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Autore: Hazel_    26/09/2015    6 recensioni
Carlos sta per sposare Alexa.
Jenny è tornata a Los Angeles dopo cinque anni con un segreto più grande di se stessa: Savannah.
James e Megan vivono una relazione appesa a parecchi tira e molla.
Kendall è un donnaiolo.
Maya lo odia e non cade ai suoi piedi come le altre ragazze.
Logan ha una cotta per una ragazza che frequenta il corso di medicina.
Gemma è inglese e vorrebbe diventare un dottore.

Molti di loro non si vedono dai tempi del liceo... è cambiato qualcosa?
~
https://www.youtube.com/watch?v=ONK2l_kIwR0
Trailer youtube fan fiction.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Big Time Rush, Dustin, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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Getaways
Prologo - 2013


 


Prese la bottiglia di spumante e stappò il tappo con un colpo secco e deciso, facendo scoppiare a ridere tutte le persone presenti, la sua fidanzata compresa.
Quel 2013 era iniziato alla grande per lui, perché aveva chiesto ad Alexa di sposarlo dopo quattro anni -quasi cinque- che stavano insieme.
Il grande giorno sarebbe stato l’8 febbraio del 2014 e quel 1° settembre -oltre ad essere il Labor Day- era anche il giorno del suo fidanzamento ufficiale con la sua fidanzata, Alexa, una bellissima americana con origini spagnole, di un anno più grande di lui, bionda e di bella presenza.
“Carlos, amo a mi hija y ella ama a ti. No quiero verla sufrir. – gli disse il signor Vega avvicinatosi a lui per farsi versare un po’ di spumante nel calice – No la dejes. Por ningún motivo al mundo.”
Il ragazzo annuì e “No serà mi intención. Yo amo a su hija tambien.” gli rispose per rassicurarlo: sicuramente non sarebbe stata una sua intenzione, perché Carlos Pena amava Alexa e non avrebbe mai deluso il potentissimo Baruch Vega, certo che gli avesse detto quelle frasucce per intimidirlo, e c’era anche riuscito bene.
 
 
 
 
 
“Jenny, tesoro! Guarda un po’ che tette ti sei fatta!” esclamò Maya non appena vide la sua migliore amica del liceo uscire dal gate aereoportuale con una valigia nella mano sinistra, una borsa a tracolla che per poco non la strozzava e la mano della piccola Savannah che stringeva la sua mano destra, mentre con l’altra trainava il suo trolley rosa confetto.
“Okay prima vieni a darmi una mano e ad abbracciarmi, e poi parliamo delle mie tette!” esordì Jenny facendo ridacchiare la mora di fronte a sé, che prese la sua valigia e poi le buttò le braccia al collo come se non la vedesse da chissà quanti anni, ed in effetti era proprio così.
Jenny Sky aveva vissuto a Los Angeles fino a che non si era resa conto della sua inaspettata gravidanza e per evitare scandali con il padre della figlia che l’aveva già lasciata, aveva deciso di tornare nel Kentucky -il suo stato originario- da sua madre Dee, che viveva lì da quando i suoi avevano divorziato, nove anni prima, quando lei aveva soltanto tredici anni.
Nessuno sapeva della sua partenza, eccetto suo padre Marvin, la sua matrigna Paulina e ovviamente Maya, la sua inseparabile amica del cuore, con la quale si era tenuta in contatto per tutti quei cinque anni che era rimasta a Frankfort e che era andata a trovarla spesso perché sentiva troppo la sua mancanza.
“Non sono ancora convinta che tornare qua sia stata una buona idea…” commentò Jenny mentre Maya stava allegramente accarezzando e sbaciucchiando la piccola Savannah, ancora eccitata per aver preso l’aereo per la prima volta.
Nel sentire le sue parole, Maya la fulminò immediatamente con lo sguardo, dato che il motivo principale per la quale l’aveva convinta a tornare in California era stato “dire a lui che Savannah è sua figlia”, ma Jenny sapeva che non ce l’avrebbe mai fatta; non lo rivedeva da cinque anni, Maya da uno ma sapeva che era rimasto a Los Angeles e che l’ultima volta era fidanzato.
“Sono sicura che adesso è single, povero e che vive bazzicando per le strade di LA come un mendicante!” le disse Maya quasi convincendola, ma la sua convinzione -e il suo cuore- fu distrutta in mille pezzi quando lesse la scritta a caratteri cubitali sulla prima pagina di un giornale nella vetrina del chiosco dentro all’aeroporto: “La figlia del Cancelliere Argentino Baruch Vega ha finalmente trovato l’uomo della sua vita. Parla il padre: “È un bravo ragazzo. Anzi, un uomo. Un ottimo successore.”
L’8 febbraio del nuovo anno si terrà la cerimonia nell’ambasciata locale alla quale parteciperanno vari funzionari da tutto il mondo.”
Jenny si voltò lentamente a guardare Maya, che con un’espressione sconfortata allargò le braccia e la sua migliore amica non esitò a gettarcisi dentro e piangere silenziosamente.
 
 
 
 
 
Logan aveva una cotta per la nuova ragazza che frequentava il corso di medicina, ne era più che sicuro.
Non riusciva a non pensare a lei quando non la vedeva e quando lo faceva si sentiva un imbecille perché iniziava a sudare, il cuore gli batteva all’impazzata e perdeva la voce… assurdo come non mai!
L’ultima volta che si erano visti era stato a fine giugno, durante l’ultimo esame, e lei gli aveva sorriso ed augurato buona fortuna, provocandogli un mutismo temporaneo, la mancanza d’aria e un gran subbuglio nel cervello, che però aveva comunque dato i suoi frutti perché era riuscito ad ottenere ben 29 su 30 come risultato, il più alto di tutto il corso.
“Complimenti! Non è da tutti i giorni prendere un bel 29 ad un esame così complicato!” esordì una voce alle sue spalle e fece per tirar fuori una risposta che avrebbe messo a tacere il suo interlocutore perché era ovvissimo che per Logan Henderson era da tutti i giorni prendere un 29 ad un esame, ma quando si voltò le parole gli morirono in bocca ed il suo cervello non fu in grado di formulare un’altra frase come risposta, dato che il suo sorriso lo aveva completamente mandato in tilt.
“G-Grazie.” fu tutto quello che riuscì a dire -o meglio- a sussurrare alla ragazza di fronte a sé che notò aveva tagliato i capelli corti come andava di moda in quel periodo e oltre al biondo cenere -molto probabilmente il suo colore naturale- c’erano vari colpi di sole di un biondo più chiaro che mettevano in risalto la forma dolce del suo viso ed i suoi occhi verdissimi, molto simili a quelli di uno dei suoi migliori amici, Kendall.
“Ho visto, però, che una ragazza del corso è riuscita ad ottenere il 30 pieno… Si chiama Gemma Hart, guarda!” gli disse la bionda indicando un nome sul tabellone, il che lo fece rimanere sconcertato: c’era davvero qualcuno che aveva preso un voto maggiore del suo?
Assurdo, veramente assurdo.
“Oh, wow – asserì Logan con il tono normale della voce che gli era tornata, tanto era sorpreso – vorrei tanto conoscerla per farle i complimenti allora.”
La ragazza di fronte a sé ridacchiò e “Gemma Hart, piacere di conoscerti.” gli disse facendogli sbarrare gli occhi, con un sorriso misto fra il confuso e lo stupito stampato sul viso.
Gemma allungò la mano e Logan gliela strinse prontamente, continuando a sorridere.
“Piacere mio e complimenti per davvero! Devo ammettere che nessuno è mai riuscito a prendere più di me ai test, ma come si dice, c’è sempre una prima volta!” esclamò il moro e lei annuì, pienamente d’accordo con lui.
“Adesso mi sento in colpa per non averti detto da subito che ero io, ed anche per essermi vantata del mio voto…” esordì la bionda, ma Logan tentò di dissuaderla dal sentirsi in colpa.
“Vorrei invitarti a bere un caffè, un tè, una birra o qualcosa, pagherò io comunque! Ci stai?” gli domandò e be’, fu inutile dire che la voce gli stava andando via di nuovo.
“Ci sto, ma non devi assolutamente pagarmi niente! È tutto okay, davvero!” ribatté il moro sforzandosi di parlare senza sembrare un idiota… Cosa che Gemma non pensava affatto di lui, quando cinque minuti dopo stavano seduti da Costa con due cappuccini fumanti di fronte a loro, a parlare del corso di medicina, dei test e dei rispettivi metodi di studio.
 
 
 
 
 
“Eccoci qua, benvenute nella mia umile dimora!” esclamò Maya una volta aperta la porta della sua villetta a due piani nel centro di Los Angeles, progettata e realizzata da suo fratello Martin che di mestiere faceva l’architetto.
“Cagnolino!” fu la prima cosa che urlò Savannah non appena vide Jack, l’adorabile barboncino bianco che Maya aveva da due anni circa e di cui era esageratamente gelosa.
“Sav tesoro, stai attenta!” le disse sua madre, posando le valige a terra e rilassando le braccia.
“Tranquilla, Jack non morde, ama giocare! – la rassicurò Maya baciandole la fronte – E tu sta’ tranquilla per quella storia, il fatto che si stia per sposare non dovrà farti cambiare idea Jen, Carlos deve sapere che Savannah è sua figlia.”
Jenny sospirò sconfortata, non molto convinta di ciò che la sua migliore amica le aveva detto, ma annuì per non farla preoccupare.
“D’accordo, adesso sarà meglio che porti a letto la piccola, sai… non ha dormito molto in aereo. – spiegò Jenny alla bruna, intenta a trascinare i bagagli della sua migliore amica verso le scale – E non preoccuparti per quelli, ci penserò io più tardi. Hai già fatto abbastanza per me e Sav, non saprò mai come ringraziarti come si deve.”
A quel punto Maya le sorrise intenerita e si ritrovò ad abbracciarla: “Spero tu stia scherzando Jen, è un piacere avere te e Sav a casa mia, così mi sentirò meno sola, e anche Jack!”
Jenny ridacchiò nel sentire le sue parole e qualche secondo dopo richiamò Savannah per portarla di sopra a farle fare un riposino, e la piccola non se lo fece ripetere due volte, stranamente: era troppo stanca a causa del viaggio.
Una volta rimasta sola nel suo salotto color lavanda, Maya prese il guinzaglio di Jack e gli fece un fischietto, per fargli capire che era arrivata l'ora della solita passeggiata pomeridiana.
Indossò gli occhiali da sole firmati Quay Australia ed uscì di casa, imboccando il vialetto che le si era posto di fronte, seguita dal suo adorato barboncino.
Quando passò di fronte alla casa del suo odioso vicino, Kendall Schmidt, sbuffò sonoramente e lo fece ancora di più quando lo vide sul portico di casa mentre faceva jogging con indosso degli abiti aderenti… molto aderenti, a dirla tutta.
“Buon pomeriggio, raggio di sole!” esclamò d’un tratto il biondo non appena la vide, e mandandole un bacio volante con la mano.
“Non è mai un buon pomeriggio da quando sei diventato il mio vicino di casa sette mesi fa, Kendall.” gli rispose a tono Maya, sperando di riuscire a zittirlo.
Lui, invece, scoppiò a ridere com’era solito fare quando lei lo sfotteva o gli rispondeva male.
“Sai piccola, questa sera darò un party intimo a casa mia, giusto un centinaio di persone – disse Kendall facendole alzare gli occhi al cielo – e se vuoi, posso allungare un invito anche a te, mettendoti una volta per tutte nella lista V.I.P.”
Le fece l’occhiolino quando pronunciò l’ultima frase, per far sì che Maya capisse cos’era quella famosa lista V.I.P., ma lei non essendo affatto stupida, lo capì immediatamente.
“Davvero, Kendall? – fece la bruna, fingendosi fintamente sorpresa – Ci conosciamo dalle scuole medie e ancora non hai capito che io sono off limits per te?”
“E tu non hai ancora capito che per Kendall Schmidt non esistono limiti?” bofonchiò il biondo con aria superiore, facendole salire ancora di più la voglia di prenderlo a pugni in quel faccino odioso.
“Oh sì che esistono, e il limite di stasera è non dare quella festa cretina, perché ho una bambina di quattro anni in casa mia e sinceramente non voglio che sia svegliata durante la notte per il rumore della tua musica fin troppo alta.” esclamò Maya, illudendosi alla piccola Savannah, ma anche a Jenny, che ancora non sapeva che uno dei vicini della sua migliore amica era proprio Kendall Schmidt, l’eccentrico e vanitoso quanto bellissimo donnaiolo che frequentava il liceo insieme a loro, nonché uno dei migliori amici di Carlos.
Kendall si accigliò non appena udì le sue parole e non potè negare di essere preso dalla curiosità: “Chi è la bambina che dorme da te?”
Maya sorrise vittoriosa, sapendo di averlo in pugno e: “Non sono affari tuoi, e adesso se non vuoi che Jack la faccia nel bel mezzo delle tue preziose azalee, vado. Buon pomeriggio, Kendall.”
Richiamò Jack e riprese a camminare, sotto lo sguardo ancora più perplesso di Kendall.
 
 
 
 
 
Megan era ferma a vedere quella vetrina, di nuovo.
Tutte le volte che passava di fronte a quel negozio era inevitabile che si fermasse là davanti ad ammirare quella meraviglia di abito per chissà quanti minuti, addirittura ore, con gli occhi che le brillavano, e con la certezza che un giorno sarebbe stato suo: sicuramente, sarebbe stato suo… o magari no, dato che il motivo per cui innumerevoli dubbi le stavano sorgendo, era proprio a pochi metri da quel negozio.
“Megan – la bionda si voltò non appena si sentì chiamare, riconoscendo immediatamente quella voce – che ci fai tu qui?”
Megan sorrise cordialmente a James, che invece le rivolse uno sguardo piuttosto perplesso, quasi spaventato e be’, lei sapeva esattamente il perché.
“Ciao James. – gli disse senza far sparire quel meraviglioso sorriso dal suo viso incantevole – Sono venuta qua per chiederti una cosa.”
Il castano si guardò prima attorno, poi sospirò e: “Non potevi aspettare e dirmelo a casa?” le domandò, facendola sorridere ancora di più, e rendendolo sempre più confuso.
“Sai James, ricordo che è da quando sono piccola che cammino per queste strade fermandomi di fronte alle vetrine di Kleinfeld per ammirare l’abito che io, Jenny e Maya abbiamo sempre sognato, quello che dicevamo avremmo indossato ai nostri matrimoni, con i rispettivi principi azzurri, uomini della nostra vita o anime gemelle, come preferisci tu. – esordì d’un tratto Megan – E quando ci siamo messi insieme, a quindici anni, ho continuato a sperarci, a sognare quest’abito, certa di essere vicina a quel momento, che però è svanito un paio di settimane fa, quando ero intenta a contemplare questa vetrina e nel suo riflesso ho potuto vedere una ragazza mora che rideva e scherzava con un ragazzo, probabilmente il suo fidanzato… poi lui si è voltato e tutto quello che ho saputo riconoscere è stato il mio, di fidanzato, che baciava quella tipa.”
James socchiuse gli occhi e sospirò, passandosi successivamente una mano sul volto: “Mi dispiace Megan, lascia che ti spieghi…”
Non gli dette nemmeno il tempo di finire la frase, di spiegarle come erano andate per davvero le cose, dato che con un sorriso e con le sue parole lo fece sentire piccolo piccolo.
“Non devi James, davvero. Ho già chiamato mia madre, prendo le valigie a casa tua e in mezz’ora sono da lei, non preoccuparti.”
“Quella è anche casa tua, è casa nostra.” la corresse, con il tono di chi sta per mettersi a piangere.
Un altro sorriso da parte di Megan e: “E anche questo è il tuo anello – esclamò togliendosi l’anello dall’anulare sinistro, per poi posarglielo sul palmo della mano – o forse dovrei dire, il suo.”
Il castano spostò lo sguardo dalla bionda all’anello, poi tornò a guardare Megan.
“Ma io ti amo Megan, non puoi farmi questo!” bofonchiò alzando leggermente il tono della voce.
Megan sorrise ancora una volta, sentendo gli occhi pizzicarle.
“La prossima volta scegli delle parole che non ti facciano sembrare una vittima e anche un luogo che sai che io non frequenterò mai. – fu l’ultima cosa che gli disse, stringendo i pugni così forte da farsi venire le nocche bianche – Addio, James.”
Si voltò ed ricominciò a camminare a testa alta, col sorriso ancora stampato in faccia e le lacrime che lentamente iniziavano a scendere sulle sue guance rosee, prima che James potesse ancora riuscire a realizzare il tutto.






 
Buonasera!
Non è la prima volta che scrivo nel fandom, ma mi presento comunque: mi chiamo Virginia, sono una rusher da un paio d'anni sebbene conosca questi ragazzi dal 2010, amo scrivere e niente, tutto qua ahahah come presentazione è pessima, lo so, ma la storia è su di loro e non su di me!!

Siccome amo le storie 4/4 ho deciso di scriverne anch'io una su questi ragazzi, che ho in mente da tipo fine maggio/inizio giugno e che però sono riuscita a pubblicare soltanto adesso, a causa della mia insicurezza lol
Come prologo è abbastanza corto, in genere scrivo capitoli di 3000 parole e passa, ma come ho detto è soltanto il prologo, una specie di introduzione, e spero che sia piaciuto almeno a qualcuno :)

La storia di per sè non è molto originale, credo uhm, però cercherò di renderla più carina possibile, ve lo prometto!
Come avete visto, ogni personaggio, coppia, diciamo, ha una storia da raccontare: partiamo da Carlos, che dopo aver perso la sua amata Jenny, rimasta incinta di lui a solo diciotto anni, ha trovato l'amore nella figlia del cancelliere argentino, Alexa (io amo i Carlexa alla follia, non ho niente contro Alexa, ma ho voluto variare un po' la storia, spero non dispiaccia a qualcuno ;)); poi abbiamo appunto Jenny, volata nel Kentucky a diciotto anni e tornata ad LA cinque anni dopo, con Savannah (che io amo alla follia) ed ospite di Maya, la sua storica bff con un bel caratterino e con un odio incondizionato verso Kendall, il donnaiolo della situazione che pare volersela solo portare a letto eheheh; poi abbiamo un Logan innamorato perso di Gemma, la ragazza nuova inglese che frequenta il suo stesso corso di medicina e che ha saputo batterlo in un test; infine James e Megan (ho usato la bellissima Halston Sage come prestavolto perché io amavo i Jalston insieme, per questo nella mia mente malata stanno ancora insieme ahahah), che hanno una relazione non molto stabile, anzi, direi per niente, dato che la bella Megan si ritrova a prendere una decisione davvero durissima, ovvero lasciare il bel fusto, che la tradisce da un po' con un'altra tipa, quando questo aveva già chiesto la sua mano.
Alcune cose, fatti e riferimenti ai personaggi, ai luoghi e ad altro presente nella storia varieranno, anche perché la mia fantasia mette lo zampino su tutto ed io non posso farci niente ahahah
E nada, spero che a qualcuno sia piaciuta e che abbia la voglia di lasciarmi una recensione, motivandomi ancora di più a continuare ;)
Siccome vado ancora a scuola, non so quando potrò aggiornare, anche se spero prossima settimana, onde evitare ritardi pallosi ahahah
Vi lascio in fondo le foto delle protagoniste, in ordine: Gemma (Elizabeth Olsen), Maya (Lucy Hale), Jenny (Sarah Hyland) e Megan (Halston Sage); e nell'intro c'è anche il trailer della storia, spero che vi piaccia, l'ho fatto io! :3
Bacioni e grazie per ora,
Hazel.




 
   






Trailer.
   
 
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