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Autore: Heartless_18    28/09/2015    4 recensioni
Lei: Samantha Jackson, denominata psicopatica disadattata.
Lui: Sven Clark, denominato stronzo di professione.
L'apparenza inganna, e Sam lo sa bene.
Un angelo.
E' questo l'aggettivo che gli ha affibbiato la prima volta che i suoi occhi si sono puntati su di lui.
Peccato che poi questo angelo abbia aperto bocca, rivelando la sua natura da demonio.
Il problema? Per Sam è già troppo tardi, anche se cercherà invano di combattere contro la forza dell'attrazione che la spinge irrimediabilmente verso di lui.
Ma anche Sam sa di non essere un angioletto, quindi quale coppia più perfetta di due diavoli che indossano maschere da angeli?
“Tutto il mio cuore è suo; Gli appartiene e con lui rimarrebbe, anche se il fato destinasse il resto di me a stargli per sempre lontano.”
-Charlotte Brontё, Jane Eye.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Mi parve di star sognando di essere in sella a un unicorno, prima che la sveglia interrompesse il sogno.
Ma poi..per quale accidenti di motivo la mia sveglia stava suonando?
Ero quasi certa fosse Sabato mattina,di conseguenza niente lezioni.
A meno che non avessi assunto droghe pesanti in grado di coprire lo spazio temporale di due giorni,dubitavo fossimo già arrivati al Lunedì.
Aprii gli occhi a fatica,meravigliandomi del fatto che fossi riuscita a farlo.
A quell’ora dell’alba,le mie palpebre sembravano essere sigillate con l’Attak.
Spensi la sveglia,o meglio la lanciai contro la parete opposta al letto con quell’intento. Diamine,non avevo nessuna voglia di andarne a comprare un’altra, avrei dovuto smetterla di essere così impulsiva!
Sbuffai frustrata,prima di guardarmi attorno nel silenzio più totale del mio appartamento.
Prima di lanciare la sveglia contro il muro,non avevo neanche verificato che ore fossero.
Ad ogni modo non mi importava,io avevo ancora sonno, il che valeva come motivazione per rimettermi a dormire.
Chiusi gli occhi e mi strinsi le coperte al petto,infossando maggiormente la testa nel cuscino.
Ero quasi ricaduta nel mondo dei sogni,quando venni disturbata di nuovo.
Quella volta non fu colpa della sveglia,ma del campanello di casa.
Stavo cominciando a desiderare di diventare sorda!
Con un ringhio frustrato scalciai via le coperte,dimenandomi su me stessa per riuscire ad alzarmi. Peccato che,con tutto quell’agitarmi,finii con il cadere a terra.
Se il buongiorno si vedeva dal mattino,quella che mi aspettava sarebbe stata proprio una giornata di merda.
Mi avviai zoppicante verso l’ingresso,pregando mentalmente che avrebbe smesso di trillare prima del mio arrivo. Me lo auguravo più che altro per la persona al di fuori di quella porta e per la sua salute fisica.
Non mi premurai neanche di guardare dallo spioncino o di provare a darmi una sistemata,aprii la porta senza curarmi che avrei potuto spaventare il mio interlocutore con quell’aspetto.
Quando mi trovai davanti la faccia sorridente di Trent,la voglia di fargli del male fu quasi impossibile da contenere.
Guardai la sua espressione felice e sorridente per non più di tre secondi,prima di richiudergli la porta in faccia quando provò a spiaccicare una sola misera parola.
Era impazzito se gli veniva in mente la geniale idea di presentarsi a casa mia,a quell’ora dell’alba!
Non sentii il rumore della porta che si infrangeva contro lo stipite,poiché lui frappose un piede in mezzo,evitando che accadesse.
Mi schiacciai di peso contro la porta,ma lui ebbe la meglio.
Accidenti,ero proprio una femminuccia!
“Sei splendente come un raggio di sole!” entrò in casa con un sorriso,nonostante io non l’avessi invitato a farlo. Tipico atteggiamento da lui.
Chiusi la porta che lui non si era premurato di chiudersi alle spalle,e lo seguii sconsolata  fino alla cucina.
“Trent,devi capire che la mia pazienza ha un limite e tu la stai superando. Non ritenermi responsabile se un giorno la tua testa non avrà più un corpo su cui appoggiarsi, perché non posso garantirti che..ehi ma quella è una ciambella?”
Frugai all’interno del sacchetto che aveva attirato la mia attenzione,prima di fiondarmi sul contenuto cospargendomi la bocca di zucchero a velo.
“Credo che tu possa conoscere da sola la risposta” mi lanciò addosso un fazzoletto in modo da invitarmi a darmi una ripulita.
Francamente,pensavo che non fosse del banale zucchero a velo cosparso su tutta la mia bocca,la cosa peggiore del mio aspetto in quel momento.
E ne ebbi la certezza poco dopo.
“Tesoro,si può sapere che diamine hai combinato ieri sera? Un attimo prima stavamo ballando insieme,e l’attimo dopo sei scomparsa,per poi riapparire un’ora dopo a pomiciare con un palo,con un palo,per Dio!”
Lo ascoltai in silenzio,usando una mia unghia come stuzzicadenti per togliermi qualche briciola rimastami incastrata in mezzo ai denti.
Era davvero frustrante quando accadeva.
“Eri sbronza persa,e hai un aspetto orribile!” come per rendermi partecipe della veridicità della sua constatazione,mi trascinò fino allo specchio in soggiorno,piazzandomi davanti.
Se non fossi stata io quella riflessa nello specchio,molto probabilmente mi sarei presa in giro.
“Andiamo Trent,non ero messa poi così male!” sfuggii dalla sua presa e mi inoltrai nuovamente in cucina,facendo fuori in due bocconi quanto rimaneva della mia colazione.
Sospirò sfinito. “Quale parte del ‘stavi pomiciando con un palo ‘ non ti è chiara?”
Lo ignorai e,comportandomi come se non esistesse,presi a mettere in ordine quel caos di cucina. O almeno ci provai..
Avrei dovuto assumere una donna delle pulizie,ma quanto mi sarebbe venuto a costare? Decisamente troppo,meglio usufruire di mia madre.
Chissà quando aveva un giorno libero per venire a trovarmi..
“Basta,mi arrendo a provare a parlare con te!” emise un ringhio frustrato,prima di lasciarsi cadere su una sedia con il volto coperto dalle mani,in segno di esasperazione.
Mentre tenevo in mano un bicchiere con l’intento di asciugarlo,mi girai in sua direzione per osservarlo.
Il leggero broncio che avevo assunto poco prima scemò lentamente,lasciando il posto a un sorriso caloroso.
Potevo ritenerlo una delle poche persone che si interessasse realmente a me.
Non si trovava tutti i giorni un amico che ti portava la tua colazione preferita a casa dopo una sbronza, ti chiedeva come stavi in ogni momento,ascoltando anche la risposta.
Mi venne da ridere a pensare a come ci fossimo conosciuti.
Era una sera come le altre,in cui tenevo la mente occupata in una delle solite discoteche,cercando di staccare dall’ormai stress giornaliero.
L’avevo avvistato,in mezzo alla pista da ballo,bello come non mai e con un sorriso indimenticabile.
Dopo tre drink e la mia lucidità andata a farsi benedire,mi ritrovavo a ballare con lui provandoci spudoratamente.
Ci rimasi malissimo quando,pochi giorni dopo,si trasferì nell’appartamento accanto al mio.. in compagnia di un ragazzo, il suo ragazzo.
Non vi dico il trauma iniziale,non appena scoprii che fosse gay.
In realtà si riteneva bisessuale,ma non l’avevo mai visto con una ragazza.
“Scusa se non mi va di ammettere quanto fossi patetica ieri sera!” le parole potevano risuonare dure,ma quando mi accoccolai sulle sue gambe capì che mi fossi rilassata.
“Sei stata esilarante” appoggiò la fronte alla mia spalla e rise.
Quella risata mi fece ritornare alla mente il momento in cui lo incontrai.
Mi girai a fissarlo,attirando così la sua attenzione.
“Che c’è?” chiese inarcando un sopracciglio,con un tono di voce leggermente spaventato a causa del mio sguardo da tigre predatrice.
“Stavo pensando che è un vero peccato tu sia gay”
Mi cacciò via da sopra di lui con una risata e uno scappellotto in testa.
“Bisessuale” precisò,con sguardo truce.
Detestava quando confondevo le cose.
“Appunto,dato che ti ritieni bisessuale e non gay,non ti piacciono le mie chiappe?” lo stuzzicai,strizzandomi il sedere in maniera provocante.
Insomma,era un ragazzo così bello: da splendenti occhi color miele,capelli mori,e fisico statuario. Dava l’impressione di essere un modello.
Rise ancora più forte,scuotendo la testa incredulo.
Adoro le tue chiappe!” stette al gioco,lasciandomi una leggera pacca su di esse.
Non feci in tempo ad aggiungere altro,che il campanello prese nuovamente a suonare.
Ma cosa diamine c’era nell’aria quella mattina? Presto quella casa sarebbe diventata un ritrovo per una confraternita intera.
Mi affrettai a raggiungere la porta,con quel dannato campanello che non la smetteva di trillare ad intermittenza.
“Arrivo!” urlai istericamente,fiondandomi sulla porta d’ingresso e spalancandola.
Non ebbi il tempo di capire cosa stesse succedendo,che Dee mi saltò addosso,iniziando a saltellare contenta come una gazzella.
Era la mia migliore amica e,per quanto le volessi bene,l’avrei uccisa nel giro di dieci secondi se non l’avesse finita di urlare in quel modo irritante e di farneticare parole senza un nesso logico.
“Dee”
“E poi mi ha richiamata,e io non ci potevo credere..ma poi ho pensato a quanto fosse bello e mi sono detta ‘perché non concedere un secondo round’? Però mi ha spiazzata quando mi ha chiesto di uscire,più precisamente si tratta di un’uscita di gruppo..”
“Dee!” provai a richiamarla,nonostante lei sembrasse non volerne sapere di staccarsi dal mio braccio e di smetterla di blaterale.
La mia testa stava esplodendo,e non ero sicura che sarei riuscita ad evitarlo.
“Sono andata in panico e non sapevo cosa fare,perché ti rendi conto che potrebbe trasformarsi in una cosa seria?Insomma,si tratta di un’uscita insieme a tutti i suoi amici,e io non mi sento pronta.. è successo tutto così all’improvviso che..”
“DEE!” lanciai un urlo gutturale che rimbombò nei meandri di tutta casa,e non ero sicura che non lo avesse avvertito anche il resto del vicinato.
Per lo meno,però,sortì l’effetto sperato.
Dee si bloccò di colpo,rimanendo con la bocca semi aperta,interrotta bruscamente dal racconto della sua emozionante storia.
“Io stavo solo..”
“Taci”
“Ma io volevo..”
“Chiudi un attimo quella dannata boccaccia!” strillai nuovamente,tappandole la bocca con una mano prima che le venisse l’idea di provare a riaprirla.
“Ora fai dei respiri profondi” le ordinai.
La vidi chiudere gli occhi e rilassare i muscoli,ispirando leggermente dal naso,per poi rilasciare l’ossigeno accumulato.
Quando fui sicura del fatto che si fosse calmata,le tolsi lentamente la mano dalla bocca, invitandola a spiegarsi.
“Sei sicura di quello che stai facendo?” mi chiese stralunato Trent,buttato sul divano dietro di me.
Gli lanciai un’occhiata come cenno affermativo.
“Oh Gesù..” commentò,prima di reggersi la fronte con la mano,cercando una via di fuga guardandosi intorno.
Dee lo fulminò con lo sguardo,prima di ritornare a riservare la mia attenzione a me con un sospiro.
“Ho conosciuto questo ragazzo ieri sera,mentre tu eri intenta a farti fuori metà bar.. e abbiamo passato la notte insieme. Non mi aspettavo che mi avrebbe richiamata così presto,anzi,in realtà pensavo non l’avrebbe fatto e basta. Quindi potrai immaginare la mia sorpresa quando mi ha proposto di uscire con lui,in compagnia anche dei suoi amici,questa sera”
Si fermò per darmi tempo di assimilare quanto avesse detto.
Annuii silenziosa,aspettando che proseguisse,ma non lo fece.
Era quella la storiella? E quando arrivava il punto che mi spiegasse il perché ne stesse parlando proprio a me?
“E’ molto emozionante cara,davvero.. ma io cosa centro?” domandai flebilmente,quasi timorosa di ricevere una risposta insoddisfacente.
Sorrise angelicamente,ma non mi ingannava.
La conoscevo quella finta facciata da angelo,ed ero più che sicura che,se le avessi tolto la maschera,avrei rivelato un adorabile diavoletto.
Un brutto presentimento cominciò a farsi strada in me..
Se mi avesse chiesto di accompagnarla,l’avrei mandata a quel paese senza troppi complimenti.
“Come sarebbe a dire ‘cosa centri’? Tu verrai con me sciocchina” mi sfiorò la punta del naso con un dito,facendomelo arruffare istintivamente.
Ci misi tre secondi per capire quanto avesse detto e reagire.
Il mio modo di reagire fu quasi inquietante.
Mi misi a ridere,seguita a ruota da Trent,che era piegato in due sul divano.
Solo Dee non sembrava trovare l’ilarità in tutta quella faccenda.
Eppure ero convinta che il suo intento fosse quello di farmi conoscere qualcuno.
Non si era ancora arresa con la storia dell’anima gemella,e andava cercando disperatamente la mia da oltre sei mesi.
“Ci hai provato Dee,ci hai provato” le appoggiai una mano sulla spalla in segno di stima per il tentativo fallito,cercando di trattenermi nello scoppiargli nuovamente a ridere in faccia.
Lanciai uno sguardo d’intesa a Trent,che stava disperatamente cercando di trattenersi tenendosi la bocca chiusa con entrambe le mani.
“Andiamo Sam,non pensi che non potrebbe che farti bene guardarti attorno e provare a conoscere qualcuno?” insistette Dee,con cipiglio offeso.
“Quante volte dovrò ancora ricordarti del mio ribrezzo nei confronti del genere maschile?”
“Ehi!” si intromise Trent,lanciandomi uno sguardo truce.
“Eccetto per te,tesorino” dissi,tanto per farlo tacere.
“Potresti provare a essere un po’ più accondiscendente e aperta?” continuò Dee,incurante dell’intervento fuori luogo di Trent.
“Potresti provare a non farmi ammosciare le chiappe?”
“Sto solo cercando di aiutarti!”
“Ma nessuno ti ha chiesto aiuto!”
Lei puntò i piedi,e io cominciai a fare lo stesso cercando di mantenere viva la mia idea.
Dovette intervenire Trent ancora una volta,per cercare di calmare le acque.
“STOP! Valutiamo la situazione” ci fece segno di accomodarci di fronte a lui.
Io e Dee ci lanciammo un’occhiata,prima di acconsentire a seguire la sua folle iniziativa.
Mi ritrovai seduta su una delle poltroncine insieme a Dee,con Trent di fronte nei panni di uno psicologo strizza cervelli.
“Innanzitutto..Dee,non sei abile nelle vesti di cupido,quindi dacci un taglio e ritirati!”
La sua innata simpatia per la mia migliore amica, sembrò scaturire anche da quella semplice frase.
“E Sam,tesoro,provare degli istinti sessuali con un altro essere umano non potrà farti male. Non dico che tu debba per forza trovare la tua anima gemella” lanciò uno sguardo truce a Dee “ ma per lo meno potresti affermare di averci provato e non avere rimpianti quando continuerai la tua solita vita in solitudine,con il tuo solito comportamento da zitella acida e intollerabile nei confronti del genere umano”
Meditai sulle sue parole per qualche istante,rimanendo in silenzio per prendere una decisione che non sembrasse troppo affrettata.
A primo impatto,la risposta sarebbe stata un NO categorico,ma riflettendoci su non mi costava nulla provarci.
Dopotutto nessuno diceva dovessi cambiare comportamento in modo da non rovinare tutto,anche perché non mi interessava di come sarebbe stato l’esito.
Mi sarei fatta conoscere per com’ero davvero,senza fingere gentilezza e innocenza.
Erano aggettivi che non mi appartenevano e che mai l’avrebbero fatto,era inutile provarci.
In quel modo,forse,non sarebbe stata una serata tanto spiacevole.
Avrei allontanato tutti da me alla velocità della luce,e avrei potuto dedicarmi a me stessa in compagnia di una bottiglia di vodka.
Quest’idea però l’avrei tenuta per me.
Sospirai. “Eh va bene”
Dee si girò verso di me con la stessa espressione di una che aveva appena avvistato un fantasma svolazzare per casa ululando ‘morirete tutti tra sette giorni’.
“Cosa?!” chiese con la voce più elevata di un’ottava,a causa dell’incredulità alla mia risposta affermativa.
“Ho detto che va bene,dopotutto non potrà essere così terribile come..”
“Quindi funziona così? Arrivi tu e la convinci a fare qualcosa per la quale io devo corromperla con una bottiglia di vodka accompagnata da un fiocchetto rosso?” interruppe il mio chiacchiericcio,solo per inveire contro Trent come suo solito.
“Tesoro,non è colpa mia se sono migliore di te”
“Ma per favore!”
Iniziò uno dei soliti battibecchi,che vedevano come protagonisti la mia migliore amica Dee dai capelli principeschi e movenze isteriche,e il tormentato moro senza freni alla lingua.
Mi schiaffai una mano sulla fronte e cedetti contro lo schienale della poltrona,socchiudendo gli occhi già al limite dell’esasperazione.
Perché diamine non avevo ancora approfittato di quel momento di distrazione per darmela a gambe?



 
Ciao a tutti!
E' davvero un piacere per me salutarvi per la prima volta, soprattutto se lo faccio in compagnia della mia prima storia.
Ho scritto e riscritto tante di quelle storie che ho perso il conto, ma nessuna che sia mai riuscita a farmi pensare 'voglio che anche qualcun'altro la legga'.

Beh, con questa invece così è stato. 
Ma ora basta parlare di me e di quanto sia complessata mentalmente, e passiamo alle cose serie.

Un giorno mi sono ritrovata casualmente a guardare il video di 'My life would suck without you' di Kelly Clarckson.
Vedendo l'intesa tra i protagonisti del video, e i loro continui dispetti, ho deciso di utilizzare il titolo per la mia storia.
Ve ne può fregare qualcosa? Non credo, ma vi inviterei a guardarlo per farvi un'idea di ciò che vi aspetta.
Sto continuando a blaterare? Decisamente sì.
Bene..basta suvvia!
Se questo sfoggio di schizofrenia e simpatia della protagonista, vi ha in qualche modo fatte sorridere, spero che continuerete a leggere.
Tra l'altro, non mi lamenterei di certo se ricevessi quache recensione.
Apprezzo molto anche quelle critiche, soprattutto se hanno il fine di migliorarmi.
Xoxo. 

 
  
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