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Autore: Daleko    25/09/2015    1 recensioni
Ti alzi a sedere, poggi i piedi sul pavimento freddo e d'un tratto i tuoi pensieri vengono attraversati da un lampo di lucidità: "io morirò".
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A volte è così semplice che non riesci nemmeno a renderti conto del pensiero che si sta formando nella tua mente; quel momento in cui ti svegli, uguale ad ogni altra mattina, e invece di sorridere al mondo improvvisamente scopri che c'è qualcosa di sbagliato. Ti alzi a sedere, poggi i piedi sul pavimento freddo e d'un tratto i tuoi pensieri vengono attraversati da un lampo di lucidità: "io morirò".
Ecco, l'hai realizzato all'improvviso: l'immensa umanità, più limpida di uno specchio d'acqua. "Io morirò": il fiato si fa corto, alzi le mani davanti al viso e fissi ogni millimetro della tua pelle come se la vedessi per la prima volta. Realizzi che un giorno sarai solo cibo per vermi, sarai cenere e nulla di quello che potrai fare nella tua vità cambierà mai questa terribile realtà. Gli occhi ti si inondano di lacrime: "mamma... Mamma!" vorresti urlare, ma la voce non riesce ad uscire dal tuo corpo. Tremi, il pavimento è così freddo e capisci che il calore non è scontato che ci sia, il sole non lo è, la vita neppure. Tua madre un giorno non ci sarà più, presto o tardi sarà cibo per vermi anche lei. Quand'è che l'hai capito, come hai fatto fino a quel momento a non pensarci?
Ora lo sai, ora lo sai e rifletti; capisci che a quel punto... A quel punto? Cosa farai? Piangerai? Ti dispererai? Qual è il tuo più grande nemico, giovane umano? Qual è?



Tic, tac. Tic, tac.
Il tempo scorre inesorabile, aggrappato com'è alle lancette di quell'orologio assordante che rimbomba nella casa vuota. Hai freddo, così freddo: un secondo dopo l'altro, scivolano via come acqua tra le dita. Tic, tac. Tic, tac. Un altro è passato, poi un altro ancora e così all'infinito, per l'eternità: nessuno di essi tornerà, nemmeno per una volta. Nemmeno per un istante.
L'angoscia ti blocca, ti gela la mente che comincia a tremare come il resto del tuo corpo: perché hai paura? Paura di cosa? Paura del tempo? Paura della morte? Paura di non esistere pù? Paura di essere dimenticato?

Tic.














Follie!
Non sei nessuno, sei solo un piccolo ammasso di atomi che si muove in un ambiente di atomi. Cosa può fregare, al tempo, di te? Delle tue insulse lacrime, dei tuoi insulsi amori? Cosa dei tuoi problemi quotidiani, dei lutti e delle nascite? Falcerà via tutti, ricchi e poveri, amanti e assassini. Tutti saranno polvere, tutti compreso te: sarai stato solo uno sbuffo di vento, così come tutte le tue gioie e le tue paure.
Hai paura del tempo?
Non preoccuparti, lui non si accorgerà nemmeno di te.
Un battito di ciglia.
Uno solo.

Tac.
   
 
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