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Autore: Yuki Delleran    14/02/2009    7 recensioni
All'Horitsuba Gauken sono in corso i preparativi per il Festival di Primavera. Come la prenderà il nuovo insegnante appena trasferito in questa "scuola di pazzi"? Questa esperienza di collaborazione più o meno forzata porterà al rafforzamento di legami già esistenti e (perchè no?) a crearne di nuovi. E' una sorta di esperimento... Spero vi piaccia!
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fay D. Flourite, Kurogane, Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Horitsuba Festival extra 2 Disclaimer: tutti i personaggi di Tsubasa Chronicle, XXXHolic e delle altre opere citate appartengono alle © CLAMP.




HORITSUBA FESTIVAL

di
Yuki Delleran



EXTRA
***
Saint Valentine Exchange
(2° parte)


Domenica il sole splendeva, l’aria era tersa ed era una splendida giornata. Non si sarebbe neanche detto che era ancora febbraio, sembrava un anticipo di primavera e in accordo con il clima mite, Yuui era al settimo cielo. Quella mattina si era incontrato con Tomoyo e avevano passeggiato insieme per il centro. Non avevano fatto niente di particolare se non guardare le vetrine e girare per negozi, ma era sorprendente come ogni attimo passato con lei apparisse unico e meraviglioso. A pranzo si erano recati in un delizioso ristorantino intimo e rustico e alla fine del pasto Yuui si era incantato di fronte ai cioccolatini che lei gli aveva dato con la naturale gentilezza che la contraddistingueva. Solo perché erano stati fatti dalle sue mani, per lui rappresentavano dei piccoli gioielli. All’uscita dal ristorante, Tomoyo aveva proposto di passare il pomeriggio al lunapark.
«Oggi l’ingresso per le coppie è gratuito, sarà divertente! » aveva detto. «Sempre che non ti preoccupi il rischio di incontrare qualcuno della scuola…»
«Non mi preoccupa assolutamente! Che vedano pure che sto con la ragazza più bella del mondo! »
Tomoyo aveva sorriso angelicamente continuando: «Inoltre inaugurano le nuove montagne russe. Non vedo l’ora di provarle! »
E Yuui, che odiava qualunque tipo di giostra implicasse lo stare a testa in giù a velocità folle ma amava Tomoyo con tutto il cuore, non aveva potuto far altro che annuire. Quindi ora, come naturale conseguenza di tutto questo, si trovava in coda alla biglietteria alla disperata ricerca di un pretesto per sfuggire onorevolmente a quella tortura senza perdere la faccia. Quando ormai si era quasi rassegnato all’inevitabile, la sua attenzione venne attirata da uno scoppio di risa poco lontano. Dall’altra parte del vialetto, su una panchina, si trovavano suo fratello e Kurogane. L’insegnate di educazione fisica non aveva un bell’aspetto e dal colorito verdognolo Yuui dedusse che fosse appena stato vittima delle famigerate montagne russe. Fay invece sembrava esattamente un bambino al lunapark: aveva l’aria di divertirsi un mondo, in apparenza almeno. Non appena Kurogane si alzò e si allontanò, il suo sorriso si spense e davanti a quell’espressione Yuui dimenticò qualunque cosa: il giorno di San Valentino, l’appuntamento con Tomoyo e persino le tanto temute montagne russe. Suo fratello stava male, era chiaro come il sole e ne aveva avuto più di una riprova, non avrebbe tollerato quella situazione un minuto di più!
Lentamente sfiorò la mano della ragazza al suo fianco con una carezza.
«Tomoyo-chan, devo chiederti un favore enorme…»
Meno di cinque minuti dopo, Yuui si dirigeva a passo di carica verso la panchina dove sedeva il fratello, lo afferrava per un braccio e lo trascinava verso i bagni pubblici del parco nonostante le sue proteste. «Ciao, Yuui-chan! Anche tu da queste parti? Ehi, ma che stai facendo? Lasciami andare! Yuui-chan! »
Non appena raggiunsero un angolo appartato, Yuui spiegò al fratello il senso del suo gesto.
«Voglio aiutarti. » disse. «Per una volta permettimi di farlo. »
«Tu mi aiuti sempre. » protestò Fay. «Anche troppo. »
«Forse è vero ma questa volta è diverso. Ho provato a starne fuori e ti ho visto solo stare sempre peggio. Non sono uno stupido, so esattamente cosa ti tormenta, quindi farò in modo che anche Kurogane-san se ne renda conto. Se gli parlassi di persona non mi ascolterebbe mai quindi prenderò il tuo posto per un po’. »
«Cosa?! No! » esclamò Fay. «Non hai motivo per fare una cosa del genere. Va tutto bene, ci stiamo divertendo. Perché…»
«Se pensi che sia così ingenuo da credere a quello che stai dicendo, ti avviso che sto per offendermi.»
«Ma…»
«Ascoltami, Fay. Lo so che stai male, lo vedo da troppo tempo, e so anche che non parlerai mai a Kurogane-san. Lascia che ci provi io. Ti prometto che non farò colpi di testa, non gli urlerò contro anche se lo vorrei tanto e non ti metterò in imbarazzo. »
Così dicendo Yuui si sciolse i capelli e porse il nastro che li legava al fratello.
«Che ne sarà del tuo appuntamento con Tomoyo-hime? » tentennò Fay.
«Di questo non devi preoccuparti. L’idea la diverte un mondo. Forza, dammi il tuo cappotto. I nostri vestiti sono simili ma dobbiamo per forza scambiarci le giacche. »
Fay sospirò mentre si cambiava. Era chiaro che quella situazione non gli piaceva ma a mali estremi, estremi rimedi. Yuui sperava solo di risultare abbastanza convincente nei panni del fratello e di riuscire a trattenersi dal dare a Kurogane quel pugno sul naso che sognava da un po’.

Quando Fay uscì dal bagno, un paio di minuti dopo il fratello, trovò Tomoyo ad aspettarlo all’angolo.
«Caspita, Fay-sensei, con i capelli legati in quel modo è proprio uguale a Yuui-san! » commentò la ragazza.
Non che Fay ne fosse entusiasta. Nonostante fosse passato del tempo e ne avesse parlato con qualcuno, i paragoni ancora non gli andavano giù.
«Mi dispiace aver rovinato il vostro appuntamento. » disse.
Tomoyo sfoderò un sorriso zuccherino.
«Non si preoccupi. Se avessi visto Sakura-chan in difficoltà mi sarei comportata allo stesso modo. Yuui-san lo sa, fa parte del nostro accordo. Inoltre non mi annoierò di certo stando con lei. »
Frugò per un attimo nella borsetta e ne estrasse una minuscola videocamera digitale.
«Terremo d’occhio la nostra coppietta e quando tutto sarà finito Yuui-san mi ha promesso che lei prenderà il suo posto sulle montagne russe. »
Fay non poté fare a meno di ridere.
«Ecco perché! Che razza di furbone, era solo una scusa per sfuggire a questo! »
Tomoyo ridacchiò a sua volta e lo trascinò dietro un cespuglio, poi puntò la sua videocamera in direzione della panchina. Seguendo il suo sguardo, Fay vide Yuui avvicinarsi a un Kurogane dall’espressione seccata. Gesticolò probabilmente chiedendogli dove fosse stato e Yuui indicò il bagno, poi gli lanciò la lattina di caffè caldo che era andato a prendere. Aveva ripreso un po’ di colore quindi Fay ipotizzò che il suo stomaco si fosse riassestato dopo lo sconvolgimento delle montagne russe. Quando Yuui lo prese sottobraccio e lo trascinò verso la giostra successiva, Fay si pentì per l’ennesima volta nel giro di un minuto di quella decisione: i morsi della gelosia, anche se ingiustificati, non erano per niente piacevoli. Per distrarsi anche solo un attimo, si rivolse a Tomoyo che intanto lo invitava a seguirla.
«Scusa se te lo chiedo, Tomoyo-chan, ma a te non da nessun fastidio vedere il tuo… ragazzo con un’altra persona? Con un uomo? »
La ragazza gli rivolse l’ennesimo sorriso staccando a malapena gli occhi dall’obiettivo.
«No, non mi disturba perché so che è una finta. E poi Suwa-sensei è una persona molto corretta quindi sono sicura che non alzerà in dito su Yuui-san, come del resto fa anche con lei anche se credo che le ragioni siano diverse. »
Fay incassò il commento in silenzio incerto se considerarlo una frecciata o un’innocua allusione. Era sicuro che Tomoyo non volesse ferirlo intenzionalmente, ma che Kurogane praticamente non lo toccasse mai di sua iniziativa era un dato di fatto.
«Forza, Fay-sensei! Dobbiamo muoverci o li perderemo! » lo incalzò Tomoyo distraendolo dai pensieri cupi.
Vedere che quella situazione assurda la divertiva, faceva venire voglia di sorridere anche a lui.

A Yuui bastò poco per capire qual’era l’origine del malessere di Fay. L’impressione era che Kurogane non gli riservasse le giuste attenzioni, il tipo di attenzioni che si hanno cioè per la persona amata. Quelle che lui aveva verso Tomoyo, chiarì con sé stesso anche se non doveva essere propriamente esatto. Dopotutto dubitava che Fay avrebbe apprezzato di venire paragonato a una ragazza e comunque non era quello il punto. Il punto era che Kurogane non si lasciava andare con lui, anzi lo teneva a distanza. Ormai aveva perso il conto delle volte in cui aveva imitato gli scoppi di entusiasmo di suo fratello, sentendosi tra l’altro immensamente stupido. Una volta gli era anche quasi saltato in spalla, ma l’unica reazione di Kurogane era stata quella di scrollarselo di dosso infastidito. Forse era vero che l’approccio “alla Fay” lo esasperava. Inoltre, in mezzo a tutte quelle riflessioni serie, non poteva fare a meno di immaginare quanto si stesse divertendo Tomoyo alle sue spalle. Fay no, di questo era certo, ma Tomoyo di sicuro stava sghignazzando. Per mettere fine a quella specie di farsa in cui si era cacciato con le sue mani, scelse un posto tranquillo dove avrebbe potuto fare a Kurogane quel discorsetto a cui stava pensando già da tempo.
«Hyuuuu! Guarda, Kuro-chan! La ruota panoramica! Mi ci porti? Eh, mi ci porti? » esclamò saltellando.
Dire che si sentiva stupido era poco e la cosa peggiore era la consapevolezza che Fay si sarebbe davvero comportato così senza porsi il minimo problema.
Kurogane sospirò.
«Ma quanti anni hai? E dire che sei un insegnante… E va bene, però dopo questa ce ne torniamo a casa. »
Yuui annuì speranzoso. Forse sulla ruota, in solitudine, Kurogane si sarebbe dimostrato un minimo romantico. Preferiva non porsi il problema di come avrebbe reagito in quel caso, si limitava a sperarlo per il bene di Fay.
Invece a dispetto delle aspettative, l’ambiente chiuso della cabina in cui si trovavano solo loro due, non fece che accrescere il suo disagio. Kurogane restava in silenzio mentre Yuui, incerto sul da farsi, si concentrò sul tramonto che pian piano infiammava il panorama cittadino. Dopo pochi minuti le luci delle case cominciarono ad accendersi.
«Che spettacolo! Hai visto, Kuro-chan? »
Kurogane sospirò di nuovo ma questa volta non sembrava infastidito.
«Senti, non credi che abbia sopportato abbastanza? A che gioco stai giocando, Yuui? » disse.
Il giovane sbarrò gli occhi e improvvisamente si sentì più idiota che in tutto il resto della giornata. Kurogane aveva capito tutto e ora non avrebbe ascoltato una parola di quello che aveva da dire.
«Da quando l’hai capito? » chiese al culmine dell’imbarazzo.
«Più o meno da quando ti ho dato la lattina di caffè. »
Fantastico. Praticamente dal primo secondo.
«Credi che non sappia distinguervi? Oppure tu e tuo fratello vi state divertendo alle mie spalle? Se volevi parlarmi faccia a faccia ti avrei ascoltato anche senza questa farsa. »
In quel momento la ruota terminò il suo giro e il ragazzo addetto aprì lo sportello. Mentre a Yuui balenava in mente l’idea di un’assai poco dignitosa fuga, Kurogane si rivolse al ragazzo con un gesto deciso.
«Facciamo un altro giro. » disse e quello richiuse lo sportello.
Vistasi preclusa ogni via di salvezza, Yuui fu costretto a rassegnarsi a quella situazione paradossale. Perlomeno Kurogane non sembrava sul piede di guerra. Il pensiero dell’espressione desolata di Fay gli ricordò il motivo della sua presenza lì e una vampata di irritazione verso Kurogane gli restituì sicurezza ed energia. Non aveva motivo di sentirsi in imbarazzo, doveva solo farsi valere.
«Prima di parlarti volevo rendermi conto che il problema fosse reale. Ora lo so. » disse. «Fay sta soffrendo a causa tua. Forse ai tuoi occhi apparirà stupido e infantile, ma io questo non lo tollero. »
Per la prima volta vide sul volto di Kurogane un’espressione di sincero stupore.
«A causa mia? Lui non mi parla e adesso viene fuori che è colpa mia? »
«Proprio così. » confermò Yuui non smuovendosi di un millimetro dalla sua posizione. «Il tuo comportamento e i tuoi atteggiamenti feriscono Fay. Me ne sono accorto in questa giornata. Non hai mai un gesto gentile nei suoi confronti. Non mi hai sfiorato neanche con un dito. »
Lo sguardo di Kurogane passò dallo stupito allo scettico.
«Avresti forse preferito che ti trascinassi a casa mia e ti saltassi addosso? » chiese con l’evidente intenzione di metterlo a disagio.
Yuui però si rifiutò categoricamente di cedere all’imbarazzo nonostante le sue guance si fossero scaldate di loro iniziativa.
«Certo che no, che c’entra?! » sbottò. «Il punto è che ti comporti così anche con lui e questo lo fa soffrire. Lascia che ti faccia una domanda. Vi siete mai spinti… oltre? »
Kurogane diventò di tutti i colori e Yuui ebbe la certezza assoluta che se avesse avuto a portata di mano la sua spada di legno, gliel’avrebbe scaraventata contro. Ringraziò il cielo che molti testimoni l’avessero visto salire su quella ruota panoramica. Lo faceva per Fay, solo per Fay.
«CHE RAZZA DI DOMANDA È?! » sbraitò Kurogane appena riprese fiato. «Ti pare che io verrei a chiederti cosa fai con la tua ragazza? Perché dovrei rispondere? »
«Se tu fossi il fratello maggiore di Tomoyo-chan, io risponderei. » disse Yuui mostrando una calma che non provava. «Comunque dalla tua reazione deduco un niente di fatto. »
L’espressione di Kurogane se possibile peggiorò, ma ormai Yuui era deciso ad andare fino in fondo.
«Un’altra domanda e vorrei che a questa rispondessi. È importante. Sei innamorato di mio fratello?»
«PIANTALA CON QUESTE DOMANDE ASSURDE! COS’È, UN QUIZ?! »
«Per favore, Kurogane-san, voglio avere una risposta una volta per tutte. »
Subito dopo un’occhiataccia inceneritrice, Kurogane si voltò verso il finestrino borbottando un: «Certo. »
«E questo mio fratello lo sa? »
Finalmente le intenzioni di Yuui sembrarono chiare al suo recalcitrante interlocutore.
«Senti un po’. » iniziò. «Ho capito dove vuoi andare a parare. Io non sono quel tipo di persona, non mi perdo in smancerie inutili. »
«Peccato » commentò Yuui. «perché così stai perdendo qualcos’altro. »
A questo punto Kurogane sembrava davvero infuriato.
«Ascoltami ben perché non lo ripeterò! » esclamò balzando in piedi e facendo ondeggiare la cabina. «Non che quello che penso siano affari tuoi, ma tuo fratello è… particolare! Non voglio che faccia qualcosa di cui non è più che certo. Si è già pentito a sufficienza! »
Yuui sorrise. Erano le parole che aspettava dall’inizio di quell’assurdo gioco.
“Fay è molto importante per me.” tradusse. “Non lo forzerò in alcun modo finché non sarà più che sicuro perché non voglio che si penta di un gesto avventato.”
Di cosa si fosse già pentito Fay a Yuui non era chiaro ma in quel momento preferì soprassedere.
Kurogane però non aveva ancora finito.
«Non sono certo il tipo da smancerie in pubblico, possibile che non l’abbia ancora capito? Si diverte a provocarmi in quel modo ma cosa crede? Che non lo veda? Che non provi attrazione per lui? Voi Flourite non avete specchi per casa?! »
Questa volta Yuui arrossì sul serio per quell’inaspettato complimento che lo metteva più che in imbarazzo.
«Sto parlando di Fay! Di Fay, maledizione! » si sentì in dovere di precisare Kurogane. «Tra l’altro se quell’idiota non si fosse lasciato coinvolgere in questo stupido gioco, ora potrebbe ricevere il suo tanto agognato regalo di San Valentino. A te non lo do di sicuro. »
A quelle parole Yuui balzò in piedi e non appena la ruota si fermò, lo trascinò fuori dalla cabina.

Fay teneva il volto incollato al finestrino della cabina e Tomoyo teneva gli occhi incollati all’obiettivo della videocamera. Era già il secondo giro di ruota, chissà di cosa stavano parlando i due nella cabina davanti alla loro? Quando videro Kurogane balzare in piedi e gesticolare concitato, sobbalzarono entrambi.
«Oh-oh, sembra che Suwa-sensei si sia alterato. » mormorò Tomoyo.
La pressione delle mani di Fay sul vetro aumentò mentre si sforzava di non stringerle a pugno.
«Si rilassi, Fay-sensei. Sono sicura che sta andando tutto bene. Suwa-sensei si infervora sempre quando qualcosa gli sta a cuore. »
Le parole di Tomoyo non lo rassicurarono per niente, ma reagì nell’unico modo che conosceva: sorridendo.
«Tutto bene, non sono preoccupato. Sono solo… curioso, ecco. »
Quando la ruota si fermò per la seconda volta e vide Yuui trascinare Kurogane all’esterno, Fay per poco non si scaraventò fuori prima che la loro cabina toccasse terra. Tomoyo lo afferrò appena in tempo.
«Fay-sensei, per favore, mantenga la calma. »
«Sono calmissimo! »
O Tomoyo era più intuitiva del solito o iniziava a perdere il controllo delle sue reazioni. Molto probabile la seconda. Doveva rivedere il suo repertorio di sorrisi e manifestazioni di tranquillità.
Quando scesero a loro volta dalla ruota, dovette sforzarsi di trattenere l’ennesimo scatto quando vide che Yuui e Kurogane li aspettavano all’uscita.
«Yu…» iniziò, ma la mano di Tomoyo appoggiata sul braccio lo indusse a bloccarsi.
«Fay, Kurogane-san! » ricominciò. «Che sorpresa, anche voi qui? »
Santo cielo, da quando recitava così male?
Yuui però aveva un sorriso enorme.
«Tutto bene, Fay, non preoccuparti. » disse avvicinandosi. «Kurogane-san sa tutto e non è arrabbiato. »
A quella frase seguì un silenzio imbarazzato in cui nessuno sapeva come comportarsi, finché Tomoyo non si spostò con naturalezza dal braccio di Fay a quello di Yuui.
«Non vedo l’ora di mostrarti le riprese, Yuui-san. » disse. «Sono sicura che quando l’avrò montato e avrò aggiunto le musiche, ne uscirà un film stupendo. »
«Ah… ehm…»
«Ti piacerà, vedrai. Bhè, noi andiamo. » continuò poi rivolgendosi agli altri due. «Buona serata, sensei. »
Rimasti soli, il silenzio imbarazzato tornò per un attimo, ma fortunatamente Kurogane lo spezzò quasi subito.
«Di quali riprese parlava? » chiese.
«Ehm… Tomoyo-hime ha ripreso… scorci del parco con la sua videocamera. » rispose Fay titubante. «Chissà se adesso costringerà Yuui-chan a salire sulle montagne russe al mio posto? » tentò di scherzare per distogliere l’attenzione.
Non era saggio fargli sapere che li avevano pedinati e tenuti sott’occhio per tutto il tempo. Kurogane però non fece altre domande, si limitò a prenderlo per mano. Non lo afferrò per un braccio con la solita stretta decisa e un po’ violenta di quando lo trascinava e che Fay si aspettava. Prese semplicemente la sua mano e lo guidò verso l’uscita del parco.
«Andiamo un po’ da me, ti va? » disse e Fay annuì in silenzio.
Lungo il tragitto del treno solo una volta tentò di spezzare quel silenzio.
«Mi dispiace per oggi, Kuro-chan. » mormorò tra lo sferragliare delle rotaie, così piano che dubitò che l’altro potesse sentirlo. «Ho rovinato tutto anche questa volta. »
La risposta di Kurogane fu come sempre secca e concisa.
«Tutto bene. Non ci pensare. »
Quando finalmente raggiunsero l’appartamento, il morale di Fay era sotto i tacchi nonostante tentasse di mostrarsi come sempre disinvolto.
«Puoi anche smettere di sorridere. » disse Kurogane appendendo il cappotto. «Adesso non ci guarda nessuno. »
Accese la luce del salotto e lo invitò ad accomodarsi. L’appartamento non era grande e l’arredamento piuttosto semplice, ma tutto sommato era pulito e abbastanza ordinato. Fay aveva appena appoggiato la propria giacca a una sedia che si sentì afferrare da dietro. La mano di Kurogane salì lungo il collo in un’inusuale carezza e raggiunse il nastro che legava ancora i suoi capelli sciogliendolo.
«Se resti ancora così continuerò ad avere l’impressione di avere davanti tuo fratello. » disse.
Le dita forti si insinuarono tra le ciocche bionde scompigliandole.
«Così va meglio. »
La stretta attorno alle sue spalle che ne seguì lasciò Fay di stucco e involontariamente si irrigidì. Non era abitudine di Kurogane abbracciarlo in quel modo.
«Se non vuoi che ti tocchi, basta dirlo. »
Non era un tono di voce arrabbiato o deluso, si trattava di un semplice sussurro e Fay si beò di quel fiato sul collo. Si avvicinò ancora di più a lui lasciandosi avvolgere dalle sue braccia.
«No, sono felice. »
Rimasero in silenzio per un po’, poi Kurogane lo guidò sul piccolo divano dove si sedettero insieme.
«Non sono uno che fa grandi discorsi » esordì. «ma voglio che tu sappia che non sono arrabbiato. Immagino che tu non volessi nemmeno fare questo scambio, ma siccome so che non daresti mai la colpa a tuo fratello, non te lo chiedo neanche. Dopotutto parlare con lui mi è stato utile quindi va bene così. Pietra sopra su tutta la storia, ok? »
Fay annuì. Gli era stato utile parlare con Yuui? Quindi quei piccoli gesti di gentilezza ne erano la conseguenza?
«Senti, Kuro-chan, » disse. «sai che giorno è oggi? »
Frugò un attimo nella propria borsa e ne estrasse un pacchettino stropicciato. La confezione aveva visto giorni migliori e il nastro vaporoso dopo tutta la giornata lì dentro era rimasto penosamente schiacciato.
«Buon San Valentino, Kuro-koi. » disse Fay con un sorrisino di scusa.
Kurogane prese il pacchetto e lo scartò scoprendo una serie di graziosi cioccolatini. Per fortuna almeno quelli non si erano schiacciati. Tuttavia ricevettero la loro buona dose di occhiate dubbiose.
«Se ti stai chiedendo da dove arrivino, la ricetta è quella che ha spiegato Yuui-chan in classe la settimana scorsa e nessuno studente è ancora morto avvelenato. » spiegò Fay con un risolino. «Sono fondenti al caffè, niente di troppo dolce, e li ho fatti stanotte quindi sono freschi freschi. »
«Ormai l’ho capito che non avveleni nessuno… almeno spero. » commentò Kurogane infilandosi in bocca un cioccolatino. «Mh, niente male. »
Un sorriso radioso sbocciò sul volto di Fay che gettò le braccia al collo del compagno rischiando di rovesciare il contenuto dell’intera scatola.
«Aspetta! Aspetta un attimo! » esclamò Kurogane tentando vanamente di arginare quell’ondata di entusiasmo. «Anch’io ho qualcosa… Insomma, tieni! » sbottò mettendogli in mano una busta lunga e bianca.
Fay la rigirò tra le mani perplesso e infine l’aprì scorrendo il foglio che vi era contenuto. Trasferimento… richiesta… tempo indeterminato… accettata… Era firmato dal direttore Nokoru Imonoyama. Fay non credeva ai propri occhi. Quello che stava leggendo era troppo… troppo.
«È… è…» balbettò.
Non poteva mettersi a piangere. Sarebbe stato poco dignitoso, imbarazzante e anche peggio, però non era certo di riuscire a trattenersi.
«È solo una stupida lettera di trasferimento definitivo, non è il caso che tu te la prenda tanto. »
«Non è solo una lettera di trasferimento! È la risposta a una richiesta! Significa che tu hai chiesto di poter rimanere all’Horitsuba. L’hai fatto… per me? »
«Ehm… anche per vedere la faccia di quello stupido direttore mentre lo minacciavo di licenziarmi se non mi lasciava dove sono. »
Per la seconda volta nel giro di pochi secondi Fay rischiò di farsi travolgere dalla commozione a causa di quell’omone grande e grosso capace di gesti così meravigliosamente gentili. Per mascherare la propria emozione, gli gettò di nuovo le braccia al collo con entusiasmo.
«È meraviglioso, Kuro-chan! Pensavo che non volessi rimanere! Che l’Horitsuba non ti piacesse…»
La sua voce si spezzò.
«Che io non ti piacessi…» avrebbe voluto dire.
Kurogane gli appoggiò una mano sulla testa nel consueto gesto che compiva quando voleva tranquillizzarlo.
«Se hai voglia di piangere, fallo pure. Come ti ho detto prima, qui non ci guarda nessuno. »
Fay scosse la testa in preda a emozioni contrastanti. Era al settimo cielo, più felice di quanto avrebbe mai creduto, eppure le lacrime scendevano da sole.
«Lo sai che ti amo, vero, Kuro-chan? » mormorò.
Per tutta risposta Kurogane lo allontanò dalla propria spalla quel poco che bastava per baciarlo.
«Certo che lo so. » borbottò sulle sue labbra. «E visto che ti amo anch’io, basta dolori segreti, ok? »
Fay si irrigidì mentre una scarica di adrenalina gli correva lungo la spina dorsale facendogli apparire mille stellina davanti agli occhi. Non era possibile, aveva sicuramente capito male.
«Co… sa…? » balbettò incredulo.
«Hai capito benissimo quindi non tentare di farmelo ripetere perché non lo dirò una seconda volta!» esclamò Kurogane riappropriandosi delle sue labbra.
Era sempre stato più bravo coi fatti che con le parole e lo stava dimostrando pienamente. Questa volta la reazione non fu una scarica elettrica, ma una scia infuocata che attraversò Fay lasciandolo senza fiato. Gli fu subito chiaro che Kurogane non si sarebbe fermato, a meno che non gli opponesse immediatamente un rifiuto netto e deciso e lui non aveva la minima intenzione di farlo. Quell’amore appena riscoperto questa volta sarebbe sbocciato completamente.
L’alito bollente di Kuorgane sul collo lo fece tremare.
«Nessun ripensamento? Se non vuoi, io…»
Occhi color delle fiamme ma capaci a volte di essere gelidi, si specchiarono in iridi color ghiaccio in grado di trasmettere infinito calore.
«No! » esclamò Fay e la sua voce assomigliò troppo a un gemito strozzato. «Non fermarti. Va… va tutto… bene…»
Mentre le mani di Kurogane scendevano a slacciare la sua camicia per poi lasciargliela scivolare dalle spalle, chiuse gli occhi e decise che poteva finalmente smettere di pensare.

A svegliare Fay fu un suono acuto e insistente che ricordava troppo la sua sveglia. Istintivamente allungò un braccio per spegnerla ma la posto del comodino che si aspettava, la sua mano incontrò una chioma di capelli ispidi. Aprì appena gli occhi e sorrise scoprendo il volto addormentato di Kurogane a pochi centimetri dal suo. Il suono fastidioso cessò e Fay tornò ad accoccolarsi sotto le coperte. Man mano che riprendeva consapevolezza del proprio corpo, scoprì di sentirsi indolenzito dalla testa ai piedi ed era probabile che da qualche parte ci fosse anche qualche livido. Poi il suo stomaco brontolò. Il modo migliore per stroncare sul nascere qualsiasi atmosfera romantica, accidenti a lui! Del resto alla fine la sera prima non avevano cenato. Ripensare a quei momenti, ai gemiti, ai sospiri, alle mani e allo sguardo di Kurogane, lo fece arrossire e nascose il volto tra le lenzuola. Che stupido, si stava comportando come una ragazzina. Quando riemerse si rese conto che Kurogane lo stava fissando.
«Oh, sei sveglio, Kuro-chan. Buongiorno! »
«Perché sei sempre così agitato di primo mattino? » borbottò questo, poi il suo sguardo si velò appena. «Ehm… tutto ok? »
Si stava preoccupando per lui. Fay si sentì invadere dalla tenerezza.
«Sto benone. » disse posandogli un bacio lieve sulla guancia. «Grazie. »
«A proposito, che ore saranno? » continuò Kurogane per distogliere l’attenzione dal suo stesso imbarazzo.
«Non lo so. Prima ho sentito suonare la sveglia ma…»
«Ieri non ho puntato nessuna sveglia, avevo altro per la testa. »
In quel momento il suono acuto si ripeté. Ora che ci faceva caso da sveglio, pensò Fay, non sembrava affatto una sveglia quanto piuttosto…
«Il telefono! »
«Lascia perdere, sarà sicuramente qualche scocciatore. » brontolò Kurogane. «Chiamano sempre la domenica mattina. »
«Dai, Kuro-chan, potrebbe essere importante. Un attimo… Domenica era ieri…»
Mentre un attimo di panico lo coglieva, gli occhi di Fay saettarono per la stanza alla ricerca di un orologio e si posarono infine sulla sveglia che se ne stava beffardamente al suo posto sul comodino. Segnava le dieci.
«Oddio! Dovevamo essere a scuola due ore fa! »
Afferrando un lembo del lenzuolo per coprirsi, balzò giù dal letto incurante di Kurogane che brontolava per il freddo e afferrò al volo la cornetta.
«Pronto? »
«Oh! Fay-sensei? »
La voce dall’altro capo sembrava stupita.
«Yuko-san?! »
Improvvisamente Fay si pentì di non aver dato retta a Kurogane riguardo al non rispondere al telefono. Il fatto che a chiamare fosse la preside Ichihara non lasciava presagire niente di buono. Si voltò appena verso il compagno e si rese conto che aveva un’espressione terribile. Ringraziò silenziosamente il cielo che non avesse sotto mano qualcosa di contundente da lanciare, se non altro per evitare danni permanenti… al telefono.
«Va tutto bene, Fay-sensei? » chiese Yuko.
«Oh… ehm…»
Dov’era finita la sua proverbiale faccia tosta?
«Yuui-sensei mi ha informata che sei a casa con l’influenza. »
«Grazie grazie grazie, Yuui-chan! In effetti… coff coff… Non sto molto bene… Penso proprio che oggi non uscirò di casa. »
«Questo è strano, considerando che ho chiamato a casa di Suwa-sensei. » rispose Yuko con il tono di chi intendeva giungere a quella conclusione fin dall’inizio.
Fay sbiancò. Perché aveva l’impressione di aver appena fatto la più abominevole gaffe della sua vita? Mha, forse perché era proprio così. Kurogane, che si era avvicinato per ascoltare la conversazione, si irrigidì.
«Siccome non si è presentato neanche lui, mi sono preoccupata che fosse malato. » continuò Yuko. «Ed è molto brutto per un malato stare da solo. Immagino sia per questo che ti trovi lì. Vi fare compagnia a vicenda. »
«Ehm… già. Proprio così. »
Poteva immaginare il sorrisino malizioso di Yuko.
«Allora mi raccomando, non prendente freddo e… state a letto! »
Fay riagganciò mentre la risatina della preside riecheggiava ancora nella cornetta. Rimase per qualche istante a capo chino a valutare quella conversazione, poi alzò su Kurogane gli occhi azzurri scintillanti di malizia.
«Allora, che ne dici, Kuro-papino? A quanto pare abbiamo il permesso della maestra. »
Kurogane lo circondò con le braccia e se lo attirò contro.
«Dico che non abbiamo bisogno del permesso di nessuno. »
Fay rise.
Probabilmente quel giorno non avrebbero davvero messo piede fuori di casa.


FINE... STAVOLTA DAVVERO!



NOTICINA DI YUKI:
E anche questa storia è finita e come è giusto che sia, è finita per il meglio. Yuko-san, ti adoro!! Spero che questa seconda parte abbia accontentato un po' tutti. Alla fine Yuui ha fatto un po' una figura del cavolo, ma era tutto per il bene del fratellino. E poi... finalmente Kuro e Fay!!! Quanto fanno penare noi povere fangirl! Hanno bisogno dello Yuui-traduttore per capirsi! Per celebrare degnamente San Valentino, ho fatto anch'io i cioccolatini come Fay e vista la carenza di esemplari maschili decenti da questa parti, li ho portati alle mie colleghe/amiche. Dopotutto oltre che la festa degli innamorati è la festa delle persone a cui vogliamo bene, no? ^_^
ANGOLINO DELLE RISPOSTE:
li_l: No, povero Kuro, non ucciderlo! Poi come facciamo a costruire un happy end? Avremmo schiere di fan disperate! Piuttosto prenditela con Seishiro, è tutta colpa della sua influenza nefasta e tanto anche se lo picchi non patisce! :-p E' proprio questo il punto, dopo la batosta presa da Ashura, Fay ha bisogno di essere rassicurato. Meno male che c'è Yuui, che anche senza sapere, riesce a risolvere tutto!
Elychan: Mi sa che il capitolo precedente ha scatenato un vespaio anti-Kuro... Che dici, si è fatto perdonare a sufficienza adesso? Il braccio, poveretto, se l'era già ammaccato cadendo nella botola... Yes, single, ma come vedi me ne infischio altamente e i cioccolatini li faccio lo stesso. Un po' perchè sono golosa e mi piace pasticciare in cucina, e un po' per mantenere la tradizione (tanto qui non sanno nemmeno cosa sia il White Day... sigh!). Per quanto riguada la sorella, almeno su quel fronte sono tranquilla, la mia se n'è andata a Roma quindi... pace e tranquillità!
Doremichan: Ehm... Fay rispecchia in pieno la sua autrice. Ultimamente mi sento piuttosto contorta e mi faccio certi volti che a raccontarli la gente si spaventa... Diciamo che la rischiesta di quel bacio era la prova del nove e che Kuro l'ha fallita miseramente... Yuui, bhè, io lo amo! Perchè persone così buone non esitono davvero? Se ti può consolare, il sequel è arrivato al terzo capitolo, ma visti gli impegni ci vorrà un po'... Bacio e alla prossima!
Rika_fma_lover: Mi dispiace un sacco averti rattristata, però come vedi si è risolto tutto per il meglio e scommetto che nella parte finale ti sei anche fatta una risata. Non per dire, ma io ridevo da sola sia quando scrivevo che quando ho raccontato la scena a una mia amica. Io ero piegata in due e lei perplessa che mi guardava come per dire: "Che cavolo c'è da ridere? Sei impazzita?" Follia... Mi dispiace che stai male, povera! Ultimamente il braccio destro con tutti questi cambi di tempo e temperature mi da parecchio fastidio, specialmente quando vorrei scrivere e non riesco. Mi viene voglia di prendere a testate il muro, quindi posso capirti. Spero che tu stia presto meglio! Ci sentiamo via mail! Un bacio!
Francesca Akira89: Mi sa che hai ragione... anche se a me Fay in quelle vesti fa sempre un po' strano... Già, Fay non lo sbatterebbe mai sul lettino ma Yuui sì, eccome, e non certo per motivi che potrebbero essere fraintesi. Il fratellino era incavolato come una biscia! Fay potrebbe fraintendere, ma Tomoyo si farebbe una gran risata come minimo! E' troppo avanti quella donna! ^_^ Però potresti avermi dato un'idea per una scena nella nuova storia... ^_______^

A questo punto, prima di salutarvi, do l'annuncio ufficiale. Il seguito di HF è in stesura e sarà ambientato in montagna durante una settimana bianca. Non ho ancora deciso il titolo e prima che possa pubblicarlo passerà un po' perchè a causa del lavoro che mi porta via un sacco di tempo vado a rilento. Però esiste. Chi voleva un sequel sarà accontentato. Gioite, oh popolo!! ^_^
Saluti a tutti e grazie mille per le splendide recensioni! Non pensavo che una storiella nata come esperimento e scritta da chi la vena comica non sa neanche cos'è potesse piacere tanto! Quindi grazie a tutti per il supporto e l'affetto. Detto questo non mi resta che augurare


HAPPY VALENTINE DAY AT ALL!!!
YUKI-CHAN

   
 
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