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Autore: theuncommonreader    25/09/2015    5 recensioni
[Apollo/Giacinto]
E Giacinto gli sfuggirà dalle dita, come l’acqua del fiume, come quegli attimi assieme.

Scritta in occasione dell'evento "Drabble Week-End 19-20 settembre" indetto dal gruppo FB "We are out for prompt"
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Apollo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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not today WE ARE OUT FOR PROMPT - DRABBLE WEEKEND 19 SETTTEMBRE - 20 SETTEMBRE

Titolo: non oggi

Personaggi: Apollo; Giacinto. Apollo/Giacinto.

Prompt © Aika Morgan. Mitologia greca. Apollo/Giacinto - "riposo sulla riva di un fiume".

OoOoOoOoOoO

Il mormorio basso del fiume si mescola ai loro respiri quieti, i petti che si alzano e si abbassano carezzati dalle dita di Helios.

Il disco di Giacinto giace abbandonato sull’erba verde, bronzeo come i suoi capelli. Apollo ammira i lineamenti del viso giovane, addolciti dal rilassamento del casto bacio di Morfeo. Con un dito, segue il profilo del naso – la base, tra gli occhi, la linea dritta che culmina nella punta decisa senza essere affilata.

Scende sulle labbra dischiuse, e il fiato di Giacinto gli carezza il polpastrello, regolare come un'onda.

Non è stato sempre suo, questo principe di Sparta così diverso dai rudi Lacedemoni che abitano la terra pietrosa di cui un giorno, persa la spensieratezza della verde età, solo sosterrà il peso.

Un giorno...

Creature di eternità, le ore scorrono per gli dei rapide come le gocce d’acqua che danzano incessantemente sul letto di un fiume senza fine.

Apollo chiude la mente quanto può a quei pensieri, ma dentro di sé comprende che il suo tempo, che il loro tempo è limitato: a che pro, dunque, dedicarsi a quegli impegni sempre uguali che colmano l’esistenza perpetua della sua divinità?

Cosa importa che un mortale senza nome da qualche parte in Ellade per sua intercessione si salvi ancora una volta dall’inevitabilità Morte, se la risata di Giacinto non si unisce alla cetra in una canzone che faccia sentire lui per primo vivo, salvato?

Che importa se lo stilo tradisce il poeta, la corda, il musico, se Apollo non può ascoltare la melodia dei gemiti di Giacinto che, sotto di lui, lotta per sopravvivere al loro piacere condiviso?

Che, che importa se la Pizia tace nel ventre di Delfi, portando uomini e popoli alla rovina, se i giorni in cui Apollo potrà abbracciare quel corpo, godere del suo calore, sono comunque contati?

Lui, che è dio e non può esser distrutto, non ha bisogno di profezie per sapere che un giorno un riposo più eterno di quello che ora lo avvolge calerà sull’amante, e quel giorno, Apollo sfiorerà la Morte senza poterla abbracciare.

E Giacinto gli sfuggirà dalle dita, come l’acqua del fiume, come quegli attimi assieme.

Qui, ora, le lunghe ciglia del giovane fremono, incorniciano gli occhi neri socchiusi, da dove iridi come bacche di gelso lo spiano.

Apollo risponde allo sguardo con una carezza gentile su uno zigomo affilato, e il sorriso del principe scaccia ogni ombra, una volta ancora, come sussurrasse al Destino non oggi.

 

   
 
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