ne parla!” ringhiò l’uomo avanzando sul ponte bagnato e cercando di fissare i suoi uomini che si affannavano a combattere la pioggia e la stessa madre natura.
“Razza di bifolchi, il primo che vomita lo butto in mare!” urlò il viceammiraglio cercando lui stesso di trattenere un conato “Resistete!”
“Resistete!” ripeté Tashigi correndo verso prua per cercare di legare una delle cime dell’albero maestro prima che le enormi vele bianche si aprissero e venissero strappate dalla forza disumana del vento.
Non le fu difficile afferrare la corda rugosa e avvicinarla ad uno dei pioli del parapetto della nave, ma l’acqua rendeva anche la semplice operazione di legarla difficoltosa e i suoi uomini erano troppo impegnati nelle altre faccende e a controllare che Smoker non stesse troppo male.
Lo stomaco di Tashigi era in subbuglio, così come le acque scure che si sollevavano andando a sbattere fragorosamente contro la chiglia, se avessero continuato così c’era la possibilità che si sarebbe bucata.
“Che qualcuno scenda a controllare la chiglia e lo scafo!” urlò disperata al nulla,sperando che qualcuno l’avesse sentita.
Prese la corda e la strinse il più forte possibile contro il piolo di legno, mentre un’enorme onda la investì in pieno. Tashigi annaspava per eliminare l’acqua salata, toccandosi la testa per assicurarsi che gli occhiali non fossero caduti via e ringraziando di aver lasciato la spada dentro per avere maggiore mobilità. I capelli bagnati erano appiccicati al viso e i vestiti al corpo. Doveva assicurarsi che tutti i suoi sottoposti stessero bene prima di potersi ritirare.
“Capitano! Il timone!”
L’urlo del marinaio raggiunse le orecchie di tutti quei poveri diavoli che combattevano per non cadere in mare e salvare la vita loro e dei compagni.
“Ci penso io” urlò la ragazza quando vide il suo superiore avanzare sotto l’acqua battente verso il timone che ruotava vorticosamente senza nessuno a controllarlo.
Tashigi lo afferrò e mise tutte le sue forze per contrastarne il moto e  salvare tutti quanti. Le mani le scivolavano e i muscoli bruciavano, la presa era difficoltosa ma toccava a lei portarli in acque più sicure; non sentiva più il freddo, sentiva solo il senso del dovere che le imponevano di andare avanti e salvare tutti quanti.
“CAPITANO!”
L’urlo all’unisono dei suoi uomini la costrinsero ad aprire gli occhi, allarmata, si voltò seguendo le dita e gli sguardi preoccupati dei suoi sottoposti e del suo superiore. Mai aveva visto Smoker con una tale espressione di puro terrore.
Era un’onda enorme, corposo e alta più di dieci metri, Tashigi capì subito che non aveva scampo, non ce l’avrebbe mai fatta a scappare.
L’onda scura la prese in pieno, cadendo con tutta la sua forza e sferzando il suo corpo esile e stanco, trascinandola con sé nelle acque profonde.
I soldati e lo stesso Smoker combattevano contro i loro stessi corpi esausti per cercare con occhi attenti e preoccupati qualsiasi segnale che la loro amata capitanuccia fosse viva, ma niente.
Solo acqua e nient’altro.
 Ogni uomo presente su quella nave si era arruolato per difendere quelle acque e le terre che toccano. Ogni uomo presente su quella nave stava odiando quell’enorme massa di acqua che aveva portato negli abissi la donna che tutti loro rispettavano e adoravano.
Oltre all’ululato del vento anche le grida e i pianti di Smoker e dei suoi uomini si ergevano nel cielo plumbeo che continuava a infierire su di loro cominciando a diradare le nubi scure e lasciando scorgere i primi raggi di un sole caldo.
 
“Finalmente ne siamo usciti!”
Nami tolse la maglietta chiara per eliminare l’acqua piovana di cui era impregnata, si guardò intorno per vedere i danni che la tempesta di poco prima aveva causato.
Da quando erano giunti in quella parte del nuovo mondo aveva constatato che le tempeste erano decisamente violente e molti relitti di navi avevano incrociato il loro passaggio.
Zoro ammainava le vele mentre Usopp si assicurava che l’albero maestro non avesse subito danni, Franky era riverso sul timone, esausto. Loro quattro, insieme a Sanji, avevano lottato con tutte le loro forze contro la tempesta e contro i loro compagni che avevano costretto a stare sottocoperta.
Rufy aveva urlato che, essendo il capitano, quattro gocce non gli avrebbero mai permesso di nascondersi e impedire di salvare la sua nave e i suoi nakama, ma Nami era stata categorica: tutti i possessori di un frutto del diavolo dovevano stare al riparo dato che i cavalloni investivano in pieno il ponte della Sunny, sommergendo tutti coloro che si trovavano su di esso e la stessa navigatrice aveva rischiato di venire trascinata nelle acque oscure se non fosse stato per il pronto intervento di Zoro e Sanji che, per una volta, avevano deciso di unire le forze.
“Va tutto bene?”
Robin si era avvicinata alla sua amica con degli asciugamani in mano, la rossa ne prese uno per  i capelli fradici “Per fortuna è finito” esclamò sollevata “Se non fosse stato per Franky non ce l’avremmo mai fatta. Ha governato la nave con grande determinazione!”
Robin sorrise mentre guardava il suo compagno che era sottoposto a un controllo da parte del medico di bordo “Ogni genitore sa come gestire la propria bambina” disse enigmatica come solo lei poteva essere.
Il discorso tra le due donne fu interrotto da un brusco rumore di stoviglie proveniente dalla coperta e dalla corsa forsennata del capitano e del musicista scheletrico seguiti da un Sanji infuriato che brandiva una mannaia.
“Ma che succede?” esclamarono all’unisono le due amiche quando i due si nascosero dietro di loro come due bambini che chiedevano la protezione attaccati alle gonnelle della madre.
Sanji sbuffava come un toro che vedeva rosso, neanche la vista delle sue tanto decantate dee riusciva a non farlo fumare di rabbia “Questi due” sibilò, i capelli irti e gli occhi infuocati mentre le nocche della mano destra emergevano sulla cute per la forza con cui stava stringendo il manico del coltello.
“HANNO SVUOTATO LA DISPENSA!” urlò con tutte le sue forze, annaspando come alla ricerca del controllo che stava sfuggendo.
“Ma… Brook…” tentennò la rossa, guardando il suo compagno senza tessuti né organi. Come poteva essere stato anche lui a svuotare la dispensa?
“Mi sono dimenticato di non avere uno stomaco!” esclamò “Yohohohoho!” Rufy lo seguì nella risata, contagiato dalla situazione grottesca in cui si era immerso. Nessuno dei due si era accorto che anche Nami aveva stretto il pugno, ma dei suoi colpi in testa se ne accorsero eccome.
 
“EHI! TERRAAAAAA!”
La voce di Zoro attirò l’attenzione degli otto pirati intenti ad asciugare il ponte e a riparare i danni al parapetto di legno.
L’acqua cristallina era veramente più invitante delle acque scure e turbolente in cui si erano trovati poche ore prima, Brook calò l’ancora e, non appena, la nave fu perfettamente immobile, una piccola scialuppa venne calata in mare con a bordo Rufy, Nami, Zoro, Chopper e Robin.
La sensazione di gelo ai piedi nell’acqua fredda fu presto soppiantata dal calore e dal pizzichio della sabbia calda.
Il vento scompigliava i capelli dell’archeologa che gli spostava velocemente dalla sua vista per studiare il paesaggio: sabbia chiara, scogliere vicine con qualche insenatura e, poco lontano, i primi germogli verdi che preannunciavano una natura incontrastata ma che era stata sostituita da alcune case.
I primi curiosi non tardarono ad arrivare.
“La tempesta ha colpito pure voi?” a parlare fu un anziano ingobbito dal tempo che si avvicinava a capo di un gruppo di quattro persone.
“Esatto, nonnetto!” esclamò Rufy con un enorme sorriso che contagiò il vecchietto dalla bocca sdentata.
“Siamo rimasti senza provviste” spiegò Zoro “ E senza medicine” aggiunse Chopper, scatenando la sorpresa dei loro ospiti “Un procione parlante?!?”
“Non sono un procione! SONO UNA RENNA!!!”
“Avremo bisogno anche di travi” aggiunse Nami, sorridendo educatamente e pensando già come contrattare il prezzo “La nostra nave è stata danneggiata”
“E voi?” chiese una donna con una lunga e spessa treccia di capelli neri.
“Noi, cosa?” chiese Rufy, sospettoso sistemandosi il cappello di paglia in testa.
“Siete tutti?” disse la donna come a voler chiarire la sua espressione “O qualcuno di voi è stato trascinato dalle onde? Non sembrate di questi mari”
“In effetti non lo siamo” rispose Robin “Ma nessuno dei nostri compagni è stato portato via”
“Meno male” disse la donna portandosi la mano sul petto stretto e coperto da una camiciola avorio “Le tempeste in queste zone sono molto violente e spesso abbiamo trovato cadaveri di persone sulle nostre coste”
“Oppure persone vive” aggiunse il vecchio.
“Qualcuno è naufragato?” chiese Chopper istigato dal suo senso del dovere “Ci sono feriti?”
“Proprio ieri le acque ci hanno portato una ragazza” spiegò la donna “Si vede che non è di queste parti. Credevamo che fosse morta, ma fortunatamente non lo è.”
“Perché non gliela fai vedere?” chiese l’uomo anziano “La gente di mare spesso si incrocia e forse la conoscono”
La donna annuì ed invitò il gruppetto a seguirla fino ad una casa modesta con i mattoni rossi e il tetto di tegole blu come le porte esterne.
“Kevin!”urlò “Dov’è la ragazza?”
Un ragazzo dai capelli neri e gli occhi verdi scese rumorosamente delle scale di ferro portandosi di fronte ai cinque sconosciuti e scrutandoli con aperta ostilità “Di sopra” rispose alla madre.
“Falla scendere, magari la conoscono”
Il ragazzo ciondolò un po’ sulle proprie gambe e solo dopo un incoraggiamento urlato della donna salì di corsa le scale.
“Accomodatevi” esclamò cordiale la donna indicando le sedie intorno a un tavolo.
Ben presto sentirono altri passi scendere dalle scale.
Forse fu il caso, forse uno scherzo del destino o il suo istinto di guerriero che riconosce subito un vecchio nemico quando lo incontra, ma appena vide le gambe snelle di donna e sentì i passetti piccoli, veloci e lievemente saltellanti sulle scale, a Zoro tornò subito alla mente una persona in particolare.
Nel vederla nella sua intera figura Rufy batté la mano sul tavolo, esterrefatto, mentre Nami e Robin si alzarono in piedi, la prima con una mano al clima tack, la seconda incrociando le braccia d’avanti al petto, solo Chopper e Zoro rimasero seduti ai loro posti, il medico scrollando il capo tremante alla ricerca di altri nemici, il secondo sorpreso e incredulo che i suoi pensieri si fossero materializzati.
“Ci siamo fidati di voi!” esclamò Nami furiosa contro la donna che spostava lo sguardo veloce e confusa dalla rossa alla ragazza con i capelli blu notte scesa con il figlio.
“Ma di che state parlando?!” esclamò Kevin.
La ragazza accanto a lui spalancò gli occhi e piegò il capo di lato “Ci conosciamo?” chiese sorpresa dalla reazione.
“Dov’è il fumoso, donna spadaccino?”
“A che gioco stai giocando, Tashigi?” esclamò Nami sempre in posizione difensiva.
Tashigi spalancò gli occhi ancora di più “Come conoscete il mio nome? Chi è il fumoso?”
Chopper si mise in piedi sulla sedia, in modo che tutti potessero sentirlo “Credo che abbia perso la memoria” esclamò.
Gli occhi di Nami ebbero un guizzo e si incrociarono con quelli dell’atra donna pirata che aveva posto le braccia lungo i fianchi.
Entrambe guardarono verso Zoro che non aveva ancora detto nulla.
Lo spadaccino si alzò dalla sedia, guardando il suo capitano “Quali sono gli ordini?”
Rufy corrucciò le labbra, come se non avesse capito cosa intendesse, poi guardò Chopper “Si può guarire?”
“Bhè, pian piano e con il giusto supporto sì” disse il medico.
Rufy spostò lo sguardo dalla marine al suo compagno che attendeva con la mano posta sull’elsa di una delle tre spade che portava alla cintola.
“Abbassa la guardia,Zoro.”ordinò “La riportiamo a casa!”
Un  ordine del capitano è pur sempre un ordine. E il cuore d’oro di Rufy era il vero comandante.
 
La reazione di Tashigi nel vedere il vessillo nero dei pirati fu allucinante, si dimenava sulla piccola imbarcazione rischiando di far cadere tutti in acqua e urlando che come marine non poteva assolutamente avere a che fare con loro e aveva cercato di fiondarsi sulle spade di Zoro per usarle,ma fu il pronto intervento di Robin e del suo frutto a fermarla e a imprigionarla.
Fu Zoro a portarla sulla nave in spalla con l’uso della scaletta di corda e poi la lanciò in malo modo sul ponte,sempre prigioniera delle braccia di Robin.
Dopo le dovute spiegazioni al resto della ciurma con Sanji che non poteva essere più felice nel ritrovarsi un’altra donna sulla nave, fu Nami a prenderla per la mano e a portarla in bagno. La navigatrice non era famosa per la sua delicatezza, anzi,a volte sapeva essere molto rude, specialmente quando si trovava una ragazzina urlante che minacciava di arrestarli tutti.
“Guardati!” urlò indicando lo specchio e la ragazza, un po’ titubante, obbedì.
“Noti nulla di strano?”
Tashigi fissava il suo riflesso toccandosi subito i capelli insolitamente lunghi “Ma che….”
Non riusciva a capire. Gli occhiali rossi, i capelli neri molto più lunghi del solito, le sue forme molto più sinuose e pronunciate “Cosa…”
“Hai perso la memoria” esclamò Nami sullo stipite della porta “Dimmi chi sei”
Tashigi la fissò perplessa, incredula “Sono il tenente di marina Tashigi”
“No” esclamò la rossa “Sei capitano di vascello, il braccio destro del viceammiraglio Smoker”
“Io … sono cosa?” la ragazza la guardò stranita e confusa. Gli occhi enormi sgranati che andavano dalla rossa alla sua immagine riflessa nello specchio.
“Sei un capitano” ripetè la navigatrice “Questo è il nuovo mondo e tu sei il capitano del G-5!”
Tashigi si portò le mani tra i capelli lunghi “Non ci sto capendo niente”
Nami era pronta a ribattere quando fu fermata dall’arrivo di Robin e Chopper “Non insistere” la rimproverò il medico “Ha bisogno di tempo e calma, non di tante informazioni insieme”
Robin superò i due compagni e si avvicinò alla ragazza confusa che la fissava con gli occhi sgranati da dietro le lenti chiare “Ti basta sapere una cosa” le disse “Pur se siamo pirati, siamo tuoi amici e il nostro capitano sta scrivendo una lettera da mandare  a Smoker. Sicuramente ti staranno tutti cercando”
“Rufy sta scrivendo una lettera?” Nami parve molto sorpresa dalla notizia “Sarà meglio che vada a controllare che cosa combina” e lasciò la stanza.
Chopper raggiunse Robin, zampettando piano verso di loro “La tua amnesia è sicuramente dovuta ad un trauma” spiegò in modo molto professionale “Dato che sei stata trovata su una spiaggia, credo che tu sia stata trascinata via dalle onde e il buco risale a circa tre anni fa dato che non ti ricordi di noi”
La ragazza annuì, un po’ incerta e ancora insicura nel decidere se si trattasse di un sogno.
“Non pensare minimamente che tu sia nostra prigioniera”la tranquillizzò l’archeologa con gli occhi di ghiaccio “sei nostra ospite”



Angolo dell'autrice: 
con tre challenge in corso cosa c'è di meglio di complicarsi la vita con una nuova storia? E, lo ammetto, era da parecchio che mi frullava in testa una long su Zoro e Tashigi ed è anche da tanto che ho cominciato a scriverla prima di cominciare la pubblicazione. Non nego che ci saranno accenni anche sulle altre mie coppie preferite, ma questa storia vedrà in primo piano i due spadaccini che sono fin troppo orgogliosi per ammettere anche a loro stessi i sentimenti che provano. 
Mi auguro che vogliate farmi sapere quel che pensate, non siate timidi, non sono molti quelli che ammettono di amare questa coppia, ma so che ci siete ;)
un abbraccio
Fra

 
  
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