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Autore: Montreal    24/09/2015    2 recensioni
Modern!AU
La notizia dell'imminente matrimonio tra Zio Edmure, il fratello di Catelyn, e una certa Roslin Frey, colse tutti alla sprovvista.
La cerimonia, che si sarebbe tenuta al Twin Tower's Resort, a Londra, aveva messo gli Stark di pessimo umore. Si preannunciava un disastro imminente.
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya Stark, Cersei Lannister, Robb Stark, Sansa Stark, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                             Another Disastrous Marriage

 

La notizia dell'imminente matrimonio tra Zio Edmure, il fratello di Catelyn, e una certa Roslin Frey, colse tutti alla sprovvista.

La cerimonia, che si sarebbe tenuta al Twin Tower's Resort, a Londra, aveva messo gli Stark di pessimo umore. Si preannunciava un disastro imminente.

I lunghi viaggi in macchina erano, per esperienza diretta di qualunque membro della famiglia, una vera rottura di scatole. Ritardi, litigi e malesseri erano pressoché dati per certo. E un viaggio Edimburgo-Londra era da considerarsi indubbiamente lungo.

I guai erano cominciati la mattina della partenza, quando Arya aveva iniziato a strepitare dopo aver visto il vestito che sua madre le stava inserendo di nascosto nella valigia.

-Io quello non lo metto neanche morta!-

-Oh, sì che lo metti signorina- era stata la replica di Catlyn -non puoi certo presentarti al ricevimento in jeans strappati e maglietta.

Poi era stato il turno di Bran, che si era arrampicato lungo la grondaia della residenza degli Stark, minacciando di non voler più scendere. Erano occorsi una lunga scala e l'intervento del padre per convincerlo a preparare le valige e a montare in macchina. Erano già in ampio ritardo, perciò Robb, da bravo fratello maggiore, scelse saggiamente di non fare rimostranze, passando tutto il viaggio a scrutare imbronciato il paesaggio che sfrecciava al di là del finestrino.

Ma non era l'unico ad avere l'aria di chi si stesse dirigendo al patibolo.

Eddard, dal posto di guida, fissava attento la strada, l'aria cupa. Ogni tanto lanciava occhiate veloci allo specchietto retrovisore, per controllare che nessuno si azzannasse nei posti dietro. Affianco a lui, la moglie si massaggiava stancamente la tempia con un dito, reduce dall'ultimo litigio della giornata. Arya aveva la faccia contratta dalla rabbia, e persino Bran, di solito molto tranquillo, era visibilmente irritato. Rickon, dal canto suo, non aveva smesso un attimo di lamentarsi ora del caldo, ora di avere sete o fame, ora di voler tornare a casa.

Su quello però Robb non poteva dargli torto. Avrebbero preferito essere tutti a casa, in quel momento. Solamente Theon continuava a sorridere, nonostante la situazione stressante. Ma d'altronde, Theon sorrideva sempre.

-I matrimoni sono l'ideale per rimorchiare!- lo aveva informato la sera prima -vedrai, a fine serata mi sarò già fatto una delle damigelle-

Robb aveva alzato gli occhi, esasperato. Theon era suo amico ma avrebbe preferito che ci fosse Jon, con loro. Quel supplizio sarebbe stato più sopportabile, anche perché era del tutto certo che il cugino non l'avrebbe abbandonato in balia dei parenti non appena avesse adocchiato una nuova preda.

Ma Jon era partito per una specie di campo-scuola estivo in Finlandia, per cui c'era poco da fare.

Quanto a Theon, suo padre, nuotatore professionista, aveva appioppato il figlio agli Stark ad inizio Luglio, per partecipare ad un'importante gara in Australia. Non che avesse agito con tale deliberata sfrontatezza, ovvio. Si era limitato ad accennare alla questione con il padre di Robb, una sera in cui erano andati insieme a cena, ed il buon Eddard Stark non aveva osato tirarsi indietro per aiutare un vecchio amico. Così, di punto in bianco, Robb si era ritrovato con mezza camera invasa dalla robaccia di Theon.

-Invidio Sansa- affermò Bran sconsolato -almeno si è risparmiata questa tortura-

-Invece parteciperà anche vostra sorella- asserì Eddard, senza smettere di fissare la strada.

-Ma è i vacanza con Joffrey e la sua famiglia-fece notare Arya.

-I Baratheon si sono gentilmente offerti di accompagnare Sansa a Londra- la informò Catelyn -e Robert dice che è da troppo tempo che non vede vostro padre-

-Quindi Jon non viene mentre la strega ed il verme biondo sì- replicò acida la ragazzina.

-Vedi di non farti sentire un'altra volta , signorina, o il vestito sarà l'ultimo dei tuoi problemi- la rimproverò la madre. Poi, voltandosi verso i sedili di dietro, lanciò un'occhiata raggelante ad ognuno di loro.

-Vorrei che questo fosse un week end tranquillo, intesi? Non datemi motivo per farmi vergognare di voi-

E, dopo tali severe parole, persino Rickon smise di frignare.

Arrivarono nel parcheggio dell'hotel verso le 10:00. L'albergo era in realtà composto da due edifici molto alti, in ferro e vetro, uniti da una struttura cubica con un ampio lucernario.

-Io vado alla reception- disse Eddard, scendendo dalla macchina -voi aspettate qui, Robert dovrebbe arrivare tra breve-

E difatti, dopo qualche minuto, una grande auto nera,dall'aria costosa, si fermò d'avanti alla loro.

La prima a uscirne fu Sansa, che sbatté violentemente la portiera. Non appena la vide in faccia, Robb capì che quello non sarebbe stato affatto un week end tranquillo, come si auspicava la madre.

La ragazza aveva pianto, era evidente. Aveva gli occhi gonfi e arrossati, e la faccia di chi ha appena assistito ad un omicidio.

-Che le è preso?- chiese Arya, sorpresa -le è scaduto l'abbonamento a Total Gossip?-

Catelyn le lanciò un'occhiataccia, prima di andare in contro alla figlia.

Intanto, Ned era appena ricomparso, con in mano le chiavi delle camere, ed un'espressione preoccupata non appena posò gli occhi sulla figlia.

Catelyn l'accompagnò dentro l'albergo, facendo cenno al marito che ne avrebbero parlato dopo.

Dalla macchina erano usciti anche Joffrey, Cersei e Robert, che colse l'occasione per salutare calorosamente il povero Ned, stringendolo in un abbraccio da togliere il respiro.

-Ah, quanto tempo che non ci vediamo- esclamò allegro -vieni, vediamo se al bar servono un aperitivo prima dell'aperitivo-

Poi, posto un braccio sulle spalle dell'amico, lo scortò dentro.

Joffrey e Cersei, che per tutto il tempo erano rimasti in disparte dietro l'auto, con la faccia di chi ha appena pestato delle feci equine, si avvicinarono a loro volta all'entrata dell'edificio, ignorando sfacciatamente gli Stark riamasti a sgomberare la macchina.

-Vermi- mormorò Arya con quanta più cattiveria riuscì a mettere nel termine.

-Quanto hai ragione- le rispose Robb a mezza voce, tirando fuori i bagagli dal cofano dell'auto.

 

Subito dopo essersi velocemente sistemati, gli Stark furono costretti a partire in tutta fretta, per evitare di arrivare tardi.

Non persistette tale rischio, comunque. La sposa stessa era in ritardo di circa mezz'ora.

Bran minacciava di addormentarsi ancor prima che iniziasse la cerimonia. Zio Edmure, in piedi sull'altare, era bianco come un fantasma.

-Guardalo attentamente- Theon si rivolse a Robb con fare confidenziale -quella è la faccia di uomo condannato alla pena capitale- ridacchiò.

-Ho sentito dire che Roslin Frey è molto carina- lo informò Robb, conciliante.

-Oh, certo, non lo metto in dubbio. Sono tutte molto carine all'inizio- sorrise -è dopo che si trasformano in vecchie racchie fastidiose. Una volta che una donna è sposata, smette di preoccuparsi di piacere agli uomini... meglio godersele quando sono ancora giovani e graziose, non credi?-

“Meraviglioso” pensò Robb “un'altra perla dal mio maestro di vita, Theon Greyjoy”

-Quindi non hai intenzione di sposarti?- chiese Robb divertito. Non aveva molto altro da fare. Canzonare l'amico era quanto di meglio avesse a disposizione, dato che difficilmente si rendeva conto di come sembrasse ridicolo, a volte.

-E privare la popolazione femminile questo ben di Dio?- affermò, indicando se stesso -per chi mi hai preso?-

Robb alzò gli occhi al cielo, non riuscendo tuttavia a trattenersi dal ridacchiare. Poi, prese a vagare con lo sguardo per la chiesa.

-Però non tutte si lasciano andare- affermò, accennando a Cersei Baratheon, che in quel momento osteggiava la solita espressione schifata.

-Oh, ma lei è di tutt'altra categoria- asserì Theon con aria da intenditore -la signora si tiene in forma, non lo sai?-

-Cos'è? Leggi anche tu le riviste di Sansa, ora?-

-Non ne ho bisogno. L'ho inquadrata subito, quella Cersei. E poi, non dirmi che i figli somigliano al “papà”-

Robb si accigliò, poi guardò in direzione del padre, seduto poche file di fronte. No, quel dettaglio non era sfuggito mai a nessuno, tranne forse a Robert Baratheon stesso. Una volta, Catelyn aveva accennato all'argomento con Eddard, ma lui si era dimostrato piuttosto suscettibile a riguardo.

-Non m'importa cosa dicono le riviste scandalistiche; Robert è mio amico, e Cersei è sua moglie. Non tollererò che le si manchi di rispetto sotto questo tetto- erano state le sue parole.

A volte Ned era così ingenuo...

I quel momento, la piccola band assoldata per suonare all'evento attaccò con la solita marcia nuziale. Sembrava che la sposa si fosse decisa ad arrivare prima che Bran piombasse definitivamente nel sonno.

Roslin Frey attraversò la sala seguita da una bambina che spargeva petali di rosa sul pavimento, e da un paggetto che reggeva un piccolo cuscino con sopra le fedi nuziali. Robb constatò la veridicità delle informazioni riguardo alla sposa di suo zio. Roslin era d'avvero molto graziosa. Si aspettò di sentire qualche commento sull'abito da parte di Sansa, ma la sorella non aveva proferito parola da quando era arrivata. Il che era strano.

Sansa, al contrario dei suoi fratelli, adorava i matrimoni. Era sempre stata un'inguaribile romantica, ed in più partecipare ad un matrimonio le permetteva di indossare quei vestiti eleganti che le piacevano tanto, e che facevano storcere il naso ad Arya. In quel momento, invece, se ne stava silenziosa, lo sguardo fisso, senza neanche scambiare una parola con la madre che le sedeva affianco.

Robb sospettava che centrasse Joffrey; quel ragazzino viziato non gli era mai piaciuto. Se avesse scoperto che aveva trattato male sua sorella, lo avrebbe personalmente preso a pugni.

 

Subito dopo la cerimonia, gli invitati sciamarono verso il ristorante dell'albergo, dove si sarebbe tenuto il pranzo di nozze.

Arya, seduta scompostamente al tavolo riservato alla sua famiglia, con la testa poggiata sullo schienale, osservava annoiata l'enorme sala addobbata per l'occasione.

Suo padre era stato rapito da Robert Baratheon, ed ora stavano facendo la fila per l'open-bar. L'amico di Ned aveva già fatto fuori una bottiglia di vino, a quanto sembrava, ma del resto la festa era appena cominciata.

-Arya Stark!- la richiamò sua madre -stai seduta composta!-

“Perfetto” pensò astiosa “ora devo sorbirmi anche queste facce del cavolo”

Cersei le sedeva proprio di fronte. Era stata un'idea di sua madre far mettere i Baratheon al loro stesso tavolo, altrimenti avrebbero dovuto trovare un'altra sistemazione.

“Nei bidoni dell'immondizia non sarebbe male” pensò Arya sorridendo.

-Spero che Sansa si sia comportata bene, in questi ultimi giorni- disse Catelyn rivolta a Cersei, cercando di abbozzare uno straccio di conversazione cordiale.

Cersei sorrise affabile.

-Ma certamente. E' stata un'ospite esemplare- disse, bevendo un sorso di vino.

Arya notò che lo sguardo della donna era puntato dritto verso la sorella. C'era qualcosa di strano. Sansa non aveva spiccicato neanche una parola, da quando era arrivata. Solitamente non avrebbe smesso un attimo di ciarlare su quanto fosse bella la residenza estiva dei Baratheon, o di quanto Joffrey fosse adorabile, o di come Cersei fosse sempre affascinante e disponibile.. .

-E come mai Tommen e Myrcella non sono venuti con voi?-

La compostezza della madre era sempre esemplare. Arya sapeva che anche lei tollerava appena quella donna vanitosa ed arrogante. Eppure, il suo tono non lasciava spazio all'antipatia.

-Li abbiamo lasciati con la governante- rispose meccanicamente Cersei, sfoggiando un sorriso fin troppo grande -non volevamo imporre troppo la nostra presenza-

-Oh, di quello non ti devi preoccupare. Siete come di famiglia, lo sapete-

Arya prese a giocare svogliatamente con il cibo nel piatto. Lanciò un'occhiata furtiva alla madre, che in quel momento era impegnata ad interrogare Cersei. Evidentemente, Sansa non le aveva fatto sapere nulla di concreto. Una volta deciso che era libera di agire, prese un pezzo di carota dal proprio piatto e lo lanciò sulla spalla della sorella.

-Arya Stark!- tuonò la madre -possibile che tu non sappia minimamente come comportarti?!-

Ma Arya non le diede retta. Guardava accigliata Sansa che, apparentemente, non si era nemmeno accorta del frammento di cibo che le colava sulla manica del vestito.

La ragazzina si alzò di scatto, ignorando i rimproveri della madre, e cominciò ad aggirarsi nella sala, saltando con lo sguardo da un ospite ad un altro, alla ricerca del fratello.

-Avevi detto che erano tiepidi! Mi sono ustionato la lingua, razza di idiota!-

Arya sobbalzò, riconoscendo l'odiosa voce di Joffrey. Si voltò verso la singolare scena che stava avendo luogo vicino l'angolo bar. Il ragazzino biondo stava inveendo contro uno dei camerieri, un ragazzo muscoloso, con folti capelli neri, che teneva in mano un vassoio di stuzzichini fumanti.

Joffrey se ne andò irritato farfugliando qualcosa sull'inefficienza del personale.

Arya notò che il pugno del cameriere era contratto in una morsa ferrea, con le vene delle mani che pulsavano.

-Come hai fatto a non spaccargli la faccia?- gli chiese Arya, con tono a metà fra l'ammirato ed il divertito.

Il ragazzone alzò le spalle, poi si girò per posare il vassoio sul tavolo, per metterci sopra altre porzioni.

-Ci sono abituato. La ditta del catering mi licenzierebbe in tronco se picchiassi uno di questi figli di papà-

Arya sorrise e gli offrì la mano.

-Piacere, sono una di questi figli di papà-

Il cameriere la guardò un istante con un'espressione inebetita.

-Oh, perdonami io non intendevo...-

-Non mi hai offesa- lo tranquillizzò lei -Arya Stark-

-Gendry Waters- fece lui, stringendole la mano, sempre più sorpreso.

-Beh, Gendry, temo che sia colpa nostra se hai dovuto servire quel cretino- affermò alludendo a Joffrey, che intanto era tornato a sedersi -è il fidanzato di mia sorella-

Gendry alzò di nuovo le spalle, mentre porgeva il vassoio ad uno degli ospiti.

Solo in quel momento Arya si ricordò per quale motivo si era alzata dalla sedia, sfidando l'autorità di sua madre.

-Hai per caso visto mio fratello? Un tipo alto, con i capelli ramati...-

La fronte del cameriere si contrasse, nello sforzo di concentrarsi per ricordare un dettaglio simile. Arya si trattenne a stento dal ridere; era un'espressione buffissima.

-Sì, mi pare di averlo visto dirigersi da quella parte- disse indicando uno dei tavoli vicino a quello degli sposi.

Arya arrivò proprio nel momento più critico. Robb era assaltato dal vecchio Walder Frey, che tentava di accasarlo con una delle sue ottanta orribili figlie. Il vecchio lo stava rimbambendo a forza di parlargli, sputacchiandogli sullo smoking, e non sembrava minimamente intenzionato a lasciarlo andare.

-Robb, mamma ti sta cercando- esclamò Arya con voce chiara.

Il fratello sorrise raggiante poi, dopo essersi accomiatato dal vecchio fastidioso, andò incontro alla sorellina.

-Grazie a Dio, credevo che non la smettesse più. Cosa vuole mamma?-

-Niente- rispose Arya -è Sansa il problema-

Robb la fissò severo.

-Non potreste smetterla di bisticciare, almeno per questa sera?-

-Non il solito problema- affermò esasperata lei -anzi, è l'esatto opposto. Si comporta in modo strano... non l'hai notato nemmeno tu?-

La fronte di Robb si aggrottò.

Capì per quale motivo l'aveva chiamato. Arya non si sarebbe messa a parlare con la sorella per confortarla; non era proprio una cosa da lei.

Attraversarono la sala, fino a tornare al loro tavolo. Ma la ragazza non era al suo posto.

-Dov'è Sansa?- chiesero a Bran, che teneva la testa posata sul tavolo, mezzo addormentato.

-E' uscita in giardino- disse strofinandosi gli occhi - Diceva di sentirsi poco bene-

Arya e Robb uscirono nel parco dell'hotel., un ritaglio di prato grande poco più della hall, con fontane, siepi ben potate e statue di grassi cherubini.

Individuarono subito la figura della sorella, seduta vicino ad una delle fontane di granito. Dava loro le spalle, ma anche senza vedere il suo viso, emanava una forte aura di tristezza.

-Sansa- la chiamò Robb, quasi sussurrando.

La ragazza si voltò, asciugandosi una lacrima solitaria che le solcava la guancia.

Robb andò a sedersi accanto a lei, posandole delicatamente una mano sulla spalla. Arya, invece, rimase ferma in piedi, a fissarli.

-E' per Joffrey?- chiese Robb -ti ha fatto qualcosa?-

Sansa scosse la testa.

-Ci siamo lasciati... beh, lui mi ha lasciata. Ma non è solo questo...-

Arya non capiva perché darsi tanta pena per i ragazzi. Non era la prima volta che Sansa veniva piantata. La madre le aveva detto più volte che lei era ancora troppo piccola, ma che un giorno sarebbe dovuta venire a patti con quella realtà. Ma Arya inorridiva al solo pensiero. Non voleva ridursi come sua sorella.

-E' che non dovrei parlarne- farfugliò Sansa.

-Non essere sciocca. Siamo la tua famiglia, puoi parlare di tutto quello che vuoi- la rincuorò Robb.

Sansa lo fissò un secondo, poi passò a fissare Arya, infine tornò a guardarsi le mani intrecciate in grembo.

-Ecco... è successo due giorni fa. Io e Joffrey eravamo in spiaggia, con i suoi amici. Fino ad allora era andato tutto così bene! Ma già da quella mattina era cambiato qualcosa. Joffrey ha iniziato a trattarmi con indifferenza; non mi rivolgeva la parola, a mala pena mi guardava. Poi, mentre eravamo in spiaggia, mi ha piantato. Mi ha detto che sono una ragazzina noiosa e stupida eh... oddio mi ha umiliato di fronte a tutti, capisci?!-

Robb annuì rigido. Arya riusciva a vedere la mascella del fratello contrarsi, e i muscoli delle tempie guizzare. Nonostante ciò, rimase apparentemente calmo.

Sansa continuò a raccontare.

-Così sono tornata alla villa prima degli altri, da sola. Credevo che a quell'ora non ci fosse nessuno in casa, ma poi ho sentito dei rumori provenire dalla camera da letto padronale. Sono entrata e...-

La ragazza arrossì di colpo, socchiudendo gli occhi lucidi.

-Cosa?- chiesero Robb e Arya all'unisono, curiosi.

-Cersei era a casa. E non era sola. C'era un uomo con lei, loro...-

Rimasero tutti in silenzio, per un lasso di tempo apparentemente interminabile. Poi Arya fece la fatidica domanda.

-Ma chi era?-

Sansa scosse la testa, turbata.

-Io non lo so. Ho visto tutto dalla porta socchiusa, vedevo solo Cersei che...- lasciò la frase frammentata -E anche lei ha visto me-

-Cosa?!- esclamò allarmata Arya.

-Appena ha puntato lo sguardo su di me, sono indietreggiata e poi sono corsa in camera mia. Cersei non si è fatta più vedere per tutto il giorno, e io sono rimasta chiusa in camera. Poi, quella sera, mentre mi preparavo per andare a letto è entrata e... io credo che mi abbia minacciata-

-Tu credi?- domandò Arya sarcastica.

-Beh, prima di tutto mi ha detto di avermi vista. E poi che la situazione finanziaria di nostro padre era in equilibrio precario... e che se avessi detto a qualcuno quello che avevo visto avrebbe convinto Robert a licenziarlo- buttò fuori tutto in un momento.

Robb la fissò, la fronte aggrottata.

-Robert non licenzierà mai papà. Sono amici da tutta la vita!- asserì, convinto.

-Sì, ma sai bene anche tu che la nostra società sta diventando un peso morto. Se siamo ancora associati alle Baratheon Industries è proprio per via della loro amicizia. Ma non sarà così per sempre-

Restarono tutti chiusi nel loro silenzio per qualche minuto, ognuno alle prese con i propri ragionamenti.

-Te la senti di tornare in sala?- le chiese alla fine Robb.

Sansa annuì.

Nell'angolo del cortile, Arya intravide una figura familiare.

-Voi andate... devo controllare una cosa-

Si avvicinò al cameriere dai capelli neri che aveva incontrato solo poco prima.

Stava trafficando con alcune gabbie di legno accatastate al muro. Dall'interno proveniva un tubare inconfondibile.

-Sono colombe?-

Gendry annuì, spargendo del mangime all'interno delle gabbiette. Non era riuscita a coglierlo di sorpresa.

-Sono incaricato di liberarle domani mattina, alla partenza degli sposi-

Ad Arya venne da sorridere, per l'idea che le si stava pian piano formando in testa.

-Gendry, devi darmi una mano-

 

La mattina dopo, tutti gli invitati si erano raccolti nel parcheggio dell'hotel, per salutare i novelli sposi in partenza.

Catelyn si guardava intorno, ansiosa. In fondo, l'evento non si era rivelato così traumatico. Si erano comportati tutti meglio che potevano, e persino Arya era stata più tranquilla del solito.

-Dov'è tua sorella ?- chiese tutto ad un tratto a Bran, una volta accortasi che la figlia non era lì con loro.

-Prima era in camera, a fare i bagagli- replicò lui con un'alzata di spalle.

Le elucubrazioni di Catelyn furono interrotte dall'arrivo degli sposi, diretti a passo svelto verso la macchina infiocchettata per l'occasione.

Tutti applaudirono, esultando e acclamando la fresca coppia. Solo Catlyn si accorse della ragazzina affacciata alla finestra della stanza, con un grosso sacco stretto tra le braccia.

Prima di capire le intenzioni della figlia, si scatenò il caos. Le colombe vennero liberate e, contemporaneamente, Arya rovesciò il sacco contenente una quintale di semi gialli addosso a Cersei e Joffrey, appostati d'avanti all'entrata del garage.

In breve i volatili bianchi furono loro addosso, beccando i chicchi di mangime sulla loro pelle.

-Levatemeli di dosso! Levatemi questi uccellacci maledetti di dosso!- starnazzava Cersei, agitandosi come in preda alle convulsioni.

-Mamma! Mamma!- invocava Joffrey con tono lagnoso -mi stanno sporcando, mamma!-

Tutti e due parevano avvolti in una nube di piume bianche e colombe svolazzanti.

Dopo qualche minuto, gli uccelli fuggirono tutti, scoraggiati dalle continue manate e dalle grida isteriche.

Nessuno era accorso ad aiutare madre e figlio. Tutti erano rimasti ammutoliti a fissare la scena, increduli. Ora Cersei e Joffrey avevano oscurato persino gli sposi. Ansimanti e con gli occhi strabuzzati, sembravano una coppia di grottesche statue coperte di piume e guano di colomba.

La prima a ridere fu Arya, appena scesa di sotto per godersi la scena da più vicino. Poi, anche Bran, Rickon e Theon presero seguirono il suo esempio. In breve, tutta la piazzola fu percorsa da un'ondata di risate incontenibili. Persino Sansa non poté trattenersi.

Joffrey era rosso come un peperone, Cersei invece sembrava intenzionata a fulminare ogni singolo presente con lo sguardo. Si soffermò in particolar modo su Arya, che aveva smesso di ridere e la guardava con aria di sfida. Tuttavia, conciata così non avrebbe riscosso molto timore, perciò scelse saggiamente di rifugiarsi in macchina, insieme al figlio oramai diventato un pomodoro ambulante, e aspettare irata il marito, che si stava rotolando dalle risate sull'asfalto, con Ned che a malapena riusciva a trattenerlo.

Arya sentì qualcuno che le si accostava.

-Sai che ti sei appena auto-condannata al carcere a vita, vero?- domandò Robb, occhieggiando la faccia infuriata della madre.

Arya scrollò le spalle.

-Ne valeva la pena- disse, guardando Sansa che tentava di smettere di ridere, tappandosi la bocca con le mani.

-Sono colpito. Non credevo tenessi tanto a tua sorella- la canzonò.

-Ehi, solo io ho il diritto di tormentarla- affermò compiaciuta.

Robb rise.

In fondo, non era stata una gran tragedia.

 

Angolo dell'Autore

 

Salve!

Questa è la mia prima FF su questo fandom (una sorta di debutto, se vogliamo)

Credo di averla scritta per compensare il mio bisogno di vedere gli Stark riuniti, più o meno felici e, soprattutto, VIVI. Che volete farci, ne avevo bisogno.

Mi renderebbe molto felice sapere cosa ne pensate, e soprattutto se ho reso bene il carattere dei vari personaggi.

Alla prossima!

 

 

  
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