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Autore: Roylove    26/09/2015    4 recensioni
Mandy è una ragazza di 21 anni, orfana purtroppo , vive a Londra in un orfanotrofio ma ancora per poco. Ama scrivere , scrive veri e proprie storie di come sogna la sua vita, storie purtroppo non apprezzate da Miss. Ponfy la tutrice dell'orfanotrofio. Ma troverà qualcuno disposto a leggere le sue storie, qualcuno che la sprona a dare il massimo e a raggiungere uno dei suoi obbiettivi . Sperando che questa storia vi piaccia , vi lascio alla lettura.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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~~Mandy è una ragazza di 21 anni, orfana purtroppo , vive a Londra in un orfanotrofio ma ancora per poco. Ama scrivere , scrive veri e proprie storie di come sogna la sua vita, storie purtroppo non apprezzate da Miss. Ponfy la tutrice dell'orfanotrofio. Ma troverà qualcuno disposto a leggere le sue storie, qualcuno che la sprona a dare il massimo e a raggiungere uno dei suoi obbiettivi . Sperando che questa storia vi piaccia , vi lascio alla lettura.

 

 

 

 

 

Quella mattina di fine Giugno , Mandy come al solito si era alzata tardi, Miss. Ponfy l'avrebbe uccisa anche oggi , sicuro.
Scese con cautela e in cucina trovò solo tre bambini dell'orfanotrofio.
-Vai tranquilla non c'è l'arpia.- A parlare fu una bambina di appena 7 anni, con una piccola fetta di pane e marmellata tra le labbra.
-Ah no? E dov'è andata?-Chiese Mandy sedendosi a tavola.
-Non lo sai? Marcus è stato bocciato e i professori vogliono parlare con lei.-Rispose un altro bambino.
-Povero Marcus, chissà cosa gli aspetta!-Rise Mandy.
-Di sicuro tante botte!-Disse l'altra bambina.
Mandy mentre ascoltava le risate degli altri bambini si stava preparando pane e marmellata per uscire.
-Mandy, dove vai?-Chiese un bambino.
-Oh beh mi cambio e vado al parco, mi serve concentrazione.-Mandy fece l'occhiolino ai tre, dopodiché salì nella sua stanza.
Le pareti grigie erano addobbate da disegni fatti da Mandy e dai bambini che erano passati li in tutti gli anni che viveva in quel posto, chi è stato adottato e chi trasferito, ma Mandy ha voluto bene ad ognuno di loro.
Nella sua stanza c'era solo un letto, una scrivania , un armadio ed infine una vecchia libreria, con pochi libri, ma ben tenuti.
Si preparò in fretta , mise un jeans blu, una t-shirt rosa e pettinó i suoi lunghi capelli color miele con piccoli boccoli alle punte.
-Ragazzi io vado, non fate danni!-Disse lei uscendo con la sua tracolla in spalla.
Vide i bambini pulire le tazze della colazione in cucina, sapeva che non avrebbero fatto danni, erano piccoli, ma molto responsabili e sapevano cavarsela da soli.
Uscita da quel posto perché casa non si poteva chiamare , si diresse verso il parco più vicino, 5 minuti a piedi ed arrivò in un meraviglioso parco con un laghetto, la gente passava ancora di rado così si poteva concentrare meglio.
Si mise sotto un albero per ripararsi dal sole,cacciò il blocco con la penna ed iniziò a scrivere qualche abbozzo per il suo libro, ma ogni cosa scrivesse sembrava essere ridicola e banale.
-Così nonnon va.... Credo che non faccia per me.-Disse mentre strappava un altro foglio dal blocco, era arrivata già a 7 fogli.
Poggió la testa al tronco dell'albero e chiuse gli occhi, si rilassó solo per un attimo. Quando sentì un cosa umida nel suo orecchio scattò di lato.
Era un cane bianco e nero, a pelo lungo, con un occhio azzurro e uno marrone.
-Ciao bel cagnolino!-Disse lei avvicinandosi piano.
Il cane di grandezza media si avvicinò a lei con fare amichevole, come se volesse giocare.
-Te ne stai tutto solo come me? Il tuo padrone dov'è?- Lo accarezzó, era davvero soffice e profumava di pulito.
Poi il cane annusó il blocco da scrivere e guardò Mandy.
-Oh già, sai io scrivo, non ho idee buone al momento, ma scrivo.-Rise continuando ad accarezzare .
D'un tratto il cane afferrò il blocco ed iniziò a correre .
-Hey tu fermo! È il mio blocco!-Ma il cane non si fermò, continuò dritto verso il laghetto.
Mandy raccolte le sue cose lo iniziò a rincorrere il cane, passò vicino il laghetto ma il cane non parve minimamente stanco, Mandy invece era esausta e si fermò lasciando correre il cane.
Lo vide sparire dietro un grosso albero molto vecchio e decise di raggiungerlo cogliendolo però di sorpresa .
Quindi, non appena si accostó all'albero vide la coda del cane scondinzolare non appena agì per prendere il cane l'unica cosa che prese fu la terra.
-Accidenti!-Disse lei a terra , ma notò che davanti a lei c'era qualcuno.
Quando si alzò vide un uomo che leggeva il suo blocco e rideva.
-Non lo prenderai mai, non ama farsi prendere.-Rise l'uomo senza staccare gli occhi dal blocco.
-Mi scusi se l'ho disturbata, ma vede, il suo cane ha preso il mio blocco.-Disse lei indicando l'oggetto nelle mani dell'uomo.
-Oh quindi questo è tuo? Mi scuso per Remus ma a volte fa di testa sua.-Disse l'uomo porgendo il blocco a Mandy.
-Grazie Signore.-
-Sai mi piace molto come scrivi, hai molta fantasia.-Sorrise lui.
-Grazie ma non credo di essere così brava, non per l'obbiettivo che mi sono fissata.-Il sorriso di Mandy sparì, intanto scrutava quell'uomo.
Avrà avuto sulla quarantina, capelli quasi sul biondo cenere, occhi azzurri, magro e pallido, era ben vestito con pantaloni marroni, camicia color panna e una giacca dello stesso colore dei pantaloni.
-E mi dica signorina....-Era un modo gentile per chiedere il suo nome.
-Mandy Thompson .-
-Bene signorina Thompson, mi dica, qual'è il suo obbiettivo attuale?-Chiese poi l'uomo.
-Scrivere un libro, signor...-A quel punto anche lei era curiosa di sapere come si chiamasse lui.
-Nathan Thewlish . Beh è un bell'obbiettivo, molto impegnativo, e di cosa parlerebbe?-
-Beh, non so, questo è il punto.-
-Signorina Thompson, le do un consiglio.... Le migliori idee vengono quando meno ce le aspettiamo, aspetti, vada in giro con un blocco e se le viene qualche idea, anche a cena, in bagno, scriva! Non pensare a cosa dice la gente se la vede in mezzo la strada a scrivere.-Quell'uomo sembrava saperla lunga.
-Lei è uno scrittore?-Chiese lei.
-Una specie si, ma sono fermo da un po'. Mi limito a dare consigli per ora .-Rise lui.
-La ringrazio.-Sorrise lei.
-Oh è un piacere, mi fa piacere aiutare giovani scrittori e se un giorno pubblicherà qualche libro, sarò il primo a comprarlo.-L'uomo con un grosso sorriso le fece l'occhiolino .
-Beh è mezzogiorno è ora che io e Remus torniamo a casa.-Detto questo si alzò  e fece un fischio al cane che torno subito dal padrone.
-Se vorrà altri consiglio , noi saremo qui tutti i giorni a quest'ora. Buona giornata signorina.-
-Buona giornata signor Thewlish.-Disse Mandy sorridendo .
Li vide allontanarsi e solo quando sentì il big ben suonare si ricordò dell'ora.
-Sono morta!-Esclamò correndo più veloce possibile attraverso il parco.
Sarebbe arrivata tardi per il pranzo e la signora Ponfy l'avrebbe sgridata se non di più.
Come già si era immaginata la signora Ponfy già era arrabbiata ed il suo ritardo l'aveva fatta infuriare e la lasciò senza pranzo, dopo che l'aveva sgridata e gli aveva dato due ceffoni.
Ormai Mandy era abituata a quelle cose tanto da non provare neanche più dolore quando la menava.
Si rifugió in camera sua e si mise sdraiata sul letto, non aveva idee , però seguì il consiglio di quell'uomo, aveva sempre accanto a se un blocco da scrivere ed una penna.
Solo all'ora di cena scese assieme agli altri e finalmente addentó qualcosa da mangiare, un po' di pollo con i broccoli e le patate, cucinato dalla cuoca Mildred Nocera, Italo inglese.
-Mandy lo sai che non voglio che tu tenga oggetti sul tavolo quando mangiamo.-Disse la tutrice senza alzare lo sguardo dal piatto.
La signora Ponfy era tipo le classiche tutrici , un po' grasse, vecchia, acida e i capelli grigi in uno chignon. Vestiva sempre con i soliti abiti neri il che rendeva l'orfanotrofio ancora più triste.
-Va bene se lo metto sulle gambe?-Chiese Mandy.
-No.-Disse secca lei.
-A terra? -
-Nemmeno.-
-Allora dove lo posso mettere?-
-Dove sta bene, in camera tua.-
Mandy sospirò e lo mise sulle gambe.
-Non mi hai sentito? In camera tua.-Questa volta la tutricr si giró con lo sguardo verso si lei e visto che a Mandy non andava di essere schiaffeggiata ancora una volta, decise di posare il blocco in camera.
-Bambini non seguite mai l'esempio di Mandy.-Disse la tutrice quando Mandy tornò al tavolo.
I bambini rimasero muti e Mandy chinó il capo sul piatto.
-Dopo Mandy ti voglio parlare nel mio ufficio.-
-Si signora Ponfy.-
Dopo cena Mandy si recò nell'ufficio dell'arpia e già sapeva dove voleva andare a parare.
-Quanti anni hai Mandy?-
-Ventuno signora.-
-E questo vuol dire...-
-Che ho superato l'età per stare qui.-
La signora Ponfy la guardava severa .
-E tu sai che o trovi un lavoro e vai a vivere per conto tuo, oppure continui a stare qui , però andando all'università, ma anche se fosse la seconda opzione due anni e saresti automaticamente fuori.-
-E quindi?-Chiese Mandy.
-Quindi o trovi un lavoro prima della fine dell'estate o ti mando in un college dove puoi dimenticare i tuoi cari libri.-Disse secca la signora Ponfy.
-Cercherò di trovare lavoro prima di fine agosto.-Decise Mandy.
-Molto bene, almeno sarai utile a qualcosa.-La signora Ponfy pensava che i ragazzi non fossero buoni a niente.
-Posso andare?-Chiese Mandy.
-Si vai!-Detto questo la tutrice si girò e continuò con le sue scartoffie.
Quando Mandy aprì la porta che l'avrebbe portata al corridoio trovò tutte e quattro i bambini li davanti.
-Che ci fate qui?-
-Te ne andrai?-
-Come faremo senza di te?-
-Non lasciarci!-
-Chi ci difenderà dalla Ponfy?-
Le domande dei bambini erano disperate, amavano Mandy e separarsi da lei era davvero una cosa dura.
-Oh, venite qui. Sapete, ormai sono diventata grande, devo andare a lavorare, non posso restare qui in eterno.-Li abbracció amorevolmente.
-Ora andate a letto che è tardi.-Rise lei con tono dolce ma autoritario.
I bambini corsero a letto e lei anche andò in camera sua, si buttò sul letto e senza neanche mettersi il pigiama si addormentó

  
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