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Autore: _Breakable    27/09/2015    4 recensioni
Thomas era un bambino a cui piaceva giocare con i suoi amici, ma delle volte preferiva giocare con la sua immaginazione. Semplicemente gli piaceva immaginare avventure da superare con il suo fedele orsacchiotto Edison.
L'unica cosa che però non immaginò, fu quella di incontrare un biondino con cui condividere tutte le sue folli avventure. Forse per sempre.
**
Dal testo:
Thomas rimase in silenzio a guardarlo.
Era il bambino più bello che avesse mai visto.
Con il suo nasino piccolo all'insù, i suo capelli dorati che non stavano mai fermi ed era costretto a portarseli dietro ogni secondo e quegli occhi color cioccolato che si muovevano senza sosta per guardare fuori dalla piccola finestra.
Thomas non si era mai sentito così. Sapeva sempre cosa dire, cosa fare, ma ora era bloccato.
Parla scemo, è solo un bambino.
Ma è un bambino bellissimo.
Guarda che il bambino bellissimo ti sta parlando.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Newt, Thomas
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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These feelings won't go away ~

These feelings won't go away
They've been knockin' me sideways
They've been knockin' me out lately
Whenever you come around me
(Sideways - Citizen Cope)

 

 


Quando Thomas era bambino, sua madre lo portava sempre al parco giochi che distava solo due isolati da casa loro.

"L'estate va vissuta all'aperto, Thomas, non puoi rinchiuderti con i tuoi giochi ogni giorno!" le ripeteva sua madre.

Non era mai stato un bambino asociale o altro, solo che non gli ispirava il parco giochi.

Nel silenzio della sua camera poteva crearsi gli scenari migliori, come salvare il suo orsacchiotto Edison dal feroce drago che sua zia le aveva regalato per il compleanno, cercare di non cadere nella lava saltando tra un mobile e l'altro.

Semplicemente adorava crearsi nella sua mente avventure mozzafiato, una dopo l'altra e passare tutta la giornata cosi.

Non che non avesse amici o non gli piaceva giocare con loro, Minho era un amico fantastico, sempre pronto a seguirlo nelle sue missioni e a giocare a rincorrersi ogni secondo, ma alcune volte voleva un'avventura tutta per se.

I maestri ripetevano sempre a sua madre che Thomas aveva una fervida immaginazione che lo portava ad estraniarsi da tutto e da tutti, ma questo non aveva mai influito sui suoi voti, anzi, era quasi sempre stato il primo della classe.

Ma comunque quel giorno, non si salvò dalle grinfie di sua madre e fu trascinato al parco senza poter dire una parola.

C'erano una ventina di ragazzini che si rincorrevano e urlavano senza senso e altri invece che piangevano dopo essere caduti. Alcuni facevano su e giù per lo scivolo e altri ancora si arrampicavano.

Thomas si guardò intorno elaborando una delle sue tante avventure.

Poteva correre per tutto il parco facendo finta che quello fosse un grande labirinto e che i bambini erano dei mostri da evitare.

Di nuovo, non voleva essere asociale, anzi alcuni bambini sembravano simpatici quando non si mettevano le dita nel naso, ma la sua mente aveva già elaborato un piano e non poteva non seguirlo.

Tra tutti quei ragazzini e giochi, individuò una casetta tonda con una piccola finestra che dava sul parco e Thomas sorrise tra sé e sé.

Quella era la sua meta. Il suo posto sicuro dal labirinto e quei mostri.

Salutò sua madre con un bacio sulla guancia e poi, con il vento che gli spostava le ciocche dei capelli, prese a correre in mezzo a quella confusione.

Attento Thomas, triplo salto mortale per evitare di schiacciare il castello di sabbia della morte. disse tra sé e sé cercando di superare delle bambine felici che stavano costruendo un castello tutte soddisfatte.

Ovviamente quello che venne fuori non fu un salto mortale, ma una leggera scavalcata che nella mente di Thomas era una cosa pazzesca.

Corse sorpassando ostacoli e schivando alcuni bambini che volevano acchiapparlo per giocare con lui e alla fine ce la fece.

Arrivò alla casetta tonda vittorioso.

Peccato che era già occupata da un bambino biondo che ora lo osservava rosso in viso non sapendo cosa dire.

**

"Svelto, svelto! Entra subito e non farti vedere!" disse il biondo tirandolo per un braccio facendolo atterrare seduto accanto a se.

Thomas rimase in silenzio a guardarlo.

Era il bambino più bello che avesse mai visto.

Con il suo nasino piccolo all'insù, i suo capelli dorati che non stavano mai fermi ed era costretto a portarseli dietro ogni secondo e quegli occhi color cioccolato che si muovevano senza sosta per guardare fuori dalla piccola finestra.

Thomas non si era mai sentito così. Sapeva sempre cosa dire, cosa fare, ma ora era bloccato.

Parla scemo, è solo un bambino.

Ma è un bambino bellissimo.

Guarda che il bambino bellissimo ti sta parlando.

"...e quindi non mi devo far scoprire." stava dicendo il biondo.

Thomas si grattò i capelli, prese coraggio e parlò guardando dritto negli occhi il bambino attirando la sua attenzione.

"Sono Thomas." disse "e scusami se sono piombato qui all'improvviso."

Il biondino rise e gli prese la mano per stringerla. "Io sono Newt. Possiamo giocare insieme se vuoi, Isaac può spiegarti il piano."

Thomas si guardò intorno cercando un altro bambino ma non vide nessuno.

Newt rise di nuovo e da dietro di se, tiro fuori un piccolo orsacchiotto, uguale a quello di Thomas mostrandolo al bambino.

"Non mi stavi ascoltando prima, vero?" incominciò sorridendo.

Thomas arrossì un po' e scosse la testa imbarazzato.

"Lui è il sergente Isaac." disse il biondo con un'espressione soddisfatta. "Siamo in missione per appropriarci della sabbiera senza dover far piangere nessuno e senza farci prendere di mira da nessuno. Vedi quel bambino con le sopracciglia strane? E' sempre disposto a reclamare ogni gioco come suo, ma a me e al sergente Isaac non piace."

Thomas in tutto questo fissava il ragazzino ad occhi e bocca spalancati non sapendo cosa dire.

Questo bambino è fantastico, è come te! Crea avventure come te!

Il moro non stava più nella pelle, gli piaceva già fin troppo quel bambino.

Così, stette al gioco.

"Ma non hai visto?" cominciò indicando la sabbiera dove le due bambine di prima stavano ancora giocando. "Li c'è il castello della morte, non puoi andarci! Morirai!"

Il biondino sorrise, contento che qualcuno non lo prendesse per pazzo.

"Ma tu l'hai superato senza batter ciglio, ti ho visto, sai? Sei un eroe!" gli disse sorridendo.

Thomas gonfiò il petto orgoglioso.

"Beh si, io sono forte. Sono passato per tutto il labirinto evitando ogni genere di pericolo per venire qui!"

"Un labirinto? Siamo dentro un labirinto?"

Thomas sorrise e spiegò al biondo tutto il suo piano e la sua storia contorta mentre quest'ultimo lo seguiva rapito come se stesse raccontando una storia dell'orrore.

"...quindi facciamo cosi: io aiuto te e il sergente Isaac ad arrivare alla sabbiera, ma tu devi aiutarmi ad abbattere il castello della morte, non posso farcela da solo." finì Thomas guardando speranzoso Newt.

"Okay, Tommy, ci sto."

E sorridendosi uscirono fuori dalla casetta superando ogni ostacolo insieme.

**

Thomas si divertì tantissimo quel pomeriggio.

Anche se arrossiva troppo spesso quando il biondo gli prendeva la mano, gli sorrideva o lo chiamava Tommy. Nessuno lo aveva mai chiamato in quel modo, ma gli piaceva quando lo faceva Newt.

E poi era il bambino più figo del mondo. Aveva un orsacchiotto uguale al suo e stava ai suoi giochi senza dire una parola.

Solo che purtroppo quel pomeriggio non poteva durare per sempre e dopo un paio d'ore i bambini sentirono il loro nome da lontano. Le proprie madri che gli intimavano di tornare a casa.

Thomas si alzò togliendosi tutta la sabbia di dosso e porse una mano al biondo che la strinse sorridendo alzandosi anche lui.

"Prometti che sarai qui anche domani, Tommy?" disse dolcemente stringendogli la mano.

Thomas sorrise, ricambio la stretta e disse:

"Sempre."

**

Più Thomas cresceva, più la sua fantasia cresceva con lui.

Le professoresse gli facevano sempre tanti complimenti per i suoi temi e per le sue idee brillanti nei progetti.

Alcune volte si metteva a scrivere solo per il gusto di farlo e non per un compito assegnatogli da un insegnante.

Ma i protagonisti delle sue storie erano quasi sempre gli stessi.

Lui e il suo amico Newt.

Il suo migliore amico Newt.

Sin da quel giorno al parco giochi, non si erano mai allontanati l'uno dall'altro, non andavano in un posto, non giocavano, non facevano niente se non erano in compagnia l'uno dell'altro.

Ogni tanto condividevano le loro avventure con Minho, ma non era mai lo stesso.

Loro avevano un legame diverso, nessuno li capiva.

Nessuno sapeva tirare su il morale a Thomas come faceva Newt e viceversa.

Nessuno sapeva del loro posto segreto.

C'erano sempre l'uno per l'altro, se l'erano promesso sin da bambini.

Ma le cose cambiano quando cresci, giusto?

Cambia il modo di vestirsi, il modo in cui sistemi la camera, con grandi poster di band, cd e libri sparsi ovunque, cambiano i pensieri riguardo alle ragazze.

Sopratutto quelli.

Prima sono solo delle piccole smorfiose che prendono il the e si acconciano i capelli giocando con le barbie, poi però...

"Avete visto che davanzale ha Harriet? Ragazzi, da tuffarcisi dentro."

Ecco appunto.

Minho fu il primo a notare questi cambiamenti e interessarsi alle ragazze.

Newt e Thomas cercavano solo di sopravvivere alle scuole superiori senza farsi espellere per le bravate del loro amico e per i suoi apprezzamenti poco casti rivolti alle ragazze.

"Vuoi smettere di sbavare? Mi bagni tutto il foglio e guarda che stavolta l'album me lo ricompri veramente." disse Newt spostandosi vicino a Thomas per evitare Minho.

Thomas era orgoglioso di Newt.

Faceva dei disegni bellissimi e alcune sue opere erano state messe in mostra per tutta la scuola visto che aveva vinto il concorso di Arte per tre anni di fila.

Se crescendo Thomas aveva coltivato la passione della scrittura e un giorno sognava di diventare uno scrittore di fama internazionale, Newt aveva coltivato la passione per il disegno ed era anche maledettamente bravo.

Thomas si sporse per guardare la sua nuova opera e come al solito rimase estasiato dalla vista.

Delle sfumature di marrone riempivano il foglio formando il profilo di una persona che Thomas non riconosceva dato che Newt copriva il disegno con una mano.

Alzò lo sguardo e trovò il suo amico con un sopracciglio alzato.

"Cosa c'è? Ammiravo l'opera d'arte!" si giustificò Thomas ridendo.

"Lo sai che te li faccio vedere tutti i miei disegni. Questo è importante, Tommy, devi aspettare." gli disse Newt chiudendo l'album da disegno e rubando un sorso della coca cola del suo amico.

"Se voi due piccioncini qui avete finito, Newt devo chiederti un favore." li interruppe Minho.

Newt afferrò il polso di Thomas e fece per alzarsi.

"I favori di Minho non finiscono mai bene. Andiamocene, Tommy!" disse in modo sarcastico facendo alzare gli occhi al cielo al ragazzo davanti a se.

"Ti prego, Newt, farlo per il tuo migliore amico Minho." lo pregò il moro cercando di non farlo scappare.

"Il mio migliore amico è Tommy, tu sei solo quello che abbiamo dovuto imparare a sopportare." disse Newt risedendosi al suo posto davanti a Minho.

"Guarda che lo conosco da prima di te." lo richiamò Minho incrociandosi le braccia al petto.

"Si si va bene, cosa vuoi?" disse Newt gesticolando verso di lui come se non gli importasse.

Thomas assistette a tutta la scena in silenzio ridendo ogni tanto e dando ragione a Newt.

"Diciamo che ho chiesto ad Harriet di uscire-"

"Amico, è fantastico! Ce l'hai fatta!" disse Thomas battendo il cinque all'amico.

"Tommy, non cantare vittoria. Questo non me la racconta giusta." disse Newt continuando a fissare l'amico.

"Beh vedi... Lei mi ha detto si ma vorrebbe un appuntamento a quattro. Io con lei e Sonya con..." disse titubante Minho impaurito dalla reazione di Newt.

Era sempre cosi spavaldo ma Newt sapeva gestirlo come si deve.

"No. Te lo puoi scordare." disse Newt guardando l'amico serio.

Thomas si irrigidì sulla sedia.

Insomma, Newt era sempre stato con lui. E se adesso si fidanzava con Sonya?

Cosa avrebbe fatto senza Newt? E le loro uscite? E le loro serate film? E i loro scambi dove Thomas giudicava i suoi disegni e Newt le sue storie?

No, Newt era suo. Non di una ragazza qualsiasi.

Stava per urlare tutto ciò a Minho quando si accorse di cosa stava per rivelare.

A Thomas era sempre piaciuto Newt.

Ma non solo come amico...

Alcune volte le sue storie non finivano solo con una frase ad effetto, ma con i due protagonisti che si baciavano e finalmente dichiaravano il loro amore.

Aveva sempre omesso quella parte perché non voleva che Newt lo scoprisse.

E se l'avesse giudicato male? E se lo avesse perso per sempre anche come amico?

Aveva scoperto di essere innamorato del suo amico cosi all'improvviso che non voleva perderlo per una stupidaggine.

Era stato difficile ammettere a se stesso che era innamorato del proprio migliore amico.

Ma la cosa era abbastanza ovvia.

Gli mancava Newt quando andava via, si sentiva vuoto. Arrossiva se questo gli sfiorava la mano o lo toccava leggermente, gli tremava la voce quando nell'ora di ginnastica Newt si toglieva la maglietta davanti a lui. E poi c'era la parte peggiore.

Aveva costantemente voglia di baciarlo.

Prenderselo tra le braccia e baciarlo fino a quando entrambi rimanevano senza fiato chiedendone però ancora.

Ma non poteva farlo.

Newt non ricambiava i suoi sentimenti, giusto? A Newt piacevano le ragazze, no?

Per quanto a Thomas piacesse avere il suo amico tutto per se, doveva lasciarlo andare. Non poteva metterlo davanti ai suoi sentimenti e sconvolgergli la vita.

Così fece la cosa più giusta.

"Secondo me dovresti farlo, Newt." disse Thomas con voce calma.

Newt lo guardò con un sopracciglio alzato, scosso dalle parole dell'amico.

"Si sai, uscire con Sonya. E' una bella ragazza, potrebbe piacerti." disse cercando di assumere un atteggiamento fiducioso.

Newt non credette alle parole dell'amico. Non era da Thomas, per niente. Di solito lo appoggiava in tutto. E poi lui non voleva...

"Grazie amico, vedrai che ti rimedio un appuntamento con Teresa, quella che fa storia con noi. Un bel bocconcino anche lei, potrebbe fare per te." disse Minho super eccitato dando una pacca sulla spalla all'amico.

"Si, sarebbe grandioso." mentì spudoratamente Thomas cercando di non far passare nessuna emozione dalle sue parole.

Newt si alzò all'improvviso distraendo i due ragazzi.

"Va bene, Minho. Ci sono. Fammi sapere poi i dettagli." disse Newt raccogliendo tutte le sue cose nascondendo bene il disegno che ritraeva il profilo di Thomas, per poi smaterializzarsi in un attimo da li.

Thomas cercò di salutarlo ma l'amico neanche lo guardò prima di andarsene.

Il suo cuore perse un battito al pensiero di aver appena allontanato da se il suo migliore amico.

**

Thomas stava studiando l'ultimo capitolo di storia quando sentì un leggero bussare alla porta della sua camera.

"Mamma, ti ho già detto che non ho fame, ti prego." urlò sistemandosi per bene sul letto cercando il telecomando dello stereo per alzare la musica.

"Ma Tommy caro, se non mangi niente poi ti sentirai male!"

Thomas sorrise a quella frase spostando lo sguardo dal libro alla porta della sua cameretta.

Solo una persona lo chiamava Tommy.

"Newt, cosa ci fai qui?" disse andando incontro all'amico.

Quest'ultimo entrò in camera velocemente chiudendo la porta dietro di se e Thomas perse un altro battito alla vista dell'amico.

Portava dei jeans attillati che gli fasciavano le sue gambe lunghe e snelle, una camicia rossa scuro abbottonata fino al collo che metteva in risalto petto e spalle e i capelli acconciati di lato tenuti con della lacca.

Thomas arrossì immediatamente e cercò di spostare il suo sguardo altrove per non farsi vedere dall'amico.

"Sono passato da te per un consiglio, come sto? Dici che è troppo?" disse Newt facendo un giro su se stesso.

"No, stai bene." disse Thomas velocemente recuperando il libro dal letto cambiando umore in un attimo.

Newt se ne accorse ma non disse nulla.

"Si insomma, speriamo che a Sonya piaccia. Non vorrei fare brutta figura." insistette avvicinandosi all'amico per sedersi sul letto.

"Si okay, divertiti."

"Ma si può sapere che hai? Sei geloso?" lo stuzzicò ancora Newt spostando il libro dalle mani di Thomas facendo si che quest'ultimo lo guardasse negli occhi, ritrovandosi faccia a faccia.

"Ma cosa dici, non me ne frega niente." rispose Thomas balbettando un po' cercando di riprendere il suo libro.

Non era mai una buona idea guardare negli occhi il suo amico. Lo faceva scogliere.

"Oh grazie, tu si che sei proprio un buon amico. Che fine ha fatto il 'sosteniamoci a vicenda qualsiasi cosa accada'?" disse Newt spostando il libro dietro di se per non farlo raggiungere dalle mani di Thomas.

Thomas non resistette più e si alzo dal letto.

"Non cominciare nemmeno questo discorso, credimi, lo sto facendo." disse aprendo la porta della sua camera. "Dai vai, o farai tardi."

Newt si alzò e squadrò l'amico avvicinandosi.

"Non me lo stai mostrando molto bene, Tommy."

E dopo quelle parole Thomas solo non ce la fece più. Chiuse la porta dietro di se, puntò lo sguardo sul suo migliore amico e si avvicinò a lui a grandi falcate.

Lo osservò solo per un secondo e poi buttò le sue braccia intorno al collo di Newt e finalmente premette le labbra sulle sue.

Nei libri Thomas leggeva sempre dei protagonisti che sentivano le farfalle nello stomaco, alcuni vedevano i fuochi d'artificio e altri ancora si sentivano come se stessero volando.

Lui sentì tutto questo, tutto insieme.

Prima le farfalle quando sentì le labbra del suo migliore amico.

I fuochi d'artificio quando Newt lo prese per i fianchi stringendolo a se.

E infine quasi volò quando quest'ultimo ricambiò il bacio dolcemente.

Era in Paradiso. Stava sognando. Non voleva svegliarsi, ma per sfortuna il suono di una cellulare lo fece.

E in quel momento realizzò tutto.

Aveva appena baciato Newt, il suo migliore amico, per cui aveva una cotta che durava sin da bambini.

Newt non fece in tempo a dirgli niente che Thomas uscì dalla stanza, aprì la porta di casa senza rispondere a sua madre che gli urlava dietro e corse. Corse come se la sua vita dipendesse da questo.

**

Solo tre cose erano in grado di far calmare Thomas: scrivere, la musica e Newt.

Ma poi si accorse di una cosa. Non aveva più nessuno dei tre.

Era uscito di casa senza niente e per di più con la tuta, quindi stava morendo di freddo.

E la terza... Beh, quella di sicuro l'aveva persa pochi minuti prima.

Era stato uno stupido. Non doveva accadere in quel modo.

Non doveva accadere e basta.

Doveva reprimere i suoi sentimenti e forse un giorno la sua stupida cotta sarebbe passata.

Forse poteva dare la colpa a qualcosa.

Eri ubriaco.

Ma non aveva mai bevuto, pensò.

Hai preso farmaci.

Peggio.

Una misteriosa e cattiva compagnia ti aveva costretto a baciare Newt.

Ma seriamente?

Thomas si prese i capelli tra le mani rassegnato.

Magari l'unica soluzione era scappare in Alaska e fidanzarsi con un pinguino.

"Il sergente Isaac e Newt chiedono il permesso di entrare, colonnello Thomas."

Una voce lo distrasse dai suoi pensieri folli.

Newt era fuori dalla loro casetta.

Okay, era la casa del parco giochi che loro avevano ribattezzato di loro proprietà anche se adesso ci stavano stretti dentro, ma va bene, per Thomas sarebbe stata sempre la loro casetta.

Era il posto in cui si erano conosciuti.

Aprì leggermente la porta con un piede e vide il biondo strisciare verso di lui per raggiungerlo.

Si mise seduto vicino al suo amico ma non disse una parola.

Tra i due regnava il silenzio, con Thomas che guardava le sue mani come se fossero la cosa più interessante del mondo e Newt che guardava davanti a se.

"Non dovresti essere al tuo appuntamento?" chiese Thomas in un sussurro non sapendo cosa dire.

"Diciamo che me ne sono chiamato fuori." disse Newt alzando le spalle guardandolo. "Sai, il mio migliore amico mi ha appena baciato e non me la sentivo molto-"

"Newt, ti prego, dimenticalo. Non volevo e ho rovinato tutto ma ti prego dimmi che possiamo rimanere amici, io-io non lo faro mai più e-"

"Tommy, per piacere, sta zitto." gli disse Newt fermando quel fiume di parole con un bacio.

Thomas spalancò gli occhi non aspettandosi un gesto simile.

Newt lo stava baciando, ancora.

Si era avvicinato a lui portando una mano sulla sua guancia e ora con il pollice lo stava leggermente accarezzando mentre premeva le sue morbide labbra contro quelle dell'amico.

Thomas era al settimo cielo e si lascio andare, si lascio trasportare dalle dolci e morbide labbra del suo migliore amico che sapevano esattamente cosa fare per mandarlo in estasi.

"Prometti che ci sarai anche domani, Tommy?" gli sussurrò Newt appoggiando la fronte sulla sua facendo scontrare i loro nasi.

"Sempre." Rispose Thomas sorridendo beato reclamando un altro bacio.





















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Okay, non so veramente cosa dire.
Io adoro Thomas. Adoro Newt. E li adoro insieme, quindi in un pomeriggio ho tirato fuori questa piccola, non tanto piccola, one shot.
Voglio ringraziare le persone che mi ispirano ogni giorno, che mi fanno sorridere e ridere per tutta la giornata, coloro che fanno parte del Team Culopesche. 
Un ringraziamento speciale va a Dalia che mi ha aiutato tantissimo con gli errori nel testo e con il titolo della ff.
E ora mi rivolgo a voi che state leggendo. Spero che vi sia piaciuta al tal punto da lasciarmi una piccola recensione.
A presto! 
-Bea 


 

  
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