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Autore: candidalametta    13/02/2009    2 recensioni
è ciò che ho immaginato succedesse a Kathryn dopo la scomparsa di Sebastian. è un'interpretazione molto sofferta perchè solo questo personaggio sa quanto abbia tentato di comprenderla fino in fondo.. spero sia di vostro gradimento.. dedicata a chi continua a interrogarsi su quanto ci sia stato di profondo in questo rapporto incestuoso..
Genere: Triste, Introspettivo, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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consiglio questa canzone durante la lettura.
color blinde

No one gets to come in


Guardo tutto con altri occhi ora, lo stesso letto sfatto contro la parete, l’azzurro che mi circonda, cercando di riprodurre quella calma che non ho mai avuto. Il suo corpo scuro tra le lenzuola in tono, l’ho perfino costretto ad indossare quelle ridicole mutandine con le piume rosa.
Una scusa patetica per strapparmi un sorriso, cattivo e tagliente come un pezzo di vetro.

Bevo l’ultimo sorso d’alcol nel piccolo bicchiere, non ha calore, non ha sapore, il bicchiere vuoto, come me.
Anche se voglio ignoralo, freddo inutile oggetto tra le mie dita, vuoto come la mia coscienza. Sempre se ne abbia mai avuta una.

Il corpo si alza piano sui gomiti, gira la testa sul materasso alto, tra le lenzuola leggere.
“Kathryn?”
Il profilo scuro si alza appena dal cuscino, la voce roca dal sonno; schiude gli occhi e mi vede, avvolta nella vestaglia di seta azzurra, seduta per terra con la schiena aderente alla porta.
Mi alzo con lo sguardo perso in qualcosa che lui non può vedere, sedendomi con delicatezza sul bordo del letto con il tessuto che scivola sulla gamba nuda.
“vuoi?” chiede, poggiando la mano sulla pelle liscia, è così scura in confronto che crea un contrasto brutale.
Sciolgo il nodo della cintura, che cade ai piedi del letto mentre prendo il mio posto. La testa maschile si avvicina al viso con le labbra socchiuse, protese in un bacio che non voglio ricevere; poggio una mano sul suo basso ventre e lo guido senza guardarlo. Lasciando che intuisca, che chini il capo e si adatti al suo ruolo senza protestare, senza cercare la porta della mia voce. Accomodandosi nello spazio che gli concedo mentre chiudo gli occhi …

Chiudo gli occhi e sogno che la pelle che sto accarezzando non sia nera di ebano levigato. Ma bianca, diafana, talmente sottile e trasparente da poterne intuire ogni muscolo solcarla di linee morbide perdute tra le lenzuola increspate. Così vicina da ammirarne persino il tendine del braccio accanto alla mia testa nello sforzo di sostenere il resto del corpo sopra di me senza farmi male.
Ma sopporterei un peso molto maggiore del suo corpo pur di averlo su di me. ..

Chiudo gli occhi e immagino che i capelli che sto sfiorando, che stringo, nella vertigine di questo momento, non siano un groviglio crespo color pece, ma che una chioma rossiccia sia così vicina al mio ventre da sfiorarne con le punte inanellate il contorno, accarezzando qualcosa che l’altro ha già trovato.
Immagino di sentirne il tenue calore mentre il viso si attarda dove ormai non posso più vedere.

Chiudo gli occhi e sperando che quando li aprirò non sarà un viso odiato a riposarmi vicino, quello sperduto di un ragazzo già uomo venuto a riparasi nella tempesta.
Scappato al suo destino di eterno secondo, ospite indesiderato, da me, che lo odio, da Cecile, che lo ha tradito, nel corpo e nell’anima.
Spero di sollevare le palpebre e incontrare lo sguardo allegro e chiaro di Sebastian, non del giovane uomo che lo ha ucciso. Di rivedere il suo profilo sottile stagliarsi contro il riflesso della luce del mattino, scoprire che con le dita sottili stava esplorando il mio profilo mentre dormivo.
Assaporando la sensazione di essere unica e speciale, la sola importante dentro e fuori da questo letto, senza chiedermi se stia mentendo, con il brivido consapevole di essere imperturbabile.
Sentire la punta delle sue mani percorrermi la guancia accaldata, attardarsi su ogni curva sussurrandomi segreti appresi da altre donne. Luminoso come il sole riflesso nei suoi capelli, con il sorriso ingenuo di tanti desideri svelati, pronto a raccontarmi con una smorfia accattivante tutto ciò che le mie labbra chiedono. Burlandosi di una perfezione mancata perché dopo aver fatto l’amore sono scompigliata come chiunque altra .

Apro gli occhi e desidero che tutto questo sia vero, che sia il mio fratellastro a dormire accanto a me dopo avermi amata, esausto, dopo una notte insieme.
Voglio credere che la morte e una stupida verginella non mi abbiano portato via l’unica persona che desiderassi davvero, ma da cui non mi sia mai lasciata amare, che non ho mai avuto. Penso questo mentre mi rendo dolorosamente conto di essermi scopata ancora il musicista che vorrei uccidere ogni giorno, dopo ogni notte.

Apro gli occhi rendendomi conto di essere sola, la presenza ingombrante accanto a me è inutile quanto una lampadina accesa nella luce di mezzogiorno. Sono sola qui dentro.
Guardo il crocifisso accanto a me, incastrato nella spalliera del letto, non lo indosso più da quando il rettore lo ha scoperto, da quando tutti sanno, da quando sono chiusa in questa camera.
Come un eremita.
Cercando di non guardare l’ombra di una parola che leggo negli occhi di tutti quelli che mi passano accanto, girando il capo per non guardarmi.

Ora il mondo non ama più Kathryn.

Sul comodino delle pagine stampate, il diario di Sebastian che tante volte avrei voluto leggere e che mi è stato fatale.
Ma non riesco a separamene, perché è quella parte di me che vive ancora con lui. L’ho capito dal primo istante che le ho viste, tra le mani della sua ultima donna, che sarebbe stata l’unica cosa che lo avrebbe tenuto accanto a me per sempre.
Per questo tra le lacrime sorridevo, mentre tutti leggevano le mie vergogne, mentre la polvere bianca usciva dal dio vuoto che portavo sul petto, era quella, tra le righe di pagine custodite gelosamente, tra le foto di chi era riuscito a ingannare, tra i ricordi spietati di un sesso senza futuro, la prova che mi aveva crudelmente amato.
  
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