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Autore: Cat_Writer    25/09/2015    4 recensioni
E se Shinichi e Ran non fossero amici d'infanzia?
E se Shinichi si trasferisse a Tokio da Osaka?
Cosa porta Shinichi a Tokio?
TRATTO DAL CAPITOLO 4:
“- non lasciarmi qui da sola, per di più al buio -”
“- torno subito, tu non muoverti -” rispose lui sorridendo.
Stava per andare, quando un altro tuono, più forte degli altri
squarciò il cielo, illuminandolo.
Ran saltò in aria dallo spavento, senza rendersene conto
tirò a se Shinichi, che, non aspettandoselo perse l'equilibrio cadendole addosso. Erano molto vicini..

[....]
TRATTO DAL CAPITOLO 6:
[….]
Ran lo guardò negli occhi con rabbia. Non ne poteva più di sentire quelle parole che, alle sue orecchie erano false e inutili.
“- Adesso basta -” il suo tono erano notevolmente alto, Shinichi s'interruppe, vedendo nei suoi occhi tanta rabbia e altrettanto dolore.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Heiji Hattori, Kazuha Toyama, Nuovo personaggio, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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IL GIOCO DEL DESTINO



CAPITOLO TREDICI – INSIEME




- NO -” un urlo di dolore lacerò l'aria.


Sangue, c'era sangue ovunque, le sue mani erano lorde di quel liquido scarlatto e denso, ed il suo odore ferroso si espanse in tutto il magazzino.

Akira guardò impanicato tutto quel sangue, lui non voleva.


- Io..non volevo..io..-” farfugliò infatti, in preda ai sensi di colpa.


Ma lo sguardo di lei, era terrorizzato e pieno di dolore e paura.


Ran, con gli occhi gonfi di lacrime guardò Shinichi. Il viso era pallido, un velo di sudore gli ricopriva la fronte ed il collo, ed il sangue gli macchiava la candida camicia.


-No, ti prego no, Shinichi. Rispondimi, guardami..-” erano queste le parole che riusciva a sussurrargli.

Le sirene della polizia si udirono forte e chiaro e la voce dell'Ispettore Megure giunse a loro.


- Akira Yoshìna, la dichiaro in arresto per rapimento, esca fuori, l'edificio è circondato. Non ha via di scampo. -”


Ma Akira non sentiva, era entrato in stato catatonico. Lo sguardo era perso nel vuoto, perse la presa sulla pistola che, con un tonfo, cadde sul pavimento.


La porta del magazzino venne buttata giù da un paio di poliziotti che puntarono la pistola sul biondo ragazzo e, con abile mossa lo ammanettarono con le mani dietro la schiena.


L'Ispettore Megure, Kogoro, Heiji e Kazuha entrarono nel magazzino, cercando con lo sguardo i due ragazzi.

Il primo che li vide fu Heiji, che perse il sorriso dopo aver visto il sangue.

Corse da Ran chiamandola più volte e chiedendole cosa fosse successo, ma l'unica cosa che disse fu:


- Shinichi, salvalo. -”


Heiji ordinò a Kazuha di chiamare immediatamente un ambulanza, mentre lui controllava la ferita del detective dell'est.

Gli sbottonò velocemente la camicia, ed i suoi occhi si focalizzarono sul suo addome, lì vi era il foro del proiettile, che, a quanto sembrava non era ancora uscito.

Soffocò una maledizione fra i denti e guardò l'amico.

Faceva fatica a respirare, aveva gli occhi chiusi e il viso contratto in una smorfia di dolore.

Prese il polso di Shinichi e gli controllò la frequenza cardiaca. Erano più lenti del normale, ma c'erano, ciò significava che stava lottando.


- Forza non mollare amico, non provare a giocarmi qualche brutto tiro, eh?-” gli disse con gli occhi lucidi.


La sirena dell'ambulanza era finalmente arrivata e due paramedici entrarono muniti di barella, controllarono lo stato del detective e con delicatezza lo issarono sulla barella e lo infilarono dentro l'ambulanza, pronti a partire.

Hattori senza dare il tempo a nessuno di parlare si infilò dietro con Shinichi, e partirono.

Via via il suono della sirena si faceva più flebile, sino a non udirsi più.

Ran che fino a quel momento aveva lo sguardo perso sulle sue mani sporche di sangue, alzò lo sguardo e vide suo padre davanti a sé.

Kogoro senza dire nulla abbracciò la figlia, e le accarezzò amorevolmente i capelli.


- Andiamo anche noi all'ospedale -” le sussurrò, facendola alzare da terra e sorreggendola per la vita.


Ran mosse il capo annuendo, e stancamente si lasciò portare in auto.

E mentre loro partivano verso l'ospedale, Ran iniziò a pregare.



●●●◊●●●


Giunsero a destinazione in pochi minuti ed entrarono al Beika Hospital dirigendosi velocemente al secondo piano, Ran vide Heiji seduto in sala d'attesa e corse da lui, il detective dell'ovest udendola si alzò. Ra lo prese per le braccia e lo scosse in malo modo.


- Dov'è Shinichi?-” le lacrime scendevano nuovamente e la voce tremava.


- Lo hanno portato in sala operatoria, il proiettile era ancora dentro e devono estrarlo..-” spiegò con voce atona, guardando l'amica e passando lo sguardo anche verso gli altri che in silenzio lo fissarono.


Ran si lasciò cadere su una sedia e strinse forte le mani tra loro, Megure e Kogoro rimasero in piedi e Kazuha raggiunse Heiji e lo abbracciò. Non ci furono parole, solo silenzio, un opprimente e doloroso silenzio.


L'orologio ticchettava fastidiosamente, oramai erano passate delle ore ma ancora nessuna notizia era giunta loro. Megure aveva avvisato i genitori del giovane Kudo, e Kogoro si era f umato ben dieci sigarette e bevuto tre caffè. Heiji passeggiava nervosamente per la sala, e Ran accompagnata da Kazuha, si era andata a lavare le mani ancora sporche di sangue.


D'un tratto la porta della sala operatoria si aprì, Heiji e Ran si fiondarono su di lui e presero a fargli domande.


- Come sta dottore?-” chiesero.


Il dottore sospirò, e tolse la mascherina dal viso.


- Allora, l'operazione è stata più complicata del previsto, il proiettile non era ancora uscito e le probabilità che la ferita contraesse un'infezione erano alte, ma per fortuna siamo arrivati in tempo. Il proiettile è stato estratto, e non è stato colpito nessun organo vitale..ma..-” spiegò serio il dottore guardando tutti.


- Ma..-” chiese Ran con un nodo in gola.



- Il paziente ha perso molto sangue, e ha assoluto bisogno di una trasfusione immediata, purtroppo però il nostro ospedale ha esaurito le scorte, e chiamare la banca del sangue richiederebbe troppo tempo..-” spiegò conciso il dottore.


- Di quale gruppo sanguigno ha bisogno dottore?-” chiese Heiji.


- ABRH negativo. -”


- Posso donarlo io il sangue, è il mio stesso gruppo sanguigno-” rispose Heiji.


Heiji seguì il dottore e si fece prelevare trecentoquaranta centilitri di sangue.

Il dottore ritornò da Shinichi e effettuò la trasfusione.


- Il paziente è stato appena trasferito in camera, è ancora sotto l'effetto dell'anestesia, quindi non sveglierà subito, l'effetto durerà altre otto ore minimo. La camera è la 12 A, mi raccomando due per volta, e per la notte può rimanere solo uno di voi -” spiegò con gentilezza.


I primi ad entrare furono l'Ispettore Megure e il detective Kogoro, subito dopo seguirono Heiji e Kazuha e per ultima Ran.

Per la notte fu Ran a chiedere di poter restare e gli altri acconsentirono, così dopo aver salutato nuovamente Shinichi, salutarono anche Ran e ritornarono a casa, promettendo che domani mattina sarebbero tornati.


oo O oo


Ran sospirò e lentamente entrò in stanza.

Era una stanza normalissima, con le pareti bianche, una finestra con le tende azzurre, in fondo vi era un bagno, anch'esso bianco con le tende azzurre. Sul lato sinistro vi era una sedia, e sulla destra un comodino dove vi erano poggiati sopra una bottiglia di acqua naturale, dei bicchieri di carta, e dei tovaglioli.

Mentre nella parete di fronte al letto vi era un piccolo tavolo e due sedie, dove si poteva mangiare. L'odore di disinfettante impregnava la stanza.


Ran sospirò nuovamente e si sedette, posò lo sguardo su Shinichi e le si inumidirono gli occhi.

Lui era salvo, era vivo.

Stava bene.

Si lasciò andare silenziosamente ad un pianto liberatorio, la paura e lo stress accumulati la stavano opprimendo e non riusciva più a reggerne il peso.

Si calmò dopo qualche minuto e bevve un bel bicchiere d'acqua e si sedette nuovamente.


Prese un mano del detective la strinse piano, lo percorse lentamente con lo sguardo.

Aveva il viso rilassato, ed il colorito meno pallido, i capelli scarmigliati e di verse ciocche sul viso, con dolcezza gliele tolse utilizzando l'altra mano.

Quel contatto con la pelle del detective le mise sicurezza, né sentiva il calore, ed il profumo.

Sapeva di amarlo, ma adesso lo amò ancora di più.

E aveva paura, non di ciò che provava, ma di quanto fosse grande quell'amore.

E sapeva che quel sentimento sarebbe solo cresciuto.


- Ti amo, Shinichi -” sussurrò talmente piano che credette di averlo solo pensato.


E tenendo la mano del detective ancora stretta fra le sue si addormentò.




§§ §§



Alcuni raggi di sole facevano capolino dalla tenda, colorando la stanza di un azzurro chiarissimo.

Ci vollero alcuni minuti prima che potesse schiudere gli occhi, e quando lo fece, si dovette abituare alla luce che filtrava nella stanza.


Shinichi volse lo sguardo a destra e a sinistra, riconoscendo la camera dell'ospedale. In un primo momento fu confuso, ma subito dopo gli sovvennero alla mente i fatti precedentemente accaduti.

Si toccò lievemente l'addome e strinse i denti dal dolore.

Cercò di muoversi, ma si fermò quando notò una chioma castana vicino a lui.

Era Ran.

Ma anche un altro particolare attirò la sua attenzione. Le loro mani erano intrecciate.

Strinse la presa leggermente e sorrise.

Quel movimento però bastò a svegliarla dal sonno, e quando alzò lo sguardo si scontrò con quel blu che tanto amava.


- Shinichi -” sussurrò con voce rotta.


Senza pensarci un attimo lo abbracciò, e pianse.

Il detective rimase immobile solamente per pochi secondi dopo di che la strinse a se.

Aspirò il suo profumo come una droga, la sentiva piangere contro il suo collo e la strinse ancora di più.


- Sono qui, e sto bene -” le ripeteva in un sussurro.


- Ho avuto così paura, Shinichi. Ho creduto che tu..-” ripeteva tra le lacrime.


- Guardami, Ran -” le disse deciso, allentando di poco la presa per poterla guardare negli occhi, ma senza scioglierla del tutto.


- Va tutto bene. -”


- No che non va bene, tu hai rischiato di morire per causa mia. Se io ti avessi dato retta sin dall'inizio, non sarebbe accaduto nulla del genere e tu non sarei in ospedale. E' colpa mia, mi dispiace..-” farfugliò lei stringendo la presa sulle braccia del detective.


- Non dirlo mai più. Non è colpa tua -” le disse deciso e serio.


Le asciugò le lacrime con dolcezza e le accarezzò il viso.


- Non sopporto vederti piangere, fa stare male anche me -” le disse dolce.

- Dovrei chiamare il medico -” sussurrò lei nervosa.


- Già. -”


Ran stava per uscire, ma si girò verso il detective.


- Shinichi?-”


Lui si girò e sorrise, la vide arrossire ed evitare il suo sguardo.


- Dobbiamo parlare, Ran -” le rispose sorridendo.


Ran lo guardò e sorridendo dolcemente uscì dalla stanza.



Il dottore visitò il detective e gli assicurò che entro quattro giorni, se tutti i controlli andavano bene sarebbe potuto uscire.

Il detective quel giorno stesso ricevette la visita di Kogoro, dell'Ispettore Megure, Takagi, Sato e Chiba. Più quella di Hattori e Kazuha.


Venne anche informato della donazione di sangue di Heiji, e sorrise internamente.


Lo informarono di quello che era accaduto ad Akira: era stato portato in carcere, ma purtroppo dopo lo sparo era stato dichiarato un soggetto con infermità mentale. Poichè dopo lo sparo contro il detective dell'est, Akira in preda ai sensi di colpa impazzì. Lo zio invece, era stato condannato a vent'anni di carcere poiché la polizia aveva scoperto che vendeva sostanze illegali, e per frode contro la banca dove lavorava.


Qualche giorno dopo Shinichi ricevette anche un'altra visita totalmente inaspettata.


- Mamma, papà, che ci fate qui ?-” chiese sconvolto, vedendo entrare i due come una furia nella stanza.


- Ooooh, il mio bambino, Shin-chan -” urlò Yuyiko, stritolando il figlio.


- Mamma, mi soffochi -” farfugliò in carenza d'ossigeno.





₪ ₪






EPILOGO



Era passata già una settimana dalla sparatoria nel magazzino, e Shinichi era uscito il giorno prima dall'ospedale sotto accurate raccomandazioni del medico.

Tutti avevano ripreso la loro routine. Più o meno.

Il detective dell'est fu assalito dagli studenti del liceo Teitan al suo rientro, i ragazzi lo ammiravano e si congratulavano con lui dandogli delle amichevoli pacche sulle spalle e battendogli il “cinque”.

Le ragazze invece, starnazzavano e ridacchiavano per poi abbracciarlo congratulandosi.

Shinichi, da un lato era lusingato di questa sua..”popolarità”, ma dall'altro si sentiva oppresso dato che non era riuscito a parlare con Ran.

Quest'ultima invece sospirava e guardava Shinichi da lontano, trattenendo la voglia di gridare dall'esasperazione.

Ogni volta che provava a parlare con Shinichi, qualcuno, per lo più ragazze, li interrompevano e questa cosa la irritava oltre ogni misura.


Stava parlando con Kazuha di quello che la tormentava, quando all'improvviso venne tirata via in malo modo.

Era Shinichi.


- Ma..cosa..-” chiese confusa.


- E' da una settimana che tu ed io dobbiamo parlare, e questo è l'unico modo -” le spiegò rapido.


Stavano letteralmente fuggendo via.


Arrivarono nei pressi di un parco giochi, e si fermarono per riprendere fiato. Ran si guardava intorno, il parco era totalmente deserto a quell'ora del pomeriggio.


Si sedette su una altalena, cominciando a dondolarsi piano. Era a disagio.


Shinichi la osservava, e non poté non pensare a quanto bella fosse. Non sapeva da dove iniziare, lui non né capiva un'acca di quelle cose.

Si sedette anche lui sull'altalena e come lei iniziò a dondolarsi lentamente, portando il blu dei suoi occhi verso l'azzurro del cielo.

Prese un respiro ed iniziò.


- Non immaginavo che sarebbe successa una cosa del genere quando accettai questo caso -” iniziò lui, attirando l'attenzione di Ran.


- La razionalità è il pane di ogni buon detective che si rispetti, non c'è tempo per altre emozioni. Holmes, diceva sempre che le emozioni ed i sentimenti sono effimere. Ho sempre ammirato Sherlock Holmes, lui ha praticamente ragione su tutto. O meglio su quasi tutto.

Non sono d'accordo con lui su questo -” il suo tono sicuro e conciso colpì Ran, facendole alzare lo sguardo e fermare il dondolìo dell'altalena.


- Tu sei stata l'imprevisto che io non mi aspettavo, Ran. I tuoi modi di fare, il tuo sorriso, la tua allegria e spensieratezza, mi hanno coinvolto in qualcosa di inaspettato. -” replicò sorridendo con dolcezza.


- Poco per volta, imparando a conoscerti mi sono affezionato a te, non eri solo il “caso” che mi avevano affidato ed io avevo accettato..eri oramai per me..un'amica -” disse, cercando di nascondere dietro a quella parola più di quanto voleva dire.


Il sussulto che ebbe Ran a quella parola, la scosse dentro.

Un'amica.

Per lui era solo un amica.


Non voleva sentire nient'altro, così si alzò senza dire nulla, nascondendo le lacrime tenendo lo sguardo basso e nascosto dai capelli che le ricadevano sul viso.

Shinichi fu attirato dal rumore dell'altalena e spostando lo guardo vide Ran in pedi davanti a lui.


- Ran..-” la richiamò dolcemente.


- Non voglio sentire nient'altro -” sussurrò lei, provando ad andare via.


Shinichi si alzò di scatto e l'afferrò per il braccio, bloccandola.


- Ran, ho detto qualcosa di male? -” provò ancora lui.


- Un'amica, sono solo quello?-” sussurrò piano.


Lui sgranò gli occhi stupito e non seppe cosa rispondere, l'aveva preso in contro piede.


- Io..-” provò a rispondere lui.


- Per me non è così – disse alzando lo sguardo e fissando i suoi occhi azzurro-lilla nei occhi blu oceano del detective, - prima lo era, ma non adesso. Tu non sei un semplice amico per me ormai da molti mesi, Shinichi -” gli disse con voce accorata ed occhi lucidi.


- Mi sono innamorata di te, Shinichi. Mi sono innamorata del tuo sorriso, del tuo modo di fare, amo il profumo della tua pelle ed il suono della tua voce, amo i tuoi pregi ma sopratutto i tuoi difetti, amo ogni parte di te. E, se tu non dovessi provare lo stesso, io..-” sussurrò piano lei, ma non potè finire la frase che lui la baciò.


Si, la baciò.

Le prese il viso fra le mani e la baciò.


Il detective sospirò sentendo il calore delle labbra di Ran contro le sue, sentendo quel profumo di fragola entrargli dentro come il più potente dei veleni.

Le baciò lentamente quei petali caldi e morbidi, assaporandone il gusto, anche Ran lentamente si lasciò coinvolgere da quel bacio, e portò con lentezza le mani sulla nuca del detective, stringendolo a sé.


Il movimento di Ran spinse Shinichi a sposare una mano dal viso ed infilarla fra le ciocche scure della ragazza, avvicinandola di conseguenza.

Shinichi seguì il contorno delle labbra con la punta della lingua, e Ran istintivamente schiuse le labbra, facendo infrangere il suo respiro caldo sulla lingua del detective.

Con dolcezza le morse il labbro inferiore tirandolo e facendola mugolare, e finalmente anche le loro lingue iniziarono a danzare e conoscersi. Si cercavano, si inseguivano, dando inizio ad un dolce gioco.


Forse erano trascorse ore, giorni, non lo sapevano, quando si staccarono per mancanza di ossigeno.

I loro petti si alzavano ed abbassavano velocemente in modo irregolare, avevano i capelli scompigliati, le guance arrossate e le labbra rosse e turgide di baci.

Ed i loro occhi, avevano adesso, una luce in più.


Shinichi poggiò la fronte contro quella di Ran.


- Ti amo anch'io, Ran. -”



ANGOLO AUTRICE


Ciao a tutti!

Mi scuso per il ritardo, ma purtroppo ho avuto un lutto in famiglia ed un mio parente è in ospedale, non voglio giustificarmi così, ma mi dispiace..

non voglio annoiarvi, quindi continuiamo..

Siamo giunti finalmente all'ultimo capitolo di questa mia prima long..

Mi sento molto emozionata, perché non credevo che sarei arrivata fin qui,

il vostro supporto mi ha dato la forza necessaria per concludere la storia.

Ringrazio coloro che hanno recensito ogni capitolo, chi si è aggiunto di recente, chi

ha solo letto, e chi ha messo la storia fra le seguite ( 22 ) le ricordate ( 7 ) e le preferite ( 22 ) GRAZIE

Spero che il finale non vi abbia deluso, che la storia in se non vi abbia deluso.

Che dire, mettere “completa” mi ha dato un senso di tristezza poiché è davvero

conclusa, ma anche un senso di orgoglio..

Inoltre volevo rispondere ad una domanda che alcuni di voi mi hanno posto, ovvero:

Ci sarà un seguito?

La risposta è NO.

Ci ho pensato bene, ed ho deciso che per quanto mi piacerebbe farlo, non posso farlo.

Non sarebbe giusto, poiché la vera storia finisce così, fare un seguito senza nulla in mente rovinerebbe secondo me la storia, rendendola noiosa e monotona.

Chissà che in futuro aggiunga qualche one-shot particolare che riprenda la vita di uno, o più personaggi..

Non dico di farlo adesso, ma più avanti..

E, dopo questo lunghissimo angolo autrice, vi saluto =)

Vi mando un abbraccio ed un bacio :*

Alla prossima avventura...


Cat_Writer








  
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