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Autore: Chelinde    01/10/2015    0 recensioni
Ho provato a scrivere i pensieri di mia madre sull'esperienza che sto facendo in questo momento, starò per un anno in Cina per studiare.
Dal testo:
"Oggi è passato un mese.
Sono esattamente trenta giorni che sei partita.
Il 19 Agosto alle 4 di mattina noi eravamo in macchina"
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un mese ...

Oggi è passato un mese.
Sono esattamente trenta giorni che sei partita.
Il 19 Agosto alle 4 di mattina noi eravamo in macchina, avevi appena salutato casa, cane e gatti e con le lacrime agli occhi ma un sorriso enorme e sei entrata nel veicolo sul lato del passeggero, le valige nel bagagliaio.
Era ancora tutto buio, si vedevano le stelle, le hai guardate fin quando non siamo arrivati in una zona più illuminata ed allora sono lentamente sparite, quel viaggio verso la stazione il terrore di arrivare tardi e perdere quel treno anche se avevamo parecchio anticipo ed infine il sollievo di essere seduta sulla poltrona al tuo posto con me accanto. Mi hai stretto forte la mano mentre i raggi del Sole iniziavano a comparire andando ad illuminare il paesaggio che si muoveva veloce fuori dal finestrino.
Avevi paura.
Un terrore incredibile per ciò che stava per accadere da lì ad un giorno.
Eppure allo stesso tempo eri eccitata e non vedevi l’ora.
“Il viaggio della speranza”.
Si, così lo hai chiamato.
Quello era il tuo viaggio della speranza.
Tuo e di tutti gli altri exchange student italiani che in quel momento stavano andando a Roma per poi partire il giorno dopo verso la Cina.
La Cina ovviamente.
Perché a te le cose semplici non sono mai piaciute.
Tu sei affascinata dall’oriente, dalle culture diverse dalle nostre, dalle lingue impossibili.
Perché non l’Argentina? O l’Inghilterra?
Almeno quest’ultima era più vicina.
No.
Tu volevi andare là ed ora ci sei.
Sei lì con la tua famiglia ospitante, hai una mamma cinese, un babbo cinese, una sorella cinese e pure un gatto cinese e sei contenta.
Ora.
Prima no.
Quando sei arrivata volevi tornare a casa, dicevi di non farcela, che era troppo difficile, che forse ti eri sopravvalutata, che non ne eri in grado, che non eri così forte.
Ti immaginavo rannicchiata in un angolo del tuo letto a scrivermi quei messaggi e ti sentivo quando facevamo le chiamate Whatsapp di nascosto alla famiglia perché ti permettono una sola chiamata la settimana e te la volevi fare su Skype, ma una sola non ti bastava.
Quelle preghiere che mi facevi di comprarti un biglietto per il ritorno, che non ci stavi bene.
Quando stavo male.
Sarei corsa a comprarti quel dannato biglietto e se l’associazione che ti aveva mandato lì mi avesse detto qualcosa ero pronta a venire fino in Cina per riprenderti, ma qualcosa dentro mi urlava di non farlo.
Era la parte razionale del mio cervello, non quella comandata dal cuore che ti rivoleva a casa e subito, che voleva riabbracciarti e rilitigare con te perché non rimetti mai a posto le scarpe lasciandole a giro. Ci volevo tornare ad inciampare, e lo voglio ancora.
Eppure sapevo che era solo perché eri lì da poco.
Me lo avevano detto che sarebbe successo, ma non credevo che mi sarebbe stato così difficile resistere dal dirti quell’ “ok”. Io ero la super mamma insomma, quella incosciente che se la figlia si diverte ed è al sicuro pace se non la posso vedere.
Solo ora mi rendo conto di quanto 304 giorni di distacco possano essere duri e terribili.
Ora sei felice.
Sorridi dietro alle foto che mi invii.
Ridi nelle chiamate Whatsapp che continuiamo a fare quando sei sola e non sai quando i tuoi genitori cinesi rientreranno da lavoro. Hai trovato persone meravigliose che ti vogliono bene e tu ne vuoi a loro.
Io sono felice.
Non potevo chiedere di meglio.
Così afferro la penna che sta accanto al calendario e tiro una riga sul numero scritto a mano accanto al giorno di ieri.
Mancano 274 giorni.
Stringerò i denti, perché so che tu stai bene e se tu sei felice lo sono anche io.
Infondo è questo quello che fanno le mamme no?
Voler bene ai loro figli e desiderare per loro il meglio.
Ebbene, so che per te il meglio inizia adesso.
Ti voglio bene.



N.D.A.:
Eeee il mio primo tentativo di storia introspettiva è andato.
Non ho la più pallida idea del risultato di ciò che ho scritto sinceramente.
Ho cercato di scrivere di quelli che credo essere i pensieri di mia mamma che in Italia aspetta Giugno, ovvero il mio rientro, cancellando davvero giorno per giorno il numero che segna il conto all'arrovescia adesso dovremmo essere a -262 giorni mancanti al mio rientro, ho voluto però lasciare la data come 19 Settembre e quindi  lasciare i meno 274 giorni per due motivi, in primo luogo l'avevo scritta quel giorno la storia ed in secondo perchè è una data molto importante per me perchè segna il primo mese trascorso, un traguardo che ho raggiunto assieme a chi mi è stato affianco prima durante e dopo.
Qui in Cina sono le 7.06  in Italia le 1.06 e mia madre è rimasta sveglia solo per chattare con me.
Ora chiudo questa nota e vi auguro la buona notte ed un buon risveglio.
Baci,
Chelinde.

  
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