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Autore: serensnixpity    28/09/2015    3 recensioni
Una bambina e il suo sogno.
Un camice bianco e il potere di salvare vite.
E poi la realtà. Improvvisa. Cruda. Incancellabile.
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Quinn Fabray, Santana Lopez
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Superhero"

 
Santana a sei anni credeva nei supereroi. Ma soprattutto credeva che un giorno sarebbe diventata una di loro. In fondo suo padre era il miglior supereroe del mondo, come poteva non esserlo anche lei?
Una volta Santana gli aveva domandato se lui fosse un dottore vero o un dottore come quello dei denti e lui le aveva semplicemente risposto “Sono un dottore che salva le vite, mija”. Da allora, ogni volta che lo vedeva uscire con la sua valigetta, Santana lo salutava con l'occhiolino, come se condividessero un gran segreto.
E quando lo vide per la prima volta nel suo camice bianco, con mascherina e guanti azzurri, Santana pensò che suo padre fosse un tipo di supereroe strano, ma sicuramente il migliore.

Santana a diciotto anni imparò che non esistevano i supereroi e che nemmeno suo padre lo era.
Glielo disse in privato, perché sapeva che Santana non voleva mostrarsi debole davanti a nessuno. Non si era nemmeno tolto i guanti e il suo camice era sporco e sapeva di ferro, ma Santana si lasciò andare fra le sue braccia e pianse fino a non avere più le forze.
Quando si asciugò gli occhi, prima di tornare fra le asettiche corsie dell'ospedale, Santana guardò suo padre e senza dire niente decise che sarebbe davvero diventata come lui.

Due mesi dopo, stesa in un letto che non era il suo, guardava una fotografia appesa al muro e tamburellava le dita su una pesante busta sigillata. Quel giorno Santana pensò molto. Pensò che se fosse stata un supereroe avrebbe voluto poter viaggiare nel tempo. Avrebbe voluto impedire quell'incidente. Avrebbe voluto dire tante cose che non erano mai state dette. Avrebbe voluto abbracciarla di più e tenerle la mano mentre dava alla luce la sua bambina, invece che restare in una sala d'aspetto a sfogliare apaticamente una vecchia rivista. Ma Santana non poteva viaggiare nel tempo e quello che era stato non si poteva cambiare.
Una singola lacrima bagnò la carta della busta quando si decise ad aprirla. E sorrise, dopo tanto tempo sorrise davvero e tornò a guardare la loro fotografia, lasciandosi sfuggire dalle mani la carta intestata dell'università di Yale.

- Ce l'abbiamo fatta, Q -

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Da tre anni è ormai un rito per me pubblicare qualcosa il giorno del mio compleanno (o il giorno dopo ,quando ho tempo) e questa flash è da più di un anno che vegeta e attende nel mio computer. Mi sembrava il momento di condividerla.
Non mi prendo alcuna responsabilità sul risultato finale. Se non ricordo male è stato un flash improvviso dopo aver sentito una bimba dire che da grande vuole essere Spiderman, perché si arrampica in alto e sputa su chi gli sta antipatico. Beh almeno qui non ho parlato di sputi ;)
Spero vi sia piaciuta almeno un pochino *manda bacini*
  
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