Storie originali > Storico
Ricorda la storia  |      
Autore: Diana924    29/09/2015    1 recensioni
Luca Galeni non sapeva cosa stava accadendo in quel momento.
Per celebrare l'anniversario della battaglia di Lepanto, svoltasi il 29 settembre 1572, una OS dal punto di vista di uno dei più grandi pirati barbareschi dell'500: Uluch Alì, nato Luca Galeni
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Epoca moderna (1492/1789)
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Autore: Diana924
Fandom: RPT Storico
Titolo: Lepanto
Personaggi: Uluch Alì ( nato Luca Galeni )
Rating: NC13
Note:  Ci tenevo a postarla oggi proprio perchè è l'anniversario di Lepanto
Note2: Timeline? 29 settembre 1572 la seconda parte, la prima 1536
Nota3: Uluch Alì, nato Luca ( o Giovanni ) Galeni, è forse il più celebre rinnegato della storia italiana, catturato in mare mentre andava a Palermo per rpendere gli ordini divenne uno dei più famigerati corsari barbareschi dell'500, divenendo infine Kapudan ( comandante ) della flotta turca in seguito alla morte di Alì Pascià a Lepanto
Note4:  Gli unici scampati tra le fila turche quel giorno furono lui, e Murad Dragut, figlio ma non erede del celebre Dragut
Note5: Dopo il suo rapimento Uluch Alì prima venne condananto al remo e solo in seguito abiurò per diventare mussulmano, ho scelto di romanzare le cose affrettandoil tutto per non spezzare l'azione
Note6: Gli eventi a cui si accenna nella seconda parte riguardano la battaglia di Lepanto, maggiori info su wikipedia in inglese o in spagnolo




Luca Galeni non sapeva cosa stava accadendo in quel momento.
Fratello Giovanni dopo un breve colloquio con il capitano della nave aveva fatto scendere lui e gli altri novizi sottocoperta e poi aveva chiuso la porta ordinando che nessuno pensasse anche solo di aprirla e detto questo era tornato sul ponte.
Dopo qualche istante si erano uditi rumori di lotta e la nave aveva cominciato a muoversi stranamente e poi avevano sentito rumori di lotta. Luca era cresciuto in un villaggio di pescatori e aveva subito compreso cosa stesse succedendo: i pirati del bey di Algeri li avevano appena abbordati, li avrebbero uccisi tutti o peggio ancora li avrebbero rivenduti come schiavi nell’infernale Algeri di cui si narravano atrocità senza pari.
Insieme agli altri novizi aveva cominciato a sgranare il rosario sperando che Nostro Signore accorresse e che i marinai fossero abbastanza forti da contrastare quei figli del demonio. Non era giusto che morisse così, ancora novizio, giovane e con una promettente vita di sacerdote dinanzi pensò Luca.
I suoi pensieri vennero interrotti quando la porta si infranse e tre demoni neri sporchi di sangue entrarono. Indossavano vesti di seta colorate che ora erano imbrattate di sangue e avevano le scimitarre sguainate e negli occhi una luce che Luca non aveva mai visto e che lo spaventò all’istante.
Li sentì mormorare qualcosa nel misterioso sabir, la lingua di tutti i porti, e uno di loro uscì velocemente per poi tornare pochi istanti con un giovinetto dai capelli rossi che li guardò con curiosità. Indossava abiti scarlatti e aveva con sé un pugnale ma quella era l’unica caratteristica che lo denunciava come un soldato, gli abiti ricercati, i capelli boccoluti e gli occhi lunghi lo facevano assomigliare ad una fanciulla piuttosto che ad un uomo pensò Luca mentre cercava con gli occhi gli altri novizi.
<< Scegli. Remo, morte o conversione? >> chiese il ragazzo rivolgendosi a Tommaso, il figlio di poveri contadini di Catanzaro ma che in quei pochi giorni di navigazione si era fatto notare per la sua fede, sarebbe stato un ottimo vescovo sostenevano tutti.
<< Il martirio per Nostro Signore, rinnegato >> lo sfidò Tommaso e il ragazzo mormorò alcune parole in sabir all’uomo che con precisione e senza mostrare pietà lo trafisse con la scimitarra, sporcandosi e sporcandoli di sangue.
<< Remo, morte o conversione? >> chiese nuovamente il ragazzo rivolgendosi a lui questa volta. Luca sapeva che la risposta giusta era la stessa che aveva appena dato Tommaso ma sapeva anche un’altra cosa: lui voleva vivere, e avrebbe fatto di tutto pur di vivere anche solo un’ora in più.
<< Conversione >> biascicò e vide il sorriso del ragazzo illuminarsi mentre gli altri novizi lo guardavano frementi di sdegno.
<< Pentiti miscredente … il martirio è preferibile ad una sola ora con questi cani e … >> cosa stesse dicendo Giovanni Luca non lo udì, principalmente perché il ragazzino si avvicinò a Giovanni e lo trafisse con il suo pugnale, quell’oggetto aveva un’elsa piena di pietre preziose e doveva essere più da parata che da offesa pensò Luca, lui voleva vivere, a tutti i costi.
<< Avvisa il nostro signore Khayr al –Din che i suoi matasiete stanno tornando, e portiamo un carico di novizi >> disse il ragazzino prima di cominciare a trascinarlo sul punte, Luca Galeni sapeva di aver sbagliato, di essere stato un codardo ma Luca Galeni non esisteva più, Luca Galeni era morto nel momento esatto in cui aveva deciso di abiurare la sua Fede per poter sopravvivere.

Quarantasei anni dopo, stesso mare ma più a nord:

<< Cosa succede? >> urlò il capitano, gli occhi ancora sul suo bottino. L’ammiraglia maltese era ancora al suo rimorchio con il Giustiniani incatenato, sarebbe morto a breve ma era meglio non correre rischi, quei cavalieri erano demoni, metà frati e metà pirati ma validi combattenti. Aveva fallito una volta con loro sette anni prima ma questa volta aveva vendicato l’offesa e soprattutto vendicato il suo mentore, il grande Dragut.
La battaglia era perduta, lo aveva capito nel momento in cui aveva visto il Sacro Vessillo venire ammainato dalla Sultana di Alì e sostituito dalla bandiera di sant’Andrea e stava a significare solo una cosa: Alì era morto.
Il Kapudan non avrebbe permesso un simile scempio finché avesse avuto anche un anelito di vita e questo voleva dire che il cane Asburgo aveva vinto la battaglia, Alì e i suoi sipahi dovevano essere in paradiso adesso si era detto mentre continuava con la sua idea. Scirocco doveva essere morto, la sua galea ancora fumava mentre si inabissava e se qualcuno quello doveva essere Partew ma non era sicuro, non in quel momento.
La battaglia era finita, loro avevano perso ma almeno lui avrebbe offerto qualcosa al beone, Sua Sublimità Selim terzo nel nome avrebbe ricevuto dal suo fedele bey di Algeri l’ammiraglia dei frati che avevano inflitto al suo grande padre la più rovinosa delle sconfitte, sempre che se ne rendesse conto tra una sbronza e l’altra.
<< Il Doria! Il Doria ci sta attaccando! >> gli urlò Samir mentre i suoi matasiete e i suoi sipahi ancora sporchi del sangue dei frati erano ansiosi di dare battaglia contro il suo nemico di sempre.
Sebbene avesse superato l’età della giovinezza anche lui sentì il proprio sangue ribollire all’idea di avere il Doria tra le mani, Giannandrea era il miglior uomo della flotta spagnola e degno erede di suo zio, la sua testa a Istanbul gli avrebbe procurato gloria ma sapeva bene che era impossibile. Una testa in più non avrebbe mutato i destini della battaglia e almeno uno dei comandanti doveva tornare in patria per dare notizia.
Tutto era fallito, quella … quella non era la battaglia che avrebbe voluto, tutto era andato storto e per colpa dei veneziani e delle loro … all’inferno le loro galeazze e i loro cannoni, che andassero tutti all’inferno pensò in quell’istante.
<< Stacca la nave >> sussurrò, una nave non era importante, non così tanto, quel che più contava era lo stendardo, quello lo aveva sistemato al sicuro nella sua cabina. Nel prenderlo in mano si era sentito … diverso, una vita fa avrebbe degnato quel pezzo di stoffa di ogni riguardo ora invece ci avrebbe camminato sopra senza sussultare.
<< Sei pazzo Uluch? Cosa vuol dire stacca la nave? >> domandò Samir incredulo a quelle parole, erano passati attraverso cento battaglie senza mai indietreggiare e ora … quell’ordine. Per un istante ripensò a Malta, a quel cane di La Vallette che li aveva resi lo zimbello di tutto l’impero e al suo mentore, il grande Dragut che invece di rimanere ad ammirare lo splendore d’Algeri aveva insistito per prendere il mare. La Capitana simboleggiava tutto quello, Malta, i cavalieri, la sua vendetta e ora … maledetto fosse il Doria.
<< Staccare la nave Samir! Non possiamo proseguire con la nave dei frati, lasciamola al Doria, non vi troverà nessuno! >> urlò mentre attorno a lui l’acqua si colorava di rosso e la più potente flotta della Sublime Porta colava lentamente a picco trascinando con sé le mire del Sultano. Tutto era fallito, Sinan era vivo a malapena, gli altri tutti morti e a lui rimanevano solo le sue galee e da solo contro il Doria e la Lega non poteva farcela. C’era una cosa che aveva appreso negli anni in seminario: le vie del Signore sono infinite, e quelle di Allah sicuramente più imperscrutabili, se Allah aveva voluto quel massacro allora Soqullo aveva ragione e lui e gli altri torto, cosa che non poteva accettare, se solo ci fossero stati Lala Mustafà e il piccolo Cicala con loro, era sicuro che Lala Mustafà sarebbe riuscito ad evitare quel disastro.
<< È una follia, dà l’ordine e i tuoi matasiete ti seguiranno! Dà l’ordine Uluch Alì e tutti noi ti seguiremo vendicando i nostri morti! >> urlò Samir sguainando la spada subito imitato dagli altri, i suoi soldati bramavano la battaglia, lo sapeva bene, anche lui anelava di gettarsi nella mischia, il massacro dei frati era stato a malapena sufficiente ma un discorso era essere coraggiosi e l’altro temerari. Inoltre qualcuno doveva pur tornare vivo da quel carnaio che aveva appena inghiottito gran parte dell’esercito più potente del mondo.
<< Sono io a dare ordini! E io dico di staccare la nave dei frati prima che il Doria ci sia addosso! Samir … >> non ebbe bisogno di aggiungere altro perché in quel momento una delle palle del Doria colpì l’acqua generando un’onda che lo inzuppò fino alla camicia, era un avvertimento quello, i soldati del Doria erano i migliori sulla piazza, e lui non era così stolto da non comprendere cosa Giannandrea si aspettava da lui e dai suoi uomini.
<< Luca, cosa ti sta succedendo? Un tempo non avresti sfuggito una tale opportunità >> gli chiese Samir, gli svantaggi di conoscere qualcuno da quasi cinquant’anni erano quelli: Samir  leggeva in lui come se fosse un libro aperto e sapeva che in altre occasioni avrebbe fatto pagare cara al Doria la sua audacia. Ma non si trattava di una scaramuccia per nave, quella era una battaglia, una battaglia che lui aveva sconsigliato e in cui il loro Kapudan aveva appena perso la vita, la dignità, l’orgoglio e la fiducia del sultano.
<< Abbiamo appena perso Samir, insistere ci porterebbe solo nuove perdite e non posso permettermi di perdere nemmeno un mozzo. Il Sultano … il Legislatore avrebbe preteso la mia testa per questa sconfitta ma il beone è un idiota e potrei sopravvivere. E se fosse così che se la sbrighi quell’intrigante di un albanese perché io tornerò ad Algeri! Manda una piccola squadra ad Algeri, è troppo vicina e senza difese! I cristiani dovranno uccidermi perché mai cederò loro la mia Algeri>> disse con la morte del cuore, mai e poi mai gli avrebbero tolto Algeri, se l’era guadagnata, Scirocco aveva preferito la morte di fronte alla prospettiva di perdere la sua Alessandria e lui era disposto a fare lo stesso.
Solo … come tanti anni fa la voglia di vivere era più forte del desiderio del martirio, come quando in una vita precedente aveva abiurato la fede dei suoi padri pur di poter sopravvivere.
E … aveva avuto Algeri, una bella moglie ed era il terrore di tutto il Mediterraneo, rispettato dal debole Sultano e successore del potente Dragut, non si era mai pentito della sua scelta, nemmeno in quel momento mentre furioso osservava dalla sua ammiraglia gli uomini di Doria che circondavano la nave dei maltesi, era stato così vicino … così vicino. << Samir? Non osare più chiamarmi Luca; Luca Galeni è morto a Le Castella quarantasei anni fa e al suo posto è nato Uluch Alì, Ali il rinnegato >> aggiunse prima di impartire gli ordini, prima tornava ad Algeri e prima tutto quello sarebbe finito, anche se lui non aveva voluto che quella battaglia si svolgesse così.
Luca Galeni, il piccolo novizio con un ben misero futuro come prete di campagna era morto e al suo posto era nato il beyrlerbey di Algeri, Uluch Alì, il terrore del Mediterraneo, lo stesso Uluch Alì che ora incitava i suoi marinai ad allontanarsi da quella carneficina che era diventato il mare di Lepanto.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Storico / Vai alla pagina dell'autore: Diana924