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Autore: Prandaman    01/10/2015    2 recensioni
[Comic Italiani]
Ogni autore di fumetti mette l'anima nei suoi lavori, amando i propri protagonisti al punto che nella sua mente prendono vita ed acquistano coscienza di se, separati dal resto del mondo dall' invalicabile confine fra Fantasia e Realtà. E se un giorno questo muro impenetrabile si assottigliasse fino a renderli comunicabili ? Come si comporterebbero i fumetti nello scoprire di essere solo marionette inchiostrate sul foglio, di essere il frutto dell'ingegno umano e non dell'unione dei propri genitori ? L'umanità accetterebbe la loro condizione o li combatterebbe perchè diversi e troppo pericolosi ? Questa umile fan fiction prova a dare una risposta a queste domande dando voce ad alcuni dei fumetti indie italiani più importanti che potreste avere la fortuna di leggere.
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: Violenza
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Come nella maggior parte delle storie che vi vengono raccontate fin da piccoli, tutto ebbe inizio con una grande luce, una fonte abbagliante ma calda che investì il viso e mi destò da un lungo sonno; irritata da quella sveglia inusuale, deglutii un paio di volte, introducendo nella mia bocca uno sgradevole sapore di metallo.

I muscoli pigri ed intorpiditi facevano una strenua resistenza pur di non abbandonare la loro posizione; mi sembrava di essere una statua vivente, costretta all'immobilità totale e senza possibilità di fare nulla se non percepire un continuo e vibrante ronzio attorno alla sottoscritta, quasi fossi circondata da uno strano macchinario intento a lavorare.

"D-dove sono?"

Furono i primi suoni che uscirono dalla bocca non più sigillata; un ampio respiro seguì subito dopo e l'aria finalmente poteva riempirmi i polmoni assetati di ossigeno come dopo una gara di apnea.

Le mie parole non ricevettero alcun responso, ma gli occhi oramai si stavano abituando all'ambiente circostante e potei con lentezza socchiudere le palpebre e scrutare gli oggetti avvolti dalla luce che iniziavano a prendere una forma a me più famigliare.

Abbassai lo sguardo e scoprii di essere seduta sullo scomodo bracciolo di un divano arancione piuttosto pacchiano a gambe incrociate, una posa ed un giaciglio assai atipici per prendere sonno.

L'arredo era posizionato al centro di un vasto salone addobbato a festa con un 'atmosfera che richiamava senza ombra di dubbio il Natale, tra cui l'immancabile albero pieno di aghi che mi pungevano la schiena.

"Come sono finita qui?" chiesi rivolgendomi più che altro a me stessa, stavolta con voce vibrante e preoccupata, un attimo prima di accorgermi che non ero sola: una miriade di persone, animali e strani esseri era sparsa per l'intera stanza , tutti amichevolmente vicini ed inerti come se ci conoscessimo da una vita .

Mi accorsi solo in quel momento del cagnolino sotto ai miei piedi, una minuscola e graziosa creatura silenziosa che si trovava la coda schiacciata dalla sottoscritta: d'instinto alzai frettolosamente gli stivali ,perdendo quel poco di equilibrio che ancora mi teneva verticale.

Con la delicatezza di un sacco di patate scaraventato nella stiva di una nave, caddi rovinosamente sull'appuntito albero natalizio che non vedeva l'ora di eseguire un'agopuntura d'emergenza su di me.

Nonostante il dolore provocato da 3 pesanti addobbi natalizi sulla fronte,riuscì a spostare quell'ammasso diabolico di aghi ed armi non convenzionali dal petto, maledicendo l'inventore di questa assurda festività.

Mi rialzai con la medesima grazia di un ubriaco in preda ai fumi del vino, scoprendo che quei visi sconosciuti che non mi degnavano di uno sguardo erano privi di vita: manichini perfettamente scolpiti nella carne ma senza luce nei loro occhi, bambole perfette che sorridevano fra loro come in una fotografia.

I tentativi di svegliare Jessie dal suo torpore furono futili e non produssero alcun risultato, neppure quando, presa dal nervosismo, la rovesciai contro il tavolino; inutile descrivere la fatica di rimetterla al proprio "posto": per essere un soprammobile a forma di bambola, pesava da morire.

Ero abbandonata in quell'inferno dall'aspetto placido quanto inquietante: In che luogo mi trovato? Ero vittima di un rapimento?

Qual era l’identità di queste persone, specie quella sorta di fantasmino demoniaco attaccato all'albero che per pochi centimetri non mi cadde addosso come un masso?

Domande che ronzavano come mosche impazzite dentro la mente sempre più confusa ed offuscata, ero un topolino rinchiuso in un labirinto immenso dove non riuscivo a scorgere l'uscita.

Provai a scappare fuori dalla casa verso l'esterno, ma dopo un paio di metri la terra si interrompeva nel nulla, solo cielo terso sia in alto che sotto di me come se un camminassi su un immenso specchio.

Galleggiavo sopra un mare invisibile, una gabbia le cui sbarre si perdevano nel vuoto infinito che circondava la casa natalizia.

L'inquietudine si trasformò in vera paura e cominciai a tremare mentre i miei nervi stavano cedendo: ero sempre stata una persona positiva e solare, ma di fronte a questo spettacolo, non riuscivo a fare altro che cadere in ginocchio ed incrociare le braccia davanti a me con forza alla ricerca di un qualche senso di protezione.

Ero sola, ero dannatamente sola. Desiderai con tutto il cuore che qualcuno mi svegliasse, che Jessie in quell' istante scrollasse le mie spalle appoggiate sul letto della Artemide per informarmi che l'ultimo biscotto al cioccolato se l'era finito lei...

Non saprei dire per quanto rimasi in quella posizione, in quel mondo tutto sembrava immutabile, sia il tempo che lo spazio.

So solo che ad un certo punto la paura smise di comandarmi, qualcosa in me stava cambiando e l'orgoglio erose spazio alla paura facendo tornare la ragione.

"Alzati, alzati " ripetei per spronarmi; con i muscoli che fremevano per spostarsi da quella posa tutt'altro che comoda, riuscii a sconfiggere la gravità ed a superare quel momento di

follia ,inspirando un paio di volte ad occhi chiusi per tentare di calmarmi .

Ritornai di nuovo dentro l'inquietante casa ,alla ricerca di nuovi indizi o di una via di fuga; con neanche troppa cura, buttai per terra le statue dal divano e controllai attentamente i due divani ed i loro precedente fruitori: nulla e stesso risultato ottenni con il resto della mobilia e dei presenti.

Sempre più decisa a non arrendermi, mi diressi verso la parte opposta dell'ambiente, la zona più spoglia ma inesplorata del locale ,fino a che non vidi una strana luce azzurra attraversarmi il braccio destro.

Allertata da ciò, mi arrestai, incuriosita da quella scarica elettrica che non aveva provocato alcun dolore.

Arretrando la mano e riporgendola in avanti, scoprii che il fenomeno si ripeteva, quasi esistesse un'impercettibile barriera o soglia con cui venivo in contatto se provavo ad avanzare.

Che fosse la via d'uscita per quell'incubo? Ero un pò titubante, per cui provai prima con un paio di oggetti legati ad un filo, che lanciai e recuperai senza problemi.

Non rimaneva che fare un tentativo: presi un ampio respiro e mi buttai attraverso il portale, venendo risucchiata da quella strana luce che mi attirò a se senza violenza; ebbi la sensazione di varcare una specie di canale luminoso dai colori sgargianti, un caleidoscopio policromatico  che da un ambiente buio mi proiettò verso un'altra grande luce.

I miei sensi si appannarono per qualche secondo, ma stavolta il risveglio fu decisamente più repentino e meno fastidioso.

Mi ritrovai catapultata in un'altra stanza, stavolta più piccola e fortunatamente non a tema festoso: una ragazza si stava riposando sopra un letto attaccato alla parete opposta: strano a dirsi, ma fui sollevata nello scoprire che il suo petto si abbassava e si alzava con il respiro, non era un manichino.

Le pareti del locale erano ricoperte  dai grandi foto di persone dalle più svariate etnie e situazioni, ed alcuni di essi mi sembrava proprio di averli incontrati nell'altra dimensione.

Forse è quella donna l'artefice del mio incubo pensai mentre cercavo altri indizi per confermare quella teoria, anche se la donna dormiente non assomigliava proprio ad un odioso carceriere.

Girai lo sguardo in cerca di risposte, scorgendo solo un sacco di oggetti futuristici dalle più svariate forme e materiali, quasi fosse la bottega di un inventore.

Il tavolo era ricoperto di fogli e parecchi strumenti per disegnare e poco distante da esso notai una sottile scatola lucente dall'aspetto misterioso che sembrava proiettare foto. Riconobbi il ronzio che sentivo durante il mio primo risveglio, era in qualche modo collegata al rapimento?

La guardai incuriosita e quello che ammirai mi trafisse d'improvviso il petto come un giavellotto :

Attraverso il freddo vetro di quella finestrella senza pareti riconobbi la casa-prigione da dove ero fuggita.

Ero ancora troppa confusa per capirlo, ma quello fu il primo momento in cui presi coscienza di me ed attraversai la Barriera Azzurra.





Character della fan fiction © Valeria Romanazzi alias "Tenaga"
Artwork © Tenaga 2015
Tenaga Gallery on DeviantArt

Character in the artwork
Da sinistra verso destra: Eidan (Floriana Paolacci) Mortinfamia (Martina Andrea Batelli) Nathan, Juliet e Sky (il robottino) da "Project Sun" (Aaron Leonardi/Valeria Tenaga Romanazzi) Rio da "Homosaurus" (Flaminia Spinelli) Logan da "l'ira dei quattro" (Aaron Leonardi) Eeri Lian (Ilaria Catalani) Gabriel (Federico Cataldi) Angelina e Damiano da "Sacro/Profano" (Mirka Andolfo) Robin da "Hood's Tale" (Ilaria Ticino) Gerda da "La Regina delle Nevi" ( Ilenia Gennari) Jessie, Tenaga da "Hunters J" (Valeria Tenaga Romanazzi) Luna (Diana Mercolini) Xavier, Gwen da "Antithesis" (Jessica Marino) Hadez da "Hadez" (Ilaria Catalani/Silvia Tidei) Maverick (Marzio Misita) Tanae da "Sheridan/Hunters J" (Valeria Tenaga Romanazzi) Rogan da "Dim Glow" (Cristina Guidetti) Lucjan da "La Regina delle Nevi" (Ilenia Gennari) Edgar da "Hysteria" (Eleonora Bruni) Allen (Silvia Tidei) Mortimer (Eleonora Bruni) Seshira (Elisa SanVito) Nicholas da "Racers" (Sara Fabrizi) Elemirr e Alamirr da "Galena Guard" (Salvatore Pascarella) Alexander da "Hunters J" (Valeria Tenaga Romanazzi) Kiba, Asia, Sally, Oreste, Rei, Lili, special guest i personaggi di Federica di Meo. Kieran e Norah fuori dalla finestra (da "Sheridans/Hunters J") Kapu, Teru, Lex e Kyros da "Wild Fangs" (Valeria Tenaga Romanazzi)
   
 
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