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Autore: Lady Nobody e Pankun    25/09/2015    0 recensioni
Nella vita bisogna provare per poter riuscire in qualcosa.
E Nico spera segretamente di riuscire in qualcosa di molto importante, quindi si butta e ci prova.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jason Grace, Jason/Nico, Nico di Angelo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angolino piccino picciò per spiegare alcune cose:

Questa storia la dedico alla mia ragazza perché la Jasico è stata la nostra prima vera ship che ci abbia preso davvero tanto ed è quindi attraverso di loro, soprattutto attraverso Nico, che voglio farle capire quanto io la ami e cosa io provi quando stiamo insieme. Ci sono anche delle piccole cose che forse riconoscerà...chissà...



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Era ormai Settembre, il vento soffiava fresco tra le fronde degli alberi e l'aria sarebbe stata carica di pioggia anche lí al Campo se non fosse stato per la barriera magica...
O almeno si sarebbe potuto dire così se non fosse stato per il fatto che quel giorno, molto probabilmente, il Signor. D era di cattivo umore ed aveva deciso che tutti i ragazzi rimasti lì dopo le vacanze avrebbero usufruito del primo temporale dopo mesi e mesi di bel tempo.
 
Se ne stavano tutti rintanati nelle proprie cabine, chi fissando le prime gocce scivolare lungo i vetri delle finestre, chi giocando alla xbox come i ragazzi della casa di Ermes, oppure gustandosi la primissima cioccolata calda della stagione. 
Mano a mano che la mattinata passava la pioggia si faceva sempre più forte, così come il vento ed era possibile udire il mare ingrossato ululare sulla costa, mentre gli alberi della foresta si piegavano come giunchi e le ninfe si nascondevano come meglio potevano.
Per quanto lo riguardava, Nico di Angelo se ne stava seduto dentro la propria cabina, riarredata da lui personalmente con dei mobili più normali, a fissare la pioggia con il gomito appoggiato al davanzale e il viso abbandonato sul palmo candido della mano.
Gli piaceva la pioggia e il su odore, ma per nessun motivo al mondo sarebbe uscito con quel tempaccio, neanche per andare a prendere qualcosa da mangiare! Anche perché certe giornate lo facevano sentire estremamente nostalgico e sottotono.
I suoi pensieri vagavano incontrollati tra i ricordi, rivangando cose anche spiacevoli ed oscurando la vita normale e quasi godibile che stava vivendo in quell'ultimo periodo che la gente non lo guardava più come se fosse la morte ambulante e che finalmente era riuscito a superare la fase "Percy".
Ma la mente si sa, gioca sempre brutti scherzi per farci cadere in quella melma vischiosa e soffocante che ci fa vedere tutto nero.
 
Ed è proprio mentre sta piano piano lasciando che quelle nere sabbie mobili si impossessino di lui e del suo umore che sente un rumore provenire dal tetto...
Si, non si era sbagliato, quello era sicuramente il tetto che faceva riecheggiare i colpi di qualcosa o qualcuno. Si alzò, l'espressione truce e corrucciata mentre si solleva dalla sedia, strappato ormai da quel torpore di negatività e si dirige vero la scala a chiocciola che conduceva su.
Fortunatamente aveva avuto la brillante idea di portarsi appresso un ombrello abbastanza solido anche contro il vento.
Una volta aperta la porta in legno massiccio della botola, una folata di vento rischiò di fargli perdere l'equilibrio, ma fortunatamente era abbastanza allenato per mantenere la propria posizione e fare gli ultimi due scalini, issandosi con una mano mentre con l'altra reggeva l'ombrello nero che con tutto quel vento a ben poco serviva.
Assottigliò lo sguardo per vedere la causa del rumore attraverso la pioggia sempre più fitta e per poco non fece volare via l'ombrello per lo stupore.
 
"GRACE??!"
 
Il cognome del ragazzo a pochi metri da lui gli uscì in un grido un po' perché doveva sovrastare il rumore della pioggia, un po' perché quasi non riusciva a credere ai propri occhi.
Il figlio di Giove era atterrato sul suo tetto e ora se ne stava in piedi sul parapetto, le braccia spalancate ed il viso sorridente rivolto verso il cielo, mentre il suo corpo, fasciato da jeans e una maglietta a maniche corte del Campo, era estremamente visibile a causa dei materiali zuppi e aderenti.
Quando si sentì chiamare portò lo sguardo sul figlio di Ade, sorridendo ancora di più ed avvicinandosi fino ad arrivare a pochi passi da lui, osservandolo dall'alto.
 
"Hey Nico, come va?"
 
Il suo tono era calmo e tranquillo, decisamente fuori luogo in quel momento.
Nico sollevò un sopracciglio, ponderando se Jason fosse semplicemente un completo idiota di suo o se avesse battuto forte la testa nell'atterraggio.
 
"Ti sembra il luogo per una conversazione, Grace?"
 
"Perché, cosa c'è che non va?"
 
"...tu...hai notato che sta diluviando,  e che la mia cabina ha un interno, caldo e ASCIUTTO dove possiamo parlare...vero?"
 
Si portò una mano sul fianco, fissandolo dal basso con aria scocciata e vagamente preoccupata che si fosse fatto davvero male.
 
"Ma i temporali e la pioggia sono bellissimi-- ECHÚ!"
 
Il ragazzo biondo si coprì il volto con entrambe le mani, chiudendo gli occhi mentre rilasciava quello starnuto potentissimo, smettendo di sorridere per qualche secondo.
Quando non avvertì più la pioggia battere sopra il suo corpo muscoloso e bagnato, portò lo sguardo confuso a fissare il cielo, ma l'unica cosa che vide fu puro nero.
Abbassando lo sguardo vide l'espressione esasperata con gli occhi al cielo di Nico. Lo stava...proteggendo dalla pioggia...
 
"Ma Nico non--"
 
"Stai zitto, Grace! Non mi importa se sei figlio di Giove, se continui a inzupparti così ti verrà un accidenti!"
 
Imprecando a denti stretti lo prese per mano e lo trascinò verso la botola ma mentre camminava si accorse che i propri piedi non toccavano più il suolo. Un grido acuto e strozzato gli uscì dalla gola e il suo primo istinto fu quello di arrampicarsi alla prima cosa disponibile. In quel caso, Jason. 
Il secondo istinto fu quello di voltarsi verso di lui, gli sguardi praticamente alla stessa altezza, e di guardarlo malissimo.
 
"Fammi scendere immediatamente! Non è divertente, Grace!"
 
"Ahaha non ti preoccupare, non ti farò cadere~"
 
"NON È QUESTO IL PUNTO! STA DILUVIANDO E NON MI VA DI VOLARE ED ESSERE COLPITO DA UN FULMINE!"
 
"Tu sai che posso controllarli...vero? E comunque non voglio sentire storie, devo portarti in un posto."
 
"Non potremmo andarci con uno dei miei portali??"
 
Il biondino scosse la testa, un sorriso perenne stampato sulle labbra e anche negli occhi azzurri e meravigliosi. Ah, era facile distrarlo con quegli occhi...
Sospirò, non doveva pensare a certe cose, Jason era un amico, il primo che avesse avuto a dirla tutta e non...non era il caso soffermarsi su certi dettagli che gli facevano accelerare il battito cardiaco da ormai diversi mesi.
 
"E va bene, ma almeno sbrigati!"
 
Jason lo sistemò meglio, prendendolo a mo' di principessa e con uno scatto verso l'alto portò entrambi al di sopra delle nuvole grigie, dove il sole splendeva ed il cielo era sereno. Guardare giù e vedere quel manto grigio era davvero un'immagine suggestiva anche per Nico e strinse leggermente di più le braccia intorno al collo dell'altro.
 
"Come pensi di arrivare a destinazione? Non penso tu riesca a volare per così tanto tempo con me in braccio."
 
"Infatti chiederemo un passaggio"
 
Jason gli fece l'occhiolino e fischiò tre volte, richiamando un groviglio di nuvole tempestose dalla forma di pegaso e in un istante stavano sfrecciando nel cielo terso.
Per tutto il viaggio rimasero in silenzio, a parte alcuni istanti dove Nico cercava di farsi dire dove stessero andando e Jason gli rispondeva che gli sarebbe piaciuto con quel suo sorriso compiaciuto ed ebete.
Alla fine si era rassegnato, limitandosi a stringersi a Jason da dietro, avvertendone il calore e trovandolo involontariamente molto piacevole.
 
Le nuvole lasciarono spazio alle case e ai grattacieli molto presto e per l'atterraggio scelsero il boschetto di un parco isolato.
Una volta smontati Nico incrociò le braccia al petto, fissando Jason con un sopracciglio sollevato.
 
"Allora? Era qui che volevi portarmi?"
 
Il ragazzo rise leggermente, scompigliandogli con una mano i capelli corvini e incamminandosi verso il sentiero che portava fuori da lì.
 
"Con calma, ogni cosa a suo tempo. Ti va un gelato?"
 
Mentre gli camminava affianco, Nico continuava a chiedersi quale fosse lo scopo di quella scampagnata e cosa frullasse per quella testolina bionda.
 
"Uhmm va ben--"
 
Non riuscì a finire la frase che Jason gli parò davanti un cono gelato comprato a tempo di record, rischiando per altro di spiattellarglielo in faccia visto che non stava guardando davanti a sé. 
 
"Cioccolato fondente e caramello salato, giusto?"
 
Il suo sorriso era caldo e quasi abbagliante, tanto che dovette concentrarsi sul cono che tentennante prese tra le mani, dandogli una prima leccata per assaggiarlo. Era davvero buono, specialmente perché era da troppo che non se ne concedeva uno e, in fondo, anche perché era stato Jason ad offrirglielo. Quel pensiero gli parve talmente tanto stupido ed imbarazzante che gli sfuggì un piccolo sorriso immancabilmente notato dal ragazzo che, dopo aver pagato il vecchio venditore ambulante, gli mise un braccio intorno alle spalle, facendolo trasalire.
 
"Ehm...te che hai preso?"
 
Provò a chiedergli per distrarsi da quel gesto improvviso che gli aveva quasi mandato in pappa il cervello.
Da quando era COSÌ tanto fisico Jason? Certo, gli abbracci non erano mai mancati in certe occasioni ma ora non si stava esagerando?
Non che gli dispiacesse, solo che...lo confondeva in quel modo, gli faceva nascere vane speranze.
 
"Tutto nocciola, ovviamente!"
 
La giornata passò in un battito di ciglia tra una passeggiata per la città, una visita al suo museo preferito nel quale parlò e parlò quasi fosse un'altra persona e una meravigliosa tappa al negozio più fornito in assoluto di carte da gioco. Aveva cercato di sembrare indifferente a quella passione che negli ultimi anni aveva tenuto nascosta agli altri, ma vedere il mazzo completo in edizione limitata di Mythomagic gli fece perdere diversi battiti e alla fine, pur essendo davanti a Jason, cedette e lo comprò, vergognandosi e desiderando di piangere dalla gioia allo stesso tempo.
Alla fine si era persino dimenticato di farsi dire il motivo di quella gita fuori porta per quanto era stato...bene da solo con lui...
 
"Quel ristorante italiano era davvero buono, non trovi?"
 
Commentò Jason mentre lo aiutava a salire in groppa al pegaso quando ormai il sole stava tingendo il cielo di arancione e rosa ed i cani nel parco abbaiavano dietro ai padroni che stavano rientrando a casa.
Nico aggrottò le sopracciglia, facendo una piccola smorfia.
 
"Gli spaghetti erano scotti, in verità e mancava il sale, non c'è crimine più grave!"
 
"Davvero?? A me sembravano...buoni"
 
Una volta che sue braccia furono assicurate intorno alla vita del biondino, Nico scrollò le spalle, sospirando.
 
"Dovrò farti assaggiare della vera pasta un giorno"
 
"Sai cucinare?"
 
Jason si voltò leggermente per guardarlo con tanto d'occhi e Nico sollevò il mento con orgoglio e sfida.
 
"Certo che so cucinare, Grace!"
 
"Oh beh, allora non vedo l'ora di assaggiare la tua cucina~"
 
C'era qualcosa di estremamente allusivo in quelle parole, ma probabilmente era la sua immaginazione che lo spingeva a dipingere scenari di vita normale...
Abbassò lo sguardo, fissando l'erba ormai leggermente bagnata dall'umidità della sera che stava calando.
 
"Forse un giorno..."
 
Borbottò più a sé stesso che a Jason nel momento in cui spiccarono il volo nel cielo che sembrava una tavolozza di colori caldi.
 
Quando arrivarono al campo era ormai buio e tutti quanti erano rientrati nelle proprie case, le luci interne accese e il vociare ancora udibile dall'esterno, ma invece di separarsi per andare ognuno nella rispettiva direzione, Jason lo afferrò per la mano e cominciò a trascinarselo dietro in direzione della spiaggia.
 
"Hey, hey Grace, cosa cavolo stai--"
 
"SORPRESA!!"
 
Per poco non gli veniva un infarto nel sentire tutte quelle voci di punto in bianco e gli ci volle qualche istante per capire cosa stesse succedendo.
Sulla spiaggia c'era un enorme falò acceso e praticamente tutto il campo era lì sotto un enorme striscione che recitava "BUON COMPLEANNO" scritto in lettere viola glitter, scelta abbastanza peculiare, forse delle ragazze della casa di Afrodite...
E in prima linea rispetto a tutti gli altri, se ne stavano quelli che ormai aveva imparato a ritenere e chiamare (anche se solo di tanto in tanto) i suoi amici, tutti sorridenti e con dei pacchetti in mano.
Inutile dire che era rimasto immobile a fissare la scena come se non riuscisse a metabolizzare la cosa.
Improvvisamente sentì il braccio di Jason sfiorare il suo e sollevò lo sguardo, incontrando un sorriso talmente dolce che credette di sciogliersi davanti a tutti.
 
"Buon compleanno fratellino!"
 
Disse Hazel andandolo a stringere in un abbraccio stritolatore.
 
"Te ne eri dimenticato, non è vero?"
 
"Ehm effettivamente si..."
 
"Lo sospettavamo, per questo abbiamo deciso di organizzare una festa a sorpresa con l'aiuto di Chirone e...Jason"
 
Intervenne Reyna, le mani appoggiate suo fianchi e un mezzo ghigno sulle labbra.
 
"E credo che sia stato un ottima distrazione~"
 
Avrebbe voluto colpirla con qualcosa in quel momento. Lei, essendo la sua migliore amica, sapeva cosa provava per Jason e quelle allusioni in pubblico...semplicemente lo imbarazzavano!
 
"Ho solo cercato di fare del mio meglio"
 
Replicò il ragazzo in questione passandosi una mano sulla nuca, anche lui evidentemente in imbarazzo.
Di lì a poco vennero tutti risucchiati in un turbine di musica, cibo e chiacchiericcio e solo per pura fortuna Nico riuscì a prendere da parte Reyna e parlarle senza aver bisogno di gridare.
 
"È stata un'idea sua se proprio vuoi saperlo, è da circa un mese che va avanti con questa storia della festa a sorpresa, voleva farti vedere quanta gente ci tenesse in realtà a te...fidati, è cotto a puntino"
 
"Reyna! Non è vero, non...noi siamo solo amici!"
 
Davvero aveva organizzato tutto quello solo per lui? Il solo pensiero lo fece arrossire leggermente sulla punta delle orecchie. Era difficile non cominciare a pensare come Reyna ma...dopo tutto era una cosa che anche gli amici facevano, no?
 
"Uhu, si certo, guarda un po' chi viene verso di noi~"
 
E con una risatina e una spintarella lo fece quasi capitombolare ai piedi di Jason.
 
"Hey, io...uhm ti avrei preso questo..."
 
In una mano teneva un sottilissimo pacchetto avvoltolato alla bene e meglio in una carta regalo con la decorazione natalizia e una coccarda rossa lucida. Si capiva che ci si era messo d'impegno e già solo quello bastò per farlo sorridere.
E poi era un regalo da Jason!
Lo scartò con molta cura, evitando di stappare la carta e quando ne vide il contenuto gli mancò il respiro.
Rimase a fissare il primo volume degli Young Avengers and Runaway, edizione originale, per quelli che gli parvero secoli passato con il fiato mozzato.
Non riusciva quasi a crederci e quando si risvegliò da quella specie di trance dovette reprimere il forte desiderio di saltargli al collo e baciarlo.
 
"Ecco, so che ti piacciono i supereroi e Hazel mi ha detto che questa saga è una delle tue preferite e..."
 
"È bellissimo! Grazie Jason!"
 
Il nome del ragazzo gli scivolò via dalle labbra ed era dolce, molto dolce, come il sorriso che volente o nolente gli stava rivolgendo e che doveva averlo spiazzato. Non poteva darlo per certo per via dei riflessi della luce del falò che gli accarezzavano il volto, tingendolo di arancione, ma gli parve che fosse arrossito un poco sulle guance...
Di certo la cosa lo aveva sorpreso, ma non fu niente in confronto a quello che accadde dopo.
Lo vide chinarsi leggermente per raggiungere il suo livello ed i loro occhi si incrociarono, dicendosi mille cose che le loro bocche non avrebbero mai osato dire e allo stesso tempo senza dirsi niente ma semplicemente perdendosi gli uni in quelli dell'altro. E poi le labbra di Jason si posarono piano sulla sua guancia, in un piccolo bacio che sapeva di imbarazzo e goffaggine.
 
"Tanti auguri, Nico. Mi sono divertito molto oggi, potremmo...potremmo rifarlo...se ti va"
 
Gli stava davvero chiedendo quello che gli stava chiedendo o aveva sentito male? Dietro Jason scorse Reyna che se ne stava tranquillamente appoggiata a un albero e mimava con le labbra “dì di si, scemo”.
Riportò gli occhi neri verso l'alto, mentre con una mano stringeva di più il fumetto accuratamente riposto in una foderina di plastica.
Doveva o non doveva?
Faceva bene a interpretare in quella chiave tutto quello che gli veniva detto?
Prese un profondo respiro e buttò fuori l'aria insieme a tutte le proprie ansie.
Doveva almeno provarci.
 
"Si, perché no?"
 
  
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