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Autore: Lilyth Kira Potter    25/09/2015    0 recensioni
Dal testo:
"Dovresti guardare dove vai quando cammini, Alja, non ci sarò sempre io a salvarti la vita" disse col suo solito sarcasmo. "Senti Castiel, lasciami in pace okay? Non è serata". "Oooh attenzione signori, la ragazza diventa cattiva. Cos'è successo nanetta, hai litigato col fidanzatino?"
Questa è la prima storia che pubblico da quando mi sono iscritta a EFP. L'avevo scritta un paio di anni fa per un concorso del gioco Dolce Flirt, ma alla fine non avevo più partecipato. Oggi l'ho casualmente ritrovata, dispersa nei meandri del mio computer, e ho pensato di provare a pubblicarla qui. E' molto semplice, ma spero comunque che non vi dispiaccia troppo. *sorride leggermente imbarazzata*
Beh non mi resta che augurarvi buona lettura!
Lilyth Kira Potter
P.S. Il nome della protagonista si legge "Alia", non "Algia". Molte persone sbagliano la pronuncia, quindi volevo specificare qual'è quella corretta.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dolcetta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Camminavo in fretta verso la casa di Iris, sospirando. Non avevo nessunissima voglia di andare a quella maledetta festa, non era proprio la serata giusta. Ma l'avevo promesso e se avessi rifiutato all'ultimo momento Iris si sarebbe preoccupata. Voltai l'angolo senza guardare e all'improvviso andai a sbattere contro qualcuno; sarei caduta anche a terra se quel 'qualcuno' non mi avesse presa al volo. "Ma tu guardi mai dove metti i piedi??" disse una voce conosciuta. Alzai gli occhi, inquadrando il viso familiare di Castiel. Perfetto, ci mancavano solo le sue battutine acide per peggiorare ancora di più la serata. "Ciao anche a te" borbottai. "Dovresti guardare dove vai quando cammini, Alja, non ci sarò sempre io a salvarti la vita" disse col suo solito sarcasmo. "Senti Castiel, lasciami in pace okay? Non è serata". "Oooh attenzione signori, la ragazza diventa cattiva. Cos'è successo nanetta, hai litigato col fidanzatino?" Rimasi impietrita. No, Alja. Non devi pensarci, non devi pensarci, non pensare a... Merda. "Alja? Cos'hai?". Mi voltai, cercando di evitare che vedesse le lacrime sul mio viso, ma non fui abbastanza svelta. "Oh merda. Alja, non piangere ti prego. Mi dispiace okay? Non volevo scusami ma per favore non piangere" mi pregò Castiel con voce implorante. Cercai di smettere, non potevo piangere proprio davanti a lui, ma niente da fare, le lacrime continuavano a scendere. "S-sto bene, Cass. Scusami devo andare, Iris mi aspetta." Ma lui mi trattenne per un polso. "No, tu in questo stato non vai da nessuna parte. Vieni con me". E iniziò a trascinarmi nella direzione opposta. Lo seguii senza dire nulla, tanto sapevo che non avrebbe voluto sentir ragione.
A un tratto mi accorsi che eravamo arrivati a casa sua. Mi fece entrare e prese la mia e la sua giacca, poi mi fece sedere sul divano. "Vuoi qualcosa da bere?" mi chiese bruscamente. Io gli feci cenno di no, senza guardarlo; il pianto si era un po' calmato, ma se avessi incrociato il suo sguardo sarei scoppiata di nuovo. Lo sentii sospirare, poi si sedette accanto a me. "Alja, che cosa succede? Per favore, parlami. Non mi piace vederti così..." Stupefatta, alzai gli occhi: a colpirmi non erano state tanto le sue parole, quanto il tono insolitamente dolce della sua voce. Il mio sguardo incrociò il suo, reso particolarmente intenso dalla preoccupazione-preoccupazione che, realizzai, era per me. Quella poca volontà che mi era rimasta affogò nel suo sguardo ed gli raccontai tutto. Gli dissi di Jarod, il mio migliore amico fin da quando ero bambina, il ragazzo con cui mi ero messa insieme il 31 dicembre dell'anno prima... Gli dissi di come dopo 3 o 4 mesi mi fossi accorta che in fondo non mi piaceva così tanto, che forse avevo scambiato la nostra meravigliosa amicizia per amore... Gli raccontai di come avessi cercato di dirlo a Jarod con tatto e di come lui l'avesse presa male, urlandomi che mi odiava e che non voleva più avere niente a che fare con me. Gli spiegai dei mesi successivi, in cui Jarod aveva passato il tempo a insultarmi. "Se solo quel 31 dicembre non avessi accettato di mettermi insieme a lui! Ora saremmo ancora amici. E' tutta colpa mia!" dissi scoppiando di nuovo in lacrime. E Castiel mi colse nuovamente di sorpresa, abbracciandomi teneramente. "Non è vero, non è colpa tua. Sarebbe successa la stessa cosa se tu lo avessi rifiutato. L'unico colpevole qui è lui, che è stato così idiota da scegliere di odiarti anziché tenersi stretta un'amica come te. E ora sfogati pure, Alja. Io sono qui". Lo abbracciai forte e piansi tutto il mio dolore, finché non ebbi più forze.

Alla fine mi calmai e mi staccai da Cass, abbozzando un sorriso fugace. "Va meglio?" mi chiese osservandomi attentamente. "Sì sto bene. Scusami se ti ho rovinato la serata di Capodanno". "Rovinata? Io non definirei così una sera passata a tenere una bella ragazza fra le braccia, seppur la ragazza in questione abbia tentato di allagarmi la casa" rispose facendomi l'occhiolino. Io arrossii: ecco il solito vecchio Castiel, malizioso e sempre pronto a fare battutine. Eppure c'era qualcosa di diverso, dalla sua voce trapelava ancora una piccola dose di dolcezza che mi faceva sentire protetta. Il mio battito accelerò mentre Cass si piegava verso di me, fermandosi a un soffio dalle mie labbra. "Sai, io non sarò così stupido da sprecare il mio tempo a odiarti se mi rifiuterai". Prima che potessi realizzare pienamente il significato delle sue parole, Cass superò quei due centimetri che ancora ci dividevano e mi baciò. Fu il bacio perfetto, dolce e romantico. Quando si staccò, io lo guardai immobile per un attimo e lui ricambiò lo sguardo, sorridendo sornione. Sul mio volto spuntò un ampio sorriso e mi buttai fra le sue braccia. "Ehiehi piano" mi disse lui ridendo. "Lo considero un sì". Scoppiai a ridere anche io, e in quel momento l'orologio suonò la mezzanotte. Ci tirammo su dal divano e uscimmo sul balcone, per ammirare insieme i fuochi d'artificio. Dopo un paio di minuti mi voltai verso di lui e mi accorsi che mi stava osservando. "Che c'è?" chiesi imbarazzata. Cass sorrise. "Sei bellissima". Io arrossii all'istante e gli tirai un lieve pugno sulla spalla, borbottando "Scemo", mentre lui rideva di cuore. Poi mi guardò negli occhi e sempre ridendo disse: "Buon anno, nana". Io sorrisi: "Buon anno", poi mi alzai in punta di piedi e lo baciai con tutto l'amore che potevo.

  
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