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Autore: Harmonia__    29/09/2015    9 recensioni
''Hermione urlò nella sua direzione, urlò fino a squarciarsi le corde vocali, sebbene non fosse troppo lontano, quell'urlo fu la conferma delle sue ipotesi. Era abbastanza forte da dimenticare. Da ricominciare.''
(Tratto dal 1° Capitolo)
Una Dramione o un'Harmony? Leggete per scoprirlo :3
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Hermione
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 12


There's a conclusion to my illusion
I assure you this
There's no end to this confusion
If you let it wish you well
Soul to sell
Highest bidders, can't you tell what you're getting?
There is a light to all this darkness
I will tell you this
There's redemption in you asking them just why it is
- Younger -  Seinabo Sey



Da piccola, sebbene fosse nata e cresciuta in un ambiente di ricchezze, le veniva sempre detto che non tutto ciò che si vuole si può avere. Quando Hermione si trovava davanti ad una scelta, la madre le ripeteva ''o uno o l'altro amore, non chieder troppo o niente ti sarà dato!''. Certo, prima Hermione chiedeva dei semplici giocattoli, ma ora, poteva forse gicoare con i sentimenti? Non sapeva cosa provava, nè per Draco, nè per Harry. Certo, con uno dei due c'era andata a letto ed aspettava in grembo suo figlio, ma.. ciò non toglie che per un momento, la voglia di essere nel letto di un altro ci fosse stata, e l'altro è proprio il suo coinquilino, nonché fratellastro del suo, se così vogliamo chiamarlo, ragazzo. Anche se Draco non ha mai forzato su di lei, Hermione sa bene che non possono non chiarire la loro relazione, non possono comportarsi come due bambini, non se lo possono permettere più. Mettersi insieme per il bambino, e vedere come va.. oppure.. non affrettare le cose e quindi non chiarire la sorta di storia tra loro due? Questo ovviamente implica che non potranno più far sesso, non potranno dormire insieme, e non potranno pretendere l'uno la fedeltà dell'altra e viceversa. Insomma, comportarsi da single con un pupo in comune.
No, non era da Hermione. Ma nemmeno stare con qualcuno e nel mentre pensare anche ad un altro ragazzo era da lei. Quindi che fare? Parlarne con Ginny? Non dopo che si era avvinghiata alle labbra di Harry...
<< Che palle! >> Sbraitò, dando un cazzotto all'armadio e facendosi male alle nocche. Solo dopo ricordò che erano quasi le quattro del mattino, e che svegliare qualcuno a quell'ora avrebbe potuto sembrare proprio un atto di vera maleducazione. Ma controllare le emozioni in quel periodo non era facile, di certo non riusciva a capire cosa provasse.
<< Ehy...>> Harry si affacciò piano dalla porta, aprendola quel tanto che bastava per consentire al suo viso di ''sbucare'' nella stanza.
<< Ho sentito un botto, sei stata tu? >> 
<< Si... si Harry, scusami se ti ho fatto preoccupare. Tutto bene, ho inciampato con il piede al bordo del letto. >> Mentì Hermione, senza avere il coraggio di guardarlo negli occhi.
<< Ti sei fatta male?>> 
<< Bhe... stavo meglio prima.. >> Hermione alzò finalmente lo sguardo, sperando che Harry non capisse il doppio senso che sfuggì alla ragazza. No, di certo stava meglio prima di vederlo scambiare effusioni con la sua migliore amica. Non seppe nemmeno perché provava queste emozioni nei confronti di Ginny. Gelosia? Rabbia?
<< Posso entrare? >> 
Hermione annuì, accucciandosi sul bordo del letto, abbracciando un cuscino tenendolo sulle gambe incrociate. Harry entrò nella stanza chiudendosi la porta alle spalle, guardandosi intorno.
<< Hai sistemato tutte le tue cose.. >> Disse, notando la mancanza degli scatoloni sul pavimento e gli scaffali della libreria pieni.
<< Si, non avevo sonno e quindi.. >>
Harry le si sedette accanto, e si prese la testa tra le mani.
<< Che brutta situazione, eh? >> Disse, alzando il capo in direzione degli occhi di Hermione, fissi sul pavimento.
<< Non so a cosa ti riferisci.. >> Mentì ancora, non sapendo perché. Non voleva ammettere di averlo visto, non avrebbe saputo dire il perché ora si sentiva così, e questo l'avrebbe messa allo scoperto, avrebbe fatto capire ad Harry che lei provava qualcosa, anche se nemmeno lei capiva che cosa.
<< Herm..  >> Si bloccò, forse non sapeva quel che dire, o semplicemente non aveva nulla da condividere, ma non disse più nulla. Sospirò, e le sorrise.
<< Vedi di domire, va bene? Ci vediamo domani. >> La baciò sulla guancia ed uscì dalla stanza, ora più vuota, ora con meno senso rispetto a prima.
"Che diavolo mi sta succedendo.."

La mattina seguente Hermione si sentiva stanchissima, aveva dormito poco più di due ore e aveva ancora un sacco da fare per finire la mostra su Picasso che si terrà a breve, doveva parlare con Draco di alcune migliorie, e così si promise che, dopo una bella doccia e una sana colazione, gliene avrebbe parlato. Andò in bagno mentre gli altri dormivano ancora, erano appena le sette e sapeva che i ragazzi prima delle otto non uscivano dalle loro stanze. 
Così si fece una lunga doccia, insaponandosi i capelli e massaggiandosi la pelle. Quando finalmente si ritenne soddisfatta e sufficientemente rilassata, uscì dalla doccia e si avvolse un asciugamano attorno al seno, che le copriva il corpo fino a metà coscia. Decise di spalmarsi addosso le sue creme idratanti più profumate, l'olio di mandorle sulla pancia e si tamponò i capelli con un asciugamano rosa, spazzolandoseli poi lungo le spalle. In effetti, da ricci i capelli le sembravano molto più corti, forse doveva lasciarli pettinati più lunghi, lisciandoli appena, attaccò il phon alla presa della corrente e cominciò a pettinarsi i capelli sotto il getto d'aria calda, pian piano i capelli si asciugavano lisciandosi lungo le spalle. 
Una volta completata l'opera, i capelli le cadevano lisci e composti. Le cambiavano quasi i tratti del viso quei capelli, rendendola quasi più adulta. Dopotutto doveva crescere in fretta se voleva garantire a suo figlio una madre capace.
Si mise un paio di shorts e una magliettina bianca piuttosto larga, che le lasciava scoperta la spalla. Scesa in salotto incontrò Draco, intento a versarsi del latte nei cereali. Il viso era luminoso, fresco, ed i capelli gocciolavano appena dalle punte.
<< Buongiorno.. >> Sorrise Hermione, andandogli incontro.
<< Herm, buongiorno! >> Lui ricambiò il sorriso, prese un altra tazza e versò un po di latte anche ad Hermione.
<< Grazie.. Draco, dovrei parlarti di una questione riguardo la mostra di Picasso.. bhe pensavo che.. >>
<< Herm, aspetta. Perdonami se non ti lascio finire ma, nelle tue condizioni, preferisco che tu non abbia stress. So che sei una persona capace, appena ne avrai la possibilità potrai continuare a lavorare con noi se vuoi, ma il bambino per ora è la cosa importante. Ho già parlato con i miei, volevo diglierlo di persona insieme a te ma ora sono entrambi in Francia per affari e quindi ho dovuto dirgli tutto per telefono. Non son stati sicuramente contenti, ma non hanno preso la cosa male come ci si aspettava, anzi. Hanno insistito affinché tu fossi sottoposta alle più curate attenzioni, quindi niente stress, dieta varia ed equilibrata, ed ovviamente avrai un aiuto economico da parte mia. Non intendiamo farti lavorare Herm, siamo delle persone all'antica, non puoi farci nulla. >>
Draco porse i palmi in avanti, come per proteggersi da un imminente sfuriata, ma Hermione non disse nulla, sapeva che contrabbattere una loro decisione era alquanto stupida come proposta, quindi accettò quel che Draco le disse semplicemente non dicendo nulla, annuì e bevve il suo latte.
<< Quindi, è ok per te? >> Chiese, a mò di scuse.
<< Draco, preferivo parlare anche io con i tuoi genitori insieme a te, ma va bene, le circostanze son state queste e quindi pazienza. Mi sono sempre ritenuta una persona autonoma, avrei preferito lavorare anche io, ma concordo con te quando mi dici che il bambino è anche tuo, e che insieme a me devi prendere delle decisioni, per il bene del bambino, farò come dici tu. Però, Draco.. c'è una cosa di cui ti vorrei parlare.. a proposito di noi. >> Hermione divenne improvvisamente rossa, e abbassò lo sguardo. Non sapeva esattamente cosa dire, ma sapeva di dover dire qualcosa, per non sembrare una completa idiota.
<< Ecco.. >> 
<< Herm.. >>
Draco si alzò da tavolo, le andò accanto e la fece alzare, l'abbracciò stretta ed insipirò tra i suoi capelli. 
<< Hai un profumo così buono.. ti stanno bene i capelli pettinati così.. scusa.. >> Le parole gli morirono in bocca, sciolte dall'emozione, scese sul viso di Hermione e le premette le labbra sulle sue, baciandola delicatamente. Lei strinse le mani attorno ai suoi bicipiti, forti e scolpiti, e si abbandonò a quel corpo così protettivo, più alto di lei, snello, rassicurante.
<< Oh Draco, era proprio di questo l'argomento.. >> Disse lei, appena si liberò dai suoi baci.
<< Draco, credo che non dovremmo correre troppo.. mi piaci, molto. Ma non so ancora cosa voglio.. questa situazione è piombata senza preavviso nella mia vita tutta di corsa e ora.. non so che fare, ho bisogno di.. spazio, calma e tranquillità per riflettere. Tenere il bambino è stata una scelta che non rinnego nemmeno ora ma.. seriamente, ora non riesco a prendere altri impegni senza averci pensato bene due volte.. >> Le parole le uscirono veloci, e si sentì subito in colpa per averle dette. Lei aveva un ragazzo d'oro colato al suo fianco, e lei lo rinnegava per nemmeno lei sapeva che cosa. Si dette della stupida.
Ma Draco la guardò comprensivo, e le circondò il viso con le mani dalle dita affusolate.
<< Herm, perdonami. Ti ho fatto pressione senza volerlo. Non mi è facile non baciarti e non ... pensarti come mia. Ma hai ragione, sei quella che ha dovuto accettare più cambiamenti di tutti. La rottura con quel coglione, la casa nuova, nuovi coinquilini ed ora.. un figlio. Scusami Herm, ti giuro che da questo momento in poi ti bacerò solo se sarai tu a chiedermelo. Promesso. >> 
Un sorriso spuntò sulle labbra del ragazzo, e tutte le preoccupazioni svanirono. Lui l'avrebbe capita, ma lei, sarebbe riuscita a capire sè stessa?
<< Vorrei uscire un po oggi, per schiarirmi le idee.. quindi.. ci vediamo stasera, ok? >> Disse in fine, alzandosi dal tavolo e andando verso le scale, mentre lui annuiva, perso nei suoi pensieri.
Poteva far tutta questa confusione? Poteva far illudere due persone contemporanemente? Vero è che Harry si è ripreso subito dal ''no'' di Hermione, e lei nemmeno capiva perché le bruciasse tanto. Questione di egoismo, forse? Voleva tutte le attenzioni su di sè, oppure c'era anche qualcosa di più? Mentre saliva le scale, dirigendosi in camera per vestirsi e prendere la borsetta, guardava il pavimento, i propri piedi fare passo dopo passo, senza concentrarsi su qualcosa di specifico. Finalmente entrò in camera e frugò tra i vestiti qualcosa di comodo e leggero da indossare, si cambiò in fretta e fece per andarsene. L'occhio però le cadde sulla sua scrivania, ed il block notes che c'era poggiato sopra. Strappò un foglio e prese una penna, li mise in tasca e si lanciò di nuovo verso le scale, le scese e si diresse verso la porta. Non incontrò nessuno mentre andava via, nè Draco, nè Harry, il che la rincuorava. Voleva stare da sola, senza dover dare spiegazioni. 
Entrò nell'ascensore e scese fino al piano terra, quasi corse fuori dall'edificio e sentì l'aria fresca entrargli nei polmoni, l'aria dei ''quartieri alti'', dovuta al poco smog per via delle macchine ultramoderne e costosissime che vi giravano e per i parchetti sparsi qui e là per il quartiere, aria limpida. Certo, lei non è mai stata povera, ma nemmeno così ricca da potersi permettere di vivere un giorno tra quei palazzi altissimi e lussuosi, con un affitto a prezzo stracciato, che adesso nemmeno pagherà più, anzi, verrà oltretutto mantenuta. Ma è questo ciò che lei ha sempre voluto? Le soddisfazioni personali poi dove stavano? No, non poteva starsene più di nove mesi, senza contare poi il periodo di allattamento e tutto ciò che ne consegue, a mani in mano, a fare la mantenuta. No, qualcosa doveva pur fare.
Tra i drammi, c'era anche quello di dover dire a suoi genitori che lei, la figlia perfetta, non ce l'aveva fatta. Non era arrivata a frequentare il college che desiderava, non aveva una famiglia stabile nella quale poter crescere il figlio che teneva in grembo, non aveva un lavoro, una soddisfazione. Le uniche cose che aveva? Dubbi. Dubbi su dubbi che non sapeva mettere in chiaro. Da una parte c'era l'attrazione per Harry, un ragazzo dall'aria trasandata, misteriosa, dolce, di bellaspetto, che provava (assurdamente) qualcosa per lei, che fosse solo attrazione per lei era già tanto. Dall'altra parte, poi, c'era Draco. Come scordarsi di lui? Dei suoi occhi grigi, luminosi, della sua sicurezza, dei suoi lineamenti, del suo carattere così nobile e altolocato, ma  che si è fatto ''grosso'' da solo, perché ha un'ottima carriera davanti, ha una bellissima casa, e parliamone, ha quel fascino che se volesse, con un semplice schiocco delle dita, potrebbe avere mille ragazze ai suoi piedi in soli tre secondi, giusto il tempo di salire le cinque rampe di scale che le porterebbero nel suo lussuoso appartamento. E lui voleva lei, voleva dargli una famiglia. Ma questo è il problema. Hermione non voleva nulla di tutto ciò, non era pronta. Non era pronta ad una relazione, figuriamocene due. Non era certamente pronta ad un figlio, nè alla convivenza con due ragazzi che, gravidanza o meno, parentele a parte, provavano qualcosa per lei, e lei... bhe, inutile starci a girare intorno, lei stessa era cotta di entrambi. Ma non lo avrebbe mai ammesso, nè a se stessa nè tanto meno a Ginny. Cosa avrebbe detto l'amica, se le avesse rivelato i suoi dubbi e le sue incertezze?  Hermione già sentiva la voce della rossa dentro di lei, che scuotendo il capo le diceva : ''male male, Hermione. Ti rendi conto che solo le sgualdrine fanno così? Cioè, cos'è che vuoi? Una relazione a tre?! Deciditi, bella.''
O comunque qualcosa del genere.
Mentre pensava a tutto questo miscuglio di cose nuove, riflettè sul percorso che stava facendo. 
Esattamente, cosa stava facendo? Dove si trovava? Persa nei propri pensieri si era, letteralmente, persa. Dov'era? La nuova zona che le si parava davanti era questa. Palazzi, strade, vicoli stretti tutto intorno a lei, incroci su incroci. Cercò di fare retrofront, girando sui propri tacchi, percorse qualche metro e si trovò all'entrata di un parchetto e lei, decisamente, non veniva da un parchetto, o almeno non se ne ricordava il passaggio.
<< Merda, tutte a me? >>
Prese il cellulare, e chiamò la prima persona alla quale si rivolge quando c'è un problema.
<< Herm! Tesoro, che succede?>>
<< Ginny, ho un problemino. Mi sono persa.. non so quanto ho camminato, credo almeno per un oretta, e non so dove minchia mi trovo. Tu puoi venire a prendermi? >>
<< Cazzo, Herm.. ti verrei volentieri a prendere ma sono a lavoro e la macchina l'ha presa Ron, gliel'ho dovuta prestare oggi.. quindi mi ha accompagnata lui..>> La voce della rossa era un misto di puro dispiacere e quasi disperazione, Hermione sorrise.
<< Ginny tranquilla, provo a sentire Draco o Harry, grazie comunque. Ti informo, ok? Buon lavoro! >>
Agganciò, prese coraggio e scorse nella rubrica. Chi chiamare dei due? Draco o Harry? Avrebbe lanciato messaggi sbagliati chiamandone uno invece dell'altro? Poi si diede della stupida, in fondo non è che stesse chiamando uno di loro per un appuntamento galante, si era persa, dopotutto. Digitò il numero ed attese la risposta dall'altra parte della linea, che non tardò ad arrivare.
<< Ehi, ciao. Scusami se ti disturbo, ma.. mi sono persa. Non so dove mi trovo.. puoi venire a prendermi? >>
<< Persa? Herm, come faccio a venire a prenderti se non sai dove ti trovi? Cosa c'è vicino a te? Dammi un punto di riferimento. >>
Hermione si guardò attorno, ma vide solo palazzi tutti uguali e nemmeno un cartello che dicesse la via dove si trovava.
<< Ci sono solo dei palazzi tutti uguali.. ecco, c'è un negozio di animali.. ''Qua la zampa'' >> 
<< Ahm.. c'è un parco accanto a te? Con al centro una scultura rossa? >>
Hermione si guardò alle spalle, ed effettivamente c'era una scultura d'arte moderna, raffigurante una goccia rossa di ferro battuto. Non poteva che esser quella.
<< Si, sono proprio davanti al parco.>>
<< Arrivo. >>
Hermione agganciò il telefono ed attese davanti l'entrata del parco a braccia conserte, pregando che arrivasse in fretta. Non solo perché cominciava a sentir fresco sulla pelle, era stanca e voleva tornare a casa, ma perché qualcosa dentro di lei gioiva alla notizia che stava per rivederlo, sebbene ci vivesse insieme e di occasioni per averlo davanti agli occhi erano tante. 
E dopo appena cinque minuti, una macchina che lei conosceva bene sostò sulla strada davanti a lei, fermandosi. 
<< Eccoti..>>
   
 
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