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Autore: _Firewhisky    25/09/2015    3 recensioni
"Hermione sente il cuore quasi abbandonarla da quanto è impazzito da quando Remus si è avvicinato al suo viso. Vorrebbe stringerlo, vorrebbe urlare per essere contenuta da lui, ma tutto quello che le viene da fare è sussurrare di nuovo il suo nome… Remus…
“Ho sentito i tuoi sospiri, il tuo continuo rigirarti nel letto… Le nostre stanze sono troppo vicine per non accorgermi di tutto questo quando varco la porta, Hermione."
Una Remus /Hermione tormentata, passionale, ricca di dettagli e sensazioni profonde.
Una buona lettura!
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Remus Lupin, Sirius Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Il camino scoppiettava nel salone di Grimmauld Place. Le piccole fiamme si facevano sempre più alte e irriverenti, quasi volessero partecipare anch’esse al turbine di risate che si stava propagando nella stanza. Era ormai autunno inoltrato, e i Weasley, Sirius, Harry, Remus e Hermione stavano godendo di una settimana che si prospettava estremamente piovosa deliziandosi con rilassanti cioccolate calde e sfiziose burrobirre. I divani erano ormai diventati un tutt’uno con i loro corpi infagottati nei lunghi maglioni e regalavano ore e ore di piacevole relax ed esilaranti chiacchiere.
I signori Weasley, un po’per il freddo, un po’ per la consueta gioia di avere davanti agli occhi i loro “più preziosi gioielli” che erano tutti i presenti, si tenevano sempre stretti stretti, e se per caso uno dei due avesse dovuto allontanarsi anche solo per recarsi in bagno, l’altro lo attendeva con ansia e con lo sguardo perso nella direzione in cui si era diretto. Lo stesso quasi si poteva dire per Harry e Ginny, che ormai da qualche mese stavano sperimentando le gioie di una relazione stabile, talvolta eccessivamente dolce ma finalmente felice. Non dovevano più sperare in uno sguardo l’uno dell’altro, o nascondere la logorante gelosia che li assaliva quando altre persone si frapponevano tra loro, impedendo il tanto agognato avvicinamento.
Da tutti questi pensieri romantici erano sicuramente esenti i gemelli Weasley. Anche se Fred aveva preso una bella cotta per Candy, una biondina lentigginosa tutta pepe che l’aveva fatto diventare matto nel suo negozio (avendo voluto provare sul momento ogni tipo di scherzo più tremendo e le caramelle più disgustose in commercio), l’argomento non era mai preso troppo sul serio né da lui, che tentava di minimizzare e nascondere l’espressione innamorata che talvolta gli compariva sul volto, sia da George, che non perdeva l’occasione per prenderlo in giro.
Ancora più drammaticamente comica era la situazione venutasi a creare tra Ron e Hermione.
Sul finire della Guerra Magica, i due avevano visto finalmente coronarsi il loro sogno di mettersi insieme, sogno che però durò poco: dopo qualche mese, stanchi dei numerosi e assidui litigi, i due decidono di darci un taglio, consapevoli entrambi che le loro diversità caratteriali non avrebbero mai potuto combaciare.
E che dire di Sirius e Remus? Il primo si era invaghito da poco di una strega affascinante e tenebrosa ma dal cuore nobile incontrata in una locanda e conquistata a suon di whisky, grande fascino e lunghissime chiacchierate. Remus, anche lui da pochi giorni, aveva lasciato Tonks, la casa presa insieme e il suo amore troppo spesso invadente.
Nonostante ognuno di loro fosse preso dai propri pensieri, che fossero di felicità, di confusione o di estrema tristezza, il sorriso e la gioia di stare insieme, in quella casa, non mancavano mai, e il tempo passava tranquillo tra passeggiate, serate trascorse al caldo e cene interminabili.
Proprio durante una di queste, sarebbe venuta fuori una verità che da troppo tempo era rimasta nascosta nel cuore e nell’inconscio di qualcuno, lì a Grimmauld Place.
 
 
 
Da qualche giorno, nonostante un clima molto sereno la facesse da padrone, Hermione a tratti si spegneva; diventava silenziosa, con lo sguardo perso nel vuoto o, peggio, pieno di lacrime a forza trattenute. Se gli altri, notandolo superficialmente, innocentemente immersi nei propri pensieri, si limitavano a domandarle come stesse e la riempivano di affettuosi thè caldi, Remus non si accontentava delle sue risposte sbrigative e delle sue rassicurazioni, ma al tempo stesso si sentiva un perfetto idiota. Da giorni ormai si scambiavano sguardi troppo eloquenti per essere rovinati dalle parole, sguardi che entrambi inconsciamente sapevano fossero impregnati di un interesse, un legame che non era nato in quei pochi giorni, ma aveva le sue radici in tempi ben più lontani. Tempi lontani in cui ci si rimproverava, perché non ci si può soffermare nemmeno un secondo di più su di lei, su un’alunna, sul suo viso, sui suoi capelli, sulle sue mani, né con uno sguardo né tanto meno con un pensiero. Tempi in cui ci si sentiva stupidi, perché non si può sentire sussultare il petto appena lui, un professore, posa lo sguardo per un secondo in più, che sembra un’eternità, si lascia sfuggire un sorriso, uno sguardo e un sorriso che si impregnano di un significato che probabilmente è pura fantasia.
Remus si sentiva inquieto, agitato. Lui, che era sempre così pacato e controllato, lucido; ora gli sembrava di non riuscire a star dietro a tutti i pensieri che gli balenavano in testa.
 
Dall’altro lato della tavola, Hermione era di nuovo ricaduta nei suoi vuoti; non sentiva più niente, se non lo sguardo di Remus che, a volte, la accarezzava pungente, fisso, ma appena si girava verso di lui, velocemente spariva.
La cena va avanti nella più completa dissimulazione e repressione degli sguardi dei due, tra chiacchiere e sorrisi, fino a quando, superata la mezzanotte, si spostano tutti nel salone. Tutti tranne Remus.  Hermione aveva seguito gli altri incalzata da Ginny e i gemelli e aveva preso posto all’angolo del divano vicino a Sirius, che profumava di whisky e menta. Nonostante Sirius avesse assunto un tono alquanto serio e avesse cominciato a parlare piano ad Hermione per capire cos’avesse, lei non riusciva, nonostante gli sforzi, a concentrarsi su quello che le diceva: la sua mente era in cucina e il suo sguardo perso in quella direzione. Dopo essersi scusata frettolosamente con lui, Hermione si dirige verso la stanza, sentendo i battiti del cuore accelerare leggermente, ma avendo la mente ancora un po’ persa nel vuoto. Entra in cucina e vede Remus leggermente curvo sulla tavola, con uno sguardo triste e concentrato sulla grande tazza di cioccolata calda fumante che teneva tra le mani. Alla vista di Hermione, il suo sguardo si posa su di lei, la lascia fare con calma, la osserva prendere un bicchiere e versarsi dell’acqua fresca, fino a vederla ferma con il bicchiere in mano, la testa china e le spalle rivolte verso di lui.
Ora basta.
Hermione, devi dormire la notte…
Lei ha un sussulto, sente il nome, il suo nome che voleva fosse pronunciato quella bocca e, accennando un sorriso, girandosi risponde:
Remus…
Vuoi dirmi che ti prende?
E’ che ho un gran vuoto in testa Remus… una gran confusione e… non sono in me.
Remus si alza piano, e avvicinandosi ma al tempo stesso stando attento a non lasciarsi troppo prendere dal momento, le sussurra guardandola negli occhi:
Qualsiasi cosa tu sia ora, io voglio accompagnare alla porta questo pezzetto di te, salutarlo per non vederlo mai più e riprendere indietro il sorriso e l’intraprendenza della mia Hermione, siamo intesi?
Hermione sente il cuore quasi abbandonarla da quanto è impazzito da quando Remus si è avvicinato al suo viso. Vorrebbe stringerlo, vorrebbe urlare per essere contenuta da lui, ma tutto quello che le viene da fare è sussurrare di nuovo il suo nome… Remus…
Ho sentito i tuoi sospiri, il tuo continuo rigirarti nel letto… Le nostre stanze sono troppo vicine per non accorgermi di tutto questo quando varco la porta, Hermione. In quei momenti vorrei poter entrare nella tua stanza, inondarla di una grande energia positiva e guardarti fino a che non ti addormenti.
Remus si rende conto di aver esagerato con le parole e si ritrae velocemente, imbarazzato, ma il volto triste di Hermione lascia subito spazio ad un sorriso che spinge subito Lupin a ricambiarlo, talmente è dolce. Poi, lui si fa coraggio le tira su il mento:
Promettimi che ti riguarderai stasera.
 
Promesso.
  
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