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Autore: Hipatya    14/02/2009    9 recensioni
50 frasi. Sfida di LJ con Kaho_chan.
E ho le tue mani da lasciarmi accarezzare il cuore
immune da difese che non servono.
(La Canzone che Scrivo Per Te - Marlene Kuntz)
[SasuSaku Version]
Buon San Valentino a tutti! <3
Genere: Generale, Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Sfida con Kaho_chan, perciò a lei dedicata;

 

 

 

 

Sfida con Kaho_chan, perciò a lei dedicata;
dedicata a chi festeggia San Valentino;
a chi orgogliosamente non lo festeggia;
e infine anche a
Sasuke e a  Sakura.

 

 

 

 

Disclaimer: I personaggi citati appartengono a Masashi Kishimoto, che ovviamente si prende tutti i diritti del loro uso. Il set 'Delta' delle parole lo trovate a questo link (http://1sentenceorder.livejournal.com/1531.html), nella community 50themes. Il titolo e l'ispirazione si devono ai Marlene Kuntz, che di solito non mi piacciono molto ma sono riusciti a strapparmi un sospiro con questa canzone.

 

 

 

 

 

 

 

La canzone che scrivo per te

E fanno presto a farsi vivi i miei sospiri
che alle pareti vanno a dire "Ti vorrei qua"


 

 

Air.

 

Come medico, sapeva bene che un corpo umano senza ossigeno raggiungeva la morte nel giro di dieci secondi.
Come paziente, Sakura si chiedeva perchè senza di lui riuscisse ancora a respirare.

 

 

Apples.

 
"Pomme de terre" pronunciò compita Sakura, "mela di terra letteralmente".
"E quindi?" fece il ragazzo stranito, gli occhi neri agrottati dal dubbio.
"Mela, pomodoro, rosso, insomma è la stessa cosa!" rise lei indulgente.
Il giovane si grattò insistentemente la nuca, ancor più meditabondo, senza aggiungere altro.
"No, tu alle associazioni logiche non ci sai proprio giocare, Sasuke-kun!" 

 

 

Beginning.

 

"Mi chiamo Haruno Sakura" sorrideva leziosa la bambina, "Vorresti essere il mio fidanzato, Sasuke-kun?"
Il ragazzino l'aveva squadrata con sufficienza e l'aveva superata senza degnarla neanche d'una risposta. Prima di voltarsi, gli occhi pieni di lacrime, Sakura aveva udito distintamente un sussurro:"...Sei noiosa."

 

 

Bugs.

Guardando Sasuke, mentre Kakashi-sensei le chiedeva qual era la sua più grande paura, senza esitare la ragazzina aveva risposto: "Gli insetti."
Ma Kakashi non le aveva creduto: i suoi occhi erano fissi sempre lì, puntati sull'ombra che avvelenava il cuore di Sasuke.

 

 

Coffee.

C'erano notti lunghe, fin troppo. Notti inquiete in cui, tormentata dai pensieri, si rigirava insonne nel letto sfatto.
Le tazzine di caffè vuote erano sparse ovunque, sulla scrivania, sul comodino, sul pavimento della sua stanza, per ricordarle le mille, diecimila altre notti in tutto e per tutto simili a quella.

 

 

Dark.

 

Gridava al buio di lasciarla. Il buio si era portato via troppe cose perchè lei potesse concedergli ancora qualcosa: stava ritta e lo sfidava, quel buio, mentre una parte di lei moriva, perchè gli occhi del buio profondo avevano un color rosso familiare e pericoloso, erano gli occhi di Sasuke insanguinati dallo Sharingan.

 

 

Despair.

 

"Non te lo sei ancora perdonato, Fronte Spaziosa. Lo ami ancora, lo ami disperatamente, controvoglia e senza condizioni, dimenticando l'orgoglio e l'amor proprio, e ritorneresti mille volte a quella sera per tentare un'ultima volta di trattenerlo qua, a Konoha."

 

 

Doors.

 

Era davanti a lui e, semplicemente, sorrideva. Attraverso il suo sorriso, Sasuke poteva vedere la strada, una strada felice e placida, snodarsi infinita nel cielo notturno. Scegli me, diceva Sakura senza parlare, scegli me e saremo felici, nonostante tutto, perchè è così che deve essere.

Sakura era un varco reso evanescente dal bagliore tenue delle stelle d'autunno, era una porta verso un mondo tranquillo.
Sasuke, senza scusarsi, oltrepassò i Cancelli del Villaggio e scelse l'altra.

 

 

Drink.


La musica esplode, supernova d'emozioni e luci in quel popolare locale notturno. E, come da copione, nell'isteria della danza il gomito del figlio del Presidente viene colpito dalla scapola di un ballerino d'occasione, il gomito scivola inesorabile in avanti, e il Martini con ghiaccio del figlio del Presidente decora come un velo di ragnatela le scarpe, le gambe e il corto abito nero della piccola archivista.
"Tu saresti?"
"Haruno. Haruno Sakura. E lei è in debito con me."
"...Posso... posso..." Infine cede, il figlio del Presidente:"Posso... offrirle un drink?"

 

 

Duty.

 

Sasuke Uchiha aveva un solo imprescindibile dovere, al quale immolava ogni istante della sua esistenza: la Vendetta, nel suo più alto e sublime significato, un dovere che aveva schiacciato e ucciso sul nascere tutti gli altri doveri della sua vita
Di solito, se gli capitava per sbaglio di pensarci, gli si affacciavano alla mente un paio d'occhi verdi, vividi d'emozioni.
Per questo Sasuke preferiva decisamente non pensare.


Earth.

 

Lei aveva occhi di terra, placidi, talvolta mesti, in cui poteva germogliare il più tenero seme o scatenarsi il più crudele dei temporali.
Ma lui era un Falco, e i Falchi, si sa, possono vivere soltanto nel cielo.

 

 

End.

 

Se ne stava andando. Se ne sarebbe andato. Se ne stava andando, Sasuke-kun stava andando via.
Via...?
Un istante prima di svenire, Sakura penso che quella fosse davvero e per sempre la fine.

 

Fall.

 

Naruto e Sasuke cadevano: le loro gambe non reggevano lo scontro con la gravità e retrocedevano, s'impuntavano, si graffiavano, scalciavano e infine capitolavano, trascinando nella caduta la corteccia spugnosa degli alberi.
Sakura invece saliva sempre più in alto, finchè la cima dell'abete non sprofondava nel cielo limpido. Quando si guardò indietro, i suoi occhi abbracciarono i visi stravolti dalla fatica dei compagni di Squadra. E allora rise, rise fino alla follia ( non sono inutile non lo sono non lo sono sono come loro sono brava almeno in questo sì sono come loro come loro come loro come loro ! )

 

 

Fire.

 

"L'hai abbracciato. Stronza. Ti ho visto, sai! L'hai proprio abbracciato, Fronte Spaziosa del cavolo. E stà un po' ferma, questa frangia ti sta venendo uno schifo!"
"L'hai abbracciato. Ti ho visto benissimo. Ti ha visto Shikamaru, ti ha visto Choji. Che diavolo credevi di fare, eh?! Rubarmelo?! Sasuke-kun è MIO, punto, non si discute."
"L'hai abbracciato. Piccola smorfiosa."
Sakura non rispondeva, e Ino si stancava di giocare al monologo.
"...Avanti dimmelo. Cos'hai sentito?" 
Sakura, stralunata, con uno strattone tagliò da sola le ciocche rosa che le cadevano scomposte sul viso:"... Fuoco."

 

 

Flexible.

 

Le piaceva guardarlo combattere: era come guardare la lama di un fulmine che, scivolando sulla superficie della terra, si fletteva e si piegava bruciando viva di pura elettricità.

 

 

Flying.

 

Non era tanto per l'idea, o per l'aspetto, o per il sogno: era che soltanto quando stava assieme a lui Sakura si sentiva come se una parte di lei si sollevasse nell'aria, svanendo nell'arco del sole.

 

 

Food.

 

La prima volta che Sakura aveva provato a cucinare, si era spazientita e, in un impeto di rabbia, aveva finito per gettare la scodella con la zuppa di miso dritta nel lavandino. Sasuke allora aveva fatto capolino sulla soglia, le aveva tolto il coltello dalle mani e, in perfetto silenzio, aveva preparato la cena. Sakura, senza aggiungere una parola, aveva osservato ogni suo movimento nascondendo a fatica lo stupore.
"Ecco" aveva detto infine, porgendole la terrina di vetro, "Insalata di pomodori".

 

 

Foot.

 

"Hai i piedi freddi" risatine soffocate dall'altro lato del letto.
"Hai i piedi freddi!"

Neanche il tempo di controbattere, che il peso e il calore di un corpo deliziosamente estraneo gravavano sopra il suo. 'Gravavano': un po' troppo importante come verbo per un corpo agile, flessuoso e perfettamente modellato, corpo di stupida Medic-nin che non riesce mai a capire quando è il momento di dormire e non quello di scherzare.
"Te li scaldo io, mh?"
"...Ti odio."
"Sì anch'io, Sasuke!" 

 

 

Grave.

 

"Sasuke-kun."
Il temporale infuriava fuori dalla grotta. Naruto russava sonoramente, satollo di ramen e di altre schifezze, mentre Kakashi era immerso nella lettura di quello strano libretto arancione, suo inseparabile compagno di viaggio.
Sasuke si voltò verso la sua petulante e noiosa compagna di Squadra, la domanda sospesa nello sguardo.
Sakura non rispose, aveva le ginocchia strette al petto e un vago sorriso appena accennato le addolciva lo sguardo. Non disse nulla.
Osservava le due meraviglie della natura di fronte a lei sovrapporsi l'una all'altra, e non c'era nient'altro che la rendesse più felice.

 

 

Green.

Karin, la sua compagna di Squadra, rimase perplessa quando vide Sasuke calpestare con particolare intenzione il solitario ciuffetto d'erba malaticcia che aveva attecchito in quella landa desolata. Alla sua occhiata incuriosita, Sasuke non rispose neppure.

 

 

Head.

Quella mattina Sakura si svegliò quasi all'ora di pranzo, la testa pesante in cui qualcuno aveva incastrato un macigno a viva forza. Le bastò sbattere le palpebre per ricordarsi tutto e lasciarsi sprofondare sul morbido materasso del letto, la vista già annebbiata e un'infinita voglia di dormire per sempre.

 

 

Hollow.

 

Occhi neri, pelle chiara, sguardo assente: Sasuke era un foglio bianco, aspettava solo che Sakura tendesse la mano e, semplicemente, scrivesse in lui.

 

 

Honor.

 

"...Le altre ragazze si sarebbero cavate gli occhi per questo!"
"Smettila."
"E si sarebbero accecate con gli spilloni dei capelli!"
"Mh. Sakura."
"Ma quale onooore! Sposare Sasuke Uchiha!"
"Sì, appunto. Posso chiedertelo o vuoi fare tutto da sola?!"

 

 

Hope.

E' la Festa di Obon, le strade sono immerse nel luccichio colorato delle lanterne di carta. Solitaria, alla finestra buia di una stanza in fondo al villaggio, brilla una candela bianca sempre accesa.
(Come la sua speranza.)

 

 

Light.

 

Ogni volta che incrociava lo sguardo di Sakura, quel suo amabile sguardo palpitante di scaglie marine, il mondo di Sasuke diventava un po' meno buio.

 

 

Lost.

 

Konoha era molto diversa da come la ricordava. O forse soltanto Sakura era molto diversa da come non la ricordava.
Non voleva parlargli nè incontrarlo, le era bastato vederlo di sfuggita una volta, e nella piega dura delle sue labbra serrate Sasuke aveva letto le accuse peggiori. Le accuse più fondate.
Solo perchè ho perso non significa che mi fermerò, non significa che sono ferito, non significa che non ho avuto ciò che meritavo-
...Non significa che
sono perso.

 

 

Metal.

 

"A me piacciono tanto gli Oasis, i Coldplay, i Beatles, Jeff Buckley, i Nickelback e Alanis Morissette. A te, Sasuke-kun?"
Il ragazzino storse il naso:"... Io ascolto i Cradle of Filth."

 

 

New.

 

Erano le sue labbra, sapeva che avevano quel sapore, e cercavano lei, la volevano, volevano ogni centimetro di lei, reclamavano il suo corpo con un'impazienza quasi febbrile, era come lottare contro la corrente impazzita dell'oceano e Sakura cadeva, cadeva, cadeva...

 

 

Old.

 

...E di botto spalancava gli occhi e nulla era cambiato, era sempre il suo solito vecchio mondo in cui ogni giorno cedeva metodicamente il passo all'altro, in cui non succedeva niente e Sasuke le mancava tanto da far male.

 

 

Peace.

 

Meccanicamente Tsunade le raccontava la storia del Clan Uchiha, la voce piatta e misurata, la voce di una narratrice fuori dal tempo che ricorda una vecchia favola.
Quando aveva smesso di parlare, il sole si era spento dietro le colline.
"Non dici niente, mh?"
Sakura pensò a mantelli rossi e neri che, nel vento leggero, ondeggiavano piano.
Si era alzata in piedi e se n'era andata minuti dopo, sempre in silenzio.
"Non c'è perdono, non c'è pace per lui."

 

 

Poison.

Guardatemi, guardatemi tutti, guardate il mostro, guardate come sono ridotto, guardate l'ultimo degli Uchiha, (Itachi) guarda cosa sono diventato, guardatemi tutti quanti, il miracolo lo Sharingan il genio, guardatemi, guardatemi e non smettete di farlo, guardate come mi avete distrutto.
Guardami anche tu, sì. E non voltarti dall'altra parte, non singhiozzare fino allo sfinimento, guarda cos'hai cercato di fermare. Guarda bene.
Le droghe di Kabuto, la pelle lacerata dal Sigillo, la Kusanagi macchiata del sangue scuro di un nemico non mio.
Guardami.
...Sto cedendo cedo io cedo io crollo io ho perso non è vita questa io non ce la faccio sto cedendo io.

 

 

Pretty.

 

I capelli setosi stretti nei fermagli, la cascata di un vestito bordeaux dalla scollatura mozzafiato e dall'orlo molto al di sopra delle ginocchia, decolletés di vernice dal tacco vertiginoso, una vena di malizia compiaciuta negli occhi verdi e il viso aperto in un sorriso fresco, di un'ingenuità tutta zucchero.
Con la mascella quasi a terra, la bocca secca e un eloquente rossore sulle guance -non stava forse iniziando a far caldo?-, Sasuke deglutendo balbettò un flebile:"Se-sei... sei... sei carina."

 

 

Rain.

Si sveglia allo scroscio devastante di un tuono che fa tremare i sotterranei fin nelle sue viscere. Gli occhi aperti, persi nell'oscurità compatta del sottosuolo, attendendono che l'aria smetta di vibrare, mentre il suo respiro è quasi trattenuto. Da bambino aveva paura dei tuoni, però la pioggia gli piaceva, perchè quando pioveva nessuno si accorgeva se piangeva.
Il tuono arriva, corre, rimbomba e svanisce.
I ricordi, fastidiosi, rimangono.

 

 

Regret.

 

Sasuke Uchiha, Mukenin, membro dell'Akatsuki, bruciava in una nuvola di fiamme, vinto dal Fuoco che lo divorava, stritolava le sue povere ossa con una voracia disumana. E infatti lo era, disumano. Lo era.
Riconobbe le urla straziate che invocavano pietà per lui, e l'ultima immagine che vide con gli occhi della mente fu il viso distrutto a cui appartenevano.
Scusa, il fuoco aveva raggiunto la gola, il tempo il mio tempo è finito troppo presto -troppo!

 

 

Roses.

L'avevano seppellita sotto i ciliegi, perchè quello era il suo nome, e sotto la sua lapide non facevano mai mancare grandi mazzi di rose pallide. Ma ogni mattina in mezzo a loro veniva posato un garofano, un garofano rosso sempre fresco.
Che pensassero pure che era stata solo un ramo di ciliegio. Per lui, e soltanto per lui, sarebbe stato diverso.

 


Secret.

"Ino-chan, sssh, ti dico un segreto: mi piace Sasuke-kun! Mi raccomando non dirlo a nessuno, nessunissimo, nessuno nessuno!"

 

 

Snakes.

 

Tutti i bambini del villaggio sapevano di non dover contrariare la vecchia Haruno-sama, una stramba ninja anziana che parlava più con le sue piante velenose che con gli esseri umani: era burbera, scontrosa, cupa e, come diligentemente ogni ragazzino ricordava, dovevano starle lontani perchè non era colpa sua se era diventata pazza, erano stati i serpenti a mangiarle il cuore.

 

 

Snow.

 

Si sono conosciuti dieci anni fa -oggi è l'anniversario- e si sono svegliati quasi nello stesso momento, ma non se ne sono accorti, perciò si sono mossi appena sotto il piumone, per paura di urtare il leggero sonno dell'altro. Guardano come ogni mattina fuori dalla grande finestra della loro camera e per un istante trattengono stupiti il respiro, la stessa identica espressione di meraviglia disegnata su entrambi i volti: sta nevicando.
E' stato a quel punto che lei, sorridendo appena, si è accorta che anche lui era sveglio.

 

 

Solid.

 

"Elencami in ordine di grandezza tutti i solidi platonici." Matita che danza fra le dita, uniforme scolastica inamidata, capelli rosa annodati sulla nuca -per non deconcentrarla!-, sguardo poco meno che omicida.
Senza battere ciglio, il ragazzo replica atono:" Tetraetro, cubo, ottaedro, dodecaedro, icosaedro."
La ragazza, Capoclasse Haruno com'è scritto sull'uniforme, arriccia compunta il naso, le labbra ridotte a una fessura. Il dannato Uchiha ha vinto.
Per ora,
si corregge mentalmente, un brillio scaltro dietro le lenti degli occhiali.

 

 

Spring.

 

Karin si era chiesta molte volte perchè, nei mesi che andavano da marzo a giugno, Sasuke-kun diventasse, se possibile, ancora più intrattabile, irascibile e disumano del solito; non ne avrebbe mai capito il motivo, come probabilmente non l'avrebbe mai capito neanche Sasuke.

 

 

Stable.

 

Naruto li osservava, il volto ebbro addolcito da un sorriso amaro: il ballo della scuola, la palestra addobbata a festa, gli alcolici contrabbandati di nascosto da lui e da Kiba, Ino e Shikamaru spariti da ore e, guarda un po', quei due laggiù in fondo all'enorme sala, Sakura-chan in piedi sulla vecchia trave da ginnastica buttata contro la parete e Quel Teme... Quel Teme le tiene la mano, le tiene la mano mentre Sakura-chan cammina tranquilla, un passo dopo l'altro, le scarpe col tacco nell'altra mano, e non annaspa nell'aria come faceva sempre -erano in classe insieme, lui e Sakura-chan, si ricordava le pazze risate ogni volta che la sua amica provava a salire sulla trave-, non incespica, non cade, non le tremano le gambe, non è insicura o tesa o nervosa. Semplicemente Sakura cammina.
In equilibrio.

 

 

Strange.   


Sakura non voleva vederlo nè parlargli? Bene, benissimo, tanto meglio! Il villaggio era abbastanza grande perchè entrambi potessero vivere felici senza curarsi delle rispettive esistenze, figuriamoci, Sasuke non chiedeva di meglio: gli sembrava un sogno, finalmente in pace, ignorato da quella noiosissima e petulante kunoichi che aveva passato la vita a rinfacciargli i suoi errori!!!
Ma intanto, stranamente, non riusciva a spostarsi da sotto casa sua, infantile testardo e cocciuto come il bambino che aveva smesso di essere da tanto tempo.

 

 

Summer.

 

Se le avessero chiesto qual era stato il periodo più bello della sua vita, senza esitare Sakura avrebbe risposto:"L'estate dei miei dodici anni", e forse il suo viso si sarebbe illuminato appena, mentre davanti ai suoi occhi sarebbero sfrecciati correndo tre sguaiati ragazzini, uno biondo e chiacchierone, l'altro moro e scontroso, infine una bimbetta un filo saccente dai lunghi capelli rosa, tre ragazzini che nel sole di quell'estate avevano costruito qualcosa, subito distrutto con l'arrivo dell'autunno, "...quando Sasuke" avrebbe detto Sakura senza parlare, "se n'è andato".

 

 

Taboo.

 

"E oggi, per pranzo, stracotto con ciliegie!"
Karin l'aveva annunciato talmente baldanzosa e fiera che il silenzio che seguì alla sua esclamazione risuonò ancora più netto.
Immediatamente dopo si sentì lo strisciare della sedia di Sasuke, i suoi passi misurati lungo il corridoio e lo scatto di una porta che veniva richiusa.
"Cretina" l'apostrofò Suigetsu qualche minuto dopo, la bocca piena di stracotto e un rivoletto di sugo sul mento, "Non lo sai che è vietato nominare le ciliegie in sua presenza?!"

 

 

Ugly.

 

"Ino, ma è... è..." Deglutì sonoramente, pallida:"...Temo di dover vomitare."
La ragazza dal caschetto color rosa pesca vacillò, quasi franò addosso al giovane che l'accompagnava, coprendosi il viso con le mani:"O Kami-sama, Ino cos'hai... cosa diavolo gli hai fatto!!! E' irriconoscibile!!!
I-io... io... IO MI FIDAVO DI TEEEEE! Mi sono fidata quando hai detto che sapevi tagliare i capelli, e guarda... guarda come l'hai ridotto... O - SANTO - SANTISSIMO - KAMI!!!"
"Fronte Spaziosa, piantala di drammatizzare, gli ho solo dato una spuntatina!"
"SPUNTATINA?! Ma hai usato un tagliaerba o cosa, Scrofa?! Sembra un... un... un... Nonsoneancheiocosa! E' agghiacciante, letteralmente agghiacciante!!!"
Leggera tosse seccata da parte del sopracitato ragazzo, oggetto dello sdegno della giovane Haruno:"Grazie mille, eh" sibilò gelido.
"...Inguardabile, inguardabile, come faccio a uscire con lui conciato così, fà spavento, Ino ti odio, ti odio, ti odio!!!"
Sasuke la fissò, lo sguardo serio e una minuscola vena che pulsava sulla tempia sinistra:"Sakura. Seriamente. Sono davvero così-"
"Orribile" lo interruppe la Haruno con un innocente sorriso angelico.  

 

 

War.
 

Non aveva mai immaginato quel giorno, ma avrebbe preferito qualunque scenario tranne quello: un mostro di chakra incandescente ruggiva circondato da cadaveri carbonizzati, e Sakura... Sakura gli aveva tolto il respiro con un pugno, animata da una rabbia così cieca e primordiale che a stento Sasuke era riuscito ad evitare il secondo. E questa volta era stato il suo turno di colpirla.
Signore e signori, benvenuti: in scena la fine del Team Seven, l'omicidio è iniziato.
I suoi occhi non gli diedero alcun segno di amore, di affetto o di riconoscimento.

 

 

Water.

Si allenava rigorosamente da solo, il bambino sopravvissuto al massacro degli Uchiha, sul pontile di legno che si gettava sul fiume: non era raro veder rosseggiare sull'acqua il riflesso di un Katon no Justu, talvolta esile, talvolta più potente.
Non era raro vedere, in lontananza, la figura esile di una ragazzina dall'assurda testa rosa nascondersi all'ombra del tronco di un albero, tra le mani una bottiglietta d'acqua fresca che non ebbe mai il coraggio di consegnare.

 

 

Welcome.

Il primo segno emotivo che aveva colto in lei, non appena Naruto l'aveva scaricato all'Ospedale del villaggio con entrambe le gambe e tutte le costole fratturate, era stata la scintilla di una lacrima impigliata nelle ciglia.
Il secondo, un pugno come uno sparo che l'aveva spedito nel regno dell'incoscienza più in fretta di qualunque anestetico.

 

 

Winter. 

 

"Dove non c'è mai il sole è sempre inverno" 
Sasuke si allenava respirava sbagliava osservava e viveva nel buio dei sotterranei, perchè i raggi del sole non arrivavano alle celle incassate nel sottosuolo dove cresceva deforme, come i germogli privati della luce (la deformità non si vedeva ad occhio nudo, non c'era abbastanza chiarore per scorgerla: era nell'anima che bisognava cercarla).

Wood.

Prima che si tuffassero nel letto, avvolti dalle risate, l'aveva sentita canticchiare una canzoncina melodiosa e squillante; poi nella sua memoria si apriva un black-out confuso di qualche ora (i suoi occhi così limpidi, i loro vestiti gettati da qualche parte, i suoi capelli rosati, la ragione che si annullava), infine s'era svegliato tra le coperte sfatte, solo.
Sasuke era ebbro di qualsiasi sensazione, ma privo di lei, sparita nel bagliore del mattino.
E gli tornò in mente d'improvviso il ritornello di quella canzone, associandone istantaneamente il titolo: era Norwegian Wood.

 

 

 

 

Fin

 

 

 

 

 

 

 

Note dell'Autrice
Chaos, spero che le tue non siano pesantemente NaruSaku XD leggerle altrimenti sarà un suicidio. Mamma mia! Questa sfida mi ha preso più del previsto.
Comunque non sono impazzita, miei cari lettori, ma ho superato il mio forte risentimento per quest'idiotissima festa solo ed esclusivamente per dedicarmi al SasuSaku. Aaaw. Però non pretendete granchè, purtroppo ho scoperto che è dannatamente difficile riuscire a scrivere una sola frase su di loro, dunque di frasi 'secche' ce ne sono pochissime XDDD la mia prolissità non mi ha dato tregua. Sicuramente la Chaos è riuscita a fare un lavoro ben più decente u.u perciò correte a leggere la sua!


Note varie&idiozie:

Word#50, Wood: Norwegian Wood dei Beatles parla appunto di una ragazza che, dopo una notte di divertimento, sparisce.
Word#46, War: L'ultima frase, quella in corsivo, è una citazione (leggasi copiata pari pari) del racconto "Eveline" di James Joyce, contenuto in The Dubliners.
Word#34, Regret: Si riferisce a un ipotetico futuro in cui Kyuubi, che ha preso il controllo di Naruto, sta amabilmente massacrando il nostro Uchiha.
Word#26, Lost: Anche qui, l'ultima frase è la traduzione di "Lost", splendido pezzo dell'ultimo album dei Coldplay.
Word#22, Hollow: 'Hollow' significa anche vuoto. La tentazione di fare un richiamo a Bleach era fortissima, ma conosco ancora troppo poco di quel manga per poterlo citare.
Word#17, Food: Secondo non ricordo quale Databook, il cibo preferito di Sasuke sono i pomodori.

 

 

Grazie dell'attenzione,
Hipatya

 
  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 
 


 

 

 

 

  
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