Titolo: non oggi
Personaggi: Apollo; Giacinto. Apollo/Giacinto.
Prompt © Aika Morgan. Mitologia greca. Apollo/Giacinto - "riposo sulla riva di un fiume".
OoOoOoOoOoO
Il mormorio
basso del fiume si mescola ai loro respiri quieti, i petti che si
alzano e si abbassano carezzati dalle dita di Helios.
Il disco di
Giacinto giace abbandonato sull’erba verde, bronzeo come i suoi
capelli. Apollo ammira i lineamenti del viso giovane, addolciti dal
rilassamento del casto bacio di Morfeo. Con un dito, segue il profilo
del naso – la base, tra gli occhi, la linea dritta che culmina
nella punta decisa senza essere affilata.
Scende sulle labbra dischiuse, e il fiato di Giacinto gli carezza il polpastrello, regolare come un'onda.
Non è stato sempre suo, questo principe di Sparta così diverso dai rudi Lacedemoni che abitano la terra pietrosa di cui un giorno, persa la spensieratezza della verde età, solo sosterrà il peso.
Un giorno...
Creature di
eternità, le ore scorrono per gli dei rapide come le gocce
d’acqua che danzano incessantemente sul letto di un fiume senza
fine.
Apollo chiude la mente quanto può a quei pensieri, ma dentro di sé comprende che il suo tempo, che il loro
tempo è limitato: a che pro, dunque, dedicarsi a quegli impegni
sempre uguali che colmano l’esistenza perpetua della sua
divinità?
Cosa importa
che un mortale senza nome da qualche parte in Ellade per sua
intercessione si salvi ancora una volta dall’inevitabilità
Morte, se la risata di Giacinto non si unisce alla cetra in una canzone
che faccia sentire lui per primo vivo, salvato?
Che importa se
lo stilo tradisce il poeta, la corda, il musico, se Apollo non
può ascoltare la melodia dei gemiti di Giacinto che, sotto di
lui, lotta per sopravvivere al loro piacere condiviso?
Che, che
importa se la Pizia tace nel ventre di Delfi, portando uomini e popoli
alla rovina, se i giorni in cui Apollo potrà abbracciare quel
corpo, godere del suo calore, sono comunque contati?
Lui, che
è dio e non può esser distrutto, non ha bisogno di
profezie per sapere che un giorno un riposo più eterno di quello
che ora lo avvolge calerà sull’amante, e quel giorno,
Apollo sfiorerà la Morte senza poterla abbracciare.
E Giacinto gli sfuggirà dalle dita, come l’acqua del fiume, come quegli attimi assieme.
Qui, ora, le
lunghe ciglia del giovane fremono, incorniciano gli occhi neri
socchiusi, da dove iridi come bacche di gelso lo spiano.
Apollo risponde
allo sguardo con una carezza gentile su uno zigomo affilato, e il
sorriso del principe scaccia ogni ombra, una volta ancora, come
sussurrasse al Destino non oggi.