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Autore: mudblood88    27/09/2015    8 recensioni
Seguito di "I cattivi non hanno mai un lieto fine, ma Regina ha Emma."
TRATTO DAL TESTO:
«Vuole il tuo cuore, Emma».
«Non mi importa» rispose la bionda, con fermezza. «Non ti lascerò andare da sola».
Regina fece un passo verso di lei, trovandosi a pochi centimetri dal suo viso.
«Emma, ascolta...»
«No» la interruppe, alzando le mani in un gesto deciso. «Non mi importa, qualsiasi cosa dirai ho preso la mia decisione. Avevo promesso a Henry che mi sarei presa cura di te. Che ti avrei protetta. Ed è quello che ho intenzione di fare. Io sono la Salvatrice!»
«Emma» disse Regina, in tono grave. «A volte... anche la Salvatrice deve essere salvata».
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Regina Mills, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 20
Circa sette mesi dopo il solstizio d'estate




Il maggiolino sfrecciò tra le strade di Storybrooke che, Emma notò, non erano mai state tanto affollate come quel giorno. Tra un colpo di clacson e un'imprecazione, Emma riuscì a raggiungere la propria meta, frenando talmente all'improvviso che quasi si ritrovò con la faccia spiaccicata contro il vetro.

Abbandonò il maggiolino nel parcheggio, senza nemmeno preoccuparsi di come l'aveva parcheggiato, ed entrò nell'ospedale con il cuore in gola. Fu estremamente felice che quell'ospedale fosse piccolo e con pochi corridoi, niente a che vedere con quello di New York, per fortuna. E fu ancora più felice che la prima persona che incontrò fosse sua madre.

«Mamma!» gridò, correndole incontro.

Mary Margaret si voltò. «Emma! Meno male che sei arrivata».

Emma si fermò davanti a sua madre, posando le mani sulle ginocchia per poter riprendere fiato. «Dove...» tentò di dire, tra un respiro e l'altro. «Dov'è?»

Mary Margaret la prese per le spalle, aiutandola a rialzarsi. Poi le indicò la porta di fronte a sé.

Emma si sarebbe dovuta fiondare aldilà della porta, ma improvvisamente le proprie gambe sembrarono non sopportare più il suo peso. Si appoggiò un momento a sua madre, approfittando di quel contatto che Mary Margaret aveva stabilito.

La donna sembrò capire cosa stesse provando la figlia, e la strinse nelle spalle. «Forza, bambina mia» le sussurrò all'orecchio. «Puoi farcela».

Emma annuì con la testa, mentre il respiro le stava tornando a poco a poco regolare.

Biancaneve le fece un sorriso caldo e incoraggiante, così Emma si decise a superare quella porta che l'avrebbe condotta alla sala parto.

Mary Margaret restò a guardarla, finché la figlia non sparì dietro la porta, e subito si ritrovò ad asciugarsi una lacrima.

Era emozionata. Era veramente emozionata per sua figlia e per Regina, che stavano per diventare di nuovo mamme, che stavano allargando la loro famiglia.

Certo, quando Emma e Regina avevano informato lei e David di quegli avvenimenti erano rimasti entrambi pietrificati e sorpresi. Ma Emma era felice, e niente era più importante per loro della felicità della loro figlia.

In un attimo Biancaneve si ritrovò a sorridere, cullata dai ricordi di qualche mese prima.

 

**

 

Emma e Regina raggiunsero il loft di Mary Margaret e David, e la mora posò una mano incerta sulla spalla della bionda.

«Non sono sicura che sia una buona idea» bisbigliò, con voce tremante.

Emma le rivolse un sorriso incoraggiante. «Andrà bene. Fidati di me» e le prese una mano, intrecciando le dita con le sue.

Regina sorrise lievemente, stringendo la mano di Emma, che intanto bussò alla porta.

Il cuore di Regina cominciò a batterle freneticamente nel petto, in quei secondi di attesa.

«Le faremo venire un infarto» disse, sospirando.

Emma si voltò di nuovo a guardarla. «Regina, sei un po' pallida. Stai bene?»

Regina annuì, lasciando la mano di Emma, mentre Mary Margaret apriva la porta.

«Emma, Regina...»

Mary Margaret non fece in tempo ad aggiungere altro che Regina vomitò sul pianerottolo.

 

**

 

«Regina, ma ti sei fatta controllare?» domandò Mary Margaret, porgendole una tazza di thé caldo.

Regina era seduta al tavolo accanto a Emma, David era di fronte a loro e Mary Margaret stava armeggiando in cucina, portando anche per Emma e David una tazza di thé.

«Sì, mi sono fatta controllare» rispose Regina, stringendo la tazza e la mano di Emma sotto al tavolo. Le due si scambiarono un'occhiata nervosa. «Appunto per questo, sono qui per dirvi una cosa».

Regina si raddrizzò sulla sedia, lasciando la mano di Emma e avvolgendole entrambe intorno alla tazza fumante.

David la fissò preoccupato. «Che succede, Regina? Qualcosa non va?»

Mary Margaret si mise a sedere accanto a lui, guardando Regina con altrettanta preocupazione.

«Sto bene, davvero» li rassicurò subito la donna, vedendoli così preoccupati. «E' solo che... sono... sono incinta».

I coniugi Charming trasalirono, spalancando la bocca.

«Regina... tu...»

Mary Margaret borbottò qualcosa di indefinito, mentre David prese la parola.

«Regina, è una notizia bellissima! Un po' inaspettata, ma... devi esserne felice».

Fu solo in quel momento che Emma si raddrizzò a sua volta sulla sedia, assumendo la stessa posizione di Regina, e intervenne.

«Non è tutto» disse, decisa. Si scambiò un'altra occhiata con Regina, che capì che Emma voleva vuotare il sacco prima che perdesse quel poco coraggio ottenuto.

La bionda sospirò. «Io e Regina stiamo insieme» disse, tutto d'un fiato.

Per la seconda volta, David e Mary Margaret sussultarono sulla propria sedia, ma stavolta fu un gesto talmente improvviso che la tazza di Mary Margaret si rovesciò espandendo il liquido su tutto il tavolo.

«Oh, accidenti!» sbraitò Biancaneve, alzandosi di scatto.

Emma, come un riflesso involontario, si alzò a sua volta, senza neanche sapere perché.

«Scusate, faccio io».

Biancaneve si diresse al lavello, prese uno straccio umido e cominciò ad asciugare il thé versato sul tavolo.

«Faccio in un secondo, scusatemi, sono maldestra...»

«Mamma».

Emma posò una mano su quella di Mary Margaret, bloccando il movimento che stava facendo per asciugare. Solo in quel momento le due donne si guardarono direttamente negli occhi.

«Mamma, hai sentito cosa ho detto?»

Mary Margaret non rispose. David, che in tutto quel tempo era rimasto fermo immobile con la bocca aperta, posò una mano sulla spalla di sua moglie e la fece di nuovo sedere.

Regina si sentiva in imbarazzo, a disagio. Distolse lo sguardo; era incredibile come avesse potuto guardare Biancaneve negli occhi dopo tutti i crimini e le sofferenze che si erano causate a vicenda senza provare la minima vergogna, e ora invece era lì, di fronte a lei, con il desiderio di scomparire dalla faccia della terra.

All'improvviso, Mary Margaret si portò una mano alla bocca, soffocando un grido.

«Emma, mi stai dicendo che...» e indicò prima sua figlia, poi Regina, spostando lo sguardo velocemente da una all'altra. «Voi due... insomma, tu l'hai...»

Emma e Regina la guardarono confuse.

«Non pensavo che fosse... che fosse possibile che due donne... sì, insomma, la magia è potente ma... un bambino... Emma, come hai...?»

«Santo cielo, no!» gridò Regina, e finalmente ritrovò quella forza e quella determinazione che la contraddistinguevano. «Il bambino è di Robin».

Mary Margaret tirò un sospiro di sollievo e David si rilassò visibilmente.

«Oh» bisbigliò Biancaneve. «Per un attimo avevo creduto che...»

«La magia non può fare certe cose» confermò Regina. «E immagino tu sappia come si concepisce un bambino. Ne hai avuti due. Oppure vuoi che ti faccia un disegno?»

«Certo che lo so!» rispose Mary Margaret, portandosi una mano al petto, evidentemente colpita dalla sottile accusa di Regina. «La situazione era facilmente fraintendibile!»

«Facilmente fraintendibile?» sbraitò Regina. «Quale persona sana di mente poteva pensare che Emma mi avesse messa incinta?»

«Ok, basta» intervenne Emma, leggermente rossa in volto. Le pareva impossibile di star assistendo a una conversazione come quella tra Regina e sua madre.

La risata di David rieccheggiò in tutta la stanza, mentre Biancaneve era arrossita, imbarazzata.

«Possiamo concentrarci su quell'altra cosa, adesso?» incalzò Emma, cercando di decifrare l'espressione dei suoi genitori.

«Certo» rispose David, agitandosi un po' sulla sedia. «Tu e Regina...»

«Già» disse Emma, fissando suo padre. «Stiamo insieme».

Calò il silenzio. David prese un sorso di thé, giusto per avere qualcosa da fare. Regina distolse di nuovo lo sguardo, ed Emma oscillò il proprio da suo padre a sua madre, aspettando una reazione.

«Potete dire qualcosa?» li spronò la Salvatrice.

David e Mary Margaret si scambiarono un'occhiata stupita.

«Ecco, è... è una sorpresa» iniziò David. «E' per questo che Uncino non si vede più in giro da diversi giorni?»

Emma si aspettava una domanda del genere. Sospirò. «Sì, quando siamo andati a cena insieme, la sera del nostro ritorno... l'ho lasciato».

Di nuovo silenzio.

«E come... come è successo?» chiese Mary Margaret.

Emma si fece coraggio e prese la mano di Regina. Biancaneve e il Principe guardarono quel gesto, sorpresi e confusi allo stesso tempo.

«E' successo e basta» rispose Emma.

«Mentre eravamo via» aggiunse Regina. «Abbiamo passato molto tempo insieme, con Henry, come una famiglia. E abbiamo capito che quello che abbiamo è davvero... speciale. Cercavo risposte sul mio lieto fine senza rendermi conto...» Regina guardò Emma, che le sorrise. «...che ce l'avevo davanti agli occhi».

«Ma cosa farai col bambino?» domandò Biancaneve. «Robin lo sa?»

Regina si aspettava quella domanda, e sentì Emma stringerle la mano un po' di più, come incoraggiamento.

«No, Robin non lo sa» rispose la mora. «Ho pensato tanto se cercarlo e dirglielo, ma mi sono detta che lui... lui una famiglia ce l'ha già. Se ne è andato con loro e io non ho intenzione di scombinare di nuovo la sua vita».

I Charming annuirono, comprensivi, ma dal loro sguardo si intravedeva che non erano del tutto convinti. Regina seppe che era solo questione di poco e presto sarebbe scattata anche l'altra domanda. Ma Emma evidentemente la pensava come lei, perciò li anticipò.

«Io crescerò questo bambino con Regina» disse, tutto d'un fiato. «So che può essere difficile da comprendere, ma siamo una famiglia e questo bambino... o questa bambina... ne fa parte. Io ho scelto Regina, e ho scelto anche il bambino. Ho scelto la nostra famiglia».

Regina sentì delle lacrime annidarsi agli angoli degli occhi, ma cercò di ricacciarle indietro, deglutendo.

Emma cominciò a sudare freddo; i suoi genitori avevano ascoltato le sue parole senza nemmeno sbattere le palpebre, a bocca spalancata e occhi sgranati. Voleva spronarli a dire qualcosa, ma si bloccò; non era sicura di voler sentire le loro ramanzine.

Poi Mary Margaret fece qualcosa che non si aspettavano. Si alzò, fece il giro del tavolo e si parò davanti a loro che, a loro volta, si alzarono in piedi. Biancaneve guardò Emma negli occhi, poi Regina, e inaspettatamente avvolse entrambe in un caloroso abbraccio.

Regina, inizialmente, si irrigidì. Lei e Biancaneve avevano vissuto talmente tante cose insieme che era estremamente difficile ora lasciarsi andare a quell'abbraccio. Ma quando la mano di Biancaneve, e subito dopo quella di Emma, sfiorarono la sua schiena, Regina seppe che la donna era sincera, e che quello era un gesto dettato dal cuore. Senza rendersene conto abbracciò quella donna che, attraverso sua figlia, le aveva inconsapevolmente donato il lieto fine che tanto desiderava.

 

**

 

Non appena spalancò la porta diretta alla sala parto, Emma si ritrovò in mezzo a medici e infermiere che correvano da tutte le parti. Fermò un'infermiera e le chiese di Regina, la donna subito la accompagnò in sala parto e le diede un camice e una cuffietta da mettersi in testa. Emma indossò tutto alla velocità della luce e seguì l'infermiera che finalmente la condusse da Regina.

La donna era distesa sul lettino, con il camice bianco addosso. Lei le arrivò da dietro e vide la testa di Regina agitarsi dallo sforzo e sentì le grida che riempivano la stanza.

«Emma, Emma Swan... chiamate Emma Swan!» gridava Regina. «Emma... ho bisogno di Emma!»

Il cuore di Emma si fermò e le sue labbra si incresparono in un largo sorriso. Sospirò e si avvicinò al letto, affiacandosi a Regina che quando la vide sorrise a sua volta.

«Emma!» gridò, contorcendosi dal dolore. «Emma, i bambini... i bambini stanno per nascere!»

Emma rise. «Lo so, tesoro» disse. «I bambini stanno nascendo e io sono qui con te».

Avvolse la mano di Regina tra le sue, sorridendole per infonderle coraggio.

«Signorina Swan, è un piacere averla qui con noi» intervenne il dottore che era seduto di fronte al letto. «La signorina Mills non è stata molto collaborativa, fin'ora. Aspettavamo lei».

«Adesso sono pronta» disse Regina, stringendo la mano di Emma.

«Sono lieto di sentirlo, perché vedo già la testa del primo bambino».

 

**

 

«Emma?»

Regina si rigirò nel letto, cercando con i suoi piedi quelli di Emma. Quando li trovò, un brivido percorse la sua schiena sentendo quando fossero freddi.

Al tocco, la bionda si mosse appena e mugugnò qualcosa di indefinito.

«Emma? Lo so che stai dormendo, ma devi sentire una cosa».

Emma si girò verso di lei e, siccome erano avvolte nel buio, allungò una mano cercando quella di Regina.

Quando le loro mani si trovarono, Regina condusse quella di Emma sul suo grembo ormai leggermente tondo, visto che era quasi al quinto mese di gravidanza.

Emma era ancora mezza addormentata, ma trasalì immediatamente quando sentì dei calci prepotenti contro il ventre di Regina.

Regina sentì Emma agitarsi nel letto, e capì che stava cercando di mettersi seduta, senza però staccare la mano dalla sua pancia. Sorrise, posando una mano su quella di Emma. I bambini calciarono ancora, e ancora, e ancora.

«Regina, è...» Emma inspirò a fondo, scossa dall'emozione. «E' una sensazione bellissima».

Il cuore di Emma stava facendo letteralmente i salti mortali, e così anche quello di Regina.

«Lo so» rispose la mora. «Scusa se ti ho svegliata, ma dovevi sentirlo...»

«Scherzi? Non mi sarei mai voluta perdere i loro primi calci!»

Entrambe risero. Poi Emma si accoccolò accanto a Regina, che allungò un braccio per abbracciarla, le loro mani ancora posate sul grembo della mora e i bambini che scalciavano come matti, provocando loro delle emozioni che mai avevano provato prima.

 

**

 

«E' bellissima».

Emma non riusciva a smettere di ammirare la creatura che teneva tra le braccia, una bellissima bambina dagli occhi scuri come quelli di Regina.

La bruna, distesa a letto, teneva in braccio il maschietto e lo cullava dolcemente, per farlo addormentare.

«Sì, sono... sono stupendi» disse Regina, scoppiando a piangere.

Emma sorrise. Conosceva bene le crisi post partum, ne aveva avute tante dopo aver avuto Henry. E lei non aveva nessuno che la confortasse, anzi, era chiusa in prigione. Regina, per fortuna, avrebbe avuto tante persone intorno, prima tra tutte lei.

Si distese accanto a Regina, passandole il braccio libero intorno alle spalle, per permetterle di accoccolarsi vicino a lei. In quel momento Emma provò una sensazione intensa. Regina era fragile e bisognosa di protezione, e mai come in quel momento si rese conto che avrebbe fatto di tutto per proteggerla e renderla felice.

La strinse. «Ehi» bisbiglilò, accarezzandole una guancia. «Va tutto bene. So come ti senti, è normale. Ma io sono qui con te. E ci sarò sempre».

Regina non rispose, si limitò a sorriderle grata per quello che aveva detto ma soprattutto per la sua presenza rassicurante. Quando aveva Emma al suo fianco, Regina si sentiva sempre protetta.

La porta della stanza si aprì e comparve Henry, accompagnato da Mary Margaret e David. Regina ed Emma gli rivolsero un sorriso caloroso.

«Vieni, tesoro» lo incoraggiò Regina. «Vieni a conoscere tuo fratello e tua sorella».

Henry si avvicinò. Guardò con occhi curiosi quei due fagottini che le sue mamme tenevano tra le braccia. La bambina spalancò gli occhi, e Henry poté rivedere gli stessi occhioni scuri di sua madre.

Sorrise. «Posso... posso tenerla?»

Emma annuì, mentre con delicatezza posava la bambina tra le braccia di Henry.

Poi Regina guardò Biancaneve, sorridendole. «Allora, vuoi tenere in braccio tuo nipote?»

Mary Margaret trasalì, stringendo la mano di David. Si avvicinò al letto e a Regina, allungando le braccia per prendere il bambino.

Non si rese conto se fosse più emozionata nell'avere per la prima volta il bambino tra le braccia o se lo fosse per la gentilezza con cui Regina le aveva parlato.

Guardò il bambino che dormiva tranquillo, poi Henry ed Emma che sorridenti coccolavano la bambina. Sua figlia era radiosa, sorrideva come mai l'aveva vista prima.

Quei bambini, nonostante tutto, Emma li amava già come fossero figli suoi. David e Mary Margaret si sentirono estremamente orgogliosi della propria figlia e di quella famiglia che, anche se un po' particolare, era riuscita a crearsi.

 

**

 

«E se Robin dovesse tornare?»

Mary Margaret alzò lo sguardo su Emma, mentre quest'ultima pur di tenere le mani impegnate, continuava a passare la spugna su delle stoviglie già ampiamente pulite.

«Non puoi tormentarti così, tesoro» replicò.

«Ma è una possibilità» ribatté Emma. «Potrebbe tornare a cercare Regina, e io non posso sapere come reagirà lei».

Biancaneve prese un gran sospiro, radunando i piatti dal tavolo per portarli al lavello. «Regina ti ama. Ormai ha superato la storia con Robin».

«Si ma quei bambini sono sempre figli suoi» replicò di nuovo la bionda, voltandosi per guardare sua madre. «Se lui vorrà far parte della loro vita, io chi sono per impedirglielo?»

Mary Margaret, carica di piatti, raggiunse Emma al lavello. «Non glielo devi impedire. Ma tu sei stata vicina a Regina per tutta la gravidanza, e starai con lei anche dopo, qualsiasi cosa accada. Quindi, farai sempre parte della loro vita. Anche se Robin dovesse tornare».

Emma sospirò, senza dire nulla. Biancaneve lesse nei suoi occhi una sincera paura per tutta quella situazione, e capì di non averla rassicurata.

«E se non fossi in grado di fare la madre?» chiese, in seguito.

«Sei già una madre, Emma. Hai Henry...»

Emma non la guardò, ma continuò a fissare la pentola che stava lavando. «Non è la stessa cosa. Henry mi ha trovata che aveva già dieci anni. Regina l'ha cresciuto, non io. Non ho idea di come si faccia con un neonato. Figuriamoci con due!»

Biancaneve posò una mano sul braccio della figlia, bloccandoglielo.

«Questa è già abbastanza pulita» disse, prendendo la pentola e asciugandola.

«Scusa...» disse Emma, con un sospiro.

«Non scusarti» replicò Biancaneve. «E' normale che tu ti senta insicura. Anche io mi sentivo così quando ero incinta di te, e mi sentivo così... bè, anche quando è nato tuo fratello. Io ti ho trovata che eri già adulta, esattamente come Henry ha trovato te che era già grande...»

Mary Margaret fece una pausa, e solo in quel momento Emma comprese che la sua situazione era molto simile a quella passata dai suoi genitori. La guardò. Sua madre si era messa a lavare i piatti al posto suo, e per questo teneva lo sguardo basso.

«Non si impara mai a fare il genitore» continuò la donna. «Ogni giorno è come un'avventura, come una continua scoperta, e non c'è nessuno che possa dirti cosa è giusto e cosa è sbagliato. Non c'è una regola che insegni a fare il genitore. Tu puoi soltanto lasciarti guidare da ciò che senti dentro di te».

Biancaneve alzò lo sguardo incrociando quello di Emma, che non l'aveva distolto durante tutto il discorso. Sorrise.

«Cosa senti dentro, Emma?»

Emma sospirò. Sentiva tante cose, tante emozioni constrastanti che sbattevano l'una contro l'altra, provocando in lei tanti dubbi e tanta insicurezza. Ma oltre questo c'era qualcos'altro, un'emozione, un sentimento che spiccava sempre sopra tutti.

«Amore» borbottò Emma, con un sorriso. «Amo Regina, anche se non sono brava a dirglielo. Amo Henry, e amo i bambini che stanno per nascere. Amo la nostra famiglia, e voglio proteggerla. Voglio essere una brava madre».

Biancaneve sorrise. Si asciugò le mani e ne posò una sopra a quella di Emma. «Questo è ciò che serve, tesoro. Non importa quante volte dirai loro che li ami e che gli vuoi bene, dimostraglielo lasciando che l'amore guidi le tue azioni».

«Ho sempre pensato che le azioni dicessero molto di più delle parole» intervenne Emma, distogliendo lo sguardo.

«Ed è così» confermò Mary Margaret. «Emma, essere una buona madre non significa non sbagliare mai. Tu sbaglierai, come sbaglierà Regina, come ho sbagliato e sbaglierò io. Ma se continuerai ad agire per il bene dei tuoi figli, se continuerai a dimostrare loro amore e comprensione, se li proteggerai e saprai stargli accanto sempre e comunque... allora sarai una buona madre».

Una lacrima rigò il viso di Emma.

«Grazie, mamma» disse soltanto, mentre Mary Margaret si sporgeva verso di lei per stringerla in un abbraccio.

 

**

 

«Eccoci a casa!»

Regina spalancò la porta del 108 di Mifflin Street, permettendo a Henry, che portava la culla con il suo fratellino, di entrare, e subito dopo entrò anche Emma con la bambina tra le braccia.

Regina rise. «Emma, se non le togli gli occhi di dosso sbatterai contro qualcosa».

Emma alzò lo sguardo e rise a sua volta. Regina si perse in quegli occhi brillanti e sorridenti, percependo tutta l'emozione che Emma provava in quel momento.

«Hai ragione, scusa» rispose la bionda, percorrendo il corridoio, ma nel farlo riprese a guardare la bambina, come se non avesse neanche sentito le parole della mora.

Regina salì al piano di sopra a fare una doccia, e un quarto d'ora dopo scese di nuovo, trovando Henry ed Emma in salotto. Si soffermò un momento a guardarli, senza che loro se ne accorgessero; Emma aveva messo i bambini uno accanto all'altro sul divano, ed era inginocchiata davanti a loro, proteggendoli usando le sue braccia come sponde. Henry aveva preparato della cioccolata calda, portando tre tazze su un vassoio insieme a un barattolo di panna e il diffusore della cannella. Regina sorrise; da quando Emma viveva con loro la cannella non mancava mai, e lei si era ormai abituata a sentire quel dolce odore in tutta la casa. Era il suo odore, l'odore di Emma.

Regina non avrebbe mai creduto di poter amare qualcuno in quel modo. Non avrebbe mai creduto di poter amare così ancora una volta. E il fatto che quel qualcuno fosse Emma era ancora più incredibile.

Emma era entrata nella sua vita come un uragano, l'aveva letteralmente travolta, e anche se all'inizio le cose erano state difficili e molto complicate, adesso non riusciva più a immaginare la propria vita senza quell'uragano dai capelli biondi. Ci avevano messo tanto e forse la strada era ancora lunga, ma stavano costruendo una famiglia e per la prima volta dopo tantissimo tempo, Regina Mills provò una sensazione che aveva quasi dimenticato: felicità.

Emma alzò lo sguardo all'improvviso, e quando vide Regina le sorrise. «Ehi, vieni, ti aspettavamo».

Regina provò una fitta allo stomaco; il sorriso di Emma era così spontaneo, i suoi occhi erano così allegri, che il suo cuore fece un doppio salto mortale a quella vista.

Si avvicinò, sedendosi sul divano accanto ai bambini, mentre Henry, seduto sul tappeto a gambe incrociate accanto ad Emma, cominciò a versare la cioccolata nelle tazze.

«Che ne dite se quando i bambini cominceranno a prendere il biberon, mettessimo la cannella nel latte?» esclamò il ragazzo, ridendo.

Emma rise. «Mi piace come idea!»

Regina la fulminò con lo sguardo. «Emma...»

Emma ed Henry risero di gusto, e Regina capì che la stavano prendendo in giro, così rise insieme a loro, mentre il ragazzo le porse una tazza di cioccolata colma di panna montata e cannella.

Ne porse una anche ad Emma, che la alzò.

Henry e Regina la guardarono.

«Vuoi fare un brindisi con la cioccolata calda?» disse Regina, cercando di trattenersi dal ridere, mentre Henry non si trattenne per niente. Scoppiò in una fragorosa risata.

Emma rivolse loro una linguaccia.

«E' ovvio che preferirei fare un brindisi con lo champagne, ma tu» e indicò Regina «non puoi ancora bere, e tu» e stavolta indicò Henry, «sei minorenne. Quindi l'unica che può bere sono io ma come vedete sono impegnata a badare i bambini, quindi è meglio se rimango sobria...»

«Ho afferrato il concetto» la interruppe Regina, alzando anche la sua tazza. «La cioccolata è perfetta per un brindisi».

Emma sorrise compiaciuta, mettendosi in ginocchio per raddrizzarsi, mentre Henry avvicinò la tazza alle loro. Le fecero schioccare l'una contro l'altra.

«A Ingrid e Fred» disse Emma, sorridente.

Regina sorrise, guardando sognante i bambini. «Benvenuti a casa, piccoli». 


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E' l'una di notte e tutto va bene! 
Che dire, amici. Eccomi qua, sono arrivata alla fine anche di quest'avventura. Per prima cosa spero che il capitolo non vi abbia deluso. Seconda cosa, so che forse a questo punto avrete tante domande da fare, su questi sette mesi che sono trascorsi dal loro ritorno fino al parto di Regina. Io stessa mi sono chiesta: ma quando sono andate a fare la prima ecografia e come hanno reagito quando hanno scoperto che sono due gemelli? E poi, come hanno scelto i nomi dei bambini? Come sarà stato il loro primo appuntamento come una coppia normale? Come hanno deciso che Emma andasse a vivere con loro? 
Queste sono solo alcune delle domande che io (e spero anche voi) mi sono posta. Ebbene, questo mi porta a parlarvi del mio prossimo progetto, che si intitolerà: Cosa accade quando la Regina Cattiva trova il lieto fine e la Salvatrice viene salvata?   Sì, avete capito bene. Inizierò una nuova raccolta di OS legate a queste due long, che saranno appunto una serie di Missing Moment di questi sette mesi, e magari perché no? Anche qualcosa dopo la nascita dei bambini. Insomma, voglio illustrarvi come nella mia piccola testolina si svolge la vita quotidiana di Emma e Regina e family. Senza mostri, sortilegi, ombre varie... soltanto loro due e la quotidianità. 

Se siete arrivati a leggere fino qui vi ringrazio infinitamente. Spero di avervi tenuto compagnia in questi mesi di assenza di OUAT, voi di sicuro l'avete tenuta a me. Oggi è il 27 settembre e alle due di stanotte andrà in onda la Season Premiere, finalmente. A chi è interessato, io farò la diretta stanotte e potete seguirmi live sulla pagina (che vi ricordo è questa: https://www.facebook.com/SwanQueen-I-cattivi-non-hanno-mai-un-lieto-fine-ma-Regina-ha-Emma-1587931868117207/timeline/) dove commenterò la diretta nella speranza di riuscire a non essere totalmente demenziale come lo sono nei commenti del rewatch della quarta stagione xD

Vorrei dire tante altre cose, ma penso che mi fermerò qua. E vi ringrazio di nuovo se siete arrivati a leggere anche fino alla fine di questa pappardella. Vi ringrazio per avermi recensito, apprezzato, anche solo seguito in silenzio. Per avermi fatto compagnia in questa lunga attesa e ringrazio soprattutto quelle persone che sono state vicine ai miei scleri e mi hanno supportato.
Alla mia dolce Deary, che mi ha dato consigli preziosi e ha anche fatto le mie veci quando io non potevo;
A Silvia Mills, che spesso ha letto i capitoli in anteprima e mi ha convinto che non erano un disastro totale;
Ad Alli, Diana, Fran, Pingus e Carmen, semplicemente perché ci sono;
e infine, alla mia JMo personale che so per certo che leggerà, perché si è divorata le mie due fanfiction in una notte, anche se so che odia leggere e odia le fanfiction. Quindi, insomma, grazie. 

E grazie ancora a tutti voi. Buona Season Premiere a tutti! Possa la buona sorte essere sempre a nostro favore (?) si dai lo sapete che non riesco a non dire cavolate per troppo tempo, passo a chiudo! xD

  
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