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Autore: AnaNeko94    26/09/2015    2 recensioni
Il sangue, la cosa più prelibata per i vampiri, un umana dal sangue speciale, un'umana a conoscenza di troppo cose.
"Tisha Komori, da quella notte fu lei il mio principale pensiero"
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaname Kuran, Nuovo Personaggio, Senri Shiki, Zero Kiryu
Note: Lime, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Il cedimento della maledizione.



Si era placata appena qualche istante, prima di tornare a dimenarsi con ogni briciolo di forza che possedeva. I suoi occhi assetati mi osservavano come se non desiderasse altro che farmi a brandelli e come se riempirsi la bocca di sangue fosse l'unico obbiettivo che aveva.
-Sta ferma- bisbigliai con un filo di voce, conscio che qualunque tono avessi usato non sarebbe mai arrivato alle sue orecchie.
Era scocciante e faticoso trattenerla, eppure se avessi allentato di poco la presa, non avrebbe esitato un solo istante ad attaccarmi. Non avevo la più pallida idea del motivo per cui Kuran mi avesse chiesto di potarla in quel rudere desolato, nè tantomeno come mai il suo subconscio riconoscesse quel luogo.
Quello che era chiaro era che lui fosse a conoscenza delle sue potenzialità, cosa che non si poteva dire di me.
Continuavo infatti a domandarmi cosa avesse in mente per lei e come sperasse di poterla sfuttare a proprio vantaggio. Sembrava un livello E sotto ogni punto di vista: era assetata, priva di coscienza, con il viso deturpato dalle zanne e da un paio di famelici occhi vermigli.
L'unico dettaglio utile pareva essere la sua capacità di ferire i vampiri senza che essi potessero rimarginarsi a loro piacimento, ma la sua mancanza di controllo la rendeva incontrovertibilmente un'arma a doppio taglio.
Era una bestia cieca e sanguinaria che senza alcun timore si sarebbe gettata alla gola persino di un sanguepuro. Non le importava di ferirsi o di consumare senza ritegno le proprie energie, o avrebbe smesso di dimenarsi già da tempo.

Ciononostante Kuran mi aveva chiesto di portarla al sicuro, di tenerla nascosta fino a suo ordine, come se avesse ben altri progetti per lei e non avesse intenzione di condividerla con nessun altro.
Sospirando mi arresi all'idea di decifrare la mente del capodormitorio e lentamente scesi la scalinata nascosta al di sotto della botola, per poi richiudere quest'ultima alle mie spalle.
Una volta serrata, mi stupii del fatto che nemmeno uno spiraglio di luce filtrasse all'interno di quel piano interrato, a tal punto che solo un vampiro sarebbe stato capace di adattare i propri occhi a quella profonda oscurità. Fortunatamente io lo ero, quindi dopo un singolo battito di ciglia, riuscii a mettere a fuoco ogni singolo dettaglio della stanza.
Ai piedi della scalinata si apriva infatti un salottino in classico stile europeo, con al centro un ampio tappeto di ottima fattura ed un tavolo basso, in legno scuro, che separava tra loro un divano ed un paio di poltrone bombate. Nella parete di fronte vi era un imponente caminetto in marmo bicromo, curiosamente riempito di legna, come se fosse pronto per essere utilizzato, così come un antico pianoforte verticale, sistemato nel lato opposto della stanza. Vi erano persino un paio di porte, in costoso legno massello, che lasciavano intendere una planimetria ben più ampia.
Una perfetta abitazione per vampiri: buia, nascosta, lussuosa.
Probabilmente sarebbe stato interessante vedere per intero il luogo in cui Kuran mi aveva condotto, ma d'altra parte trascinarsi dietro quella ragazza impazzita sarebbe stato fin troppo fastidioso, così mi abbandonai sulla superificie soffice del divano.
Poggiai il capo su un bracciolo e i talloni su quello opposto, quindi sollevai il corpo della guardiana a mezz'aria, lasciandola sospesa sopra di me. Stancamente mi premetti un braccio sulla fronte e annoiato dal suo stupido dimenarsi piantai i miei occhi nella sua figura.
Per quanto tempo avrei dovuto resistere?
Quel dannato sanguepuro non si era preso la briga di fornirmi il benchè minimo indizio su quali fossero i suoi piani, quindi non avevo la più pallida idea di come dovessi comportarmi nè tantomeno cosa dovessi aspettarmi da lei.
Per ore la scena che si prospettava di fronte ai miei occhi fu sempre la stessa: un incontenibile livello E che tentava costantemente di liberarsi e
di farmi a brandelli.
La situazione sarebbe mai cambiata?
Più la osservavo, più ero conscio che nulla in lei fosse ancora umano, per quanto assurda fosse l'idea che il sangue di uno come Zero fosse stato in grado di trasformarla.
La sua pelle era lucida e diafana come la porcellana, i suoi capelli apparivano immortalmente fluenti e corvini tanto da dare l'impressione di fluttuare attorno al suo viso, il suo cuore tamburellava imbizzarrito nel suo petto e il suo sangue scorreva furente in ogni angolo del suo corpo.
Era bella ed eterea come solo un vampiro poteva essere.
Tuttavia vi era un leggero ma costante cambiamento il lei: la pressione del suo sangue, per quanto irruenta, flebilmente perdeva vigore e con essa la forza con la quale tenteva di liberarsi.
Tum.Tum.
Tum.Tum.
Tum.Tum.
Silenzio.
Spalancai gli
stessi occhi che fino a poco prima avevo tenuto socchiusi a causa di quella noiosa routine ed attesi impaziente che qualcosa accadesse. Le sue pupille erano completamente sgranate, il suo cuore fermo ed il suo corpo paralizzato. Io stesso trattenni a mia volta il fiato mentre contavo i secondi di irreale silenzio.
Uno.
Due.
Tre.
Quattro.
Cinque.
Il tempo che sembrava essersi fermato fino a qualche istante prima riprese a scorrere: sembrò infatti come il cuore le si rivoltasse nella gabbia toracica e faticosamente ricominciasse a palpitare in maniera appena percettibile. In un battito di ciglia i suoi occhi tornarono del colore del ghiaccio, prima di venire celati da un paio di stanche palpebre, e tutto il suo corpo sembrò appassire.
Vidi la sua pelle perdere il suo candore e diventare pallida come quella di un cadavere, i suoi capelli ceder
le spenti sul collo e la sua resistenza svanire come se avesse prosciugato ogni grammo di forza che possedeva.
Era di nuovo visibilmente umana.
Adesso ero certo che Kuran sapesse perfettamente cosa aspettarsi, per questo mi aveva suggerito di stare attento ai suoi morsi.
Curioso riassorbii parte della mia frusta ematica, portando il corpo della guardiana ad appena una spanna dal mio. Se come
supponevo il sangue di vampiro che aveva in circolo si era esaurito, non era più necessario che continuassi ad immobilizzarla, tuttavia le fitte provenienti dal mio braccio destro mi trattennero dal farlo, almeno per qualche altro minuto.
Per quanto fossi sempre più convinto che le mie congetture fossero esatte, non ero minimamente felice all'idea di rischiare la mia stessa vita nello scoprirlo.
Nel buio e nel silenzio di quel luss
uoso scantinato tuttavia non potevo percepire altro che il battito leggero di un cuore umano e il profumo inebriante dello stesso sangue che da giorni avevo bramato con ardore.
Allungai quindi lo stesso braccio che fino ad allora avevo tenuto premuto contro la mia fronte, fino a sfiorare con la punta delle dita l'epidermide smunta di una delle sue gote.
Era così fragile, così umana... così appetitosa.
Era di nuovo Tisha, il punto fermo dei miei pensieri.
Stanco di sprecare inutilmente le mie energie mantenendola legata, risucchiai completamente la frusta di sangue che avevo generato, sino a che il suo corpo leggero non cadde delicatamente sul mio.
Quel solo contatto mi strinse la gola in una morsa dolorosa: percepivo il calore tiepido del suo corpo, il flebile respiro che sgusciava fuori dalle sue labbra e mi accarezzava delicato la superficie del collo, il debole palpitare del cuore fragile ed il profumo invitante del suo sangue che filtrava attraverso la sua epiderme.
Probabilmente sarebbe riuscita a riprendersi..sempre che non fossi ceduto all'impulso di morderla prima che accadesse.

   
 
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