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Autore: Lellaofgreengables    27/09/2015    3 recensioni
Durante il suo viaggio di nozze con Gonzalo in Argentina, Maria ha la possibilità di ritrovare Celia, la sua migliore amica. E per le due ragazze sarà come se il tempo non fosse mai passato.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maria Castañeda, Martin Castro
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Cap 4


Le nozze
I giorni erano volati ed era giunto il momento delle nozze di Celia. Maria stava preparando la sua amica che però si mostrava ribelle come sempre.
“Se non starai ferma, non riuscirò mai a sistemare il velo sulla tua testa.” sorrise Maria. Il velo era bianco e di pizzo e Maria doveva legarlo come una bandana sul capo della sua amica. La sposa indossava un abito bianco a tunica ricamato. Era uno splendore. Maria si era data da fare con il trucco e il risultato aveva superato ogni rosea aspettativa di Celia.
Esperanza le guardava da lontano, intenta a giocare con la sua bambola. Anche la piccola indossava un abitino bianco perché avrebbe consegnato le fedi agli zii Celia e Miguel.
“Sono così contenta che tu e Gonzalo abbiate deciso di farci da padrini. La mia famiglia è a Puente Viejo e spero di non vedere mai più i miei genitori. Il padre e la madre di Miguel sono morti. E sarà strano vederlo entrare in chiesa al tuo braccio. Ops, di fatto io non lo vedrò perché Gonzalo mi condurrà qualche minuto dopo. Mamma mia, come sono emozionata. Non mi rendo nemmeno conto di ciò che dico.” affermò Celia afferrando il bouquet di rose bianche che Maria le aveva preparato.
La signora Castro cantò una canzoncina che veniva dedicata a tutte le spose di Puente Viejo dalle loro amiche e parenti, durante i preparativi della futura moglie. Maria aveva le lacrime agli occhi quando abbracciò Celia, sempre attenta a non sporcare l'abito ella sua amica.
“Tu non devi assolutamente piangere. Rovinerai il trucco altrimenti. Ora io ed Esperanza andremo via. Dobbiamo raggiungere Miguel e scortarlo in chiesa. Tra poco arriverà mio marito, spero in tempo. Altrimenti vivremo la nostra prima crisi coniugale.” sorrise Maria.
“Sono nella stanza accanto” ridacchiò Celia, non credo che riuscirebbero ad arrivare in ritardo.” In effetti proprio in quel momento giunse Gonzalo, elegante più che mai, che, come in occasione delle nozze con Maria, aveva accettato di indossare una cravatta, anche perché costretto dalla sua moglie tutta pepe.
“Bene, vado da Miguel” affermò Maria, salutando con un bacio Gonzalo, e prendendo in braccio la piccola Esperanza, che sorrise al suo papà prima di allontanarsi con la sua mamma.
Un'ora dopo Gonzalo e Maria erano in chiesa, accanto a Celia e Miguel e non potevano fare a meno di guardarsi negli occhi e di pensare alle loro nozze.
Celia e Miguel erano già marito e moglie ed Esperanza era stata bravissima nel consegnare loro le fedi. Tutti avevano sorriso di tenerezza quando l'avevano vista camminare tenendo per mano la sua mamma, verso l'altare e porgere la scatolina di avorio con i due anelli agli sposi. Il cuore di Gonzalo poi si era gonfiato nel petto. Era pieno d'orgoglio e di amore per la sua piccola principessa.
“Mettimi come un sigillo sul tuo braccio, come sigillo sul tuo cuore perché l'amore è forte come la morte. Tenace come gli inferi è la passione. Le sue vampe sono fiamme di fuoco, una fiamma del Signore. Le grandi acque non possono spegnere l'amore, né i fiumi travolgerlo”. Lesse il sacerdote.
Gonzalo e Maria si guardarono negli occhi e capirono che quelle parole non erano perfette solo per Celia e Miguel ma anche per loro. Loro due avevano superato venti, maree, fuochi e tempeste ma il loro amore era rimasto saldo ed era diventato sempre più forte . Un amore che aveva dato i suoi frutti: Esperanza e il figlio che stavano aspettando.
Maria sorrise e Gonzalo pensò che era bella più che mai, con quel vestito rosa che indossava.
La cerimonia finì e Celia abbracciò Maria prima di allontanarsi verso il ristorante con suo marito.
La signora Castro osservò Celia e capì che tutte e due avevano affrontato mille difficoltà, mille soprusi ma alla fine ne erano uscite vincitrici e che dall'altra parte dell'oceano, lontano da quel convento dove si erano incontrate, da quei paesi dove erano cresciute, avevano trovato la loro felicità. Se c'era una persona che meritava di essere felice, era proprio Celia, la dolce novizia che Maria aveva incontrato in uno dei momenti più bui della sua vita.
Il banchetto nuziale era stato consumato alla locanda, Maria guardava la sua amica ballare con il marito, nella sala da ballo mentre teneva Esperanza tra le braccia. La bimba era sveglia e osservava le coppie ballare con molto interesse.
Gonzalo raggiunse Maria alle spalle, senza che lei se ne rendesse conto e le sussurrò all'orecchio.
“Sai cosa stavo pensando durante tutta la durata della cerimonia? Pensavo che ti avrei risposata immediatamente e lo rifarei altre cento volte. Tu, Esperanza e il piccolo in arrivo siete quanto di più bello mi sia mai capitato. E' vero che a volte sei una despota insopportabile, ma sei la donna migliore che io abbia mai conosciuto.”
Per tutta risposta Maria si voltò e lo bacio . Esperanza sorrise. Adorava vedere i suoi genitori farsi le carezze, anche perché poi anche lei riusciva sempre a ricavare qualche bacetto.
L'indomani venne il momento dei saluti. Maria e Celia si tennero strette a lungo, con le lacrime agli occhi. Non sapevano quando si sarebbero potute stringere ancora in un abbraccio, anche se avevano deciso di scriversi almeno una volta al mese per mantenersi aggiornate sugli eventi delle loro vite.
“Devi venirmi a trovare quando nascerà il bambino” disse Maria, asciugandosi una lacrima che, traditrice, le scendeva sulla guancia.
“Certamente. La zia Celia non mancherà. Lo strapazzerà di coccole, puoi contarci. Verrò anche perché non vedo l'ora di farmi un bagno. Dicono che le acque siano splendide a Cuba. Scherzo, verrò solo per te, per Gonzalo, e per i vostri due tesori.” sorrise Celia.
Esperanza a sua volta guardava la scena con tristezza. Sapeva che per molti mesi non avrebbe rivisto la zia Celia.
Gonzalo guardava la scena consapevole che fuori dalla porta della locanda, era appena giunta l'automobile che li avrebbe condotti fino al porto.
“Maria, dobbiamo andare” affermò l'uomo, prendendo in braccio la piccola Esperanza, restia a lasciare l'accogliente locanda.
Maria e Celia si diedero un ultimo bacio e poi si separarono. Prima di salire sull'automobile guardò per un'ultima volta l'insegna del locale della sua amica. “La posada de Esperanza”. Era certa che presto si sarebbero riviste e che la speranza, che le aveva accompagnate fino a lì, le avrebbe guidate sempre.
Fine.



























 

   
 
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